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22 novembre 2015

La campagna sociale dell’Associazione CAF Onlus nella Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia passa dai profili social delle star

 Alessia Marcuzzi, Davide Oldani, Camila Raznovich e Nicoletta Romanoff provocano il pubblico del web con #NONSOLOMIOFIGLIO
 Sono oltre 91.000 i minorenni che in Italia subiscono maltrattamenti,
una fotografia sociale che merita attenzione e azioni concrete.

Oggi migliaia di persone e i media in tutto il mondo ricoprono di attenzioni i figli delle celebrities, che talvolta ne farebbero volentieri a meno, esponendoli sotto i riflettori anche nei momenti di vita quotidiana.
Eppure, nello stesso momento, a migliaia di altri bambini manca la giusta attenzione di cui avrebbero bisogno.
L’Associazione CAF Onlus, che dal 1979 si dedica all’accoglienza e alla cura di minori vittime di maltrattamento e abuso, in occasione della Giornata Mondiale dei diritti dell’Infanzia, lancia la campagna social #nonsolomiofiglio con l’aiuto di Alessia Marcuzzi, Davide Oldani, Nicoletta Romanoff e Camila Raznovich.
“Non deve essere mio figlio per meritare la vostra attenzione” è il concept sposato da questi genitori famosi che per un giorno condividono sui propri profili social un momento di dolcezza e intimità con un bambino che non è loro figlio, accendendo così la conversazione tra i loro followers (quasi 2 milioni solo su Instagram.)
Alessia Marcuzzi ha infatti dichiarato: “Ci sono momenti che amo condividere con il pubblico dei social e altri che preferisco tenere per me, proprio come tutti noi. Certo è che una foto dei miei figli viene vista da migliaia di persone: poter essere io stessa, attraverso il mio profilo, a dare così tanta visibilità a bambini meno fortunati dei miei, è una cosa bella, molto potente”.
 “Noi siamo spessissimo sotto i riflettori, ogni volta che sono con mia figlia vengo seguita dai fotografi perché devono immortalare chissà quale momento. Fa parte del nostro lavoro, quindi lo mettiamo in conto. Ma poter finalmente usare questo lavoro per veicolare attraverso il mio essere mamma un messaggio così importante è un grande piacere e un dovere” ha detto l’attrice Nicoletta Romanoff.
I loro stessi profili diventano infatti un mezzo virale per alimentare l’interesse su un tema ancora troppo indietro nell’agenda del Paese.
“Sono papà da poco, quindi sono particolarmente sensibile al tema. La nostra bambina riceve tutto l’amore del mondo, ma molti altri no. È un bel messaggio e sono orgoglioso di diffonderlo” ha detto lo chef Davide Oldani.
Secondo l’Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini voluta dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e condotta in partnership con Terre des Hommes e il CISMAI, oltre 91.000 minorenni in Italia subiscono maltrattamenti. “Anche nel mio lavoro ho cercato più volte di dare visibilità a tematiche che ne hanno troppo poca. E in questo caso è lo stesso: i media si fissano sui nostri figli quando in Italia ci sono novantunmila bambini maltrattati che meriterebbero attenzione” ha dichiarato Camila Raznovich.
La ricerca che rappresenta la fotografia più avanzata, aggiornata e attendibile della dimensione del maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza, ad oggi disponibile in Italia, ha fatto emergere che 48 bambini e adolescenti su 1000 sono in carico ai Servizi Sociali per un totale stimato di 475.453 bambini.
La prevalenza dei minorenni in carico cresce al crescere dell’età: si passa infatti da 29 bambini su 1000 fino ai 3 anni, ai 54 tra gli 11 e i 17 anni. Questo risultato mette in evidenza come il Servizio Sociale intervenga soprattutto quando i bambini sono cresciuti, confermando pertanto uno scarso sviluppo di servizi per la prevenzione precoce del maltrattamento.
“Il progetto #nonsolomiofiglio è stato pensato proprio per portare l’attenzione mediatica su un tema gravissimo e purtroppo diffuso quale quello del maltrattamento infantile.  Siamo felicissimi di questa opportunità e dell’impegno e della passione dimostrataci dai testimonial di questa campagna” ha commentato Luisa Pavia, Amministratore Delegato dell’Associazione CAF Onlus, che aggiunge: “Troppo spesso si attende la tragedia per parlare di quanto sia grave, anche in Italia, il tema della sicurezza dei bambini. E da troppi anni, ormai, assistiamo all’impossibilità per i Servizi Sociali e i Tribunali, vessati dai continui tagli amministrativi, di prendersi carico con tempestività di questi bambini gravemente sofferenti.”
La prevenzione primaria e secondaria dell’abuso e del maltrattamento infantile con interventi specifici su mamme e bambini nella fascia d’età 0-2 anni è uno dei fronti su cui è attiva l’Associazione CAF Onlus, oltre a quello dell’accoglienza di minori vittime di abuso e maltrattamento in strutture residenziali e diurne nella fascia d’età 3-18 anni, al sostegno psico-educativo per le famiglie d’origine dei bambini seguiti, la sensibilizzazione, la selezione, la formazione e l’affiancamento delle persone/famiglie che intendono intraprendere un percorso di affido.


Il progetto è stato ideato e realizzato a titolo completamente gratuito da Y&R / VML e Burson-Marsteller con il supporto di Think Cattleya e Buddy Film.