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11 ottobre 2017

GIANCARLO GROSSO ATTORE, CANTANTE, BALLERINO CHE FUGGE DALL'ITALIA PER LA FRANCIA NON SOLO PER NUOVE EMOZIONI, MA PER AVERE UNA VITA D'ARTISTA ECONOMICAMENTE PIU' DIGNITOSA

Giancarlo Grosso è un altro artista che ha preso il volo per un altro Paese, oltralpe, ma pur sempre all' Estero. Vorrei essere critico verso i politici, molto critico, ma, mi limito a dire che partono talenti e accogliamo povera gente. Aprire con queste affermazioni è davvero poco dignitoso ma a volte la rabbia ci prende il cuore, la mente, la mano e la penna.
Giancarlo lo conosco dal 2004, artista completo dalla recitazione, al canto, alla danza; ha lavorato con importanti compagnie e nomi di prestigio e di tutto rispetto. Ora ha lasciato l'Italia per la Francia non certo per le nuove emozioni ma per cercare una vita economicamente più dignitosa. Ho letto su facebook che annunciava la sua partenza, ho avuto un nodo alla gola e tristezza ma, emozione e felicità per questa scelta coraggiosa verso palcoscenici così diversi dai nostri dove lo spettacolo e l'arte è certamente più apprezzato. In Francia il teatro, la danza e altre espressioni trovano ampi consensi e i teatri non temono la concorrenza della televisione. A teatro si vede vero, a teatro regalano emozioni! 
Canta e recita orgogliosamente in napoletano e professionalmente in italiano, francese ed inglese. 
In attesa di andare, entro un anno, a Parigi per realizzare una tablet intervista assaporiamo e leggiamo le sue risposte alle mie orribili domande.
Ho raccolto alcune foto significative dei suoi spettacoli italiani in tour con artisti che gli hanno permesso una grande esperienza professionale ed umana ad un ragazzo semplice ma coraggioso pronto a sfidarsi.
Appalusi per successi che vivrà con emozione.


GIANCARLO da dove provieni, dove sei nato? Famiglia? Quando nasce la tua passione per la danza?
Sono nato e cresciuto nella provincia di Napoli da una famiglia di impiegati, sono l'ultimo di tre figli. La passione per la danza è parte di me da quando ho imparato a camminare. Da quando, piccolissimo, mi mettevo davanti alla tv a "copiare" i passi dei ballerini.

A chi devi il tuo inizio?

Ad Angela, la mia babysitter, che quando avevo appena tre anni accendeva la radio e ballava con me. A Heather Parisi, Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi, che imitavo davanti alla tv. A Ramona, la mia insegnante di ginnastica delle elementari, che vide in me una passione che voleva esplodere. Ma soprattutto ai miei genitori, che mi hanno portato a scuola di danza e che mi hanno sempre seguito e sostenuto, ma senza mai montarmi la testa!

Per curare la tua passione quanti e quali lavori hai fatto? Come hai conciliato lavoro e danza?

Fortunatamente sono riuscito a lavorare sempre nel campo del teatro, tranne per brevi periodi in cui ho fatto diversi lavori, operatore call center, commesso, ho fatto perfino volantinaggio!

A che età hai iniziato? La tua emozione quando hai messo piede per la prima volta sul palcoscenico?

Ho cominciato a studiare danza classica a dieci anni. Dopo il liceo ho lavorato nei villaggi turistici, che sono stati per me una grande scuola, permettendomi di approcciare alla recitazione e spingendomi a prendere lezioni di canto. Con il tempo mi sono reso conto che ciascuna di queste discipline aiuta a migliorarsi nelle altre. L'emozione che si prova a stare su un palco? È impossibile descriverla a parole...

Dopo anni hai deciso di cambiare città, sebbene Parigi non sia poi così lontana. Voglia di cambiare? Amarezze del tuo lavoro da ballerino, attore, artista? O magari l'amore?

