.I giovani artisti, in particolare danzatori, trovano lavoro in altri teatri e compagnie all’ estero. Le eccellenze ottengono contratti e li troviamo presso organismi teatrali tra l’Europa e l’America. Anche per Lorenzo Mattia Pontiggia, 19 anni con una buona esperienza. Ama la danza e la ritiene una componente prima di cuore e poi di fisica. Il suo corpo si muove tra l’emozione e la perfezione dei movimenti. I suoi primi passi a soli 6 anni tra Milano e Saint-Vincent, poi passo dopo passo arriva alla Scala di Milano, tempio dell’Opera e della danza mondiale, Danza con Roberto Bolle. Emozione dopo Emozione si perfeziona sotto la guida di Francesco Frola e Lucia Giuffrida frequentando “Professione Danza” conquistando importanti borse di studio internazionali. E’ un giovane che è sicuro di se e che vive lontano da casa ma che non dimentica mai la propria famiglia e i sacrifici. Il desiderio è sempre quello di tornare in Italia, alla Scala, ma altrettanto consapevole che se il destino lo vuole all’estero saprà accettare le proposte internazionali. Per Lorenzo Mattia la Danza è: “Comunicazione dei sentimenti che va oltre l’insicurezza e la paura di mostrarsi.”. I suoi idoli sono Roberto Bolle e Cristiano Ronaldo entrambe non mollano mai e sono la perfezione. In questa mia prima intervista scopriamo alcuni aspetti professionali e privati per capire da dove e come nasce la passione DANZA: “È un fuoco che ho nell’ anima, qualcosa di forte che non mi ha mai abbandonato. La Danza è vita per me, senza non potrei vivere, quando sono sul palco sono un’altra persona.” A giorni si trasferisce a Cleveland, in Ohio, per cominciare una nuova avventura con il Cleveland Ballet. Il prossimo spettacolo sarà la “Carmen” ed andrà in scena alla fine di ottobre. Nel novembre 2018 per colpa di un batterio ha perso parzialmente la vista all’occhio destro ma, tutto ciò non l’ha fermato di seguire il suo sogno: Danzare per regalare emozioni con le più importanti istituzioni e teatri nel Mondo.
Enzo Fasoli
Lorenzo Mattia Pontiggia parlami un po di te?
Sono Lorenzo Mattia Pontiggia e sono un ballerino al Cleveland Ballet, negli Stati Uniti. Sono nato nel 2000 e all'età di sei anni ho iniziato a ballare a Milano all'Omino Danzante di Maria De Guz. All'inizio era più un hobby, non avrei mai pensato che avrei fatto di tutto ciò un lavoro. Nel 2010 mi sono trasferito ad Aosta, dove ho continuato a seguire la mia passione presso l'Institut de Danse du Val d'Aoste di Dorothy Rollandin e il For Dance Institute di Yvonne Henshaw di Saint-Vincent. Mi hanno sempre stimolato, facendomi crescere tecnicamente ma anche come persona. E' lì che ho capito che, se mi impegnavo, avrei potuto raggiungere alti livelli. Senza di loro non sarei mai arrivato fin qui.
Inseguendo il suo sogno nel 2013 feci due audizioni: all'Ecole Supérieure de Danse di Cannes e all'Accademia Teatro alla Scala Milano. Superatele entrambe, scelsi La Scala. L'impatto fu piuttosto traumatico: tutto nuovo, lontano dalla famiglia, 4 ore al giorno di allenamento e dalle 16 alle 20 a scuola. Però in compenso ho provato l'enorme emozione di ballare sul palco de La Scala. Il 25 e 26 aprile 2015 rimarranno indimenticabili per me per l'emozione di esibirsi sullo storico palco, ma, anche, perché la mattina mi sono ritrovato a scaldarmi alla sbarra con Roberto Bolle, mio grande idolo.
