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17 maggio 2019

"liberi tutti" una spettacolo in scena la settimana scorsa che ripropone l'omofobia nell' ambito famigliare tra padre e figlio

 
Liberi Tutti - spettacolo teatrale scritto e diretto da Luca Scuccimarra e Roberta Todaro
 

Nella giornata Mondiale contro l'OMOFOBIA vi vogliamo far riflettere con un spettacolo teatrale andato in scena recentemente. Una Novità che parla di rifiuto famigliare dove spesso vengono i primi attacchi alle scelte di vita e di amore. La gravità dei fatti mette davanti a se stessi i genitori che solo davanti alla mote del figlio comprendono i loro errori. L'amore non ha confini e se tutti fossero attenti e dsiponibili a comprendere che amare non deve avere limiti verso chi scatta la scintilla. il dovere è lasciare che vinca la felicità e la serenità dei propri figli. Lo spettacolo è particolarmente interessante e ben allestito dove i quattro attori  hanno emozionato coinvolgendo gli spettatori alla riflessione

"Liberi tutti" è una tragicommedia che racconta il rapporto tra un padre e un figlio costruita su luoghi comuni troppo spesso banalizzati dalla tv e dai mass-media. Ambientata in una borgata romana, pone l'attenzione sul tema dell'omosessualità vista da persone comuni che si affacciano su questo mondo filtrato dai mezzi di comunicazione. Solo quando il protagonista si scontrerà con l'argomento, che diventerà vita reale, toccando gli affetti più profondi, capirà davvero ed imparerà ad accettare le infinite sfumature che rendono differenti tutti noi per essere finalmente LIBERI TUTTI!


Soggetto

Stefano, padre di Libero, è una persona semplice che lavora nella propria officina fin da piccolo per realizzare il sogno di una famiglia. Una casa, la scuola, i viaggi e tutte quelle occasioni che vedono la famiglia allargata riunirsi.

Non ultimo, permettere al loro unico figlio Libero di realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni.
Il giorno in cui Libero dichiara la propria omosessualità, scatena una crisi familiare e l'ira del padre. Roberta, la madre, più comprensiva e consapevole, cerca di calmare il padre spiegando l'importanza dell'appoggio familiare nei confronti del figlio. Poco importa a Roberta chi il proprio Libero amerà; quello che conta per lei è la felicità del figlio. Il padre, Stefano, uomo di borgata troppo preoccupato dell'opinione altrui, stenta ad accettare la situazione.
Ma quando riflette sui sacrifici fatti per la sua famiglia e per il figlio, cacciato da lui stesso di casa, si rammarica e rinsavisce. Accetta la situazione e invita il ragazzo a tornare.
Dopo qualche mese lo stesso padre si rende conto che Libero è un ragazzo come tanti che cerca l'amore oltre che la realizzazione nel mondo del lavoro.
Da poco laureato, per la gioia della sua famiglia, a Libero viene diagnosticato un tumore maligno. Con l'aiuto del suo fidanzato, entrato ormai a far parte di questa famiglia, affrontano la situazione che volge all'irreparabile morte del ragazzo.
Solo allora il padre capirà quanto siano state dure le parole dette a suo figlio nel momento della rivelazione. Sconfortato e distrutto dalla morte spiega quanto stupido sia stato offendere il proprio figlio.
In un monologo intenso con se stesso, cerca una spiegazione all'accaduto, e lancia una riflessione sul tema dell'omofobia, a persone che come lui vedono e vivono l'omosessualità  filtrata dai mezzi di comunicazione e dai media. Ribadisce l'orgoglio per la vita spezzata troppo presto di Libero e spera di ritrovarlo un'altra dimensione, augurandosi che almeno lì il figlio sia libero di essere quello che in terra volevano impedirgli di essere.