Nel mondo,
Il 99% dei consumatori considera il fenomeno dell’italian sounding una
frode. A rischio c’è la propensione dichiarata all’acquisto di olio italiano da
parte del 79% dei consumatori europei, del 68% di quelli asiatici e dell’84% di
quelli americani che pensano di acquistare, come italiano, un prodotto che non
è fatto con olive italiane. Il dato è stato diramato da EXTRACT,
l’osservatorio costituito da Unaprol - consorzio olivicolo italiano ed
Istituto Ixè per l’olio extra vergine di oliva di qualità, che ha
presentato il primo rapporto sulla percezione tra olio extra vergine di oliva
italiano e consumatore mondiale realizzato durante l’EXPO di Milano
2015.
L’indagine campionaria quantitativa, realizzata
nell’ambito del progetto Regg. CE 611 - 615/2014 di Unaprol, ha permesso di
selezionare durante l’esposizione universale un campione di consumatori
eterogeneo realizzando tra il 3 ed il 18 ottobre 2015, 1214 interviste. Il
rapporto, il primo in assoluto in questo campo, traccia il profilo del
consumatore mondiale con le sue aspettative rispetto al prodotto e le sue
abitudini. “Il rapporto - afferma il presidente di David Granieri -
traccia finalmente un profilo del consumatore mondiale rispetto alla
conoscenza del prodotto, che ora Unaprol mette a disposizione delle istituzioni
per migliorare le politiche d’intervento nel settore”.
Emerge, infatti, che nel mondo, una media dell’86% dei
consumatori conosce o ha sentito parlare dell’olio extra vergine d’oliva e il
72% dei consumatori sa che l’Italia è un paese produttore di olio extra vergine
d’oliva. In entrambi i casi il prodotto è meno conosciuto in Asia, in
particolare in Cina. In Europa la conoscenza è molto elevata, con una flessione
in Gran Bretagna cui fanno compagnia Nuova Zelanda e Australia, dove la
conoscenza del prodotto è inferiore alla media mondiale citata. La metà dei
consumatori non sa che la produzione italiana si differenzia in base al
territorio di origine; tra le aree produttive più conosciute spicca quella
dell’Italia Meridionale. In Europa e America sanno che in Italia si produce
olio extra vergine di oliva al Nord, al Centro e al Sud e isole comprese, ma in
Asia non sanno che si produce olio extra vergine anche nell’Italia
settentrionale.
Nel mercato globale, l’Italia detiene la maglia rosa
per quanto concerne la classifica di notorietà tra Paesi produttori seguita da
Spagna, Grecia e Portogallo. I più informati sono gli europei ma in Asia il 33%
dei consumatori non sa ancora oggi quali siano i paesi che producono olio. Il
37% dei consumatori a livello mondiale dichiara di utilizzare frequentemente
l’olio extra vergine d’oliva italiano. Il restate 63% lo usa raramente o mai. I
paesi dove si concentra una maggior percentuale di consumatori di olio extra
vergine italiano sono l’Europa, in particolare Francia, Austria e Russia, USA,
Centro e Sud America. In Asia la percentuale di consumatori di olio d’oliva è
inferiore.
In generale il mercato risponde molto bene all’olio extra
vergine di oliva italiano. Il 75% dei consumatori si dichiara propenso
all’acquisto se si tratta di prodotto italiano e la maggioranza assoluta
dichiara che al momento di acquistare un olio extra vergine d’oliva non bada al
prezzo per avere la massima qualità. L’olio extra vergine nel mondo è
utilizzato soprattutto per condire, in primis verdure e poi carni e
pesci. L’utilizzo per la cottura si ferma a poco più del 40% degli users
di olio. Il 20% di coloro che acquistano olio extra vergine lo fa per usi
estetici e curativi, una percentuale di poco inferiore lo usa come ingrediente
per pani e dolci. In Asia viene utilizzato più che in altri Paesi a fini
estetici, curativi e come ingrediente, ma meno per cucinare, friggere e come
condimento. In Europa è la Francia a farne un uso più vario e più spiccato per
fini estetici e curativi; in Gran Bretagna l’uso è più vario e più diffuso per
preparare dolci, biscotti e pani; gli stessi comportamenti si registrano nei
paesi dell’Est e in Olanda.
Quello che il rapporto mette in risalto è che Il 55%
degli acquirenti di olio extra vergine d’oliva nel mondo, quando fa un acquisto
legge l’etichetta. Il 38% la legge solo occasionalmente, il 7% non la legge
mai. Il continente che meno degli altri bada all’etichetta è l’Asia, mentre in
Giappone i consumatori sono più attenti. In Europa a leggere le etichette è
mediamente il 60% dei consumatori, ma la pole position ce l’hanno gli
americani. Il 54% dei consumatori nel mondo è convinto di acquistare un prodotto
di origine italiana, quando un’etichetta riporta un nome o un marchio italiano.
