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23 marzo 2018

Domenica delle Mariette: a casa Artusi si parla di benessere alimentare


Domenica delle Mariette
A Casa Artusi si parla di benessere alimentare


La cultura del benessere e del mangiar sano domenica 25 marzo alle ore 15:30 torna protagonista a Casa Artusi con un nuovo appuntamento delle Domenica delle Mariette, gli incontri organizzati dall'associazione di Forlimpopoli per promuovere la conoscenza di sapori e tradizioni del cibo.

Protagonista della giornata sarà proprio il benessere a partire da una corretta alimentazione e dal legame tra cibo e corpo, per dirla con Ippocrate: "se avessimo il modo di dare a tutti la giusta dose di cibo e di esercizio fisico, né in eccesso né in difetto, avremmo trovato la strada per la salute".

A discutere dell'argomento Simonetta del Testa, chinesiologa massofisioterapista, e il dottor Dino Sintoni, ricercatore nell'ambito della naturopatia e dell'alimentazione naturale e ideatore del metodo Justwellness.

Dopo l'incontro seguirà una degustazione a tema.

Ingresso libero.



La Greenway Spoleto Norcia e Co.Mo.Do. protagonisti su RAI 3 a Geo



La Greenway Spoleto Norcia e Co.Mo.Do. protagonisti su RAI 3 a Geo

Presentato il nuovo progetto del Centro Studi di Co.Mo.Do. per unire la greenway Spoleto-Norcia alla linea in disuso Porto San Giorgio-Fermo-Amandola.

Spoleto 22 marzo 2018 - Geo, la trasmissione di RAI 3 condotta da Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi, ospita Co.Mo.Do., la Cooperazione per la Mobilità Dolce con sede alla Stazione Museo Ferroviario Spoleto Norcia. In studio (la trasmissione andrà in onda venerdi 23 marzo o lunedi 6 aprile a partire dalle ore 17.00) il suo Segretario Paolo Capocci descrive una delle greenway più belle d'Europa, la Spoleto-Norcia nata da una linea dismessa nel 1968. In Studio anche l'Ingegnere Luigi Cantamessa, Direttore della Fondazione Ferrovie dello Stato che parla dei 600 km di binari dismessi recuperati dalla sua Fondazione e resi fruibili per il turismo ferroviario. Collegando la greenway umbra a quella marchigiana si potrà realizzare una via verde di quasi 200 Km partendo dalle spiagge dell'Adriatico per arrivare al cuore dell'Appennino umbro. Il corridoio ecologico prospettato mira a ricucire due territori dal punto di vista ambientale, sociale, culturale, con enormi benefici per l'economia green che aiuterebbe a ripartire i territori colpiti dal post terremoto. Una grande opportunità per un vero sviluppo di tutti i comuni della Valnerina e dell'intera Regione Umbria: un itinerario dal mare ai monti azzurri leopardiani che comprende valenze ambientali, culturali, sportive ed enogastronomiche.
La Spoleto-Norcia, in concessione ad Umbria Mobilità spa che ne sta curando il completo recupero, fa parte della Mobilità Ecologica di Interesse Regionale; la fruizione è riservata pertanto a pedoni, ciclisti e, in alcuni segmenti, è possibile anche a cavallo, mentre è interdetto l'uso di qualsiasi veicolo a motore. Il Percorso è raccordato sia con la ciclovia Spoleto-Assisi verso Nord che con la Greenway del Nera verso Sud.
Da GEO si è quindi approfondito il progetto di realizzare una spina dorsale per collegare l'auspicata Area marina protetta dell'Adriatico centrale, il Parco culturale/archeologia industriale di Fermo, il Parco Archeologico di Falerone e il Parco nazionale dei Monti Sibillini. Due le regioni interessate, Marche e Umbria, quattro le Province coinvolte: Fermo, Macerata, Ascoli Piceno e Perugia.
Co.Mo.Do., che raggruppa da 11 anni in Italia l'associazionismo outdoor ecocompatibile a piedi, in bici, a cavallo e in altre forme di mobilità dolce (treno, canoa, barca a vela) sta lavorando all'undicesima edizione della Giornata delle Ferrovie dimenticate e al Mese della Mobilità dolce, partito il 4 marzo per poi concludersi il 30 maggio: una lunga primavera della mobilità dolce lungo tutto lo stivale, con eventi anche in Umbria.
Info sugli eventi nel portale www.mobilitadolce.org
Co.Mo.Do. - Cooperazione per la Mobilità Dolce dal 2006
c/o Museo della ex Ferrovia Spoleto-Norcia - via F.lli Cervi 10, 06049 SPOLETO

A CIAMBRA DI JONAS CARPIGNANO CONQUISTA DUE DAVID DI DONATELLO



Academy Two è orgogliosa di annunciare che A CIAMBRA di Jonas Carpignano ha vinto due David di Donatello.

PREMIO MIGLIOR REGIA a Jonas Carpignano
PREMIO MIGLIOR MONTAGGIO a Affonso Gonçalves

A CIAMBRA è uscito in sala il 31 Agosto distribuito da Academy Two






Baratto aziendale PER MIGLIORARE UNA SITUAZIONE IMPRENDITORIALE SENZA RISCHI


ASIAGO DOP rafforza impegno internazionale con ORIGIN EU


Consorzio Tutela Formaggio Asiago rafforza impegno internazionale con ORIGIN EU
La specialità veneto-trentina tra i soci fondatori dell’organizzazione europea con oltre 300 indicazioni geografiche presentata a Bruxelles. Semplificazione delle procedure e coinvolgimento diretto nei negoziati gli obbiettivi prioritari.

Vicenza, 23 marzo – Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago è tra i soci fondatori di OriGIn EU, l’organizzazione di oltre trecento indicazioni geografiche europee rappresentative di un fatturato alla produzione di oltre 30 miliardi di euro presentata, lo scorso 21 marzo, a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, dal Presidente di OriGIn ClaudeVermot-Desroches e dal Direttore Massimo Vittori a tutti i membri della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale alla presenza del suo vicepresidente, Paolo De Castro.
OriGIn EU nasce per aumentare il dialogo tra i consorzi europei, con le istituzioni e per giocare un ruolo proattivo in Europa. “L’Unione europea – ha affermato Massimo Vittori, direttore dell’organizzazione mondiale OriGIn (Organization for an International Geographical Indications Network) -  ha raggiunto negli anni risultati importanti per il settore delle DOP/IGP, sia a livello di mercato interno che nei Paesi terzi. Crediamo tuttavia ci sia spazio per un ulteriore miglioramento, sia a livello interno, con la semplificazione delle procedure, che degli accordi bilaterali, con un coinvolgimento diretto dei consorzi nei negoziati. OriGIn EU lavorerà in maniera prioritaria per il raggiungimento di questi obbiettivi.” E proprio su questi temi, OriGIn EU, nei giorni successivi, ha fatto un primo passo incontrando anche i negoziatori della Commissione Europea.
Da tempo il Consorzio di Tutela Formaggio Asiago ha scelto di svolgere un ruolo attivo in Europa   
consapevole che i Consorzi di tutela dei prodotti DOP e IGP – in qualità di portatori di interesse - hanno il dovere di presidiare temi come la definizione della futura PAC, con nuove regole e con maggiori vincoli economici; la negoziazione di complessi accordi negoziali; la definizione degli standard di settore, svolgendo un ruolo di supporto alle istituzioni comunitarie, anche attraverso gli Stati Membri e nel rispetto delle prerogative di questi ultimi. Dai qui anche la scelta di essere tra i soci fondatori di OriGIn EU.