Problemi a un ginocchio mi bloccarono per sei mesi e non mi permisero di accedere al corso successivo, per cui nel settembre 2015 mi trasferì a Parma per frequentare Professione Danza Parma di Francesco Frola e Lucia Giuffrida. Il clima più familiare della scuola mi ha aiutato a maturare e raggiungere importanti risultati. A ottobre del 2015, a Cordoba, in Messico, ho superato le semifinale dell'importante Youth America Grand Prix accedendo alle finali che si svolgono a New York. Ed è lì che inoltre, ho ottenuto la borsa di studio per la Summer Intensive School dell'Orlando Ballet, in Florida. Nel settembre 2016 mi sono trasferito ad Orlando, fino a dove sono stato fino alla fine dello scorso maggio. Nel corso dei tre anni ho avuto l'opportunità di ballare in numerose produzioni della prima compagnia e di partecipare a numerosi concorsi. A marzo del 2018 ho vinto il secondo premio nella categoria 'contemporaneo' ed il terzo in quella 'classica' a Boston allo Youth America Grand Prix. Nello stesso concorso nel gennaio 2019, a Tampa, sono stato premiato con il secondo posto nella categoria 'classico' ed ho avuto l'occasione di ballare al gala 'Stars of Today meet the Stars of Tomorrow'. A giugno del 2018 ho partecipato al workshop di OnDance di Roberto Bolle. Durante la settimana ho avuto l'occasione di ballare all'interno del gala 'Roberto Bolle and Friends' e sono stato premiato con una borsa di studio per il Washington Ballet e un premio per essere stato giudicato uno dei migliori quattro ballerini all'interno del workshop. A novembre del 2018, un batterio ha causato un'ulcera nel mio occhio destro, da cui sono parzialmente cieco. Tutto ciò non mi ha fermato nell'inseguire il mio sogno. Non è stato facile all'inizio, tutto il senso di equilibrio era diverso, ma non mi sono demoralizzato e adesso se non lo dico, le persone neanche sanno che io abbia questo problema. Tutto questo mi ha portato a successi ed incontri incredibili. oltre al premio allo Youth America Grand Prix, ho avuto la fortuna di potere incontrare Andrea Bocelli. Un incontro molto speciale perché ho ballato sulle note di 'Volare' cantata da lui. Durante l'incontro abbiamo avuto l'occasione di parlare anche di progetti futuri.
Oltre alla danza sono un appassionato di qualsiasi tipo di sport. Oltre a Roberto Bolle, anche Cristiano Ronaldo è un punto di riferimento per me. Amo la sua mentalità, il fatto di non arrendersi mai e di fare di tutto per arrivare dove si vuole.
Quando nasce ll desiderio della Danza, in particolare quella classica, perché avviene questo impulso? Quando hai iniziato e dove?
C’è sempre stata, fin da piccolo. Già alla scuola materna chiedevo a mia mamma che mi iscrivesse a un corso di danza. È un fuoco che ho nell’ anima, qualcosa di forte che non mi ha mai abbandonato.
Nessuno mi aveva parlato di danza. Nessuno nella mia famiglia la praticava.
Vivevo a Milano in quel periodo e il mio primo corso, all'età di sei anni, l’ho seguito in una scuola che si chiamava “l’omino danzante”: in quel nome era segnata la mia strada. Fin dall'inizio ho sempre voluto fare danza classica, mi ricordo ancora perfettamente il momento in cui mi fu chiesto di decidere quale stile di danza avrei voluto praticare davanti alla televisione della scuola di danza e la mia risposta 'quella' mentre passavano le immagini del balletto.
Non ero portato per quella disciplina. Ero molto rigido e scoordinato ma sentivo che avrei dovuto lavorare duramente e che ce l’avrei potuta fare.
La mia prima volta su un palco il mio sguardo ha catturato l’intera platea e la mia insegnante ha capito che mi muoveva qualcosa di profondo e non solo un capriccio infantile.
La mia convinzione è cresciuta poi vedendo film tra i quali Billy Elliot o con Barishnikov. E video di danza con Roberto Bolle o Nureyev. Mi piace molto una frase di quest’ultimo che dice “io imparavo a danzare e danzavo perché mi era impossibile non farlo, non perdermi nella musica, non usare i miei occhi per guardare allo specchio, per provare passi nuovi, non potevo pensare di essere altrove, di non sentire la terra che si trasformava sotto le mie piante dei piedi."
Sono Lorenzo Mattia Pontiggia e sono un ballerino al Cleveland Ballet, negli Stati Uniti. Sono nato nel 2000 e all'età di sei anni ho iniziato a ballare a Milano all'Omino Danzante di Maria De Guz. All'inizio era più un hobby, non avrei mai pensato che avrei fatto di tutto ciò un lavoro. Nel 2010 mi sono trasferito ad Aosta, dove ho continuato a seguire la mia passione presso l'Institut de Danse du Val d'Aoste di Dorothy Rollandin e il For Dance Institute di Yvonne Henshaw di Saint-Vincent. Mi hanno sempre stimolato, facendomi crescere tecnicamente ma anche come persona. E' lì che ho capito che, se mi impegnavo, avrei potuto raggiungere alti livelli. Senza di loro non sarei mai arrivato fin qui.
Inseguendo il suo sogno nel 2013 feci due audizioni: all'Ecole Supérieure de Danse di Cannes e all'Accademia Teatro alla Scala Milano. Superatele entrambe, scelsi La Scala. L'impatto fu piuttosto traumatico: tutto nuovo, lontano dalla famiglia, 4 ore al giorno di allenamento e dalle 16 alle 20 a scuola. Però in compenso ho provato l'enorme emozione di ballare sul palco de La Scala. Il 25 e 26 aprile 2015 rimarranno indimenticabili per me per l'emozione di esibirsi sullo storico palco, ma, anche, perché la mattina mi sono ritrovato a scaldarmi alla sbarra con Roberto Bolle, mio grande idolo.
