di Daniela Zappavigna
Intervista alla socia-ricercatrice di
‘Rinnovative’ srl: la startup femminile che nel cuore del Lazio sta riscrivendo
le regole dell’economia circolare
Nel ‘cuore industriale’ del Lazio, tra
le colline di Ferentino (Fr), c’è un luogo in cui la materia non
muore mai. Qui lavora ‘Rinnovative’: una startup femminile che
sta riscrivendo le regole dell’economia circolare italiana. Nata in
uno dei territori più attivi negli eco-investimenti — il Rapporto GreenItaly
2025 colloca il Lazio tra le prime cinque regioni per numero di
imprese impegnate nella transizione verde — l’azienda ha trasformato un
contesto fertile in un laboratorio permanente di ricerca applicata.
Tamara Pellegrini, come nasce quest’idea di
scegliere un settore come quello dell’economia circolare?
“Rinnovative nasce e cresce in un contesto,
quello del Lazio e in particolare del territorio di Ferentino, che negli ultimi
anni ha investito con decisione in innovazione sostenibile ed economia
circolare. Essere radicate in quest’area ha rappresentato per noi un elemento
favorevole. Per giunta, la partecipazione all’Apea regionale ‘Cartoneco’ – di
cui siamo socie fondatrici – ci ha permesso di operare dentro una filiera
realmente circolare”.
Attorno a Rinnovative si muove una rete che intreccia imprese, università,
tecnici, designer e lo Spazio Attivo Lazio Innova di Ferentino, dove
la startup ha la sua sede operativa: questi laboratori, prototipatori
digitali e supporto specialistico hanno accelerato processi creativi e
sperimentazioni?
“La possibilità di accedere a laboratori,
prototipatori digitali, competenze tecniche e servizi di accompagnamento ha
accelerato sia la nostra capacità di sperimentare nuovi processi – dal riciclo
dei sottoprodotti allo sviluppo dell’eco-design – sia la nascita di sinergie
spontanee con altre realtà innovative dell’hub”.
E per crescere ancora cosa serve?
“Il territorio avrebbe bisogno di ulteriori
infrastrutture per la sperimentazione su scala pilota e di strumenti di
sostegno più orientati alla scalabilità, perché passare dalla prototipazione
alla produzione continua a rappresentare una delle sfide principali”.
Uno dei risultati più emblematici della
visione di Rinnovative è il ‘Se.Li.F.’ (Second Life Furniture, ndr)
presentato alla Maker Faire Rome 2025 e sviluppato in collaborazione con
l’Università di Tor Vergata, un sistema che permette lo stampaggio diretto
delle polveri di Mdf (Medium Density Fiberboard, ndr) senza utilizzare
leganti chimici, trasformando un rifiuto complesso in nuovo materiale d’arredo:
è stato difficile arrivarci?
“La sfida più rilevante è stata trasformare
un materiale complesso come l’Mdf in una polvere realmente stampabile senza
aggiunta di leganti. È stato complesso individuare la combinazione ottimale di
temperatura, pressione e tempi per portare il materiale allo stato gommoso
senza innescare degradazione termica”.
Il progetto è riuscito dove molte
sperimentazioni si erano fermate: come mai?
“Perché il progetto ha permesso di mettere a
punto un processo e un know-how trasferibile alle aziende interessate,
dimostrando la fattibilità tecnica dello stampaggio diretto senza leganti”.
Una rivoluzione silenziosa, ma potenzialmente
enorme per il settore legno-arredo. In tutto ciò, il design non è un dettaglio
estetico: è anche un atto politico, educativo e culturale?
“Per noi il design è uno strumento educativo
potentissimo: rende tangibile il valore nascosto di uno scarto, genera
sorpresa, incuriosisce e avvicina le persone al riciclo più di qualsiasi
spiegazione teorica”.
La startup porta avanti un’eredità
importante: quella dell’ingegnere Moreno Rotondi, mentore del team e
'figura-chiave' della simbiosi industriale italiana: cosa vi ha insegnato?
“Moreno ci ha mostrato come il riciclo non
sia solo un processo tecnico, ma un atto culturale: un modo per educare le
imprese e le comunità a guardare i materiali in modo diverso. Questa
dimensione, narrativa e simbolica, è confluita nel progetto ‘Lazzaro’, in cui
ogni pezzo realizzato da sottoprodotti certificati è accompagnato da un
passaporto digitale in blockchain che ne racconta storia, impatto
ambientale e tracciabilità tramite Nft”.
Il 2025 è stato l’anno della maturità
pubblica per la startup, che con Se.Li.F. e Ma.Cri.No. — dedicate al recupero dei metalli preziosi
dai dispositivi elettronici — ha conquistato due riconoscimenti alla 'Maker
Faire Rome': il Make It Circular Award e il Take a Leap 2025: ne vogliamo
parlare?
“Non sono solo premi, ma conferme autorevoli
del fatto che la nostra ricerca sta generando innovazione reale e utile per il
mercato. Le ricadute, infatti, sono immediate: questi premi ci hanno permesso
di aprire nuove collaborazioni, accedere più facilmente a bandi competitivi e
consolidare la fiducia di partner industriali e istituzionali”.
Però, queste vittorie si sono aggiunte al
Premio Impresa 2023 della Camera di commercio di Frosinone e Latina, primo
segnale di riconoscimento territoriale per una storia di sguardi femminili che
hanno visto nelle fibre di legno, nei residui di cartone e nei metalli dei
dispositivi elettronici non una fine, ma un nuovo inizio?
“Noi portiamo avanti questa eredità
approcciando ogni materiale come una risorsa inespressa, perché la
transizione ecologica non è solo un processo industriale, ma un modo
diverso di stare al mondo. È così che Rinnovative vuol contribuire a cambiare
non solo il destino degli scarti, ma anche la cultura che li ha generati”.