Agenzia Stampa Aspapress

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25 luglio 2022

Peschereccio con 674 migranti soccorso al largo della Calabria



Nella giornata di ieri, un peschereccio alla deriva con oltre 600 migranti è stato soccorso, a circa 124 miglia dalla Calabria, da una nave mercantile, da 3 motovedette della Guardia Costiera e da un'unità della Guardia di Finanza. 
A bordo del peschereccio, sono stati rinvenuti anche 5 corpi privi di vita. 674 in totale le persone tratte in salvo - alcune recuperate direttamente dall'acqua - dalle MM/VV CP323, 332 e 309, dalla PV3 della Guardia di Finanza e dalla nave mercantile Nordic - fatta dirigere anche essa in area per l'emergenza - che poi le ha trasbordate su nave Diciotti
della Guardia Costiera, presente nell'area del soccorso.

Sono intervenuti inoltre un veivolo da pattugliamento marittimo P72A impiegato dalla Marina Militare, che ha effettuato il primo avvistamento, e un aereo di Frontex che ha seguito l'evento. I migranti salvati sono stati trasferiti nella mattina di oggi nei porti calabresi e siciliani.

Le operazioni di soccorso sono avvenute in area di responsabilità SAR italiana, sotto il coordinamento della Centro Operativo Nazionale di soccorso della Guardia costiera italiana.

Le ultime ore sono state particolarmente impegnative per le motovedette della Guardia Costiera, che in precedenza avevano soccorso, insieme a nave Diciotti, altri migranti che si trovavano su imbarcazioni in precarie condizioni di navigazione, anche queste in area SAR italiana. In una di queste attività, è stato necessario l'intervento di un elicottero partito dalla base aeromobili della Guardia costiera di Catania, per effettuare l'evacuazione medica di una donna.

10 dicembre 2020

- Inverno e pandemia: quale alimentazione per gli anziani

 

 

 

 

 

 

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Direttore responsabile: Eleonora Selvi

 

 

10 agosto 2020

DIRIGENTI SCOLASTICI – Immissioni in ruolo, Udir: aumentiamo i posti a disposizione ed eliminiamo le reggenze

 

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DIRIGENTI SCOLASTICI – Immissioni in ruolo, Udir: aumentiamo i posti a disposizione ed eliminiamo le reggenze

Per quanto concerne le immissioni in ruolo dei dirigenti scolastici vincitori del concorso 2017 per l'anno scolastico 2020/21, è stato pubblicato l'avviso protocollo n° 23350 "Assegnazione ai ruoli Regionali", con la specifica delle sedi vacanti e disponibili, indicate come 458. Marcello Pacifico (Udir): Bisogna aumentare il numero delle sedi indicate, soprattutto con il fine di eliminare l'annoso problema delle reggenze, che espone i dirigenti scolastici a ulteriori responsabilità e a un aggravio non indifferente del carico di lavoro. E bisogna salvaguardare le nomine avvenute e quelle in divenire. Possibile ancora ricorrere con Udir

Per quanto riguarda le immissioni in ruolo dei dirigenti scolastici vincitori del concorso 2017 per l'anno scolastico 2020/21, risultano essere disponibili 458 sedi di istituzioni scolastiche. Infatti, è stato pubblicato, il 4 agosto 2020, dal Capo Dipartimento del Ministero dell'Istruzione, dott. Marco Bruschi, l'avviso protocollo n° 23350 "Assegnazione ai ruoli Regionali", con l'indicazione delle sedi vacanti e disponibili, indicate come 458.

Il sindacato comunica che gli interessati potranno scegliere le regioni in ordine di preferenza dalle ore 11 del 5 agosto 2020 alle ore 14 del 10 agosto 2020, come modificato dall'avviso protocollo n° 23428 del 5 agosto 2020, esclusivamente sul portale POLIS; la non scelta delle regioni comporterà l'assegnazione d'ufficio della sede. Sarà possibile indicare 18 Regioni in ordine di preferenza tra: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.