Problemi a un ginocchio mi bloccarono per sei mesi e non mi permisero di accedere al corso successivo, per cui nel settembre 2015 mi trasferì a Parma per frequentare Professione Danza Parma di Francesco Frola e Lucia Giuffrida. Il clima più familiare della scuola mi ha aiutato a maturare e raggiungere importanti risultati. A ottobre del 2015, a Cordoba, in Messico, ho superato le semifinale dell'importante Youth America Grand Prix accedendo alle finali che si svolgono a New York. Ed è lì che inoltre, ho ottenuto la borsa di studio per la Summer Intensive School dell'Orlando Ballet, in Florida. Nel settembre 2016 mi sono trasferito ad Orlando, fino a dove sono stato fino alla fine dello scorso maggio. Nel corso dei tre anni ho avuto l'opportunità di ballare in numerose produzioni della prima compagnia e di partecipare a numerosi concorsi. A marzo del 2018 ho vinto il secondo premio nella categoria 'contemporaneo' ed il terzo in quella 'classica' a Boston allo Youth America Grand Prix. Nello stesso concorso nel gennaio 2019, a Tampa, sono stato premiato con il secondo posto nella categoria 'classico' ed ho avuto l'occasione di ballare al gala 'Stars of Today meet the Stars of Tomorrow'. A giugno del 2018 ho partecipato al workshop di OnDance di Roberto Bolle. Durante la settimana ho avuto l'occasione di ballare all'interno del gala 'Roberto Bolle and Friends' e sono stato premiato con una borsa di studio per il Washington Ballet e un premio per essere stato giudicato uno dei migliori quattro ballerini all'interno del workshop. A novembre del 2018, un batterio ha causato un'ulcera nel mio occhio destro, da cui sono parzialmente cieco. Tutto ciò non mi ha fermato nell'inseguire il mio sogno. Non è stato facile all'inizio, tutto il senso di equilibrio era diverso, ma non mi sono demoralizzato e adesso se non lo dico, le persone neanche sanno che io abbia questo problema. Tutto questo mi ha portato a successi ed incontri incredibili. oltre al premio allo Youth America Grand Prix, ho avuto la fortuna di potere incontrare Andrea Bocelli. Un incontro molto speciale perché ho ballato sulle note di 'Volare' cantata da lui. Durante l'incontro abbiamo avuto l'occasione di parlare anche di progetti futuri.
Oltre alla danza sono un appassionato di qualsiasi tipo di sport. Oltre a Roberto Bolle, anche Cristiano Ronaldo è un punto di riferimento per me. Amo la sua mentalità, il fatto di non arrendersi mai e di fare di tutto per arrivare dove si vuole.
Quando nasce ll desiderio della Danza, in particolare quella classica, perché avviene questo impulso? Quando hai iniziato e dove?
C’è sempre stata, fin da piccolo. Già alla scuola materna chiedevo a mia mamma che mi iscrivesse a un corso di danza. È un fuoco che ho nell’ anima, qualcosa di forte che non mi ha mai abbandonato.
Nessuno mi aveva parlato di danza. Nessuno nella mia famiglia la praticava.
Vivevo a Milano in quel periodo e il mio primo corso, all'età di sei anni, l’ho seguito in una scuola che si chiamava “l’omino danzante”: in quel nome era segnata la mia strada. Fin dall'inizio ho sempre voluto fare danza classica, mi ricordo ancora perfettamente il momento in cui mi fu chiesto di decidere quale stile di danza avrei voluto praticare davanti alla televisione della scuola di danza e la mia risposta 'quella' mentre passavano le immagini del balletto.
Non ero portato per quella disciplina. Ero molto rigido e scoordinato ma sentivo che avrei dovuto lavorare duramente e che ce l’avrei potuta fare.
La mia prima volta su un palco il mio sguardo ha catturato l’intera platea e la mia insegnante ha capito che mi muoveva qualcosa di profondo e non solo un capriccio infantile.
La mia convinzione è cresciuta poi vedendo film tra i quali Billy Elliot o con Barishnikov. E video di danza con Roberto Bolle o Nureyev. Mi piace molto una frase di quest’ultimo che dice “io imparavo a danzare e danzavo perché mi era impossibile non farlo, non perdermi nella musica, non usare i miei occhi per guardare allo specchio, per provare passi nuovi, non potevo pensare di essere altrove, di non sentire la terra che si trasformava sotto le mie piante dei piedi."
Come hai conosciuto la scuola Professione Danza Parma e come sono stati gli anni di accademia?
Francesco Frola insegnò una lezione nella mia vecchia scuola di danza 'For Dance Institute' di Saint Vincent, sua città natale, nel 2012. Dopo la lezione fui invitato a partecipare alla Summer School di Professione Danza Parma a Salsomaggiore Terme, dove ricevetti l'invito a frequentare la sua scuola per l'anno scolastico. Alla fine decisi di non andarci subito, per via della mia età. Due anni dopo, invece, presi la decisione di trasferirmi a Parma, dopo l'anno all'Accademia del Teatro alla Scala.
