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9 agosto 2014

Istruzione - I fondi per la dispersione scolastica nelle aree a rischio tagliati del 30% e mal distribuiti

Firmato al Miur il contratto per incentivare i progetti di recupero delle aree più in difficoltà: stanziati 29 milioni di euro, l'anno scorso era più di 42 milioni. E per suddividerli si continuano ad utilizzare i parametri del 2011. Come se nel frattempo non sia accaduto nulla, non via sia stata un'esplosione di Neet nelle province del Sud Italia.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è incredibile, invece di incrementare gli sforzi per invertire la tendenza i nostri governanti stanno addirittura abbattendo i fondi. E si lasciano tanti giovani del Meridione e delle maggiori isole al loro destino segnato.

Gli ultimi dati Istat e rapporti nazionali sulle aree a rischio e sulla dispersione scolastica parlano chiaro: il Sud detiene di gran lunga il maggior numero di alunni che lasciano la scuola prematuramente, con province dove gli abbandoni superano il 40%, i Neet di Mezzogiorno e Isole risultano in media il 32% mentre nelle regioni Settentrionali sono meno della metà, la quota di cittadini con almeno il diploma superiore è del 59% al Nord e al 48,7% per le regioni che vanno dalla Campania in giù; anche le competenze degli alunni rilevate dai test OCSE-Pisa indicano tanti giovani del meridione in netto ritardo. Solo al Ministero dell'Istruzione non sembrano conoscere questi dati.

Anief apprende infatti il contratto nazionale per "incentivare i progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo migratorio e contro la dispersione scolastica" per finanziare i progetti attuati nell'a.s. 2013/2014, conferma tutti i parametri utilizzati nell'anno 2011/2012: si tratta di indicatori di tipo sociale, economico, sanitario, culturale, quelli relativi all'incidenza della criminalità e riferiti al sistema scolastico per quanto riguarda la dispersione scolastica e la presenza di alunni stranieri. Le risorse finanziarie complessive messe a disposizione per l'a.s. 2013/2014 sono pari ad euro 29.730.000,00.
"Premesso che l'anno scolastico precedente, il 2012/2013, il Miur, per lo stesso capitolo di spesa, aveva stanziato quasi il 30% di risorse in più (42.060.000,00 euro), non si comprende per quale motivo si continui a tenere conto dei parametri di tre anni. Come se nel frattempo non sia accaduto nulla, non via sia stata un'esplosione di Neet e di abbandoni nelle province del Sud Italia", è il commento di Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.

Eppure, nei giorni scorsi è stato proprio il Ministero dell'Istruzione a rendere pubblici i dati su alunni respinti e con debito formativo, da cui si evince che il 31,4% degli studenti sardi porta a casa un'insufficienza da recuperare, contro una media nazionale del 25,9%. È la Sardegna è anche la regione dove si promuove meno: i non ammessi all'anno successivo sono il 14,7%, contro una media nazionale del 9,6%. Negli istituti professionali i respinti sono il 23,3%, a fronte di una media del 16%. Praticamente, in Sardegna solo uno studente su due (il 53,9%) viene ammesso alla classe successiva.

"È paradossale - continua Pacifico - che dalla tabella di ripartizione dei fondi, alla Sardegna risulti assegnato appena il 3,46% dei fondi nazionali, pari a poco più di un milione di euro complessivi. Una cifra molto più bassa rispetto a quella destinata ad altre regioni del Centro-Nord, dove i problemi legati ai processi migratori possono essere maggiori ma non per questo prioritari alle esigenze degli alunni sardi. Abbiamo l'impressione che si continui ad ignorare certi indicazioni. E anche i richiami di Bruxelles, che da tempo ha fissato il livello massimo di dispersione scolastica al 10%".


"Invece di incrementare gli sforzi per invertire la tendenza - spiega ancora il sindacalista Anief-Confedir - stiamo addirittura abbattendo i fondi destinati a combattere l'abbandono scolastico. Se veramente il Governo vuole mettere la Scuola in cima alle sue priorità, non é più possibile andare avanti in questo modo: è giunta l'ora che incentivi gli organici di personale, le risorse e lo sviluppo del patrimonio turistico-culturale del Sud. Il tempo delle promesse sta scadendo".