Ma tutto ciò non basta. “Chi non è attivo nella tutela legale, nella promozione commerciale e nella difesa attiva degli interessi della propria denominazione in uno specifico mercato – afferma il direttore Flavio Innocenzi - difficilmente potrà raggiungere uno status di piena protezione. Promozione commerciale e difesa della proprietà intellettuale rappresentano due facce della stessa medaglia”.

A sottolineare l’importanza del cambio di passo, Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento che ha ospitato la presentazione di OriGIn Europa ha sottolineato che “i trattati internazionali sono importanti per la tutela delle denominazioni fuori di confini comunitari, ma lo è anche il coinvolgimento dei consorzi di tuteladurante le negoziazioni di tali accordi. Non è possibile escludere i diretti interessati: i consorzi devono essere consultati perché sia possibile raggiungere, quando non si riesce ad ottenere il pieno riconoscimento, il miglior compromesso possibile. Grazie alla costituzione di OriGIn EU sarà possibile far gioco di squadra a livello comunitario per difendere ed incentivare la qualità dei nostri prodotti”.

A Gabriele Muccino il Plinius Award 2018 nel' ambito di ISCHIA FILM FESTIVAL

ISCHIA FILM FESTIVAL: a Gabriele Muccino il Plinius Award 2018
Il regista tornerà a Ischia dopo le riprese di A casa tutti bene, per essere celebrato dal festival diretto da Michelangelo Messina e Boris Sollazzo
Era arrivato sull'isola per raccontare la storia di una famiglia, e forse anche qualcosa di più. L'ha vissuta e respirata per tre mesi, intensi, e l'ha poi celebrata, ricambiato, nel film che ha segnato il suo ritorno cinematografico in Italia. “A casa tutti bene” è stato un grande successo e per questo Michelangelo Messina e Boris Sollazzo, direttori artistici dell'Ischia Film Festival, hanno deciso di conferire il Plinius Award 2018 a Gabriele Muccino, per il coraggio e la tenacia con cui uno dei registi italiani di maggiore successo nel mondo ha sostenuto la nostra l'identità culturale.
"In un festival dedicato alle location, non potevamo esimerci da premiare chi ha valorizzato la nostra isola con il suo talento” sottolineano i due direttori artistici. “regalandoci il film italiano più importante della stagione. Questo premio va sia all'artista che all'uomo".
Gabriele Muccino tornerà a Ischia per ricevere il Plinius Award durante la sedicesima edizione dell'Ischia Film Festival, che si svolgerà dal 30 giugno al 7 luglio 2018, sempre ospitata dal Castello Aragonese, che è stato uno dei principali set di A casa tutti bene.
Il Plinius Award è stato conferito negli anni, tra gli altri, a Mario Monicelli, Pupi Avati, ai premi Oscar Billie August, Mel Gibson, Ron Howard, Benoît Jacquot.

EDIZIONI TERRA SANTA: ESCE DOMANI RIFUGIATA, L'ODISSEA DI UNA FAMIGLIA


RIFUGIATA L'ODISSEA DI UNA FAMIGLIA

Un racconto in immagini e testo del dramma dei profughi visto con gli occhi di una bambina. I proventi saranno destinati ai progetti sociali della Custodia di Terra Santa in favore dei rifugiati sulle isole di Kos e Rodi

Questo è più di un libro. Innanzitutto perché è fatto di immagini e di testo ed entrambi sono essenziali al racconto. A scrivere è Tessa Julià Dinarès, insegnante catalana. A disegnare è Anna Gordillo Torras, anch'essa catalana, poco più che trentenne, che dopo aver studiato Belle Arti a Barcellona, frequenta nel Regno Unito il master di Illustrazione per racconti dell'infanzia presso la Cambridge School of Arts.
È più di un libro soprattutto perché traduce in concreto sentimenti contrastanti, la speranza e il dramma, che sono le facce della stessa medaglia e, forse, più di una medaglia, si dovrebbe parlare di un solido a più lati… «Perché mi hanno svegliato? Perché ho dovuto alzarmi in tutta fretta? – sono le domande di una bambina siriana, ma accade a migliaia di bambini in diverse parti del mondo –. È ancora notte. Stiamo andando via e prendiamo poche cose. Le facce di tutti riflettono paura e tristezza. Il mio papà mi prende per mano con forza e quasi mi fa male. Mi viene voglia di piangere. Ma non voglio piangere. Dove stiamo andando? E perché corriamo?». Raccontata dalle suggestive tavole di Anna Gordillo, la drammatica esperienza di chi è costretto alla fuga parla con il linguaggio universale del disegno e raggiunge anche i lettori più giovani.
Ma questo vuole essere un libro di speranza, alimentata anche dalla Custodia di terra Santa: in coda il volume riporta una breve descrizione dei progetti sociali per i rifugiati sostenuti dalla Custodia di Terra Santa nelle isole greche di Rodi e Kos, a favore dei quali sono destinati i proventi del libro. Perché secondo i dati dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), in Siria 13 milioni e mezzo di persone necessitano di aiuti umanitari; 6 milioni e 300 mila sono sfollati interni; centinaia di migliaia hanno affrontato tragici viaggi in mare per cercare protezione; quasi 3 milioni di siriani sotto i 5 anni sono cresciuti vedendo solo la guerra; e 4 milioni e 900 mila – in maggioranza donne e bambini – sono rifugiati negli Stati confinanti, sottoponendo i Paesi ospitanti a un grande sforzo nel sostenere le ripercussioni politiche, sociali ed economiche. Ecco perché i Commissari di Terra Santa di lingua italiana hanno scelto di sostenere i progetti in favore dei rifugiati portati avanti da fra John Luke Gregory nelle due isole greche, dove i frati minori francescani hanno una presenza antichissima. Kos è stata investita in pieno dall'arrivo di persone in fuga (con punte di 58 mila richiedenti asilo). Sull'isola esiste un hot-spot per l'accoglienza, l'identificazione e lo smistamento che è stato pensato per 600 persone, ma che a fine 2017 ne ospita in realtà 3 mila, in gravi difficoltà.
Il centro per rifugiati di Rodi, ospitato nell'ex mattatoio dell'isola, ospitava a fine 2017 un centinaio di persone, tra cui minori non accompagnati e anche giovani e coppie. La struttura è fatiscente e le condizioni sanitarie gravi. In più, i frati francescani di Rodi assistono 250 persone con aiuti in vestiario, medicine e pacchi alimentari. Il progetto di assistenza, con un occhio di riguardo ai minori non accompagnati, è seguito personalmente da fra John Luke. L'impegno dei frati minori in favore dei rifugiati a Rodi e Kos si inquadra in un più ampio orizzonte di aiuti e di progetti umanitari che riguarda la Siria e il Libano.