Arrivavo da un'esperienza piuttosto difficile e avevo bisogno di ritrovare quella luce che mi guidava. Francesco e Lucia Giuffrida riuscirono perfettamente a farmi sentire a casa fin da subito e a spingermi a dare il massimo di me stesso. L'anno a Parma è stato sicuramente uno dei più belli nella mia vita. Ho avuto l'opportunità di calcare il palco del Teatro Regio di Parma, di partecipare alle semifinali dello Youth America Grand Prix, il concorso più grande al mondo di danza, in Messico e poi alle finali della stessa competizione a New York. Inoltre ho avuto l'occasione di prendere parte a numerosi flash mob e eventi in tutta la città di Parma. Per finire ho avuto la fortuna di poter lavorare con la maestra cubana Adria Velazquez, che mi ha sempre sostenuto e grazie alla quale sono riuscito migliorare a livello tecnico.
Mi dicono che sia una accademia particolarmente dura e impegnativa sul piano della formazione; il tuo impegno a Parma e le tue giornate.
Come tutte le scuole di danza richiede tanta dedizione e determinazione. Francesco e Lucia insieme a tutti gli altri membri dello staff chiedono sempre il massimo ai propri allievi, ed è proprio grazie a questo che i risultati degli allieve della scuola sono straordinari. Credo che siano molto bravi a costruire la giusta mentalità lavorativa, ma allo stesso tempo di mantenere un rapporto famigliare con gli allievi.
Le giornate all'interno dell'accademia sono molto impegnative, ma alla fine della giornata ti senti talmente fortunato di poter essere in una scuola di così alto livello che la fatica si scorda.
La mattina, dalle 8 alle 13, andavo a scuola come tutti i ragazzi della mia età, poi mi avviavo verso l'accademia, dove mangiavo un piatto al volo, prima di entrare nella sala di danza. Poi dalle 14 alle 19 facevo lezioni di danza classica, contemporanea, jazz, teatro, pilates e provavo per i vari spettacoli che c'erano in programma. Dopo le lezioni, tornavo in convitto, che si trova al piano superiore dell'accademia, mangiavo, studiavo per il giorno dopo, mi facevo una doccia e andavo a dormire. Pronto per la giornata successiva.
Quale sono state le prime difficoltà per entrare a far parte di un corpo di ballo? Ho visto che hai lavorato, ma, non credo che si dica così ad un ballerino, è più passione che lavoro o sbaglio?
Francesco Frola insegnò una lezione nella mia vecchia scuola di danza 'For Dance Institute' di Saint Vincent, sua città natale, nel 2012. Dopo la lezione fui invitato a partecipare alla Summer School di Professione Danza Parma a Salsomaggiore Terme, dove ricevetti l'invito a frequentare la sua scuola per l'anno scolastico. Alla fine decisi di non andarci subito, per via della mia età. Due anni dopo, invece, presi la decisione di trasferirmi a Parma, dopo l'anno all'Accademia del Teatro alla Scala.
Arrivavo da un'esperienza piuttosto difficile e avevo bisogno di ritrovare quella luce che mi guidava. Francesco e Lucia Giuffrida riuscirono perfettamente a farmi sentire a casa fin da subito e a spingermi a dare il massimo di me stesso. L'anno a Parma è stato sicuramente uno dei più belli nella mia vita. Ho avuto l'opportunità di calcare il palco del Teatro Regio di Parma, di partecipare alle semifinali dello Youth America Grand Prix, il concorso più grande al mondo di danza, in Messico e poi alle finali della stessa competizione a New York. Inoltre ho avuto l'occasione di prendere parte a numerosi flash mob e eventi in tutta la città di Parma. Per finire ho avuto la fortuna di poter lavorare con la maestra cubana Adria Velazquez, che mi ha sempre sostenuto e grazie alla quale sono riuscito migliorare a livello tecnico.
Mi dicono che sia una accademia particolarmente dura e impegnativa sul piano della formazione; il tuo impegno a Parma e le tue giornate.
Come tutte le scuole di danza richiede tanta dedizione e determinazione. Francesco e Lucia insieme a tutti gli altri membri dello staff chiedono sempre il massimo ai propri allievi, ed è proprio grazie a questo che i risultati degli allieve della scuola sono straordinari. Credo che siano molto bravi a costruire la giusta mentalità lavorativa, ma allo stesso tempo di mantenere un rapporto famigliare con gli allievi.
Le giornate all'interno dell'accademia sono molto impegnative, ma alla fine della giornata ti senti talmente fortunato di poter essere in una scuola di così alto livello che la fatica si scorda.
