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10 novembre 2022

Festival del Futuro 2022: Sono aperte le iscrizioni alla quarta edizione

Festival del Futuro 2022: 3 giorni di previsioni, confronti e dibattiti a 360° - dal 24 al 26 novembre in Gran Guardia a Verona



Vicina al via la quarta edizione del Festival del Futuro, l'iniziativa dedicata ai temi più importanti e attuali del nostro domani.


SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER PARTECIPARE IN PRESENZA AL FESTIVAL DEL FUTURO 2022



È possibile registrarsi gratuitamente alla quarta edizione del Festival del Futuro, in programma dal 24 al 26 novembre nella nuova location del Palazzo della Gran Guardia a Verona. L'evento ha come titolo "Il nuovo (dis)ordine mondiale" e sarà trasmesso in diretta streaming sul sito del Festival e su altre 16 piattaforme. Il programma dettagliato dei lavori è disponibile sul sito www.festivaldelfuturo.eu.




Si svolgerà nelle splendide sale del Palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra a Verona, la nuova edizione del Festival del Futuro, l'iniziativa dedicata ai grandi temi del domani. Un programma denso e interessante in una rinnovata formula ibrida, con la partecipazione di oltre 60 esperti di altissimo profilo, che affronteranno i temi più attuali in tutti i principali campi d'indagine: tecnologia, economia, finanza, lavoro, società, sanità, geopolitica, alimentazione, energia e ambiente.

 

Il Festival, promosso dalla piattaforma di studio e divulgazione scientifica Eccellenze d'Impresa, da Harvard Business Review Italia e dal Gruppo editoriale Athesis, potrà essere seguito in presenza e in streaming, come negli anni passati in cui oltre mezzo milione di visitatori unici – manager, imprenditori, studenti e ricercatori - ha seguito i lavori.

 

I lavori inizieranno alle ore 14 di giovedì 24 novembre con il keynote speech di Enrico Giovannini, ex Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili nel governo Draghi. A seguire poi l'intervento di Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria, sui temi delle sfide che l'industria italiana si troverà ad affrontare in futuro nel nuovo contesto globale che si è venuto a creare dopo la pandemia e il grave conflitto russo-ucraino. Nei giorni successivi i lavori si focalizzeranno sui grandi cambiamenti legati al mondo del lavoro e delle imprese, dell'innovazione tecnologica, dell'energia, dell'ambiente e di alimentazione e salute, in un contesto sempre più complesso, difficile da prevedere ed interpretare.

 

Interverranno ai lavori: Stefano Venier, amministratore delegato di Snam; Gian Luca Rana, Amministratore delegato del Pastificio Rana; Ferruccio De Bortoli, Editorialista de Il Corriere della Sera; Andrea Tilche, Professore Aggiunto Norwegian University of Science and Technology; Sergio Abrignani, Docente all'Università degli Studi di Milano; Alessandro E. Hatami, Managing Partner Pacemakers; Giorgio Metta, Direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia; Giovanna D'Esposito, General Manager SE di Uber; Marco Siracusano, CEO di PostePay; Stefano De Alessandri, CEO di Ansa; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti; Pierluigi Bolla, Presidente di Valdo S.p.A; Paolo De Castro, Parlamentare europeo; Mauro Fanin, Presidente di Cereal Docks Spa.

 

 

La partecipazione all'evento è gratuita previa registrazione. Per iscriversi basterà collegarsi al sito festivaldelfuturo.eu, accedere ai siti dei quotidiani Athesis larena.it, ilgiornaledivicenza.it e bresciaoggi.it o cliccare nel pulsante sopra.

 

I temi del Festival sono introdotti e spiegati nei 7 ampi inserti pubblicati ogni giovedì con i quotidiani L'Arena, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi, a cura di Harvard Business Review Italia, con i contributi di numerosi esperti e studiosi delle diverse materie.

