Durante l’Angelus in piazza San Pietro, il pontefice ha ringraziato i tre detenuti
che hanno realizzato le ostie che sono state consacrate durante la messa del
Giubileo dei Migranti.
Un
progetto della Fondazione “Casa dello Spirito e delle Arti”.
«In questa Messa, io vorrei ringraziare – e anche voi ringraziate con me
– i detenuti del carcere di Opera, per il dono delle ostie confezionate da loro
stessi e che saranno utilizzate in questa celebrazione. Li salutiamo con un
applauso da qui, tutti insieme». Sono le commosse parole pronunciate durante
l’Angelus di questa mattina, in piazza San Pietro a Roma, da papa Francesco, in
occasione della
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, nel contesto dell’Anno
Santo della Misericordia, è celebrata anche come Giubileo dei Migranti.
Sono
stati circa seimila, oggi, i migranti che hanno celebrato il “loro” Giubileo,
organizzato dalla
Fondazione Migrantes e dagli uffici diocesani
Migrantes del Lazio. Durante la messa celebrata dal cardinale Antonio
Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti
e gli itineranti, sono state consacrate le ostie preparate dai detenuti del
carcere di massima sicurezza di Opera. Grazie al
direttore dell’Istituto penitenziario milanese Giacinto Siciliano, che ha messo
a disposizione un laboratorio attrezzato, e alla fondazione “Casa dello Spirito
e delle Arti”, Ciro, Giuseppe e Cristiano, tutti e tre in carcere per omicidio,
lavorano per realizzare le particole che poi vengono consegnate alle diverse
parrocchie, in Italia e all’estero, che ne fanno richiesta.
«In passato», raccontano i tre detenuti, «ci
siamo macchiati della più atroce violazione dei dieci comandamenti di Dio, cioè
di omicidio. Oggi, però, possiamo far arrivare il frutto della nostra
volontà di redenzione ai cuori delle persone, soprattutto di quelle la cui
sofferenza è dovuta ai crimini da noi stessi commessi».
Aggiunge
Arnoldo Mosca Mondadori, fondatore della “Casa dello
Spirito e delle Arti”: «Le ostie, che
nascono da mani che hanno ucciso e che verranno consacrate in San Pietro,
testimoniano che il bisogno di essere salvato dall’amore di Cristo è per ogni
uomo e non soltanto per chi sta
scontando una pena in carcere e che, spesso, ha già ritrovato una profonda
consapevolezza degli errori commessi».
E per dare un senso più profondo a
questa giornata, è giunta a San Pietro anche la Croce di Lampedusa – altro progetto della Fondazione “Casa dello
Spirito e delle Arti Onlus” – realizzata con le assi di legno provenienti dai
barconi su cui hanno viaggiato i migranti, benedetta da Papa Francesco il 9 aprile
2014 e da quel giorno in viaggio attraverso l’Italia, grazie a una
“staffetta spirituale”, guidata da volontari, che unisce parrocchie, monasteri,
carceri e ospedali.
Sempre il 17 gennaio, l'arcivescovo
di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, ha aperto la Porta Santa del
santuario della Madonna di Porto Salvo e poi quella della porta d'Europa,
entrambe a Lampedusa, quest’ultima dell'artista Mimmo Paladino, un progetto
promosso da Arnoldo Mosca Mondadori e “Amani onlus Ong” nel 2008 per ricordare
tutti i migranti morti e dispersi in mare.