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18 gennaio 2016

Gli ospedali non sono attrezzati per i disturbi borderline della personalità

«La maggior parte delle strutture psichiatriche italiane non sono ancora attrezzate per questi pazienti», denuncia la ricercatrice Roberta Rossi. 
L’efficacia della terapia dialettico comportamentale. Training formativo il 22 gennaio a Brescia.

È in aumento tra la popolazione ma, spesso, è difficile da diagnosticare e, ancora di più, da trattare. Stiamo parlando del disturbo borderline di personalità, una patologia che coinvolge, secondo le stime, dall’1 al 3% degli adolescenti e circa il 4% dei giovani adulti. Un problema psichiatrico importante a causa dell’elevata richiesta di prestazioni assistenziali che richiede (ricoveri in reparti psichiatrici, utilizzo dei servizi di pronto soccorso, ecc.) e per la presenza di comportamenti di tipo impulsivo, condotte parasuicidarie, abuso di sostanze e disturbo del comportamento alimentare. Eppure, le ultime evidenze scientifiche, confutando la tesi dell’immodificabilità della malattia, evidenziano che più della metà dei pazienti va incontro a remissione del disturbo nell’arco di alcuni anni. «Nella pratica clinica però – sottolinea Roberta Rossi, psicologa e psicoterapeuta dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia – i sistemi di cura nazionali non sono ancora attrezzati a fornire la psicoterapia, perché si richiede una formazione ben precisa da parte dei terapeuti, nonché risorse di tempo notevoli». Insomma, una possibilità per questi pazienti potrebbe esserci, ma c’è bisogno di personale preparato.
È per questo che il prossimo 22 gennaio, presso l’IRCCS “Centro San Giovanni di Dio” Fatebenefratelli di Brescia, si svolgerà un evento formativo (accreditato Ecm) per psichiatri, neurologi, infermieri, educatori, terapisti della riabilitazione psichiatrica e psicologi, dal titolo: “Dialectical Behavior Therapy (DBT) Skill Training nella cura del paziente con disturbo borderline di personalità”. Accanto alla dottoressa Rossi, ci sarà Elena Maria Ridolfi, Responsabile del Centro Salute Mentale e DBP di Fano (PU), una delle esperte italiane di terapia DBT, la quale terrà un corso pratico per acquisire i principi generali e le tecniche di base del DBT skills training. «Nonostante la gravità di questo disturbo – chiarisce la dottoressa Rossi – i Servizi sono spesso organizzati attorno a modelli assistenziali rivolti ai pazienti psicotici, mentre riservano alla popolazione borderline soltanto trattamenti in urgenza. Recentemente sono stati sviluppati diversi modelli di trattamento specifici per questi pazienti che si sono dimostrati efficaci e che danno alla psicoterapia un ruolo centrale, tra questi vi è la DBT sviluppata verso fine anni Ottanta da Marsha Linehann». 
Il corso del 22 gennaio si inserisce in un impegno più vasto sul “borderline” dell’IRCCS bresciano, scaturito dalle sempre più frequenti richieste di ricovero. «Questo problema implica dei costi sociali e umani aggiuntivi, nel senso che un disturbo di questo tipo si riverbera sulle famiglie in modo talvolta devastante», sottolinea fra Marco Fabello, direttore generale dell’IRCCS, illustrando la ragione per cui a Brescia hanno scelto di impegnarsi su questo fronte. «In particolare – precisa Rossi – il metodo che proporremo è quello della terapia dialettico comportamentale, sviluppata verso la fine degli anni Ottanta, e che ha un approccio individuale e di gruppo. Il versante psicoeducativo, denominato Dbt skills training (training di abilità), ha una durata di circa sei mesi e prevede l’insegnamento di quattro moduli: mindfulness, regolazione emozionale, tecniche interpersonale e tolleranza dello stress». L’evento formativo di Brescia, che è a numero chiuso, permetterà ai partecipanti di acquisire i principi generali della DBT e di apprendere le tecniche di base del DBT Skills Training.