 

La quarta edizione del Festival del Futuro gode del Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Transizione Ecologica e del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, del Patrocinio della Regione Veneto, Comune di Verona, Comune di Vicenza e Comune di Brescia, della Camera di Commercio di Verona, Camera di Commercio di Vicenza e della Camera di Commercio di Brescia. Si avvale della collaborazione di importanti partner scientifici, tra cui ASviSInternational Panel on Climate Change, Ispi, Istituto italiano di Tecnologia, Ernst & Young, Sace, Oxford Economics, Fondazione Filiera Italia, Food Trend Foundation, Università di Verona. Partner istituzionali sono Confindustria Verona, Confindustria Vicenza, Confindustria Brescia e Veronafiere. Main partner Pastificio Rana. Platinum partner Cattolica Assicurazioni (Gruppo Generali) e Banca Pictet. Gold partner Banco BPMCalzedoniaSAP e Snam. Silver partner BarillaCamozzi GroupFastweb e Techpa. Supporting partner ACS Data SystemsCredit Network & Finance S.p.A. e Unical AG S.p.a. - Riscaldamento e Climatizzazione. Thanks to Burro e Salvia Banqueting. Media partner Ansa.



Festival del Futuro è un evento e una community online promossi dalla piattaforma di studio e divulgazione scientifica Eccellenze d'ImpresaHarvard Business Review Italia e Gruppo editoriale Athesis. Segui ogni giorno la pubblicazione di articoli, news, podcast e video su https://festivaldelfuturo.eu





19 settembre 2022

Rifiuti, la plastica ha un tesoretto: uno su tre è un bene in polietilene

Rifiuti, la plastica ha un tesoretto: uno su tre è un bene in polietilene

In provincia di Treviso il progetto del consorzio Ecopolietilene ha monitorato la raccolta dei beni in polietilene in ambito urbano, seguendo la vita del rifiuto, dal conferimento fino al completo riciclo

 

Tra i rifiuti in plastica si nasconde un piccolo tesoro: sono i beni in polietilene. Il 30% della plastica rigida che viene conferita alle isole ecologiche rientra infatti in questa particolare tipologia di rifiuto che ha l'importante caratteristica di essere riciclabile al 100%, dando così un grande contributo all'ambiente e attivando un concreto processo di economia circolare. È questo il risultato del progetto sperimentale che Ecopolietilene, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti da beni in polietilene, in collaborazione con Contarina, Eco-Ricicli Veritas ed Ecolight Servizi, ha realizzato nella prima parte del 2022 nella provincia di Treviso.

«Dopo il monitoraggio nella zona di Cuneo e in provincia di Salerno, con questa terza iniziativa abbiamo voluto proseguire nel censimento dei beni in polietilene, che vengono conferiti alle isole ecologiche, con l'obiettivo non solo di individuare le quantità di beni in polietilene che finiscono nella raccolta della plastica, ma di studiare la possibilità di una raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuto che ha un importante valore ambientale», dice il direttore generale di Ecopolietilene, Giancarlo Dezio.

Nello specifico, il progetto si è concentrato nel territorio servito da Contarina, società pubblica per la gestione dei rifiuti nei 49 Comuni della provincia di Treviso aderenti al Bacino Priula, ed ha preso in considerazione i conferimenti relativi alla frazione di rifiuti con EER 20 01 39 (plastica) effettuati presso 11 isole ecologiche (EcoCentri). Dalle quasi 8 tonnellate raccolte è stato prelevato un campione di 3 tonnellate che è diventato oggetto di analisi. Da questa attività di campionamento sono stati rinvenuti serramenti in pvc, taniche, cassette, secchi, ma anche del materiale non di plastica (legno, carta e metalli). Come rifiuti di beni in polietilene sono stati individuati bins, reti ombreggianti, cassette per l'edilizia - frutto di lavori di ristrutturazione e sistemazione di aree esterne – oltre a casalinghi marchiati PE, arredamento da esterno e giocattoli non elettronici, che testimoniano sostanzialmente l'origine domestica del rifiuto.

«Diversamente dalle sperimentazioni precedenti, l'analisi del rifiuto non è stata fatta a mano, ma attraverso un processo di selezione per polimero con tecnologia ottica e meccanica», spiega Dezio. «Questo ha permesso di avere una miglior capacità di individuazione dei beni in polietilene: delle quasi tre tonnellate di rifiuti plastici presi in considerazione, circa una tonnellata è risultata riconducibile alla famiglia dei beni in polietilene. Questa, sottoposta a trattamento, è stata quindi inviata alle aziende che trasformano le materie plastiche e che usano la tecnologia di estrusione e stampaggio a iniezione. I rifiuti da beni in polietilene hanno così avuto un nuovo ciclo di vita».