IL PARERE DEL SINDACATO UDIR

Udir chiede che venga aumentato il numero delle sedi indicate, soprattutto con il fine di eliminare l'annoso problema delle reggenze, che espone i dirigenti scolastici a ulteriori responsabilità e a un aggravio non indifferente del carico di lavoro, modificando anche i criteri del dimensionamento scolastico.

RICORRI CON UDIR

Udir promuove l'appello in Consiglio di Stato ad adiuvandum avverso il provvedimento del Tar del Lazio di annullamento del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.

Per ricorrere, clicca qui.

PER APPROFONDIMENTI:

STATI GENERALI – Conte ha incontrato i sindacati, Marcello Pacifico: "bisogna fare subito investimenti in Istruzione, Ricerca e Formazione per far ripartire il Paese"

Udir: "Per rientrare a settembre in sicurezza bisogna coprire tutte le reggenze, rivedere le norme su dimensionamento e formazione delle classi"

Scuole in sicurezza a settembre: Udir invia al CTS riunito oggi con i sindacati le sue proposte

I presidi chiedono più organici per la riapertura di settembre, Udir: siamo accanto a loro in questa battaglia

RILANCIO ITALIA - Pacifico (Confedir) interviene al CNEL

FUNZIONE PUBBLICA – Incontro su lavoro agile, Marcello Pacifico (Confedi-Udir): riattiviamo i plessi dismessi e garantiamo il distanziamento a scuola, tutela penale per il ds

Incontro tra ministra e sindacati sulle linee guida apertura scuola, Udir: più plessi per distanziamento e tutela per i presidi

Ritorno a settembre in sicurezza, Udir: garantire spazi adeguati per il bene comune

5 agosto 2020

INPS_a: Proroga domande bonus baby sitting

Inps: prorogate al 31 agosto

le domande di Bonus Baby-sitting

 

 

Le domande di bonus per servizi di baby-sitting, centri estivi e servizi integrativi per l’infanzia potranno essere presentate fino al 31 agosto 2020.

La Legge di conversione del decreto Rilancio Italia ha infatti esteso a tale data il periodo per il quale è possibile usufruire del bonus baby-sitting e centri estivi.

Potranno quindi essere remunerate tramite il Libretto Famiglia le prestazioni lavorative di baby-sitting svolte dal 5 marzo 2020 al 31 agosto 2020.

Le prestazioni svolte nel periodo sopra indicato potranno essere comunicate sulla piattaforma delle prestazioni occasionali entro il 31 dicembre 2020.

 

 

 

Test congiunti Epatite C e Covid-19 a Roma in Piazza del Popolo

 

Parte dalla Capitale il roadshow itinerante promosso dalle Società Scientifiche AISF e SIMIT,con il patrocinio dell’Associazione Pazienti EpaC Onlus, per scovare il “sommerso” dell’Epatite C e per valutare la diffusione attuale del Covid-19 

Test congiunti Epatite C e Covid-19 a Roma in Piazza del Popolo 

“Da una parte bisogna capire la diffusione del Covid-19 sul territorio nazionale e il peso degli asintomatici;dall’altra possiamo far emergere il “sommerso” e avviare al trattamento i soggetti affetti da Epatite C”  

sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT 

 

È partita oggi, mercoledì 5 agosto, a Roma, un’importante campagna di prevenzione: presso un ambulatorio mobile, collocato a Piazza del Popolo, attraverso 2 test capillari,è possibile effettuare lo screening congiunto per Covid-19 ed Epatite C. L’esame diagnostico gratuito, patrocinato dal Comune di Roma, è iniziato questa mattina alle 9.30 e proseguirà fino alle 18.  Successivamente l’ambulatorio mobile farà tappa in Lombardia ed in Campania. Questo roadshow itinerante, realizzato nell’ambito delle iniziative per la Giornata Mondiale contro le Epatiti proclamata dall’OMS per il 28 luglio, è stato promosso dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF e dalla Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il patrocinio dell’Associazione Pazienti EpaC Onlus, ed è stato organizzato dalla società di consulenza manageriale in ambito healthcare MA Provider, con il contributo non condizionato dell’azienda farmaceutica multinazionale Abbvie. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono il Professor Massimo Andreoni, Direttore scientifico della SIMIT e Professore di Malattie Infettive della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Roma Tor Vergata, e il Professor Salvatore Petta, Segretario AISF e Professore di Gastroenterologia all’Università di Palermo. 

 

LE ORIGINI DEL PROGETTO E IL CALO DEI TRATTAMENTI - La proposta di un doppio test affonda le radici nelle attività sviluppate già da diversi anni dalle Società scientifiche AISF e SIMIT e dall’Associazione pazienti EpaC onlus, riunite sotto la sigla di ACE – Alleanza contro le Epatiti e ha preso vigore nelle ultime settimane. Diversi studi, infatti, hanno rilevato una riduzione di oltre il 90% dei trattamenti durante il lockdown. L’opportunità di un test congiunto è stata esplicitamente indicata anche nel documento conclusivo dell’“Indagine conoscitiva in materia di politiche di prevenzione ed eliminazione dell’epatite C”, approvato all’unanimità in XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, lo scorso 11 giugno: può infatti costituire un primo step per ampliare gli screening per far emergere il “sommerso” secondo l’obiettivo prefissato dall’OMS di eradicare la patologia entro il 2030. Un risultato raggiungibile grazie all’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’Epatite C, che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali. 

 

IL RILIEVO SCIENTIFICO DELL’INIZIATIVA – “La pandemia di Covid-19 ha dimostrato quanto sia importante e occorra investire in prevenzione in ambito infettivologico – evidenzia il Prof. Massimo Andreoni In questo caso, ciò significa fare screening, ossia individuare i soggetti affetti dal virus dell’Epatite C ma inconsapevoli della loro condizione. Proprio questa mancanza di consapevolezza implica la necessità di un legame più stretto tra mondo scientifico e popolazione: la SIMIT ha dunque deciso di andare sul territorio per mettere la scienza al servizio dei cittadini. Per favorire questo processo, possiamo usufruire di una contingenza che coinvolge tutti: visto che anche Covid-19 pone l’esigenza di test per riconoscere la diffusione del virus, possiamo mettere insieme le due cose. Da una parte serve per capire la diffusione del Sars-Cov-2 sul territorio nazionale e il peso degli asintomatici; dall’altra possiamo far emergere il “sommerso” e avviare al trattamento i soggetti affetti da Epatite C. Tecnicamente non ci sono difficoltà a fare ambedue i test sierologici”. 

Ripartire con gli screening è fondamentale ed è sicuramente il primo passo da fare in questi mesi successivi al lockdown, ma non è comunque sufficiente per riprendere il cammino verso l’eliminazione dell’Epatite C dal nostro Paese – ammonisce il Prof. Salvatore Petta Oltre all’ampliamento degli screening, che può partire proprio con i test abbinati, è necessario procedere su molteplici fronti. Il processo non si deve fermare agli screening, ma deve proseguire con il linkage to care e la veicolazione dei pazienti al trattamento, per dar vita a una sorta di filiera nelle terapie. Affinché ciò avvenga, è anzitutto necessario un decreto attuativo che dia seguito all’emendamento al Decreto Milleproroghe dello scorso febbraio. Questo provvedimento, infatti,ha stanziato 71,5 milioni di euro per il biennio 2020-2021 per introdurre lo screening gratuito necessario a individuare i potenziali malati di epatite C per l'eradicazione dell’HCV: adesso bisogna passare all’atto pratico affinché non si perdano queste risorse. Inoltre, è necessario creare un Piano Nazionale di eliminazione dell’Epatite C, che includa anche una valutazione sulla possibilità di proroga dello status di innovatività dei farmaci”. 