La mattina, dalle 8 alle 13, andavo a scuola come tutti i ragazzi della mia età, poi mi avviavo verso l'accademia, dove mangiavo un piatto al volo, prima di entrare nella sala di danza. Poi dalle 14 alle 19 facevo lezioni di danza classica, contemporanea, jazz, teatro, pilates e provavo per i vari spettacoli che c'erano in programma. Dopo le lezioni, tornavo in convitto, che si trova al piano superiore dell'accademia, mangiavo, studiavo per il giorno dopo, mi facevo una doccia e andavo a dormire. Pronto per la giornata successiva.
Quale sono state le prime difficoltà per entrare a far parte di un corpo di ballo? Ho visto che hai lavorato, ma, non credo che si dica così ad un ballerino, è più passione che lavoro o sbaglio?
Mi ricorderò sempre, il primo giorno di lavoro, dovetti imparare quattro parti diverse. Mi trovavo dall'altra parte del mondo, senza capire molto di quello che veniva detto a soli 15 anni.
Ricordarsi la coreografia è sempre stato ed è tuttora il mio punto debole. Infatti, oltre al lavoro in sala, quando torno a casa ripasso tutto quello fatto durante la giornata. Inoltre è difficile sempre dare il massimo di stesso. Ma se non lo si fa, non si ricevono le parti che si desiderano e di conseguenza lavori sempre di più per cercare di raggiungere quella perfezione tanto cercata.
Sicuramente la considero più passione che lavoro, ma sono molto contento e grato di poter fare quello che amo per vivere. Non c'è niente di meglio di poter fare ciò che ti piace tutti i giorni.
Quale le tue Emozioni quando sei entrato alla Scala di Milano? Le emozioni, uniche, che ho provato quando ho ballato alla Scala le porto sempre con me. La Scala è La Scala. Era come un coronamento di un sogno. Mi ricordo che durante le prove generali dello spettacolo mi scordai i passi, talmente ero impressionato dalla bellezza del teatro. Mentre degli spettacoli ho questo ricordo impresso delle persone del pubblico che si sporgevano dai vari palchi per vedere meglio. Inoltre nella settimana in cui ho ballato alla Scala ho avuto la fortuna di poter vedere Roberto Bolle fare lezione. Era la prima volta. Era così incredibile vedere il mio idolo ballare a due passi da me e poter prendere spunti per migliorare.
Ricordarsi la coreografia è sempre stato ed è tuttora il mio punto debole. Infatti, oltre al lavoro in sala, quando torno a casa ripasso tutto quello fatto durante la giornata. Inoltre è difficile sempre dare il massimo di stesso. Ma se non lo si fa, non si ricevono le parti che si desiderano e di conseguenza lavori sempre di più per cercare di raggiungere quella perfezione tanto cercata.
Sicuramente la considero più passione che lavoro, ma sono molto contento e grato di poter fare quello che amo per vivere. Non c'è niente di meglio di poter fare ciò che ti piace tutti i giorni.
Quale le tue Emozioni quando sei entrato alla Scala di Milano? Le emozioni, uniche, che ho provato quando ho ballato alla Scala le porto sempre con me. La Scala è La Scala. Era come un coronamento di un sogno. Mi ricordo che durante le prove generali dello spettacolo mi scordai i passi, talmente ero impressionato dalla bellezza del teatro. Mentre degli spettacoli ho questo ricordo impresso delle persone del pubblico che si sporgevano dai vari palchi per vedere meglio. Inoltre nella settimana in cui ho ballato alla Scala ho avuto la fortuna di poter vedere Roberto Bolle fare lezione. Era la prima volta. Era così incredibile vedere il mio idolo ballare a due passi da me e poter prendere spunti per migliorare.
Hai fatto parte del corpo di Ballo di Roberto Bolle come è danzare con lui? Difficile? Mi sembra molto esigente, vuole la perfezione?
E il suo carattere dentro e fuori dal palcoscenico.
Danzare con lui alla fine del workshop di OnDance a Milano è stato uno di quei momenti che non mi scorderò mai. Era un altro sogno diventato realtà. Gli saro grato per sempre per l'opportunità che mi ha dato. Sicuramente sentivo la pressione di avere i suoi occhi puntati su di me, i suoi standard sono molto alti. Però è sempre stato molto umile e disponibile a dare ogni consiglio, e questo mi ha tranquillizzato molto. Vederlo ballare durante le prove e poi negli spettacoli da dietro le quinte è stato speciale e mi ha insegnato molto. Ho guardato ogni singolo dettaglio di quello che faceva e me lo sono memorizzato, così da mettere in pratica su me stesso le cose che avevo visto fare a lui. Inoltre essere stato premiato da lui stesso per essere stato uno dei migliori quattro ballerini del workshop è stata una motivazione grandissima per inseguire il mio sogno.
Come è nata l’opportunità di trasferirti ad Orlando In Florida?