Il progetto si inserisce nell'azione di studio e sensibilizzazione sui rifiuti di beni in polietilene che il consorzio Ecopolietilene sta attuando nell'ottica non solamente di quantificare la produzione di questi rifiuti in ambito urbano, ma di migliorare anche la qualità dei rifiuti che vengono inviati agli impianti di recupero. «Con questo progetto abbiamo seguito l'intero ciclo di vita del rifiuto di beni in polietilene: generazione, raccolta, selezione, trattamento e reimmissione sul mercato come materia prima seconda», conclude il direttore generale. I beni in polietilene sono estremamente diffusi nelle nostre case: scopo del consorzio è anche stimolare una maggior conoscenza, sensibilizzando la popolazione sulle potenzialità ambientali di questi rifiuti.

 

Ecopolietilene - consorzio per la gestione dei rifiuti di beni in polietilene, Ecopolietilene è un sistema autonomo, senza fini di lucro e riconosciuto dal Ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. È composto dalle aziende produttrici, dai distributori e dai riciclatori dei beni in polietilene e nasce dalla professionalità e dal know-how nella gestione dei rifiuti maturata dal Sistema Ecolight, al quale fanno riferimento il consorzio Ecolight ed Ecolight Servizi, società che si occupa della gestione integrata dei rifiuti professionali generati dalle aziende.

www.ecopolietilene.it

 

17 febbraio 2022

LE MULTINAZIONALI VOGLIONO TOGLIERE IL MONDO DEI MASAI. FIRMATE PER NON TOGLIERE LA LORO TERRA E CULTURA IN TANZANIA

FIRMA
Le Multinazionali vogliono distruggere il Mondo e togliere ogni cultura. Salviamo il popoplo dei Masai. (Enzo Fasoli) io ho firmato e anche voi potere aderire.
Siamo i Masai della Tanzania del nord e da un giorno all'altro rischiamo di essere cacciati dalle nostre terre ancestrali  per fare spazio a turismo e safari. Siamo già riusciti a bloccare il progetto una volta: ora ci serve il tuo aiuto per farlo ancora! La nostra Presidente è in Europa per un vertice importante, il momento perfetto per metterle pressione. Firma ora per aiutarci a proteggere le nostre terre!
FIRMA
Cari avaaziani,
Siamo gli anziani e i consiglieri del popolo Masai del nord della Tanzania. Da un giorno all'altro decine di migliaia di persone della nostra comunità potrebbero essere costrette ad abbandonare le nostre terre ancestrali per fare spazio al turismo d'élite e ai safari di caccia.

Abbiamo urgente bisogno del tuo aiuto.

L'ultima volta che abbiamo affrontato questa minaccia, più di 2 milioni di avaaziani hanno sostenuto il nostro appello, e insieme siamo riusciti a far prendere al Presidente l'impegno di non mandarci mai via dalle nostre terre.

Ma ora c'è un nuovo capo di stato e quel vecchio progetto è tornato di moda! La presidente Samia Suluhu Hassan può scegliere di ignorare noi, ma sappiamo che dovrà rispondere alle pressioni dei media e dell'opinione pubblica mondiale, di tutti voi! Ora si trova in Europa per un importante vertice tra Africa e Europa, è l'occasione per farle arrivare il nostro appello globale. Unisciti a noi adesso: dimostriamole che tutto il mondo sta con i Masai!!
Le comunità indigene Masai hanno preservato la terra e la fauna dell'Africa orientale per secoli, convivendo pacificamente. Ma a un certo punto i governi hanno cercato di buttarci fuori dalle nostre case, con il pretesto del turismo e della conservazione.

Abbiamo provato di tutto, persino a portare il governo in tribunale per violazione dei nostri diritti. Ma ora, l'attenzione pubblica è diminuita e temiamo di poter essere cacciati da un momento all'altro, rimanendo senza casa, mettendo in pericolo la sopravvivenza della nostra cultura e della fauna locale. Il governo ci ha promesso che troverà "una soluzione", ma perdere la nostra terra potrebbe significare l'estinzione della nostra comunità.

Riponiamo in voi la nostra speranza. La nostra nuova presidente dice di essere aperta al dialogo con la comunità internazionale, per questo è andata in Francia per incontrare il presidente Macron. È il momento ideale per far leva sull'esito disastroso che l'espulsione dei Masai avrebbe sulle relazioni pubbliche del paese. Grazie al tuo aiuto possiamo influenzare le sue scelte, ma abbiamo poco tempo: firma ora!
Alcuni nella nostra comunità hanno detto che preferiscono morire che lasciare le loro case. Ma questa è una scelta che nessuno dovrebbe mai fare. Sappiamo che insieme siamo più forti e che possiamo cambiare il corso della storia, come abbiamo già fatto in passato. Facciamolo di nuovo immaginando e costruendo un mondo in cui gli esseri umani e la natura possono coesistere in pace.

Con speranza e determinazione

I Masai di Ngorongoro e tutto il team di Avaaz

P.S. L'immagine utilizzata non è collegata ai Masai che hanno inviato questo appello, nell'interesse della loro sicurezza.

Avaaz è un movimento globale con oltre 69 milioni di membri, che promuove campagne far valere la voce dei cittadini nelle stanze della politica di tutto il mondo (Avaaz significa "voce" in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; il nostro team vive in 18 paesi e 6 continenti e opera in 17 lingue. Clicca qui per conoscere le nostre campagne più importanti, e seguici su Facebook Twitter o Instagram.
Sei entrato/a a far parte del movimento di Avaaz e hai iniziato a ricevere queste email firmando "Fermate il festival della carne di cane di Yulin!" il 2016-06-09 usando l'indirizzo email enzofas31@gmail.com.

Per essere sicuro/a che i messaggi di Avaaz raggiungano la tua casella di posta, ti preghiamo di aggiungere avaaz@avaaz.org alla tua lista di contatti. Per cambiare il tuo indirizzo e-mail, ricevere le e-mail in un'altra lingua o altre informazioni contattaci utilizzando questo modulo. Per non ricevere più le nostre e-mail, invia un'e-mail a unsubscribe@avaaz.org oppure clicca qui.
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11 dicembre 2021

“BEACH CARE PROJECT”, GLI STUDENTI RIPULISCONO LE SPIAGGE ITALIANE E FRANCESI

 

 

"BEACH CARE PROJECT", GLI STUDENTI RIPULISCONO
LE SPIAGGE ITALIANE E FRANCESI

 

Al via "Beach Care Project", un progetto internazionale per la tutela del Mar Mediterraneo che si propone di informare, sensibilizzare e mobilitare i cittadini per contrastare l'impatto della plastica in ambiente marino e promuovere una gestione eco-consapevole dell'ecosistema spiaggia, luoghi di transizione tra l'ambiente terrestre e marino, che tutti viviamo e sfruttiamo con superficialità, sottovalutandone la grande importanza ambientale, sociale, turistica ed economica.

 

Questo è solo lo "start" di un progetto che ha l'ambizione di coinvolgere e sensibilizzare tutti i comuni che si affacciano sul Mar Mediterraneo, grazie anche al CNR e l'Arma dei carabinieri per l'Italia ed il CNRS per la Francia. Protagonisti studenti delle scuole primarie coinvolti nel raccogliere la plastica sulle spiagge e partecipare al progetto formativo di salvaguardia dell'ambiente marino e da gennaio 2022 Beach Care Project entrerà anche nelle scuole con un kit didattico e lezioni dedicate per la sensibilizzazione dell'ecosistema spiagge coinvolgendo più di 10 mila bambini italiani e francesi.

 

A vestire i panni di Madrina e di Padrino dell'iniziativa: Roberta Morise, conduttrice di importanti programmi Rai e Sky ("I Fatti Vostri", "Sei in un paese meraviglioso", "I migliori anni") e Sergio Parisse, rugbista italoargentino che milita nel Tolone e che detiene il record di presenze con la nazionale italiana.  

 

Le spiagge italiane dove sono state realizzate le attività di "cleaning" sono Foce Varano (Puglia) e Carini (Sicilia) per l'Italia; le spiagge Petite Afrique, Plage de Paloma e de la Fourmis a Beaulieu-sur-Mer in Costa Azzurra, tra Nizza e Monaco per la Francia.

 

"Beach Care Project" è un progetto triennale di CNH Industrial, con il brand CASE, realizzato da 4 Elements, una content factory di progetti multimediali che hanno in comune la sostenibilità integrale. Partner dell'iniziativa CNR, CNRS, Arma dei Carabinieri, Librì Editore.

9 novembre 2021

Emergenza raccolta Pneumatici Fuori Uso: Ecopneus incrementerà la raccolta presso i gommisti fino al +20%

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PNEUMATICI FUORI USO (PFU)

 

Emergenza raccolta Pneumatici Fuori Uso:

Ecopneus incrementerà la raccolta presso i gommisti fino al +20%

 

Con una nota della Direzione Generale per l’Economia Circolare indirizzata ai soggetti autorizzati alla gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia si dispone l’incremento delle percentuali di raccolta fino ad un +20% fino a fine anno, come era stato già determinato da una circolare del dicembre 2020 che aveva alzato del 15% i quantitativi di PFU da raccogliere nel 2021.

 

Federico Dossena, Direttore Generale Ecopneus “Bene il provvedimento per arginare la situazione critica, su cui daremo da subito il nostro fattivo contributo; necessario però mettersi al lavoro su tracciamento e controlli per dare risposte strutturali”

 

Milano 9 novembre 2021 - Ecopneus aumenterà al 20% la propria quota di raccolta aggiuntiva “straordinaria” presso tutti i gommisti in Italia fino a fine anno. Un impegno concreto che risponde tempestivamente alla nota inviata dalla Direzione Generale per l’Economia Circolare del Ministero della Transizione Ecologica a tutti i soggetti autorizzati alla gestione dei PFU come Ecopneus.

Già a dicembre 2020 una circolare del Ministero della Transizione Ecologica prescriveva ai soggetti autorizzati di raccogliere nel 2021 una quota di PFU maggiore del 15% rispetto i propri target di legge, con la possibilità di un ulteriore incremento al 20% che si è concretizzata con il recente provvedimento.

Un provvedimento che interviene nell’annosa questione delle criticità nella raccolta dei PFU, un fenomeno che ha origine principalmente dai flussi di pneumatici che entrano illegalmente nel mercato del ricambio nazionale e che gli esperti stimano in almeno 30/40.000 tonnellate l’anno.

Bene l’intervento del Ministero della Transizione Ecologia, su cui stiamo già dando il nostro contributo, ma occorre lavorare a soluzioni strutturali del problema, anche attraverso meccanismi di tracciamento e controllo dei pneumatici che possano scongiurare ogni distorsione del mercato causata dai flussi di pneumatici illegali” ha dichiarato il Direttore Generale Ecopneus Federico Dossena. “Una situazione complessa cui abbiamo sempre risposto fattivamente, raccogliendo in dieci anni oltre 130.000 tonnellate di PFU in più rispetto gli obblighi di legge”.

Proprio da questo senso di responsabilità nacque anche il progetto “Cambio Pulito”, che tra il 2015 e il 2019, partendo da Ecopneus, ha coinvolto anche i principali soggetti nazionali responsabili della raccolta dei PFU, le associazioni di categoria dei gommisti e dei produttori di pneumatici, con il coordinamento di Legambiente.

Oltre a creare un danno erariale di circa 80 milioni di euro l’anno, questo “baco dell’illegalità” porta infatti delle conseguenze anche per gli operatori onesti, sia sul fronte della concorrenza sleale che altri operatori possono operare in virtù di costi di approvvigionamento più bassi, sia soprattutto per gli accumuli di PFU che giacciono presso le officine data l’impossibilità degli operatori della raccolta di prelevare tutti i PFU fisicamente presenti. I pneumatici introdotti illegalmente, infatti, oltre a non aver versato il contributo ambientale necessario a coprire i costi di raccolta, trasporto e riciclo (circa 12 milioni di euro l’anno), alterano i conteggi complessivi su cui è basato l’intero sistema: sono veri e propri pneumatici “fantasma”, indistinguibili da quelli acquistati legalmente, che non concorrono al calcolo di quanti PFU sono da raccogliere ma che sono comunque fisicamente presenti nelle officine.

L’intervento del Dicastero punta a fronteggiare questa potenziale emergenza ambientale e ad alleggerire la situazione degli operatori in particolare in alcune Regioni dove si riscontrano le criticità maggiori (Liguria, Lazio, Campania, Sardegna, Calabria e alcune aree di Puglia, Basilicata, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, in parte segnalate al Ministero proprio da Ecopneus), in vista anche della scadenza del 15 novembre per il cambio gomme invernali, che vedrà verosimilmente un picco di sostituzione dei pneumatici.

