The Camera’s Blind
Spot III
Palazzo De’ Toschi
Piazza Minghetti 4/D Bologna
Piazza Minghetti 4/D Bologna
30 gennaio - 28
febbraio 2016
inaugurazione: 29 gennaio 2016,
ore 18.30
LA CAMERA. Sulla materialità della fotografia è il terzo episodio di
un progetto espositivo più ampio, a cura di Simone
Menegoi, che indaga il rapporto fra scultura e fotografia, il cui titolo
complessivo è The Camera’s Blind
Spot. I
primi due episodi del progetto (The Camera’s Blind Spot I e II)
hanno avuto luogo rispettivamente al MAN - Museo d’Arte della Provincia di
Nuoro (2013) e ad Extra City Kunsthal di Anversa (2015).
La mostra LA CAMERA. Sulla materialità della fotografia, realizzata in
collaborazione con Banca di Bologna, inaugurerà venerdì 29 gennaio alle 18.30
presso Palazzo de’
Toschi
(piazza Minghetti, 4/D) a Bologna, e sarà
aperta
al pubblico dal 30 gennaio al 28 febbraio 2016. Presenterà opere di un gruppo di artisti internazionali, fra cui Dove
Allouche, Paul Caffell, Attila Csörgő, Linda Fregni Nagler, Paolo Gioli,
Raphael Hefti, Marie Lund, Ives Maes, Justin Matherly, Johan Österholm, Lisa
Oppenheim, Anna Lena Radlmeier, Evariste Richer, Fabio Sandri, Simon Starling,
Luca Trevisani, Carlos Vela-Prado.
La mostra è uno degli appuntamenti espositivi della 4° edizione di ART CITY Bologna, iniziativa
promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere per affiancare
all’annuale edizione di Arte Fiera un programma di mostre ed eventi
culturali di alto profilo, istituendo così
un
collegamento tra il grande evento fieristico e il tessuto culturale della
città.
Le mostre sul rapporto scultura-fotografia si
fermano spesso a una concezione “classica”
di esso,
secondo la quale la fotografia documenta e rivisita opere tridimensionali già esistenti. Una formula che è nata con la fotografia stessa, e ha conosciuto una
straordinaria svolta creativa quando scultori come Medardo Rosso e Costantin
Brancusi, fra la fine del XIX e il principio del XX secolo, imbracciarono la
macchina fotografica e incominciarono a fotografare le loro stesse opere in
condizioni mutevoli di luce e di spazio. Il ciclo The Camera’s Blind
Spot ambisce non solo a documentare i più recenti
sviluppi di questa tendenza, ma anche a dar conto di altre possibilità, non
meno importanti; in primo luogo, quella che vede la materialità dell’immagine fotografica spingersi a tal punto da
trasformare quest’ultima in oggetto. Una sfida a ciò che costituisce sin dal principio il “blind spot” della tecnica fotografica, il suo limite: l’impossibilità di rendere un oggetto tridimensionale su una superficie
piana.
Il terzo episodio della serie, intitolato LA
CAMERA. Sulla materialità della fotografia sposta il baricentro
della ricerca verso il medium fotografico. All’interno di un contenitore
espositivo costruito dentro la sala maggiore di Palazzo De’ Toschi (la “camera”
del
titolo; ma naturalmente c’è un gioco di parole
con il senso della parola in inglese, ovvero “macchina fotografica”) saranno
presentate opere realizzate con le tecniche fotosensibili più insolite e rare fra quelle attualmente in uso oggi presso
artisti visivi e fotografi: dai dagherrotipi di Evariste Richer alle
stampe al palladio di Paul Caffell, dalle scansioni fotografiche
sferiche di Attila Csörgő ai “monotipi a getto d’inchiostro” di Justin Matherly. Una rassegna di eccentricità,
arcaismi, hapax legomena fotografici il cui scopo è quello di spiazzare le aspettative comuni dello
spettatore rispetto alla fotografia, e di fargli sperimentare di nuovo, almeno
per un istante, la meraviglia del suo avo ottocentesco di fronte a
un’invenzione che ha rivoluzionato la cultura visiva e il rapporto stesso con
la realtà. Non è una sfida al digitale
(le tecniche digitali, del resto, dalla scansione alla stampa 3D, sono alla
base di alcune delle opere in mostra) quanto alla sua egemonia assoluta;
all’idea che, dopo l’avvento della ripresa digitale, ogni altra tecnica
fotografica sia diventata obsoleta, e non possa che essere abbandonata.
Infine, la scultura. L’altro grande termine
del progetto The Camera’s Blind Spot non è assente
dal terzo episodio della serie. Riemerge nei soggetti: le sculture romane
fotografate da Paolo Gioli con un procedimento di sua invenzione, che
comprende una pellicola fosforescente, oppure le stalattiti e stalagmiti, vere
e proprie sculture naturali, fissate su vetro da Dove Allouche con la
tecnica ottocentesca dell’ambrotipia. Più
spesso,
la scultura si ripropone nella presenza fisica di opere basate su tecniche
fotografiche, e che tuttavia si stenta a chiamare “fotografie”: ad esempio, la Structure
for Moon Plates and Moon Shards (2015) di Johan Österholm, una
costruzione realizzata con i vetri di una vecchia serra per fiori, spalmati di
emulsione fotosensibile e poi esposti alla luce della luna. In tempi di
smaterializzazione dell’immagine fotografica, i singolari “oggetti fotografici” in mostra si propongono come sculture vere e
proprie.
Banca di Bologna, partner della
mostra, è una realtà molto legata al territorio bolognese, alla città di Bologna e ai centri della provincia. Le sue numerose
iniziative contemplano gli interventi per la riqualificazione e il restauro di
piazza Galvani, per i restauri dell'Oratorio dei Fiorentini e delle porte
monumentali di Bologna, per il recupero e la riqualificazione di piazza
Minghetti, per la ristrutturazione di Palazzo de' Toschi. A questi si
aggiungono i lavori per il restauro della Basilica di San Petronio e per il
restauro della Cappella dell'Arcangelo Michele, con il noto affresco di
Calvart. La Banca ha recentemente organizzato conferenze dedicate al tema “arte
e cibo” in occasione di Expo 2015, proponendo
un excursus sulla presenza del tema dell'alimentazione nelle opere d'arte
attraverso i secoli, curate da eminenti studiose e critici. Di recente Banca di
Bologna ha organizzato una mostra fotografica in collaborazione con Collezioni
Alinari: L'industria bolognese, un DNA riconosciuto, con immagini in
gran parte inedite. Le attività proseguiranno nel
2016 a partire dalla mostra LA CAMERA. Sulla materialità della fotografia organizzata a
Palazzo de' Toschi in occasione di Arte Fiera 2016.