Alle semifinali dello Youth America Grand Prix in Messico mi fu assegnata una borsa di studio per frequentare la Summer School dell'Orlando Ballet. Allora decisi di andare per un mese in Florida e di fare il provino per entrare nella scuola. Gli insegnanti credettero subito in me e mi offrirono una borsa di studio per l'intero anno, offrendomi un contratto come Trainee. In pratica studiavo con la scuola, ma allo stesso tempo lavoravo con la compagnia per gli spettacoli. Dopo un anno, mi fu offerto un contratto per la compagnia giovanile, di cui ho fatto parte per due anni.
Danzare con lui alla fine del workshop di OnDance a Milano è stato uno di quei momenti che non mi scorderò mai. Era un altro sogno diventato realtà. Gli saro grato per sempre per l'opportunità che mi ha dato. Sicuramente sentivo la pressione di avere i suoi occhi puntati su di me, i suoi standard sono molto alti. Però è sempre stato molto umile e disponibile a dare ogni consiglio, e questo mi ha tranquillizzato molto. Vederlo ballare durante le prove e poi negli spettacoli da dietro le quinte è stato speciale e mi ha insegnato molto. Ho guardato ogni singolo dettaglio di quello che faceva e me lo sono memorizzato, così da mettere in pratica su me stesso le cose che avevo visto fare a lui. Inoltre essere stato premiato da lui stesso per essere stato uno dei migliori quattro ballerini del workshop è stata una motivazione grandissima per inseguire il mio sogno.
Come è nata l’opportunità di trasferirti ad Orlando In Florida?
Alle semifinali dello Youth America Grand Prix in Messico mi fu assegnata una borsa di studio per frequentare la Summer School dell'Orlando Ballet. Allora decisi di andare per un mese in Florida e di fare il provino per entrare nella scuola. Gli insegnanti credettero subito in me e mi offrirono una borsa di studio per l'intero anno, offrendomi un contratto come Trainee. In pratica studiavo con la scuola, ma allo stesso tempo lavoravo con la compagnia per gli spettacoli. Dopo un anno, mi fu offerto un contratto per la compagnia giovanile, di cui ho fatto parte per due anni.
Come sono le tue giornate?
Le mie giornate iniziano alle 9 di mattina con una lezione di danza classica, poi seguono prove per spettacoli con la scuola ed altre lezioni di contemporaneo, pilates, sbarra a terra e tecnica maschile. Dalle 13 alle 14 ho una pausa pranzo, per poi spostarmi alla compagnia. Seguono, dalle 14 alle 17, prove per spettacoli con la prima compagnia. E per finire la giornata ho un'altra lezione di danza classica con a seguire passo a due.
Da un lato credo che sia importante avere esperienze all’estero ma, l’Italia non offre opportunità per i ballerini e ballerine? In questo momento no, o perlomeno non abbastanza. La situazione in Italia non è delle migliori, purtroppo la danza e l'arte in generale non sono valorizzate abbastanza. Sicuramente negli Stati Uniti, in questo momento, l’arte viene valorizzata e apprezzata molto di più. I teatri sono sempre sold-out, mentre in Italia capita di fare spettacoli con il teatro vuoto, e vi posso dire che non è piacevole. Qui le scuole portano a teatro i bambini di tutte le età, quest’anno ho ballato in 20 spettacoli organizzati per le scuole, in cui i bambini si sono divertiti molto, vivevano la storia che avevamo messo in scena come se fosse vera e noi lo percepivamo. Era bellissimo sentirli applaudire e vedere le loro facce stupite, Mi ricorderò per sempre un bambino che ha cominciato a ballare dopo essere venuto a vederci con la scuola. In più, molte scuole portano i bambini a fare danza, durante le ore di ginnastica. Inoltre all'estero, si ha la possibilità di fare molti più spettacoli e vieni pagato il triplo o il quadruplo di quello che vieni pagato in Italia.
Le mie giornate iniziano alle 9 di mattina con una lezione di danza classica, poi seguono prove per spettacoli con la scuola ed altre lezioni di contemporaneo, pilates, sbarra a terra e tecnica maschile. Dalle 13 alle 14 ho una pausa pranzo, per poi spostarmi alla compagnia. Seguono, dalle 14 alle 17, prove per spettacoli con la prima compagnia. E per finire la giornata ho un'altra lezione di danza classica con a seguire passo a due.
Da un lato credo che sia importante avere esperienze all’estero ma, l’Italia non offre opportunità per i ballerini e ballerine? In questo momento no, o perlomeno non abbastanza. La situazione in Italia non è delle migliori, purtroppo la danza e l'arte in generale non sono valorizzate abbastanza. Sicuramente negli Stati Uniti, in questo momento, l’arte viene valorizzata e apprezzata molto di più. I teatri sono sempre sold-out, mentre in Italia capita di fare spettacoli con il teatro vuoto, e vi posso dire che non è piacevole. Qui le scuole portano a teatro i bambini di tutte le età, quest’anno ho ballato in 20 spettacoli organizzati per le scuole, in cui i bambini si sono divertiti molto, vivevano la storia che avevamo messo in scena come se fosse vera e noi lo percepivamo. Era bellissimo sentirli applaudire e vedere le loro facce stupite, Mi ricorderò per sempre un bambino che ha cominciato a ballare dopo essere venuto a vederci con la scuola. In più, molte scuole portano i bambini a fare danza, durante le ore di ginnastica. Inoltre all'estero, si ha la possibilità di fare molti più spettacoli e vieni pagato il triplo o il quadruplo di quello che vieni pagato in Italia.