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L’11 dicembre 2020 il Ministero della Transizione Ecologica, con Direttiva della Direzione Generale per l’Economia Circolare, ha prescritto ad una parte dei soggetti responsabili della gestione dei PFU in Italia (tutte le forme associate e i sistemi individuali con immesso superiore a 200 ton.) le modalità per intervenire nella situazione di emergenza rappresentata dai PFU giacenti presso i punti vendita di pneumatici sul territorio.

Il provvedimento obbliga tutti i soggetti responsabili alla raccolta sul territorio di una quota aggiuntiva del 15% rispetto al target di riferimento derivante dal DM 182/2019, con conseguente eventuale adeguamento del contributo ambientale fissato. La Direttiva prevedeva già la possibilità di un eventuale incremento di tale quota integrativa fino al 20% con l’emissione di un nuovo provvedimento, come quello recentemente emanato.

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Ecopneus è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero di Pneumatici Fuori Uso, costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia, cui nel tempo si sono aggiunte molte altre aziende. Ogni anno Ecopneus gestisce raccolta, trattamento e recupero di mediamente circa 200.000 tonnellate di PFU, trasformate in preziosa gomma riciclata per tantissime applicazioni nello sport, nelle infrastrutture, per il benessere animale, nell’arredo o come energia.

 

 

 

 

 

Slow Food: sull’agricoltura la Cop26 punta su false soluzioni

 

 Slow Food: sull'agricoltura la Cop26 punta su false soluzioni


Secondo Slow Food, che ha seguito i lavori della due giorni dedicata alla natura e all'uso del suolo, la Cop26 non ha centrato un approccio corretto sulla produzione agricola: parlare di agricoltura sostenibile senza considerare l'intero sistema alimentare non permette infatti di avere una visione complessiva e veritiera sui problemi. Le proposte emerse sembrerebbero andare in due direzioni diverse presentate come complementari: da un lato la riforestazione e dall'altro le nuove tecnologie in agricoltura.

In realtà a essere riproposto è un vecchio modello, secondo il quale il cibo è considerato come un insieme di merci prodotte su larga scala, con monocolture assistite da tecnologie futuristiche che non faranno altro che far dipendere i contadini sempre di più dalle multinazionali e dai loro brevetti.

Marta Messa, direttore di Slow Food Europa, commenta:
«Uno degli eventi di oggi alla Cop26 riguardava la transizione verso un'agricoltura sostenibile e giusta. Per noi di Slow Food una transizione giusta deve basarsi sulla biodiversità, l'agroecologia e la giustizia sociale e non sulle innovazioni tecnologiche proposte dalle grandi multinazionali, lontane dalle innovazioni reali che le comunità locali sviluppano. 
Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità dovrebbero essere affrontati insieme, in quanto facce della stessa medaglia collegati dai medesimi problemi».

Shane Holland,
Executive Chairman of Slow Food in the UK aggiunge: «La produzione industriale casearia e di carne è responsabile di una ampia parte delle emissioni, eppure importanti gruppi in questi giorni hanno proposto l'allevamento intensivo come la salvezza. Dall'altro lato abbiamo ascoltato anche la testimonianza di chi è convinto della necessità di aumentare la produzione agricola come riserva contro i raccolti scarsi. 
Questa visione è inaccettabile, specialmente se consideriamo che già oggi il 30% del cibo prodotto per il consumo umano è sprecato, e questo non fa altro che esacerbare la crisi climatica. Sembra che i governi non siano in grado di fuggire dall'influenza delle multinazionali e che siano incapaci di fare scelte davvero sostenibili, che esistono già ma che andrebbero promosse e supportate su larga scala».

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la Cop26 dovrebbe abbracciare la via della transizione verso sistemi alimentari agroecologici, che mantengono il carbonio organico nel terreno, supportano la biodiversità, ricostruiscono la fertilità del suolo e garantiscono una vita dignitosa agli agricoltori e diete sane a tutte le persone.



