Ci troviamo di fronte l’istituto professionale S. Antonio di Roma sulla Casilina, un istituto che conta 15 corsi professionali con oltre 250 allievi, e 5 insegnanti di ruolo, che nonostante tutto vogliono imparare un mestiere per poter accedere al mondo del lavoro.
Questi ragazzi che da giorni si trovano in agitazione per un loro diritto, il diritto all’istruzione che gli viene negato in quanto vogliono fare dei contratti come liberi professionisti con una propria partiva Iva; non si capisce come degli insegnanti non siano regolati dai contratti di lavoro Nazionali.
Ma come si fa a dire ad un docente che se vuole insegnare deve aprirsi la partita Iva, e ogni fin del mese deve fatturare il suo lavoro da insegnante? Per una sola questione burocratica con il comune di Roma che sta facendo braccio di ferro con i formatori professionali stessi, i ragazzi chiedono a voce alta nonostante le condizioni avverse del tempo, di poter proseguire il loro percorso didattico, e non di andare oltre i periodi stabiliti dal ministero, e non di trovarsi a dover recuperare le ore didattiche non svolte per colpa di chi sa chi, a fine anno.
Non abbiamo intervistato i ragazzi, il che vuol dire che l’istituto professionale S. Antonio è frequentato da alunni tutti minorenni della periferia est, che abbraccia molte difficoltà di per sé, abbiamo potuto apprendere da loro stessi, di non riuscire ad accettare il fatto che siano abbandonati dalle istituzioni, che invece dovrebbero fornire loro le adeguate istruzioni per poter apprendere al meglio la vita lavorativa e impartire a loro dei valori, ci informano inoltre che se la situazione non si sbloccherà in breve tempo e non viene trovato un rimedio si troveranno costretti a prendere provvedimenti e a dover portare la loro protesta altrove; a questo punto è stato inevitabile porre delle domande:
da chi siete sostenuti in questa protesta? “Noi siamo tutti minorenni e verifichiamo che non siamo tutelati dalle istituzioni, ma bensì solo dalle nostre famiglie e da alcuni insegnanti che credono in noi, dove non possono esporsi per paura di ripercussioni sul loro lavoro, i vertici istituzionali ci mandano solo questo messaggio, Mercoledì scorso abbiamo provato a fare una manifestazione coatta, stanchi di tutta questa situazione, abbiamo bloccato la via Casilina e ci è stato intimato di sospendere la nostra protesta lecita e sacrosanta per far si che qualcuno sapesse quanto accade e che ci aiutassero, dalle forze dell’ordine. Se i figli di coloro che siedono sulle poltrone si trovassero come noi, siamo certi che loro scenderebbero in piazza, e nessuno li fermerebbe.”
Le lezioni quando sono iniziate? “Abbiamo iniziato le lezioni a metà settembre ed ancora oggi che ci troviamo a novembre non riusciamo a fare lo svolgimento delle lezioni regolari.”
Le istituzioni che dovrebbero lavorare per risolvere queste questioni orrende che non dovrebbero verificarsi perché non si muovono a riguardo?? Se una persona non sa fare il proprio lavoro viene rimossa qui invece, loro mettono le radici e non tutelano lo studio.
Alessio Mataldi