Quali differenze, se ve ne sono, tra coreografi italiani e americani?
I coreografi americani tendono a utilizzare musiche molto più veloci di quelle che si utilizzano in Europa. Inoltre in America si fanno più spettacoli di danza contemporanea o neoclassica perché intrattengono di più il pubblico, mentre in Europa le compagnie tendono a riprodurre ancora tanti balletti classici. In America il pubblico vuole vedere uno show, si vuole divertire quando viene a teatro.
In Europa penso che si faccia sicuramente più attenzione a quello che si dà al pubblico, alle emozioni che si trasmettono, e questo manca un po' in America, dove si tende a voler far vedere più il lato tecnico; più quantità che qualità.
Il corpo di Ballo di Orlando in quanti siete e hai fatto fatica ad inserirti. E vi sono altri italiani con te?
La prima compagnia è composta da 22 ballerini, se si aggiungono i membri della compagnia giovanile, siamo in 32. Non è stato facile all'inizio, mi sono trovato colleghi che avevano anni e anni di esperienza alle spalle. Però li ho sempre guardati come punti di riferimento, così da poter migliorare sempre di più. Invece, tra i compagni della mia età, mi sono ambientato subito. Mi hanno accolto a braccia aperte dal primo momento.
Solo quest'anno c'era un altra ragazza italiana di Vercelli. Invece, i primi due anni ero l'unico, e forse è stata una fortuna, perché mi ha permesso di imparare la lingua più in fretta e ad ambientarmi di più nella cultura americana.
La Danza Classica in Florida è seguita? Immagino magari piuttosto altri generi. In generale, come ho detto prima, negli Stati Uniti preferiscono spettacoli di contemporaneo o neoclassico. Però non manca l'amore per la danza classica. Le persone rimangono affascinate anche dal balletto, lo si può vedere dalle loro facce quando lasciano il teatro.
I coreografi americani tendono a utilizzare musiche molto più veloci di quelle che si utilizzano in Europa. Inoltre in America si fanno più spettacoli di danza contemporanea o neoclassica perché intrattengono di più il pubblico, mentre in Europa le compagnie tendono a riprodurre ancora tanti balletti classici. In America il pubblico vuole vedere uno show, si vuole divertire quando viene a teatro.
In Europa penso che si faccia sicuramente più attenzione a quello che si dà al pubblico, alle emozioni che si trasmettono, e questo manca un po' in America, dove si tende a voler far vedere più il lato tecnico; più quantità che qualità.
Il corpo di Ballo di Orlando in quanti siete e hai fatto fatica ad inserirti. E vi sono altri italiani con te?
La prima compagnia è composta da 22 ballerini, se si aggiungono i membri della compagnia giovanile, siamo in 32. Non è stato facile all'inizio, mi sono trovato colleghi che avevano anni e anni di esperienza alle spalle. Però li ho sempre guardati come punti di riferimento, così da poter migliorare sempre di più. Invece, tra i compagni della mia età, mi sono ambientato subito. Mi hanno accolto a braccia aperte dal primo momento.
Solo quest'anno c'era un altra ragazza italiana di Vercelli. Invece, i primi due anni ero l'unico, e forse è stata una fortuna, perché mi ha permesso di imparare la lingua più in fretta e ad ambientarmi di più nella cultura americana.
La Danza Classica in Florida è seguita? Immagino magari piuttosto altri generi. In generale, come ho detto prima, negli Stati Uniti preferiscono spettacoli di contemporaneo o neoclassico. Però non manca l'amore per la danza classica. Le persone rimangono affascinate anche dal balletto, lo si può vedere dalle loro facce quando lasciano il teatro.
Orlando è una città magica e di molte presenze etniche. Che cosa ti ha colpito di più?
La gentilezza delle persone. In questi tre anni non mi è mai mancata casa, e questo lo devo solo al fatto che a Orlando le persone siano molto accoglienti e sempre disponibili ad aiutare le persone in difficoltà. Amo Orlando con tutto il mio cuore e so che potrò sempre considerarla come la mia seconda casa.
Attualmente a quale spettacolo stai lavorando e quando andrete in Scena?
Adesso tra qualche giorno mi trasferirò a Cleveland, in Ohio, per cominciare una nuova avventura con il Cleveland Ballet. Il primo spettacolo sarà Carmen ed andrà in scena alla fine di ottobre. Quello che mi affascina di più di questo balletto è sicuramente la musica. Amo la musica spagnola, mi muove qualcosa dentro. E riesco a tirare fuori tutta la passione che mi contraddistingue.