Le Autrici
Tessa Julià Dinarès è nata a Matadepera (Catalogna) nel 1952. Si è laureata in Pedagogia e Arti drammatiche all'Università di Barcellona e ha studiato tecniche narra ve presso l'Aula de Lletres. Concilia la sua vita professionale di insegnante con la scrittura. Per info: www.tessajulia.cat
Anna Gordillo Torras è nata a Terrassa (Catalogna) nel 1984. Studia Belle Arti all'Università di Barcellona e, dopo alcuni anni di esperienza nel settore culturale e come insegnante, decide di dedicare più tempo ed energie all'illustrazione e alla pittura. Nel 2014 si iscrive al corso di illustrazione della Escola de la Dona di Barcellona e poco tempo dopo si trasferisce nel Regno Unito, dove frequenta il master di Illustrazione per racconti dell'infanzia presso la Cambridge School of Arts. Nel 2016 ha ricevuto una menzione al Premio MacMillan.
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Rifugiata
L'odissea di una famiglia
Edizioni Terra Santa, Milano 2018
Pagine 40 ill. a colori
19,50

Un "branco" di VIP insieme per beneficienza: SHOW DOGS - Entriamo in scena. Al cinema dal 10 maggio


UN “BRANCO” DI VIP
CI METTE LA VOCE
PER BENEFICIENZA

MORELLI, D’URSO, MALGIOGLIO, BOCCI, OCONE, FRASSICA, AMENDOLA E TANTI TANTI ALTRI PRESTANO LA VOCE AL FILM “SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA” – IL FILM IN USCITA IL 10 MAGGIO SOSTIENE IL PROGETTO DELL’OIPA SUL RANDAGISMO – DOMENICA 6 MAGGIO A ROMA TUTTO IL CAST SARÀ PRESENTE ALL’ANTEPRIMA BENEFICA E CIASCUNO DI LORO PORTERÀ SUL TAPPETO ROSSO ALCUNI CANI IN CERCA DI ADOZIONE.
ROMA 21 Marzo 2018 - Giampaolo Morelli, Cristiano Malgioglio, Barbara D’Urso e  Marco Bocci prestano la voce ai protagonisti della commedia “Show Dogs – Entriamo in Scena” il film in uscita in Italia giovedì 10 maggio.
Il film si avvale dei cameo di Claudio Amendola, Michela Andreozzi, Giulio Berruti, Rossella Brescia, Fabio Canino, Carolina Crescentini, Giacomo Ferrara, Nino Frassica, Lino Guanciale, Valeria Marini, Rocío Muñoz Morales, Francesca Neri, Francesco Pannofino e Lucia Ocone, che hanno scelto di devolvere il loro cachet per sostenere il progetto dell’OIPA per combattere il randagismo.
Il cast al completo sarà all’anteprima benefica che si terrà domenica 6 maggio al The Space Moderno di Roma, e ciascuno di loro porterà sul red carpet un cane in cerca di adozione. L’incasso sarà interamente devoluto al progetto dell’OIPA andando a generare un fondo che verrà utilizzato dall’associazione per l’acquisto di cibo e materiali di utilità per i canili. 
In “Show Dogs – Entriamo in scena” un Rottweiler dall’accento napoletano (Giampaolo Morelli) dovrà risolvere il rapimento di un cucciolo di panda, finito nelle mani di alcuni terribili trafficanti di specie animali in via di estinzione. Grazie all’aiuto del suo partner umano Frank e ai consigli dello stiloso Papillon Felipe (Cristiano Malgioglio), Max ritroverà dentro di sé la sua vera anima da “Show Dog”, trasformandosi in un vero damerino, e imparando anche che fidarsi dell’aiuto degli altri può essere più gratificante di lavorare da solo.
Show Dogs – Entriamo in scena sarà distribuito da Eagle Pictures e arriverà nelle sale italiane il 10 maggio.

Sinossi
Max (Giampaolo Morelli), cane Rottweiler e il suo partner umano Frank, sono agenti dell’FBI e stanno investigando sul rapimento di un cucciolo di panda da parte di una banda di commercianti illegali di animali. Quando ricevono un indizio sulla vendita del cucciolo di panda a una prestigiosa mostra canina, Max si vedrà costretto a parteciparvi sotto copertura, per evitare la catastrofe. Grazie all’aiuto di Frank e ai consigli dello stiloso Papillon Felipe (Cristiano Malgioglio), Max ritroverà dentro di sé la sua vera anima da “Show Dog”, trasformandosi in un vero damerino, e imparando anche che fidarsi dell’aiuto degli altri può essere più gratificante di lavorare da solo.


22 marzo 2018

Inaugura la Villa dei Mosaici di Spello in Umbria / 24 marzo festa del bello



Inaugura la Villa dei Mosaici di Spello
Un eccezionale tesoro archeologico nel cuore dell'Umbria
Sabato 24 marzo 2018, ore 11

Con quasi 500 metri quadrati recuperati, la Villa dei Mosaici di Spello è una delle scoperte archeologiche più importanti avvenute negli ultimi anni in Umbria. Sabato 24 marzo sarà inaugurata la nuova struttura museale, moderna e multimediale. Dieci ambienti dai pavimenti a mosaico di grande bellezza, con straordinarie decorazioni policrome: elementi geometrici, figure umane, animali selvatici e fantastici.

Nel cuore dell'Umbria, la Villa dei Mosaici di Spello è un eccezionale tesoro archeologico. Unica nel suo genere, la residenza di età imperiale conserva ancora oggi raffinati pavimenti a mosaico e tracce di affreschi e stucchi alle pareti. Sabato 24 marzo, alle ore 11, sarà inaugurata la nuova struttura museale, moderna e multimediale, che permetterà di esplorare tutto il fascino di questa villa con ricostruzioni in 3D, postazioni multimediali e App dedicata. Sarà un evento di grande valore per il patrimonio culturale italiano, frutto di un lungo lavoro di ricerca e musealizzazione.

