Roma: in 30mila scendono in piazza per il clima
Di Emiliano Federico Caruso
"Giustizia climatica e devastazione ambientale perpetrata attraverso le grandi opere inutili non possono essere separate" hanno annunciato gli organizzatori all'altoparlante
30 mila persone: tante ne erano attese e si sono presentate alla manifestazione in difesa del clima (e contro le grandi opere ad alto impatto ambientale) tenuta a Roma sabato scorso. Il corteo è arrivato a piazza San Giovanni dopo essere partito da piazza della Repubblica alle 14, poco dopo il decollo del Air China con a bordo il presidente cinese Xi Jinping, diretto a Palermo dopo la visita di due giorni nella Capitale.
In prima fila, a definire subito gli scopi della manifestazione, il corteo trasportava un grande striscione con la scritta "Marcia per il clima contro le grandi opere inutili e contro le devastazioni ambientali".
Organizzati tramite pagine create appositamente sui Social Network, in particolare su Facebook, decine di pullmann sono partiti da praticamente tutte le maggiori città italiane: Bologna, Brescia, Ravenna, Milano, Padova, Vicenza, Torino, Venezia, Napoli ecc.
Dalla capitale campana, in particolare, proveniva il sindaco Luigi De Magistris, che in un video postato su Facebook ha dichiarato: "Oggi siamo qui per lottare per i diritti, per la giustizia sociale, per l'acqua pubblica, per la terra, contro le grandi opere inutili. Di legge ce ne vuole una in Italia e non solo in Italia, quella per la messa in sicurezza delle nostre terre" proseguendo con "Bisogna dare potere a chi potere non ha ed unire le lotte. Napoli è presente, noi ci siamo e di questo siamo orgogliosi".
La partecipazione in piazza ha visto poi sfilare numerose sigle e gruppi, a partire dai No Tav, che con lo striscione "C'eravamo, ci siamo e ci saremo: giù le mani dalla Valsusa" hanno poi dichiarato, tramite il portavoce Lele Rizzo, "Dalla Val di Susa sono arrivati 8 pullman, centinaia di persone in treno e in macchina perché vogliamo manifestare ancora una volta per dire il nostro no a questa opera inutile".
Un discorso, quello di Rizzo, confermato anche dalle parole di Anna, esponente No Tav di Bussolengo (Veneto): "Siamo qui perché abbiamo capito che per salvare il clima non bisogna devastare i territori e spendere i soldi inutilmente. Adesso abbiamo due mesi di stop istituzionale ma le nostre iniziative continueranno. La montagna non si buca". Presente anche il Comitato No grandi navi, che tramite la voce di Tommaso Cacciari ha confermato di essere presente in piazza "...per unire le battaglie di coloro che stanno lottando per migliorare il mondo in cui vivono. Non siamo qui per manifestare a favore del nostro cortile, perché il nostro cortile è il mondo intero".
Non mancavano numerosi altri gruppi del "No": dai No corridoio Roma-Latina ai No Tap (contro il progetto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline, ndr), i No Triv, i No Ttip (contro il trattato di liberalizzazione commerciale, ndr), i No Muos (contro l'utilizzo di antenne americane in Sicilia, ndr) e i comitati contro l'Ilva, presenti tramite numerosi operai.
Uno di essi, Raffaele, ha spiegato come "Noi siamo l'esempio di una grande opera inutile e ne subiamo ogni giorno da anni le conseguenze. Siamo sotto ricatto occupazionale ma siamo in tanti a lavorare all'Ilva e a chiedere che venga chiusa. Non si può morire di tumore e le istituzioni hanno il dovere di salvaguardare la salute dei cittadini". I suoi colleghi gli hanno fatto eco intonando ripetutamente il grido di "Taranto libera!", sventolando uno striscione con lo stesso slogan.
Circa cento attivisti di The Climate Ride sono invece partiti in bicicletta da Marghera una settimana prima per partecipare alla manifestazione. Uno di loro, Franz, ha confermato che il gruppo era passato attraverso le più varie realtà sociali tra Perugia, Ravenna, Ferrara e Terni. "...abbiamo incontrato tante realtà sociali. Volevamo mettere la nostra passione per la bicicletta a disposizione di questa marcia" ha spiegato poi Franz "Non c'è tempo da perdere, le lotte ambientali devono avere una prospettiva unitaria insieme a tutte le altre realtà che combattono per salvare il pianetaanto libera". Non mancava poi, tra i numerosi striscioni, una gigantografia di Lorenzo Orsetti, il volontario ucciso in Siria di recente mentre combatteva contro l'ISIS a fianco dei curdi.
Considerata la portata dell'evento, l'allerta delle Forze dell'ordine è stato piuttosto alto, nel timore di infiltrazione di frange estremiste e della connotazione anarchica di alcuni gruppi che hanno partecipato al corteo. Numerosi sono stati i controlli preventivi nelle stazioni, nei caselli autostradali, negli aeroporti e in generale in tutti i punti di accesso alla Capitale. Sotto controllo, in particolare, i movimenti dei Carc (Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, ndr) accusati nell'ottobre del 1999 di essere collegati alle Brigate Rosse. Per la cronaca: il processo a loro carico si concluse con un "Non luogo a procedere".
La preoccupazione nei confronti dei Carc era giustificata dai toni piuttosto eversivi con i quali avevano annunciato la loro partecipazione al corteo: "Partecipiamo alla manifestazione del 23 marzo per propagandare su ampia scala la necessità e la possibilità di imporre ai vertici della Repubblica Pontificia (nome che i Carc danno polemicamente all'Italia, ndr), attraverso la mobilitazione delle masse popolari organizzate, il Governo del blocco popolare". Anche i centri sociali di Roma e alcuni studenti universitari, immancabili a ogni manifestazione di una certa importanza, si sono organizzati da giorni grazie all'hashtag #siamoancoraintempo.
Una manifestazione che ha visto, quindi, livelli di partecipazione molto alti, con numerose sigle e organizzazioni. Conclusa, a quanto sembra, senza gravi incidenti, anche se non sono mancati episodi curiosi e del tutto fuori contesto: uno dei partecipanti, nel bel mezzo della manifestazione, ha scritto all'improvviso su un cartone "Morte a Salvini, vita agli uccelli". Una minaccia, questa nei confronti del Ministro dell'interno, della quale hanno subito preso nota i carabinieri e la Digos.
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