In verità sono anni che covo il desiderio di uscire dal mio Paese, soprattutto (ma non solo) per l'amarezza di non vedere riconosciuti i miei diritti di lavoratore. Non ho mai intrapreso questo viaggio finora perché, seppur a fatica e in condizioni non proprio favorevoli, in Italia ho sempre lavorato. Ora ho avuto l'opportunità di fare il mio lavoro in un Paese che valorizza gli artisti garantendo loro un futuro dignitoso, in concomitanza con il fatto che il mio compagno vive e lavora da un anno a Parigi. Insomma una serie di fortunati eventi!

Come trascorrevi la tue giornate a Napoli? Ed ora a Parigi?

Le mie giornate napoletane non erano mai una uguale all'altra, questo è il bello di scegliere il teatro come professione, ma è anche il brutto di praticarla in Italia, ancora di più al sud. Per sbarcare il lunario si è costretti ad incastrare decine di lavori... spettacoli, stages, lezioni, giornate intere trascorse a correre avanti e indietro per ritrovarsi a fine mese (se tutto va nel migliore dei modi) con uno stipendio che non si può definire dignitoso. Le mie giornate a Parigi per ora (sono qui solo da quattro giorni) sono decisamente più rilassate: avrò un contratto vero (a tempo indeterminato) ed un lavoro che mi consentirà di vivere dignitosamente senza dover "arrotondare" e con orari ben definiti e indubbiamente più "umani"!

Come vedi oggi la danza e il ballo? Esiste una differenza tra i due concetti?
Intanto cerco di chiarire quella che, secondo la mia opinione, è la differenza tra i due termini. Per "ballo" si intende tutto ciò che è movimento in musica, espressione di un'emozione, di un pensiero, di un ideale ed è un concetto molto ampio. Il termine "danza" rientra in questo vasto mondo, ma si riferisce più allo studio della tecnica ed alla preparazione necessaria per poter diventare un/a ballerino/a di professione.
Ciò detto, il mondo della danza in Italia vive oggi un periodo di grave difficoltà: la crisi che ha investito il mondo intero negli ultimi anni, ha colpito nel nostro Paese soprattutto l'arte e la cultura. Ad aggravare la situazione ha contribuito una legislazione a dir poco lacunosa, nonché il messaggio trasmesso dalla tv, che con i talent show fa sembrare il mondo dello spettacolo accessibile a tutti senza sforzo!

Il successo è stimolo o ne hai paura?

Oserei dire che la paura è uno stimolo per il successo. Sembra un bizzarro ossimoro, ma spesso è proprio la paura una delle emozioni che, incanalate nella giusta direzione, danno la forza necessaria per stare su di un palcoscenico.

Mi racconti i passi di questi anni? Il tuo inizio e i passaggi artistici?
Ho iniziato con la Compagnia Italiana Balletto di Carla Fracci in uno spettacolo di Beppe Menegatti. Avevo solo 16 anni ed ero più mimo che ballerino, ma ho avuto l'opportunità di studiare con Bruno Vescovo al fianco di ballerini del calibro di Alessandro Molin e Gilda Gelati. Poi ho iniziato le mie prime esperienze come musical performer, in spettacoli come "Piaf", dove ho appreso qualche base di tip-tap. Oltre al teatro, ho fatto qualche apparizione in tv (piccoli ruoli in fiction come "Un Posto al Sole"), al cinema ("To Rome with Love" di Woody Allen con Roberto Benigni), e un videoclip dei Gemelli DiVersi. Ho avuto l'onore di lavorare a fianco di artisti quali Carlo Buccirosso, Sal Da Vinci, Gino Landi, Pamela Prati, Marisa Laurito, Giuseppe Zeno, Justine Mattera, Angela Melillo, Claudio e Pino Insegno, Rosaria De Cicco, Tullio De Piscopo, Rosalia Porcaro, Ramona Badescu, Patrizio Rispo e tanti altri... mi ritengo davvero molto fortunato!