Ma tutti ritengono sia una frode scoprire che l’olio spacciato per made in
Italy non è prodotto con olive italiane.
“Per questo ha concluso Granieri, insieme al rapporto consegniamo
alle Istituzioni lo studio di fattibilità su un marchio di sostenibilità di
tutta la filiera che dovrà contraddistinguere sul mercato mondiale la qualità
del vero olio extra vergine di oliva italiano. Un marchio che racchiude valori
economici, etici contro il lavoro nero, di tracciabilità e con parametri
qualitativi superiori del vero prodotto italiano”.
OLIO: Agenzia ICE e Unaprol 20 anni di
successi made in Italy su tutti i mercati del mondo
Un’intesa
di successo quella tra l’Agenzia ICE e l’Unaprol che produce ottimi
risultati da oltre vent’anni sui principali mercati di tutto il mondo. Il
segreto di questo successo sta in un clima di collaborazione “inossidabile” che
dura nel tempo nonostante avvicendamenti ai vertici dei due organismi: una
statale e l’altro del settore privato. In vent’anni di iniziative congiunte, il
tricolore con i logo di ICE e Unaprol ha sventolato nei cinque continenti e
nello specifico in Australia, Kuwait, Pakistan, India, Repubblica Popolare Cinese,
Giappone, Singapore, Federazione Russa, Nord Corea, Slovenia, Spagna,
Belgio, Olanda, Danimarca, Germania, Francia, Regno Unito, Irlanda,
Canada, Stati Uniti, Brasile, Serbia, Taiwan e Uruguay.
Grazie alla collaborazione con Agenzia ICE, l’olio extra
vergine italiano di qualità è stato anche l’ambasciatore del gusto del made in
Italy nei numerosi vertici internazionali organizzati dal ministero dello
sviluppo economico, Simest e Sace in ambito FAO e Nazioni Unite. Molto
apprezzata la presenza e l’omaggio di bottiglie targate Unaprol sui tavoli di
tutti i vertici dei Capi di Stato e dei consigli dei ministri UE durante il
semestre di presidenza italiana del Consiglio Europeo e le numerose iniziative
realizzate ad Expo 2015 con il lancio della bottiglia SOLO
OLIVE ITALIANE.
L’iniziativa congiunta dell’Agenzia ICE e di Unaprol, in
occasione del lancio del rapporto EXTRACT sulla percezione del consumatore
mondiale nei confronti dell’olio extra vergine italiano di qualità, si
concretizza con un’azione di incoming di buyer e di giornalisti dagli Stati
Uniti.
Dopo la sigla del primo accordo di settore tra MISE e
Unaprol, poi sfociato nell’intesa operativa tra ICE e lo stesso
consorzio olivicolo italiano, sono al vaglio nuove misure per intensificare
iniziative ed azioni di sensibilizzazione e fidelizzazione del consumatore
mondiale a sostegno del vero olio extra vergine di oliva di qualità italiano.
Tra le aree di interesse al primo posto sempre gli Stati Uniti il cui mercato è
caratterizzato negli ultimi anni da una pesante concorrenza. Gli USA confermano la
pole position come mercato di sbocco per l’olio extra vergine di oliva
proveniente dall’Italia. Un mercato che rappresenta mediamente in valore
1miliardo e trecento milioni di export all’anno di oli di oliva vergini in
generale.
OLIO: marchio sostenibile per distinguere sullo
scaffale il vero extra vergine italiano nel mondo
L’olio
extra vergine italiano potrà contare sui mercati esteri su un marchio di
sostenibilità condiviso da tutta la filiera dell’olio italiano. L’idea progetto
è stata annunciata nel corso della presentazione di Extract l’osservatorio di
Unaprol ed Istituto IXè per l’olio extra vergine di qualità, nel corso della
presentazione del primo rapporto olio extra vergine di oliva italiano e
consumatore mondiale.
“Il marchio – afferma David Granieri presidente di
Unaprol racchiude quattro semplici concetti”: ambientale, perché
capace di tutelare risorse naturali, biodiversità e territori diversi;
economico, perché si preoccupa di garantire un reddito equo agli
agricoltori ed uno sviluppo alle comunità rurali; sociale ed etico
perché garantisce trasparenza nell’occupazione, sicurezza nei luoghi di lavoro,
uso di prodotti ecosostenibili e riciclabili; salutistico, perché
proviene da una filiera tracciata, che esalta le proprietà salutistiche
dell’olio extra vergine di oliva con parametri nutrizionali più restrittivi di
quelli previsti dalla legge e, quindi, in grado di soddisfare le attese
di tutti i consumatori.
Il marchio, il cui progetto di ideazione grafica è in
corso di elaborazione, verrebbe adottato attraverso un regime facoltativo di
certificazione. Sarà identificativo di tutta la filiera dell’olio
extra vergine di oliva italiano e dovrà essere condiviso con il Ministero delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali.