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31 dicembre 2025

DI BELLA (ANMIL): “2025 RITORNO DELL'UGUALE PER INSICUREZZA SUL LAVORO, MA IL TERZO SETTORE GUIDA CAMBIAMENTO”


DI BELLA (ANMIL): “IL 2025 SI CHIUDE NELL’ETERNO RITORNO DELL’UGUALE.
IL TERZO SETTORE È MOTORE DEL CAMBIAMENTO”

 


Roma, 31 dicembre 2025 – “Il serpente che si morde la coda, utilizzato da Nietzsche per simboleggiare la circolarità del tempo in cui tutto si ripete, è l’immagine più aderente anche al bilancio relativo all’insicurezza del lavoro di questo 2025. Un anno segnato da un incremento di infortuni e decessi in occasione di lavoro – inclusi quelli in itinere e quelli occorsi agli studenti durante stage e tirocini – e da un notevole aumento delle malattie di origine professionale”, esordisce così il commento che il Presidente Nazionale ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), Antonio Di Bella, dedica alla chiusura dell’anno, sulla base degli ultimi Open Data forniti da INAIL.

È possibile tracciare solo un bilancio provvisorio della situazione infortunistica, poiché si attende il completamento annuale dei dati pubblicati dall’INAIL. Tuttavia, l’analisi parziale dell’ANMIL offre già una prima visione dell’andamento del fenomeno.

Secondo gli ultimi numeri disponibili, nel periodo gennaio-ottobre 2025 sono stati denunciati 497.341 infortuni sul lavoro, in crescita di 5.902 casi rispetto ai 491.439 dello stesso periodo nel 2024 +1,2%). Anche le morti sul lavoro registrano un aumento, passando dalle 890 nel 2024 alle 896 nel 2025 (+0,7%). Allo stesso modo, anche le malattie professionali denunciate hanno subìto un incremento del 10,2%, passando dalle 73.922 alle 81.494 nel 2025.

“Se il 2024 è stato l’anno delle stragi, il 2025 può essere definito l’anno delle occasioni perse. Nel perdurare di un trend drammatico e ormai consolidato, che conta in media tre lavoratori morti accertati al giorno, il 2025 ha mancato l’opportunità di intervenire in modo incisivo sul sistema vigente, sia nei contenuti del già noto e ormai in vigore Decreto Sicurezza sul lavoro, sia nella recente Legge di Bilancio”, prosegue Di Bella, ponendo l’accento sui due principali provvedimenti varati nell’ultimo mese in Italia.

In questo scenario di occasioni mancate, ANMIL rinnova con forza l’auspicio che il disegno di legge n. 1101, di iniziativa bipartisan e a prima firma del Senatore Tino Magni, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, possa finalmente completare il proprio iter parlamentare e diventare legge. Un passaggio necessario per colmare un vuoto normativo inaccettabile, attraverso l’introduzione di concrete misure di tutela e assistenza per le vittime degli infortuni sul lavoro e per i loro familiari, nonché mediante l’istituzione di un fondo specificamente dedicato alla ricerca sui tumori di origine professionale.

“Neanche una settimana fa abbiamo assistito allo stralcio di una norma contenuta nella Manovra che avrebbe consentito ai datori di lavoro, colpevoli di non aver pagato adeguatamente i propri dipendenti, di non corrispondere loro gli arretrati dovuti. Sembra un paradosso, ma è così. Non solo: quella norma non forniva alcuna specifica sulla bontà dei contratti, scavalcando probabilmente in sede di giudizio i contratti collettivi nazionali e lasciando campo libero ai molti escamotage che favoriscono il proliferare dei contratti pirata” spiega il Presidente ANMIL.

“Richiamo questo episodio, per ora fortunatamente scongiurato, per chiarire quanto la strada verso l’utopia dell’azzeramento delle morti sul lavoro non sia solo ancora lunga, ma anche costellata da ostacoli istituzionali difficili da comprendere, se non come tentativi di tutelare il profitto di pochi a discapito della sicurezza dei più”.

In occasione del ciclo di audizioni dedicate alle modifiche del Decreto Sicurezza, ANMIL ha ribadito la necessità di intervenire sulla situazione contingente introducendo provvedimenti attesi da tempo, come l’istituzione di una Procura Nazionale del Lavoro, insieme a misure capaci di garantire il rispetto di leggi già esistenti, evitando di concentrare l’attenzione su ulteriori norme accessorie – come il badge di cantiere – incapaci di rispondere fattivamente a un disastro nazionale che si protrae da anni.

“D’altro canto, come Associazione siamo riusciti a riprendere positivamente i rapporti con INAIL, ponendo nuovamente le basi per un’azione sinergica che risponda alla necessità di semplificare i rapporti tra i grandi invalidi del lavoro e l’Istituto, soprattutto negli iter relativi all’erogazione e alla revisione degli impianti protesici”, continua il Presidente Di Bella.

“È questa la forza del Terzo Settore, dei nostri dipendenti, Soci e volontari: esserci, ogni giorno nonostante le difficoltà, come militanti di un cambiamento in cui crediamo, sostenuti dal contributo di persone che condividono gli stessi valori e per le quali la tutela della dignità e della sicurezza del lavoro resta un principio irrinunciabile”.

“L’auspicio che sentiamo di rivolgere a tutti è quello di unirsi alla nostra lotta, partecipando alle iniziative che realizzeremo nel 2026 e aiutandoci a progettarne di nuove, nella forma che ciascuno riterrà più appropriata, per dare a voi stessi e alle future generazioni la speranza di tornare a costruire progetti solidi, in sicurezza”.


Elaborazione ANMIL Dati INAIL su infortuni, infortuni mortali e malattie professionali