Se a un bianco si mostra un
afroamericano o viceversa, di primissimo acchito
si attivano zone subcorticali profonde, soprattutto
l'amigdala, che segnalano una potenziale minaccia.
Il cervello sembra dire: "Chi è questo? Non fa parte
della mia comunità, è insolito, non è uno di noi".
Ma questa percezione inconscia dura pochissimo
perché quasi immediatamente subentrano le aree
corticali superiori che contraddicono e regolano la
reazione emotiva automatica e un'altra area ancora
provvede a conciliare le prime due. È come se una
voce di ragionevolezza e autocontrollo fosse entrata
in scena e avesse riportato la calma, rendendoci
consapevoli che quello è semplicemente un volto
umano come un altro.
TELMO PIEVANI
Imperfezione
Una storia naturale