All'inaugurazione interverranno Moreno Landrini Sindaco Comune di Spello, Catiuscia Marini Presidente Regione Umbria, Aurora Raniolo Segretario Regionale per l'Umbria del Ministero dei Beni e delle Attività culturali del Turismo, Marica Mercalli Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio dell'Umbria, Marcello Barbanera Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Scienze dell'Antichità, Alfio Barabani Architetto progettista e direttore dei lavori, Marco Tortoioli Ricci Direttore artistico Comodo - Metodologia del Progetto Isia Urbino.
Porteranno i saluti conclusivi Maria Paola Azzario Presidente Federazione Italiana Club Unesco e Maria Nives Tei Coaccioli Presidente Fondo Ambiente Italiano Umbria. Coordina l'evento Gianluca Bellucci Presidente Sistema Museo, gestore della struttura museale.

La Villa dei Mosaici di Spello fu scoperta nel luglio 2005, appena fuori le mura di Spello, in località Sant'Anna, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico. Dalla terra affiorarono resti di un mosaico antico, che diedero il via alle operazioni di scavo e, a seguire, al minuzioso restauro, operazioni condotte con la direzione scientifica della allora Soprintendenza archeologica dell'Umbria, portando alla luce una villa di grandi dimensioni.
I venti ambienti riportati alla luce sono pertinenti al settore centrale della villa, per una superficie totale di circa 500 metri quadrati. Di questi ambienti, dieci conservano pavimenti a mosaici policromi di grande bellezza, con motivi geometrici e figurati. L'ingresso è andato perduto.
Intorno al peristilio, il cortile porticato che circondava il giardino interno, si aprono una serie stanze, denominate dalle figure e dai motivi decorativi dei mosaici: la stanza degli uccelli, la stanza delle anfore, il triclinio, la stanza del sole radiante, la stanza del mosaico geometrico, il peristilio, la stanza degli scudi e l'ambiente riscaldato.
Tra le stanze spicca l'ampio triclinio, la sala dei banchetti, con al centro del pavimento una scena di mescita del vino. Altri personaggi, disposti simmetricamente, raffigurano le Stagioni, associate a figure di Satiri del corteo dionisiaco (Bacco), come allusione al benessere, al buon raccolto e al godimento.

Lo scavo ha messo in luce due fasi costruttive: la prima di età augustea (27 a.C.-14 d.C.), la successiva in piena età imperiale, verso la fine del II secolo d.C.
La Villa dei Mosaici di Spello, anche grazie agli apparati didattici e al sistema multimediale realizzato, permetterà di immergersi nel passato e di vivere un dialogo virtuoso tra città antica e città moderna. Il passato e il futuro non sono mai stati così vicini.

Per informazioni:
tel. 0742 302239 / info@villadeimosaicidispello.it
www.villadeimosaicidispello.it

#VillaMosaiciSpello

Bruxelles, a La Monnaie una Cavalleria Rusticana / Pagliacci di corale toccante grandezza

Bruxelles, a  La Monnaie  una  Cavalleria Rusticana / Pagliacci di corale toccante grandezza

"Hanno ammazzato compare Turiddu" è il grido che sempre conclude la "Cavalleria rusticana"; ma è come arrivare a questo grido che fa la differenza. La messa in scena che abbiamo visto a La Monnaie di Bruxelles segna a nostro avviso una pietra miliare su questo come. Mettere in scena un'opera verista non è semplicissimo, e Cavalleria rusticana, come l'ormai consolidato pendant "I pagliacci" sono una sfida non da poco. Nell'immaginario collettivo degli  appassionati d'opera Cavalleria e Pagliacci sono una coppia di fatto, ma la regia de la Monnaie ci fa capire quanto siano legate facendo comparire nell'una personaggi dell'altra opera, creando così una idea di contemporaneità e di collegamento fra le due vicende: è una idea bella, che ci aiuta nella comprensione: del resto l'atmosfera, il paesino siciliano, il contesto sociale, le forti passioni sono le stesse; non a caso Pagliacci è nato come complemento di Cavalleria Rusticana quando, passato l'entusiasmo iniziale, si capì che un'ora e un quarto d'opera non erano sufficienti perché lo spettatore pagasse il biglietto. Semplice, misurata, leggibilissima, ricca oltre ogni limite questa messa in scena non fa perdere un grammo della dirompente potenza sentimentale ed emozionale delle due opere. Evelino Pidò il direttore d'orchestra, e Damiano Michieletto, regista, coadiuvati da Paolo Fantini, scenografo e da Carla Teti, costumista, hanno messo in atto una macchina perfetta, senza  una sbavatura; un almalgama vellutato che incanta e che sembra frutto di una sola mano e in cui i cantanti e il coro si muovono come attori consumati, con una voce che segue le melodie della direzione musicale e che nello stesso tempo è parte credibile di una recitazione: magia del teatro, rendere credibile un'azione dove i soggetti invece di parlare cantano!
Un risultato corale straordinario: anche nella messa in scena odierna la coralità verista va a segno.
Altri meglio di me hanno lodato il talento del direttore  musicale, che ha lavorato sull'edizione più vicina a quella voluta dallo stesso Mascagni, e ha saputo rendere al massimo quell'arco drammatico che senza interruzione dall'ouverture ci porta al gesto finale del declamato "hanno ammazzato compare Turiddu". La regia ha saputo tradurre in movimenti l'arco drammatico musicale, e ci ha fatto vedere attraverso la recitazione e il movimento quello che ci raccontava la musica, come i segni lasciati dal sismografo che traducono in rapporto grafico le oscillazioni della terra. La Monnaie a mio parere ha disegnato un modello di come si mette in scena il quasi-dittico Cavalleria rusticana / Pagliacci, sgomberando il campo da modernismi/sperimentalismi egoici o da, mi si perdoni l'orrendo termine, 'crudismi', ossia  rappresentazioni di un reale disseccato e arido, privato della sua componente spirituale.
La Monnaie ci ha regalato una Sicilia molto vicina a noi e molto lontana, un po' oggi e un po' medioevo, come nella realtà è, con una attualizzazione che rende il tutto molto più vicino a noi ma lo lascia avvolto in una patina di passato che non lo allontana troppo dal tempo di Mascagni e di Leoncavallo; e qui ha lavorato la bravura della costumista, con abiti/ miracolo moderni ma senza tempo; vedere arrivare Alfio /Dimitri Platanias in una Giulietta rossastra per me siciliano è stato un colpo al cuore: io quel tipo Alfio lo ricordo nella mia adolescenza e realmente aveva la Giulietta e realmente indossava quel vestito, metallizzato come la sua Giuletta! me lo ricordo con la sua arroganza, la sua ignoranza, la sua supponenza del soldo, la sua volgare esibizione dei doni portati ai parenti poveri e la sua morale immorale di tracotante carrettiere che gli fa ergere a Destino la sua misera personale giustizia.
Perfetto il Turiddu creato dalla regia (Teodor Ilincai/Leonardo Caimi), che fa percepire allo spettatore  i danni creati dall'eccesso di testosterone prodotto per causa e colpa del fascino irresistibile di  Lola/Josè Maria Lo Monaco: gli spettatori hanno percepito perché gli ormoni di  Turiddu si sono smossi facendogli perdere la bussola: sensuale, calda, sinuosa, quel "fior di giaggiolo" ci ha sedotti e catturati, tutti avremmo voluto essere Turiddu. Abbiamo apprezzato la Santuzza/Alex Penda ma adorato la Santuzza/Eva Maria Westbroek: potenza di voce e timidezza di corpo, ha saputo rendere magnificamente  il disagio della inadeguatezza nel confronto con la prorompenza di Lola; ci ha commosso Lucia, vera madre siciliana (Elena Zilio, che è di Bolzano!) che ci ha saputo far vedere, teatro nel teatro, l'attesa del dramma visto dagli occhi della madre, con le sue domande che scrutano le mezze risposte, con l'angoscia di chi pre-sente ma nulla può fare per modificare il corso di un destino che spazza le vite con la forza di un fiume in piena.
Anche in Pagliacci canto e recitazione sono un tutt'uno; Leoncavallo è un grande, ma non all'altezza di Mascagni: c'è una 'nervosità in Pagliacci, una sorta di 'non finito' musicale che crea nello spettatore/ascoltatore una sensazione di sofferenza che forse però aiuta la percezione del dramma passionale in atto. In Pagliacci troviamo un formidabile episodio di teatro nel teatro che il regista ha messo in scena dandogli una potenza indimenticabile; e qui risaltano il perfido zoppo Tonio / Scott Hendricks e lo stravolto dalla passione Canio/Carlo Ventre ma incanta Nedda/Aihoa Arteta, eroica nel suo tacere fino all'ultimo il nome dell'amato per proteggerlo dalla furia omicida di Canio; ma oltre ogni cosa ci  ha incantato il coro, vero protagonista dell'opera: è il coro che ha sostenuto e appoggiato, passo dopo passo, l'arco drammatico dell'opera e che ha reso concreta e tangibile la coralità verghiana; prosit al nostro grande Martino Faggiani, che tiene alta la bandiera del talento musicale italiano.
Giovanni Chiaramonte