23 agosto 2021

CALL APERTA per Wolf Film Festival 2022-Roma

 

 

Wolf Film Festival - Premio e Mostra Cinematografica, è diventato ancora più Green, inserendo all'interno di questo Evento una NUOVA SEZIONE dedicata ai Cortometraggi a Tema Green e Innovazione. Le 3 Migliori Opere che saranno selezionate da una Giuria di Esperti si contenderanno il Premio come Miglior Cortometraggio Green e Innovazione.

 

Per iscriversi bisogna andare su Filmfreeway: https://filmfreeway.com/WolfFilmFestival


L'ambiente ha bisogno di essere tutelato, ha bisogno di maggiore cura. Lo scioglimento dei ghiacciai causato dall'inquinamento che ha dato vita ad un aumento delle temperature sta mettendo in ginocchio la nostra Madre Terra. Il Cinema è uno dei strumenti più potenti di sensibilizzazione, insieme al mondo della TV, Spettacolo, Cultura, Scuola, Aziende, Ministeri, vari Assessorati e Istituzioni

 

Entro pochi decenni – pochi decenni – buona parte della città di Miami, in Florida, non esisterà più: sarà sommersa dalle acque dell'Oceano Atlantico che si saranno alzate di diversi metri a causa del riscaldamento globale. Molte altre città costiere, come quelle del Bangladesh, finiranno sott'acqua in un processo che secondo gli scienziati è ormai inevitabile, senza alcun punto di ritorno, anche se smettessimo di colpo di bruciare combustibili fossili nei prossimi dieci anni. In mancanza di una radicale riduzione nella produzione dei gas serra, poi, nei prossimi decenni avremo ricorrenti uragani, tempeste e inondazioni dalla portata straordinaria, lunghi periodi di siccità che distruggeranno i raccolti e avranno pesanti conseguenze economiche, nuove epidemie di malattie ormai dimenticate, estati sempre più torride, oceani sempre più inquinati e ostili alla vita, aria irrespirabile per interi mesi e una moltiplicazione di piccoli e grandi conflitti locali. Forse li avremo anche in caso di una radicale riduzione nella produzione dei gas serra, a questo punto: complici le grandi attenzioni dei ricercatori, che comunicano con cautela dati e probabilità per non dare appigli ai negazionisti, non abbiamo idea del disastro che ci aspetta e che in parte si è già inesorabilmente avviato.

 

Negli ultimi anni le notizie sul clima sono state tutt'altro che incoraggianti: il 2016 è stato l'anno più caldo mai registrato, d'inverno 2016 al Polo Nord le temperature massime sono state per giorni ben al di sopra della media stagionale e in Antartide una gigantesca frattura nei ghiacci della Penisola Antartica sta per portare alla formazione di un enorme iceberg, grande più della Liguria. Gli effetti del riscaldamento globale sono visibili e tangibili da tempo, dicono gli esperti, ma nonostante tutto continuiamo a ignorarne la portata e a rimuovere dai nostri pensieri il fatto che presto ci riguarderanno tutti e cambieranno le nostre vite.

 

Ricordiamo che Wolf Film Festival-Roma è la prima Champions del Documentario 

 

Wolf Film Festival si innova alla sua Seconda Edizione, dal 15 al 19 GIUGNO 2022, a Roma, dando vita ad un Torneo, una Campions del Documentario, è la prima a livello mondiale. Il Macro Tema affrontato da questa Edizione è il Green e l'innovazione Tecnologica. Questa volta il nostro Festival prevede un concorso per documentari e corti a tema ambientale e sociale di stretta attualità. Documentari provenienti da tutto il mondo saranno selezionati da una Giuria di Esperti e solo 16 entreranno a far parte di 4 gruppi (A,B,C,D), solo le migliori opere, due di ogni gruppo, passano alla fase successiva, cioè ai quarti di Finale che sono ad eliminazione diretta. Il Miglior Documentario di ogni quarto passa alla Semifinale fino ad arrivare alla Finale. Il Miglior Documentario in assoluto vince una targa Wolf Film Festival più un Premio in denaro di 300 euro.

 

La Direzione Artistica composta dagli Artisti Vincenzo Giannone, Nadine Micu Galiano e Mascia Spinicchia hanno pensato di dar vita ad un'innovazione nel mondo dei festival. 

La parola d'ordine di quest'anno è Rispetto dell'Ambiente e Innovazione Tecnologica sempre più Ecosostenibile. Presto torniamo con fantastiche NEWS, articoli, progetti e interviste