 

L’APPELLO DEI PAZIENTI: PROCEDERE CON IL DECRETO ATTUATIVO PER GLI SCREENING – “Lo scorso 11 giugno la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la relazione sull’indagine conoscitiva dell’epatite C in Italia: un passo avanti importante, ma non definitivo – sottolinea Ivan Gardini, Presidente EpaC onlus – Nello stesso documento è prevista la costituzione di un programma organico di intervento per procedere sui tre pilastri già individuati di prevenzione e screening, presa in carico e linkage to care e terapia. Sulla base dei finanziamenti già disponibili nelle norme vigenti (71,5 milioni per gli screening) e di quelli eventualmente rintracciabili dall’avanzo del Fondo innovativi per il 2020 deve essere valutata la costituzione di un Fondo per il contrasto dell’HCV, ovvero risorse destinate a finanziare le attività previste dal Piano nazionale di eliminazione condiviso. Tra gli obiettivi previsti dall’Indagine, è particolarmente rilevante l’adozione, in tempi rapidi, del Decreto attuativo da parte del Ministero, che consenta il riparto tra le Regioni delle risorse destinate agli screening. Iniziative come quella dei test congiunti sperimentati a Piazza del Popolo a Roma costituiscono un esempio concreto di come si debba operare per mettere in atto quanto previsto dall’Indagine conoscitiva. Il nostro auspicio è che da qui parta un progetto nazionale, parallelamente a una rapida emanazione del Decreto attuativo per l’impiego dei fondi”. 

 

L’IMPEGNO DELLE ISTITUZIONI – “Oggi grazie allo sforzo congiunto di Società Scientifiche, Associazioni dei Pazienti e imprese è stato raggiunto un importante risultato: diffusione delle informazioni e prevenzione con test per Epatite C e sierologico per Sars-CoV-2. Come Istituzioni siamo presenti, non solo fisicamente, ma anche sostenendo e amplificando il messaggio di prevenzione che deve essere portato avanti con più forza nei prossimi mesi” ha affermato il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri

L’attività di screening e, in generale, la prevenzione sono una delle grandi potenziali per il Servizio Sanitario Nazionale. Questa di oggi a Roma è un’iniziativa egregia: mette al centro la salute e, inoltre, sensibilizza sia la popolazione che il Ministero per fare in modo che lo screening per l’Epatite C diventi realtà nel minor tempo possibile, avendo già investito risorse. Siamo convinti che la prevenzione sia un asset importante a beneficio sia delle condizioni di salute che per una riduzione dei costi nella sanità. Attendiamo il prosieguo di questa iniziativa anche in altre città, a partire da quelle maggiormente colpite dalla pandemia, come Bergamo” ha dichiarato l’On. Elena Carnevali, XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati.  

Gli screening sono una delle pratiche più convenienti in medicina e in sanità pubblica, per questo devono essere incentivati il più possibile. In questo caso è tanto più necessario conoscere la situazione sierologica per evitare eventuali nuovi piccoli focolai di Covid e per avviare al trattamento i pazienti affetti da Epatite C. Lo screening per l’Epatite C è una tappa fondamentale nell’approccio a questa patologia. Iniziative come quella di oggi sono dunque di estrema rilevanza e sarà importante che giungano in diverse aree d’Italia: la tappa di Napoli sarà un punto di riferimento per tutto il Sud” ha commentato l’On. Paolo Siani, XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati. 

Il Covid ha portato in auge numerose problematiche latenti che oggi sono in maggiore evidenza. Questa indagine sierologica è fondamentale perché ci permette di fare screening per limitare i contagi e scovare il sommerso che è assai frequente in queste patologie, Covid-19 ed Epatite C. La prevenzione è dunque fondamentale e in Commissione Sanità del Senato stiamo lavorando per aumentare iniziative di questo tipo” ha evidenziato il Senatore Gaspare Marinello, 12a Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica. 

Fare screening significa adottare uno strumento che permette di monitorare meglio la salute dei cittadini e di generare una crescita del Servizio Sanitario Nazionale e una sostenibilità dello stesso. L’iniziativa di oggi è importantissima ed è fondamentale che si estenda ad altri centri, anche oltre a quelli previsti: per questo proporrò al Governatore del Piemonte Alberto Cirio di realizzarla anche nella nostra regione. A livello nazionale, dobbiamo dar seguito all’emendamento al Decreto Milleproroghe votato a febbraio e faccio appello al Ministro Speranza affinché firmi al più presto il decreto attuativo per poter utilizzare i fondi” ha evidenziato la Senatrice Maria Rizzotti, 12a Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica. 

 

22 luglio 2020

Intesa Sanpaolo: al via mamma@work, il prestito per le mamme che lavorano

 

INTESA SANPAOLO: AL VIA MAMMA@WORK
IL PRESTITO IMPACT PER LE MAMME CHE LAVORANO  

Carlo Messina: "Il credito alle madri che lavorano è uno dei passaggi verso la modernizzazione del Paese.
Dopo gli studenti universitari, Intesa Sanpaolo punta su chi, nella società, ha più potenziale di sviluppo per l'economia e per la società italiana"

Un prestito a condizioni fortemente agevolate per conciliare maternità e lavoro nei primi anni di vita dei figli
Logica impact: tassi contenuti, lungo periodo di restituzione, nessuna garanzia richiesta

 

22 luglio 2020 – Intesa Sanpaolo annuncia l'avvio di "mamma@work", un prestito a condizioni agevolate che consente alle giovani madri lavoratrici di avere un sostegno economico per conciliare vita familiare e professionale nei primi anni di vita dei figli. Attivo dal 24 luglio, è destinato a tutte le donne che lavorano da almeno sei mesi, risiedono in Italia e hanno figli di età non superiore ai 36 mesi.

Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo, ha commentato: "Oltre 37 mila madri lavoratrici si sono dimesse nel corso del 2019 indicando tra le motivazioni la difficoltà di conciliare il lavoro con le esigenze di cura dei figli. Questa tendenza è costantemente in crescita e peggiora ulteriormente il record negativo dell'Italia nell'occupazione femminile e di conseguenza sul PIL. Facilitare l'accesso al credito di questa categoria di cittadine significa innescare uno dei passaggi necessari per la modernizzazione del Paese, un impegno che in Intesa Sanpaolo sentiamo fortissimo. Per una giovane madre continuare a lavorare vuol dire contribuire al reddito famigliare, rendersi autonoma, coltivare le proprie giuste ambizioni. Come per gli studenti universitari, puntiamo su chi, nella società, ha più potenziale e lo facciamo con strumenti di assoluta avanguardia in termini di sostenibilità".

Le somme ricevute possono essere liberamente utilizzate, per esempio per pagare le rette dell'asilo nido o la babysitter. Il prestito viene erogato in tranche semestrali fino a 30.000 euro, sino al compimento dei 6 anni del bambino, quando, come rileva l'Istat, si conclude il periodo di massima criticità economica per una famiglia. Si ottiene senza alcuna garanzia, presentando in filiale la documentazione di una qualunque attività lavorativa in corso. Il rimborso delle somme utilizzate può avvenire in un periodo fino a 20 anni. In caso di perdita di occupazione per qualsiasi causa, la linea di credito continua a essere erogata per sei mesi se solo la madre autocertifica la volontà di cercarne una nuova. Al semestre successivo se non sono rispettati i requisiti di mantenimento richiesti ma viene sempre dichiarata la volontà di cercare un nuovo posto di lavoro, vengono sospese le erogazioni ma viene lasciata in vita la linea di credito fino a scadenza.

La nuova iniziativa è realizzata grazie al Fund for Impact, lo strumento di Intesa Sanpaolo avviato con il Piano di Impresa 2018-2021 per promuovere iniziative di inclusione creditizia di persone e famiglie generando un potente impatto sociale. Il Fondo ha una disponibilità di 250 milioni di euro che permette di erogare credito a leva fino a 1,25 miliardi di euro. Mamma@work segue "per Merito", il prestito senza garanzie che ha già erogato 47 milioni di euro agli studenti universitari alla sola condizione che mantengano un regolare corso di studi.