"Hanno ammazzato compare Turiddu" è il grido che sempre conclude la "Cavalleria rusticana"; ma è come arrivare a questo grido che fa la differenza. La messa in scena che abbiamo visto a La Monnaie di Bruxelles segna a nostro avviso una pietra miliare su questo come. Mettere in scena un'opera verista non è semplicissimo, e Cavalleria rusticana, come l'ormai consolidato pendant "I pagliacci" sono una sfida non da poco. Nell'immaginario collettivo degli  appassionati d'opera Cavalleria e Pagliacci sono una coppia di fatto, ma la regia de la Monnaie ci fa capire quanto siano legate facendo comparire nell'una personaggi dell'altra opera, creando così una idea di contemporaneità e di collegamento fra le due vicende: è una idea bella, che ci aiuta nella comprensione: del resto l'atmosfera, il paesino siciliano, il contesto sociale, le forti passioni sono le stesse; non a caso Pagliacci è nato come complemento di Cavalleria Rusticana quando, passato l'entusiasmo iniziale, si capì che un'ora e un quarto d'opera non erano sufficienti perché lo spettatore pagasse il biglietto. Semplice, misurata, leggibilissima, ricca oltre ogni limite questa messa in scena non fa perdere un grammo della dirompente potenza sentimentale ed emozionale delle due opere. Evelino Pidò il direttore d'orchestra, e Damiano Michieletto, regista, coadiuvati da Paolo Fantini, scenografo e da Carla Teti, costumista, hanno messo in atto una macchina perfetta, senza  una sbavatura; un almalgama vellutato che incanta e che sembra frutto di una sola mano e in cui i cantanti e il coro si muovono come attori consumati, con una voce che segue le melodie della direzione musicale e che nello stesso tempo è parte credibile di una recitazione: magia del teatro, rendere credibile un'azione dove i soggetti invece di parlare cantano!
Un risultato corale straordinario: anche nella messa in scena odierna la coralità verista va a segno.
Altri meglio di me hanno lodato il talento del direttore  musicale, che ha lavorato sull'edizione più vicina a quella voluta dallo stesso Mascagni, e ha saputo rendere al massimo quell'arco drammatico che senza interruzione dall'ouverture ci porta al gesto finale del declamato "hanno ammazzato compare Turiddu". La regia ha saputo tradurre in movimenti l'arco drammatico musicale, e ci ha fatto vedere attraverso la recitazione e il movimento quello che ci raccontava la musica, come i segni lasciati dal sismografo che traducono in rapporto grafico le oscillazioni della terra. La Monnaie a mio parere ha disegnato un modello di come si mette in scena il quasi-dittico Cavalleria rusticana / Pagliacci, sgomberando il campo da modernismi/sperimentalismi egoici o da, mi si perdoni l'orrendo termine, 'crudismi', ossia  rappresentazioni di un reale disseccato e arido, privato della sua componente spirituale.
La Monnaie ci ha regalato una Sicilia molto vicina a noi e molto lontana, un po' oggi e un po' medioevo, come nella realtà è, con una attualizzazione che rende il tutto molto più vicino a noi ma lo lascia avvolto in una patina di passato che non lo allontana troppo dal tempo di Mascagni e di Leoncavallo; e qui ha lavorato la bravura della costumista, con abiti/ miracolo moderni ma senza tempo; vedere arrivare Alfio /Dimitri Platanias in una Giulietta rossastra per me siciliano è stato un colpo al cuore: io quel tipo Alfio lo ricordo nella mia adolescenza e realmente aveva la Giulietta e realmente indossava quel vestito, metallizzato come la sua Giuletta! me lo ricordo con la sua arroganza, la sua ignoranza, la sua supponenza del soldo, la sua volgare esibizione dei doni portati ai parenti poveri e la sua morale immorale di tracotante carrettiere che gli fa ergere a Destino la sua misera personale giustizia.
Perfetto il Turiddu creato dalla regia (Teodor Ilincai/Leonardo Caimi), che fa percepire allo spettatore  i danni creati dall'eccesso di testosterone prodotto per causa e colpa del fascino irresistibile di  Lola/Josè Maria Lo Monaco: gli spettatori hanno percepito perché gli ormoni di  Turiddu si sono smossi facendogli perdere la bussola: sensuale, calda, sinuosa, quel "fior di giaggiolo" ci ha sedotti e catturati, tutti avremmo voluto essere Turiddu. Abbiamo apprezzato la Santuzza/Alex Penda ma adorato la Santuzza/Eva Maria Westbroek: potenza di voce e timidezza di corpo, ha saputo rendere magnificamente  il disagio della inadeguatezza nel confronto con la prorompenza di Lola; ci ha commosso Lucia, vera madre siciliana (Elena Zilio, che è di Bolzano!) che ci ha saputo far vedere, teatro nel teatro, l'attesa del dramma visto dagli occhi della madre, con le sue domande che scrutano le mezze risposte, con l'angoscia di chi pre-sente ma nulla può fare per modificare il corso di un destino che spazza le vite con la forza di un fiume in piena.
Anche in Pagliacci canto e recitazione sono un tutt'uno; Leoncavallo è un grande, ma non all'altezza di Mascagni: c'è una 'nervosità in Pagliacci, una sorta di 'non finito' musicale che crea nello spettatore/ascoltatore una sensazione di sofferenza che forse però aiuta la percezione del dramma passionale in atto. In Pagliacci troviamo un formidabile episodio di teatro nel teatro che il regista ha messo in scena dandogli una potenza indimenticabile; e qui risaltano il perfido zoppo Tonio / Scott Hendricks e lo stravolto dalla passione Canio/Carlo Ventre ma incanta Nedda/Aihoa Arteta, eroica nel suo tacere fino all'ultimo il nome dell'amato per proteggerlo dalla furia omicida di Canio; ma oltre ogni cosa ci  ha incantato il coro, vero protagonista dell'opera: è il coro che ha sostenuto e appoggiato, passo dopo passo, l'arco drammatico dell'opera e che ha reso concreta e tangibile la coralità verghiana; prosit al nostro grande Martino Faggiani, che tiene alta la bandiera del talento musicale italiano.
Giovanni Chiaramonte

LATINA SUONA SOLO PER ME oltre 8 marzo il 23 MARZO


All'interno della manifestazione Oltrelottomarzo si tiene, presso il Liceo Scientifico Grassi di Latina, lo spettacolo "Suona solo per me" diretto da Valeria Freiberg. Dopo i successi riscontrati in tournèe in numerose città italiane, torna a essere rappresentata la pièce che affronta il delicato - e sempre più attuale - tema sulla violenza contro le donne. Sul palco ci sono i giovani e talentuosi interpreti della Compagnia A / Associazione Ariadne: Guido Del Vento, Antonio De Stefano, Giacomo De Rose, Agnese Toneguzzo e Cristina Colonnetti. Alcuni alunni irrompono nella vita della propria insegnante nel giorno del suo compleanno. L'occasione della festa assume delle pieghe dure e impietose. La pièce colpisce lo spettatore come un pugno nello stomaco, portandolo a riflettere su una società ormai priva di valori, edonistica, festaiola, che sa essere violentemente prepotente.

Sottolinea la regista Valeria Freiberg: "Siamo davvero lieti che la nostra collaborazione con SPI-CGIL Frosinone Latina stia diventando una tradizione; è il terzo anno consecutivo che lo spettacolo della compagnia Ariadne – Teatro "A" prende parte agli eventi dedicati alle donne organizzati dalla SPI- CGIL Frosinone Latina. Per noi è un'occasione unica per rendere ancora più evidente l'obiettivo principale della compagnia Teatro "A" - "Il teatro è luogo d'arte, pensiero e creazione, soprattutto è luogo di dialogo con i ragazzi. Vogliamo entrare nel vivo delle attività principali del Teatro: essere diffusore del patrimonio culturale mondiale, ma anche riflettere, insieme ai ragazzi sulla società che ci circonda".
Prosegue Freiberg: "Credo che quest'anno l'incontro del 23 Marzo "OLTRELOTTOMARZO" abbia un significato e anche un peso particolare visto che ci troviamo a parlare con i ragazzi di Latina, la città che vive ancora lo sgomento dovuto agli avvenimenti tragici di pochi settimane fa".

"OLTRELOTTOMARZO"
organizzato da CGIL- SPI Frosinone Latina coordinamento donne
Fernanda Di Mambro (coordinamento donne SPI CGIL Frosinone Latina),
Aitanga Giraldi (coordinamento donne SPI CGIL Roma Lazio),
Beatrice Moretti (segretaria generale SPI CGIL Frosinone Latina)
Anselmo Briganti (segretario generale CDL CGIL Frosinone Latina)

SUONA SOLO PER ME
28 MARZO 2018 H 10.30
Liceo Scientifico "G.B.Grassi"- Latina
Via Sant'Agostino, 8, 04100 Latina LT

21 marzo 2018

SNGCI: Dalle giornaliste il Premio speciale Sngci/ Sguardi Altrove per A punishment Island di Laura Cini


SNGCI/ SGUARDI ALTROVE
AL FILM A PUNISHMENT ISLAND di Laura Cini
IL PREMIO DELLA GIURIA SNGCI
Composta da Miriam Mauti, Anna Maria Pasetti, Francesca Pierleoni, Ilaria Ravarino
Consegnato alla Casa del Cinema in occasione della manifestazione romana  del Festival milanese sul cinema al femminile, diretto da Patrizia Rappazzo

La Giuria  del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani  presieduto Laura Delli Colli,
composta quest'anno dalle giornaliste  Miriam Mauti, Anna Maria Pasetti, Francesca Pierleoni, Ilaria Ravarino
ha assegnato il Premio speciale SNGCI / Sguardi Altrove 2018, tra i film  di lungo e cortometraggio della sezione Frame Italia
al film   A PUNISHMENT ISLAND  di Laura Cini        
Perché "Attraverso la voce di donne sopravvissute ad una terribile violenza dal significato di una punizione ancestrale, Il racconto di un conflitto, ancora tragicamente attuale, che si consuma sul corpo delle donne. vittime di un terribile sopruso ma anche protagoniste di una battaglia che l'autrice lascia alle loro voci, raccontando la loro fuga da un'esperienza terribile e un destino drammatico, nonostante tutto, con dolcezza, lirismo, poesia.

PIERPAOLO SCIDA E IL SUO SOGNO PER BILLY ELLIOT PASSANDO DA PROFESSIONE DANZA PARMA


Pierpaolo Scida nasce a Crotone il 3 marzo 1994.in una famiglia che ama l'arte e il bello della creatività. Un dna impossibile da dimenticare e fin da piccolo ama danzare. un Billy Elliot che entra nelle vene per scoprire emozioni e anche sacrifici. Solo la volontà e buoni insegnanti fanno la vera linfa. Si prepara e cresce per diventare un performer del musical tutto tondo. A 18 anni si trasferisce a Parma per iniziare il corso di studi professionale per danzatori presso la scuola "Professione Danza Parma". Dopo un anno viene ammesso al corso triennale per performer  "Professione Musical Italia".  Una volta conseguito il diploma nel 2016,  inizia a lavorare presso la compagnia Costa Crociere come ballerino. Nel 2017 entra a far parte del corpo di ballo dell'opera "Jerusalem" per il Verdi Festival al teatro Regio di Parma. Successivamente si esibisce come solista nello spettacolo "Sul Danubio Blu" per la compagnia "In Scena" di Corrado Abbati. Danza come ospite nel ruolo del Principe nella rivisitazione della "Cenerentola" di Lorena Walker Vidal e William Walker in Norvegia.
E' deciso e non molla la sua passione, l'odore del palcoscenico in tutte le sue sfaccettature lo farà crescere per diversi spettacoli ed emozioni per la quale è pronto a riceve gli applausi del pubblico. In realtà la sua formazione di vita ed artistica viene da due famiglie che ne hanno fatto un unicum per proseguire in vari aspetti nell' arte; non solo danza, recitazione, canto ma anche disegno e pittura che che sono nell'io dell' artista.
Nell''intervista ci racconta di se e della sua vita, delle sue aspirazioni e delle sue emozioni.
PIERPAOLO SEI UN PROTAGONISTA DELLA NUOVA EDIZIONE DI BILLY ELLIOT IN TOUR MA DA DOVE NASCE LA TUA PASSIONE PER LA DANZA?
Faccio parte dell'ensamble. La mia passione per la danza é nata quando da piccolo andavo  a vedere le lezioni di danza che frequentava mia sorella più grande. Io avevo poco più di tre anni, e lei poco più grande di me. Mi sedevo in sala e la ammiravo. Lezioni, prove, io stavo lì ad aspettare e ammirarla, era come un sogno.  Spesso capitava che mi addormentassi sulla sedia, o in braccio alla signora che aiutava le bambine della scuola a prepararsi per la lezione. Non ricordo di aver mai chiesto ai miei genitori di iscrivermi alla scuola di danza, penso fu un procedimento spontaneo. Sapevano che io volessi stare lì, fu tutto così naturale. 

SEI CALABRESE DI CROTONE QUINDI HAI INIZIATO NELLA TUA CITTA' QUALI SONO STATE LE TUE PRIME ESPERIENZE? LE PRIME TUE ESIBIZIONI E DOVE?
A Crotone ho studiato presso due scuole. La scuola di danza Maria taglioni di Giorgio Romano e la Studio Arte Danza di Mabel Mazzà e Luisa Mellino. Con entrambe le scuole ogni anno mi esibivo  al teatro Apollo di Crotone.

LA PRIMA VOLTA CHE SEI ENTRATO IN PALCOSCENICO QUALE EMOZIONE?
Avevo 4 anni quando feci la mia prima esibizione, era il saggio di fine anno. Ero l'unico maschietto del gruppo e interpretavo  il ruolo di un capitano di un aereo. Ero tanto emozionato e spaventato allo stesso tempo sapevo di appartenere a quel posto: il palcoscenico. L'odore di pece e polvere, il calore delle luci, il rumore dei passi sul legno. Avevo trovato una seconda casa.

A 18 ANNI HAI DECISO DI TRASFERIRTI A PARMA ALLA SCUOLA DEI FROLA, UNA FAMIGLIA DI DANZATORI. COME TI SEI TROVATO CON LORO?

Il percorso da studente fu molto difficile. La loro scuola è molto dura e prepara gli allievi ad un alto livello. In più ero lontano da casa, in una nuova città. Fu un percorso molto difficile. Sono comunque rimasto molto legato a loro, Francesco e Lucia oltre ad essere stai insegnanti di danza sono stati insegnanti di vita. Sono figure che sono entrate a far parte della mia vita e che sento molto vicine, come se fossero parte della mia famiglia, anzi fanno parte della mia vita.

QUALI SONO STATE LE TUE PRIME DIFFICOLTA'?
Le difficoltà che qualsiasi studente fuori sede incontra: il doversi gestire da solo le spese, cucinare i pasti, la pulizia della casa,  gli spostamenti dentro la città. Il tutto aggravato dai ritmi frenetici di un'accademia di danza e il relativo apporto di studio.
A volte le prove finivano oltre la mezzanotte e non c'erano neanche mezzi pubblici con servizio notturno. 
Quello che sentii come una vera difficoltà fu  disimparare tutto quello che sapevo della danza e imparare da capo un'arte così difficile. È come se ti dicessero che la lingua che tu parli non è corretta e devi ricominciare tutto quanto. Fu un grande periodo di crescita artistica e personale. Grazie a Lucia e Francesco io iniziai a capire cosa vuol dire davvero danzare, sentire, emozionarsi.

PER TE LA DANZA E'? LA DIFFERENZA TRA DANZA (CLASSICA SE è LA TUA ESPERIENZA) E BALLO (STILI DI BALLO E COSA PREFERISCI?
Questa domanda viene posta anche a Billy durante una scena dello spettacolo (Electricity). Per Billy è energia, per me è come tornare a respirare. Come quando si torna a galla e si prende fiato, si riaprono i polmoni, si rivede la luce e i sensi si riattivano. 

TRE ANNI DI STUDIO PER UNA PREPARAZIONE AL MUSICAL CHI TI HA CONSIGLIATO QUESTA FORMAZIONE?
È stata una scelta presa di comune accordo con i miei insegnanti Lucia e Francesco. Studiare a livello più approfondito recitazione, canto e altri stili di danza avrebbe aiutato ad ampliare il mio spettro artistico.  

STUDIARE E PREPARARSI IN UNA SCUOLA PROFESSIONE DANZA PARMA, L'UNICA GRANDE FAMIGLIA DELL'ARTE è PiU' FACILE O DIFFICILE?
Credo che il grado difficoltà non dipenda dal fatto se una scuola sia a conduzione familiare o meno. La scuola Professione Danza è difficile perché ha un target molto alto. Ma credo sia giusto così. 

QUINDI HAI STUDIATO CANTO E RECITAZIONE?
Ho studiato canto con Lena Biolcati e Matteo Mazzoli, mentre recitazione con Claudio Calafiore. 

CHE FAI NELLA GIORNATA QUALI SONO I TUOI INTERESSI? 
Sono un amante della lettura, anche se in tournée è meglio portarsi solo cose estremamente necessarie, trovo sempre lo spazio per un paio di libri.
Sono anche un amante del disegno, i miei genitori sono architetti e professori di Storia dell'arte, quindi il disegno è sempre stato all'ordine del giorno. Quando ero piccolo e mi annoiavo mia madre mi dava sempre fogli e matite, mi insegnò a disegnare giocando. La scorsa estate ho anche esposto degli acquerelli insieme ad altri dipinti di mio padre per un evento Privato. 
Ovviamente essendo in tournée bisogna anche allenarsi ogni giorno. La preparazione fisica è essenziale avendo spettacolo ogni giorno. 

QUINDI LEGGI MOLTI LIBRI, COSA RICEVI LEGGENDO.
Non è solo per rilassarmi, quando leggi sei solo tu e le parole, è una forma di cultura, per me è ricaricarmi di emozioni e di sensazioni che sono energia per la mente.