Quando si spengono le luci della sala del Teatro e si accendono i riflettori del Palcoscenico cosa provi? C'è sempre un po' d'ansia. Non si può mai succedere cosa succederà durante lo spettacolo, potrebbe andare benissimo o il totale opposto. Ma poi quando si apre il sipario ed entri in scena, tutto sparisce e ci sei tu e basta, ti lasci trasportare dalla musica e dall'emozione del momento e il tempo vola. Tutte le volte cerchi di dare il massimo perché sai che tutte quelle persone che ci sono nel pubblico sono venute per vederti ballare e non le puoi deludere.
Cosa è per te la Danza? Cosa provi quando danzi
La danza è vita per me. Senza la danza non potrei vivere. Non è facile descrivere a parole quello che si prova, è una sensazione molto profonda. Mi sento libero, riesco a comunicare con il mio corpo quello che non riesco a dire con la mia voce, è come se non ci fosse niente e nessuno che mi possa bloccare. Io so di essere fatto per stare sul palco, sono un'altra persona quando danzo.
Sei tipicamente un ballerino Classico o anche moderno o altri stili?
Ho sempre amato di più la danza classica e di conseguenza mi definisco più un ballerino classico che contemporaneo, però in questo momento della storia un ballerino dev'essere più completo che mai. Bisogna sapere fare classico, contemporaneo e più altri stili possibili.
Ai giovani che vogliono iniziare a fare Danza cosa consigli? Non lasciate a nessuno il potere di fermarvi!
Lavorate duro con grande disciplina, giorno dopo giorno, senza mai abbattersi, senza cedere alla stanchezza o allo sconforto.
Mantenendosi sempre concentrati sulla passione che viene dall’anima e dal cuore, continuando a divertirsi perché altrimenti non si può essere leggeri e volare.
La danza non è solo un’esibizione di doti fisiche e tecniche, è un moto che arriva dall’anima. La danza è un’alchimia di stati d’animo, di emozioni come un fuoco che ti brucia dentro e che ti fa superare qualsiasi difficoltà e qualsiasi delusione o blocco fisico o infortunio. È comunicazione dei sentimenti che va oltre l’insicurezza e la paura di mostrarsi.
La danza è vita per me. Senza la danza non potrei vivere. Non è facile descrivere a parole quello che si prova, è una sensazione molto profonda. Mi sento libero, riesco a comunicare con il mio corpo quello che non riesco a dire con la mia voce, è come se non ci fosse niente e nessuno che mi possa bloccare. Io so di essere fatto per stare sul palco, sono un'altra persona quando danzo.
Sei tipicamente un ballerino Classico o anche moderno o altri stili?
Ho sempre amato di più la danza classica e di conseguenza mi definisco più un ballerino classico che contemporaneo, però in questo momento della storia un ballerino dev'essere più completo che mai. Bisogna sapere fare classico, contemporaneo e più altri stili possibili.
Ai giovani che vogliono iniziare a fare Danza cosa consigli? Non lasciate a nessuno il potere di fermarvi!
Lavorate duro con grande disciplina, giorno dopo giorno, senza mai abbattersi, senza cedere alla stanchezza o allo sconforto.
Mantenendosi sempre concentrati sulla passione che viene dall’anima e dal cuore, continuando a divertirsi perché altrimenti non si può essere leggeri e volare.
La danza non è solo un’esibizione di doti fisiche e tecniche, è un moto che arriva dall’anima. La danza è un’alchimia di stati d’animo, di emozioni come un fuoco che ti brucia dentro e che ti fa superare qualsiasi difficoltà e qualsiasi delusione o blocco fisico o infortunio. È comunicazione dei sentimenti che va oltre l’insicurezza e la paura di mostrarsi.
Dell Italia cosa ti manca di più? Sicuramente il cibo, anche se il più delle volte mi cucino io i pasti, una o pizza come quella che c'è in Italia, non c'è negli USA. Poi mi manca incontrare persone per strada, in America è tutto più grande e non c'è un vero centro come in Europa. Mi manca andare a fare una passeggiata nelle viuzze della città, incontrare qualcuno che conosco e poi magari andare a bere un caffè insieme. Per il resto mi trovo molto molto bene in America, non potrei essere più felice.
Tornerai in Italia o pensi che la tua carriera sia solo all’estero? Un giorno tornerò, spero sia più prima che poi, però se le cose non cambiano aspetterò fino alla fine della mia carriera. Però sono una persona che vive molto il momento e penso che tutto sia già scritto, se il destino vuole che io torni in Italia tornerò, se no rimarrò in là. Sicuramente, però, uno dei miei sogni è di tornare a ballare alla Scala.
2 agosto 2019 intervista esclusiva di Enzo Fasoli per Aspapress e collegati
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