In tre anni, tra il primo semestre del 2011
ed il primo semestre dell’anno in corso, i prezzi dei principali beni e servizi
utilizzati dai turisti sono aumentati dell’8,8%, oltre tre punti percentuali al
di sopra della dinamica generale dei prezzi al consumo che nel periodo è stata
del 5,3%.
A tirare su i prezzi sono stati
principalmente carburanti e servizi pubblici. Il gasolio per mezzi di trasporto
è aumentato di oltre 18 punti percentuali ed insieme al trasporto aereo detiene
il record degli aumenti. Importanti i ritocchi ai listini dei pedaggi e dei
parchimetri (+13,8%), così come ai trasporti urbani che fanno registrare
aumenti al di sopra dell’11%. Più dieci per cento gli ingressi in musei e
gallerie. Queste sono le voci che presentano incrementi al di sopra del valore
medio del paniere di beni e servizi presi in esame.
A seguire ci sono le corse dei taxi (+8,6%)
ed i gelati, sia industriali che artigianali (+8,3%). Oltre due punti più
sotto, al 6%, gli aumenti dei servizi erogati dagli stabilimenti balneari. I
listini delle consumazioni al bar (caffè, cappuccino, snack, bibite) si sono mossi
più o meno come l’indice generale dei prezzi al consumo, mentre al di sotto
troviamo i servizi più importanti per i turisti, soprattutto in considerazione
della loro incidenza sul budget della vacanza.
Pizza e bibita in pizzeria sono aumentati
del 5%, mezzo punto in meno un pasto al ristorante. Decisamente contenuti gli
aumenti di una camera in pensione ed addirittura in calo quelli negli alberghi.
Nei servizi ricettivi risultano piuttosto vivaci, al contrario, i prezzi di
bed&breakfast ed alloggi agrituristici.
E’ paradossale – incalza il Presidente di
Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani – che gli unici prezzi freddi nel turismo siano proprio quelli
di servizi fondamentali come ristorazione ed alloggi. Chi vive di mercato è
testimone delle difficoltà che il turismo attraversa ed assume comportamenti
adeguati alla congiuntura. Grande disinvoltura dobbiamo registrare, invece, nei
listini dei servizi pubblici, dove alcuni aumenti sono assolutamente fuori
misura. E pensare che in questi giorni – prosegue Stoppani - abbiamo assistito,
nel pieno della stagione turistica, ad un’inutile e dannosa polemica sui prezzi
di alberghi e ristoranti, peraltro alimentata anche da chi farebbe meglio a
moderare i listini dei propri agriturismo, anziché disorientare i turisti con
dati fantasiosi”.