HA CHI DEVI I TUOI SUCCESSI E SACRIFICI?
A molte persone che hanno segnato la mia vita, ma vorrei iniziare da me. La perseveranza e la risolutezza sono virtù  che se non sono innate bisogna imparare a svilupparle per questo lavoro. L'arte è un mondo capriccioso e volubile, se non si è ben concentrati sul l'obbiettivo ci si perde facilmente o non si ottengono risultati. 
Una persona molto importante nella mia vita è stata Giselle Som, la mia prima vera insegnante, ex prima ballerina di Budapest. Un vero personaggio...un po' come la Maestra di Billy Elliot. 
Lei non mi ha insegnato solo passi di danza ma mi ha fatto capire che con l'impegno si ottiene tutto. Lei aveva spesso delle perle di saggezza che mi lasciava a fine lezione. "Per fare bene o male qualcosa ci vuole lo stesso impegno "; oppure quando cercavo una gratificazione lei mi diceva "Non sei B-r-a-v-o...sei B-r, il talento basta per due lettere, nella danza serve anche impegno, costanza, disciplina. Quando avrai tutto questo sarai Bravo". 
Lucia e Francesco che sono ormai figure importantissime nella mia vita e con la quale ancora mi confronto. 
Ovviamente devo riconoscere che senza gli sforzi e i sacrifici dei miei genitori non sarei  potuto arrivare dove sono adesso. Le scuole che mi hanno permesso di frequentare, i viaggi, le esperienze fondamentali per la mia formazione non sarebbe stati possibili senza il loro appoggio.

QUALI E QUANTE LE TUE PRESTAZIONI ARTISTICHE PRIMA DI QUESTO MUSICAL?
Appena terminata la scuola di Frola-Giuffrida (2016-2017) ho lavorato come ballerino per una stagione in nave da crociera con Costa Crociere s.p.a. 
Subito dopo ho lavorato per il "Verdi Festival" come ballerino d'ensamble per l'opera Lirica "Jerusalem" con la regia di Hugo de Ana e coreografie di Adele Leda Lojodice (che lo stesso anno festeggiava i 50 di carriera). 
Lo stesso anno ho ballato per la compagnia "In scena" di Corrado Abbati come solista per il Gala "Sul Danubio Blu". 
Quest'anno sono stato chiamato come primo ballerino in Norvegia, ho ballato al  Theatre Fjiell Kulturus, nel ruolo del Principe in una rivisitazione del Balletto la Cenerentola a cura di Lorena Vidal Walker e William Walker.

COME SEI ARRIVATO ALLA EDIZIONE DI BILLY ELLIOT? LAVORARE CON MASSIMO ROMEO PIPARO CHE è UN REGISTA TOSTO; COME è ANDATA  E CON IL COREOGRAFO DELLO SPETTACOLO?
Ho partecipato all'audizione che si è tenuta a Roma a Gennaio. Eravamo in tanti e non è stata un'audizione semplice. Massimo Romeo Piparo e Roberto Croce erano presenti e cercavano pochi elementi per il cast. Essendo uno spettacolo in scena da diversi anni hanno fatto una selezione molto accurata e sicuramente cercavano elementi capaci, che si integrassero con il cast già presente. Il cast di Billy vanta nomi molto importanti quindi sicuramente ricercavano gente che fosse di alto livello professionale. 
Abbiamo avuto solo una settimana d'allestimento e quindi abbiamo dovuto tutti collaborare con molto impegno.

BILL ELIOTT è UNO SPETTACOLO, UNA STORIA DI VITA DI CHI SENTE LA DANZA DENTRO DI SE. QUANDO SEI IN SCENA VOLI?
No, rimango con i piedi ben piantati in terra, devo concentrarmi per non farmi coinvolgere troppo. La storia di Billy Elliot è un po' la mia storia. Ho dovuto lottare contro l'incomprensione e i pregiudizi. Quando ero piccolo, nella mia città, non c'era molta apertura verso un bambino che volesse fare il ballerino. Spesso ho trovato ostilità da parte di amici e familiari: essendo lo spettacolo un mondo effimero o come dice la mia incredibile collega Cristina Noci "un lavoro scritto sull'acqua",  i miei cari si preoccupavano che facessi una follia o che la stessero facendo i miei genitori. Ancora oggi capita che quando dico di essere un ballerino mi sento rispondere "ah ma come lavoro, quello serio, cosa fai?" In scena, insieme a tutto il cast, si vivono tante emozioni profonde. Non si vola, ma si rimane in scena, intensamente. Siamo tutti vivi!

SICURAMENTE CONOSCI ALESSANDRO FROLA IL PRIMO BILLY ELLIOT, SEBBENE MOLTO Più GIOVANE DI TE, TI HA DATO CONSIGLI? 
Si lo conosco, da ragazzino l'ho visto diventare il giovane uomo che è adesso.  Appena ho ricevuto la notizia di essere stato scelto gli ho scritto. Lui era molto felice, e mi ha consigliato di avere tanta pazienza e che sarebbe andato tutto per il fantasticamente. Di recente gli ho chiesto di venire a vedere lo spettacolo, ma anche lui è pieno di impegni.

I PROSSIMI TEATRI E CITTA'?
Milano- teatro degli Arcimboldi 
Aprile
Roma - Teatro Sistina 
Imola -Teatro Stignani 
Maggio 
Mestre - Teatro Toniolo 
Modena - teatro comunale Pavarotti

SEI GIOVANE MA COSA CONSIGLI AI GIOVANI CHE VOGLIONO ENTRARE NEL MONDO DELLO SPETTACOLO.
Di impegnarsi al massimo e credere nelle proprie forze. Io da una piccola scuola di Crotone sono arrivato ad un grande Musical come Billy Elliot. È importante sognare ed emozionarsi, ma è ancora più importante lavorare ed impegnarsi, avere un obbiettivo.

LE TUE ASPETTATIVE FUTURE? PROGRAMMI
Non riesco ancora a pensare a delle aspettative future. È come quando si riceve un ospite, non gli si può subito chiedere quando pensa di andar via. 
Spero di poter lavorare a lungo nella Peep Arrow magari con alti titoli. Il mio sogno però è quello di diventare coreografo, infatti spero di poter conciliare i miei studi a questa esperienza lavorativa, per costruire un percorso in futuro.

ORA DOVE VIVI QUANDO NON SEI IN TOUR?
Vivo ancora a Parma, una città di cui mi sono innamorato sin dal primo giorno. È una città tranquilla è ben organizzata, il luogo perfetto per ristabilire il proprio equilibrio da una vita frenetica come quella del performer. 

CONCLUDO SEMPRE CON UNA DOMANDA: QUANDO TI ALZI AL MATTINO E GUARDI DALLA FINESTRA COSA VEDI O COSA SPERI?
Può sembrare banale ma sono solo estremamente felice. Mi sento fortunato di lavorare in questo musical e con gente fenomenale. Sto vivendo quello che sognavo quando ero piccolo e guardavo fuori dalla finestra. 

Ora siamo in attesa del debutto romano il prossimo aprile nel tempio del musical "Il Sistina" per assaporare nuove emozioni per gli spettatori, ma non solo. Sarà motivo per riprendere con la Tablet intervista e scoprire altri segreti degli artisti dello spettacolo.

Enzo Fasoli in esclusiva per agenzia di stampa Aspapress