Hai avuto varie esperienze fuori dall'Italia e perché? E dove?

L'unica esperienza di spettacolo che mi ha portato all'estero finora è stata "Ben Hur Live", in scena in Italia e Germania, diretto da Philip McKinley (regista a Broadway) e musicato da Steward Copeland, ex dei Police. Grazie a questo colossale arena-show con 200 persone e 40 cavalli in scena e con scenografie mastodontiche, ho appreso nozioni di danza aerea e di scherma scenica.

L'Italia non offre opportunità per i ballerini?

L'Italia non offre opportunità per nessuno! Ormai il nostro Paese è arrivato ad un tale stato di impoverimento da non riuscire più a garantire un futuro. Al tg si sente parlare di ripresa, di tasso di disoccupazione che scende. Non conosco la situazione in tutta la penisola, ma per quel che riguarda Napoli e il sud, la situazione non fa che peggiorare. Sentire da amici in cerca di lavoro che il massimo che riescano a trovare è un call center a 200 euro per un part-time o un supermercato dove lavori full-time 7 giorni su 7 (cioè senza giorno di riposo) per 500 euro, perlopiù a nero, mi fa rabbrividire! Come può un Paese in cui non c'è speranza nei settori primari, dare opportunità a chi lavora nell'intrattenimento? Io stesso sono stufo di avere a che fare con gente che vuole risparmiare sulla tua pelle, che paga le prove (se e quando le paga) con un forfait ridicolo, che non ti versa i contributi, che ti spreme finché ha bisogno e poi ti butta via. E tu devi ogni volta rimboccati le maniche e ricominciare daccapo! A 36 anni sono stanco di essere trattato come un novellino appena uscito da una scuola di danza, voglio garanzie, uno stipendio dignitoso ed un contratto che non duri pochi mesi o poche settimane! E sono stufo anche di vedere tanto nepotismo e poca meritocrazia. Stufo di vedere protagonisti di talent e reality di discutibile talento, riempire i cartelloni dei teatri scavalcando gente competente e che ha studiato davvero!

Quali sono ora i tuoi progetti? Anche altre attività oltre la danza...
Ho appena avuto un contratto per Disneyland Paris, interpreterò il ruolo del personaggio più amato dei film Disney degli ultimi anni... di più non posso svelare! Avrò finalmente il tempo (e le possibilità economiche) che in Italia non avevo, di continuare ad allenarmi con la danza e il canto, potrò finalmente iscrivermi in palestra! Tutte cose con nella mia quotidianità italiana non avevo tempo di fare!

Enzo Fasoli in esclusiva per aspapress


La tua famiglia ti manca? Come è composta?

Mi mancheranno sicuramente, anche se negli anni ci siamo abituati a stare lontani per lunghi periodi. La mia famiglia è composta da mia madre, pensionata, mio fratello, 9 anni più grande di me, che lavora nel campo dell'illuminazione industriale, e mia sorella, di 7 anni più grande, che fa la guida turistica. Mio padre è mancato 15 anni fa, ma lo sento sempre vicino, faccio l'impossibile ogni giorno per renderlo orgoglioso di me.

Tornerai in Italia per la Danza o per altre attività?

Sicuramente per le vacanze, per riabbracciare i miei cari. Non escludo che, se dovessi mai ricevere una interessante proposta di lavoro, potrei valutare di tornare in Italia, ma se le condizioni rimangono quelle attuali, sono ben felice di restare a Parigi.

Quando apri la finestra al mattino...

Sento l'odore del verde di Nogent-sur-Marne (il paesino alle porte di Parigi dove abito), il profumo delle boulangerie... quello che mi manca è il sole di Napoli. Ma quello è un sole che ti resta dentro e che porti con te ovunque vai.

Enzo Fasoli in esclusiva per Aspapress.