Secondo una ricerca Ipsos, il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattivo, percentuale che sale all'aumentare del numero di figli, arrivando fino al 52,5% per le donne con tre o più figli. Inoltre, dai dati recentemente pubblicati dall'Ispettorato del Lavoro, emerge che sono oltre 37.000 le neomamme che si sono licenziate nel corso del 2019 (+4,5% sul 2018) indicando tra le motivazioni la difficoltà di "conciliare l'occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole", soprattutto quando non si hanno nonni e altri parenti a supporto o viene giudicato troppo elevato il costo per l'asilo nido o una baby sitter. Ma le statistiche non rilevano il numero, almeno doppio, delle donne che rinunciano alla maternità per restare al lavoro.

Mamma@work è una misura coerente con le evolute politiche di conciliazione lavoro/famiglia di cui beneficiano le 90 mila persone che lavorano in Intesa Sanpaolo.

 

 



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16 luglio 2020

"Il Volantino e le decisioni di acquisto". La ricerca condotta da Citynews con Comscore

DISLESSIA, AID E POSSO.IT: UNA MARATONA LIVE PER LA LEGGE 170/2010 CON BARBARA PALOMBELLI E MANUELA CACCIAMANI

DISLESSIA, AID E POSSO.IT: UNA MARATONA LIVE PER I 10 ANNI DELLA LEGGE 170/2010

CON BARBARA PALOMBELLI E MANUELA CACCIAMANI



La piattaforma partecipativa e di informazione Posso.it e l'Associazione Italiana Dislessia realizzano una maratona live su Posso.it con docenti, formatori e neurologi per parlare dei possibili aggiornamenti della legge 170/2010

 

Roma, 15 luglio 2020 – "Dislessia, proposte per un aggiornamento delle legge 170/2010" è il titolo della maratona in diretta su www.posso.it domani, giovedì16 luglio, dalle ore 12 con la giornalista Barbara Palombelli e Manuela Cacciamani, founder e producer di Onemore Pictures.

 

A 10 anni dal varo della legge 170/2010, la prima dedicata ai disturbi specifici dell'apprendimento in ambito scolastico, qual è stato il suo contributo nel garantire il diritto allo studio e al successo scolastico dei bambini e ragazzi con DSA? In che modo una sua estensione all'ambito del lavoro può influire positivamente sull'inserimento lavorativo e la crescita professionale degli adulti con DSA?"

 

Introducono: Giacomo Stella, psicologo psicolinguista, già professore di psicologia clinica Università di Modena Reggio Emilia, fondatore AID e Sergio Messina, neuropsichiatra infantile, presidente AID.

 

Intervengono (in ordine alfabetico): Maria Enrica Bianchi, docente, membro del consiglio direttivo AID, Raffaele Ciambrone, Dirigente presso la Direzione Generale per lo Studente, l'Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione del MIUR, Gabriele Cordovani, psicologo, coordinatore gruppo giovani AID nazionale, Enrico Ghidoni, specialista in neurologia, membro del comitato DSA e Lavoro AID, esperto in dsa adulti, Ladislao Liverani, attore e autore della canzone "Ma che ne sai", Francesco Madeddu, educatore professionale, membro del consiglio direttivo AID, Viviana Rossi, rappresentante AID osservatorio d'inclusione MIUR e Antonella Trentin, vice presidente AID.

La sigla dell'evento sarà la canzone "Ma che ne sai" di Ladislao Liverani.  

La maratona potrà essere seguita in diretta sul sito posso.it, gratuitamente e senza necessità di registrazione, a partire dalle ore 12.00. Dal 17 luglio la registrazione della maratona sarà poi disponibile fra gli eventi speciali della piattaforma posso.it. Per assistere non sarà necessario registrarsi".

Link al video della canzone "Ma che ne sai": https://youtu.be/Hgz39swgejo

AID: Associazione Italiana Dislessia ( http://www.aiditalia.org/it/ )

AID - Associazione Italiana Dislessia - nasce con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2.000.000 persone. L'Associazione conta oltre 18.000 soci e 98 sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. AID lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate ai DSA. L'Associazione è aperta ai genitori e familiari di bambini dislessici, ai dislessici adulti, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).

www.posso.it