Ancora una prestigiosa affermazione per la gastronomia altoatesina, in particolare quella declinata “in quota” nelle accoglienti malghe di montagna dove tradizione, sapori e genuinità si fondono in un unicum indimenticabile per gli ospiti.
Ormai in vista fine dell'anno, l'uscita delle guide de “L'Espresso” dedicate a ristoranti e vini d'Italia, è certamente una pubblicazione imperdibile per gli amanti della buona tavola. Ma, in particolare, la novità assoluta nel volume dedicato all'Alto Adige, curato da Gigi Costa – che si può acquistare nelle edicole o in libreria al prezzo di 6,20 euro – è proprio il capitolo dedicato al top dell'accoglienza gastronomica di malghe, rifugi e baite gourmet (aperte tra l’altro anche nel periodo invernale). Un riconoscimento per la professionalità e la passione di chi gestisce strutture in alta quota, che hanno davvero tutto per “scalare le vette del gusto”.
La prestigiosa segnalazione per la cucina di montagna altoatesina è così toccata alla Malga Capanna/Neuhütte ad Aldino, situata a 1791 metri in un'idilliaca radura con vista sul Catinaccio e il Latemar, gestita da Peter Franzelin, discendente da una storica famiglia di albergatori; alla Malga Getrum, appollaiata alla ragguardevole quota di 2083 metri a Reinswald in Val Sarentino, per merito delle imperdibili delizie casalinghe preparate da Heini e Anni Gruber; infine alla Malga Isi di Redagno, a 1850 metri, ai piedi del Corno Nero, di Isolde Daldoss e Philipp Vescoli, che offre una scelta di piatti a base di ingredienti biologici e biodinamici, rinunciando consapevolmente a qualsiasi esaltatore di sapidità.