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10 giugno 2018

PRESENTATA OGGI LA MOSTRA "BOSCO MAGICO. GLI ALBERI SCIAMANICI DI PAOLO MARTELLOTTI" Roma, Casina delle Civette, 9 giugno - 30 settembre


Alla Casina delle Civette Bosco magico,
gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti

Sculture e dipinti ci raccontano di antichi miti
Alberi sciamanici parlano, raccontano storie, evocano suoni e luci

Roma, Musei di Villa Torlonia
Giardino e Dipendenza della Casina delle Civette
Via Nomentana, 70

9 giugno - 30 settembre 2018


Roma, 8 giugno 2018. La Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia,
ospita dal 9 giugno al 30 settembre 2018 la mostra "Bosco magico. Gli alberi
sciamanici di Paolo Martellotti" che permetterà di ammirare le ultime opere
del Maestro: 30 sculture e 25 dipinti che l'artista, anche architetto e
museografo di rango internazionale, ha sapientemente inserito nel prezioso
contesto liberty dove architettura, arti applicate, natura coltivata,
dialogano da sempre.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura di Tiziana Gazzini e
Maria Grazia Massafra e sarà inaugurata venerdì 8 giugno alle ore 18.30.
Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

L'esposizione "Bosco magico. Gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti"
rappresenta bene l'universo artistico del Maestro. Martellotti ha arricchito
il Giardino della Casina con sculture di legno di tiglio, abete rosso,
quercia, castagno, biancospino. Un intervento che salda cultura e natura.
Scultura che cerca e trova le forme negli alberi prescelti. L'albero come
parola a cui dare voce e non l'albero come legno da trasformare in altro da
sé. La scultura come strumento per portare in superficie la personalità
individuale di ogni albero. Anche la pittura di Martellotti entra in questo
gioco di riflessi e specchi. I dipinti su tela (tempere, acrilici, collage,
tecniche miste) sono esposti nella Dipendenza della Casina delle Civette che
diventa la galleria di ritratti delle sculture. Quadri astratti e figurativi
allo stesso tempo. Martellotti, in un gesto, questo sì, sciamanico, ha osato
cogliere le espressioni della natura, indovinando i sentimenti nascosti
degli alberi e svelandoli con le sue sculture.

Il Bosco magico di Martellotti nasce da un progetto unitario site-specific.
Lo scultore e l'artista non possono fare a meno dell'architetto che sa
valutare l'ambiente in cui deve intervenire, rispettandolo eppure
trasformandolo. E se di miti si vuole parlare è a quello di Apollo e Dafne
che conviene rifarsi. E all'albero di marmo in cui Bernini trasforma la
ninfa che rifiutò un dio. E' il gesto demiurgico dell'arte che è barocco ed
è contemporaneo. Semplicemente perché è umano e quindi sempre e comunque
primitivo. Il Bosco di Martellotti è sacro perché ci racconta il momento
della perdita dell'innocenza naturale e la scoperta del nostro saper
trasformare e raccontare la natura. Il filo di Arianna che Martellotti ha
dipanato in tutta la sua storia di architetto, di artista e di intellettuale
lo aiuta a uscire dal bosco-labirinto da lui appassionatamente costruito. Di
labirinti e miti Martellotti ha scritto in un suo libro degli anni '90
(Arianna. Modelli e miti dell'architettura, ed. Rubbettino), mettendo anche
in discussione la distinzione tra saggistica e scrittura creativa. E non è
il solo confine violato da Martellotti. Come scrive Tiziana Gazzini, il
Maestro lavora con legno, tempera, chiodi, corda per sculture progettate e
costruite col rigore del più solido degli edifici, quasi un gesto di
riparazione verso i suoi progetti architettonici che immagina e disegna come
sculture visionarie.
Un universo artistico denso di riferimenti letterari. Il cavaliere
inesistente, Domani nella battaglia, Il cavaliere nero, Il fuoco, Maternità,
Il guerriero infelice, La mano dell'architetto i titoli di alcune sculture
in mostra.
Gli alberi di Martellotti parlano, raccontano delle storie, evocano suoni e
suggeriscono musiche. Misteriosi strumenti tribali che ci riportano ad
antiche epopee.
Lo Sciamano nel mondo primitivo è il sapiente che dà voce all'oracolo e
mette in rapporto l'uomo con le forze della natura. Le dodici sculture in
legno poste nel Giardino della Casina delle Civette potrebbero essere
antichi Totem che parlano di tutto ciò che è primordiale, e lo fanno con la
lingua colta e raffinata dell'artista-sciamano che le ha create.
I legni, nel loro divenire sculture, non perdono la loro essenza di albero,
la loro qualità di esseri viventi. Martellotti rispetta la loro personalità
storica e simbolica, e anche la loro fisicità. Un abete rosso ha un profumo,
una durezza, una ramificazione, una nodosità diversi da un biancospino e
diversi saranno anche gli strumenti, le tecniche e I colori con i quali
l'Artista tratterà la materia.

Non è una mostra-paesaggio, il Bosco magico di Paolo Martellotti. A
chiarirlo definitivamente sono le opere pittoriche presentate nella
Dipendenza della Casina delle Civette.
Luce - Movimento; Materia - Movimento; Scenari - Movimento, i titoli delle
serie in cui sono suddivise le opere pittoriche. Primi piani, close-up,
dettagli esplosi delle sculture esposte nel Giardino. Un modo per far
avvicinare lo spettatore alle sculture, per farlo entrare negli angoli
segreti di alberi che si protendono verso le nuvole, e che diventano
cavalieri, draghi, castelli, mani, architetture. Martellotti pratica quasi
uno zoom delle sculture. In un continuo gioco di vicino/lontano, un'opera
che sembra grandissima è piccolissima e una piccolissima è invece
grandissima, rivelando il seme barocco del linguaggio
dell'artista-architetto. Con la pittura, l'artista trasforma le sue sculture
in architetture di nuove megalopoli e affronta gli enigmi matematici posti
dagli elementi naturali. E' la dimensione "altra" della realtà che si
afferma come filo conduttore della mostra.
Questa mostra mette in campo alla fine un altro fattore: il tempo. Le
sculture per come sono pensate e realizzate, cambiano a ogni ora del giorno.
Nell'estetica di Martellotti, le ombre parlano come le luci.

Paolo Martellotti nasce a Roma nel 1943. Architetto, museografo, negli anni
'70 con il gruppo LABIRINTO partecipa alle più importanti mostre nazionali
ed internazionali degli "architetti artisti".
Dagli anni '80 svolge la sua attività con IL LABORATORIO SRL. Sue opere sono
in collezioni private e nelle collezioni permanenti del Fondo Francesco
Moschini A.A.M. Architettura Arte Moderna, del Museo Tchoban a Berlino, del
Museo Schusev di Mosca, del Centro Pompidou di Parigi e del MAXXI di Roma.
Fra le tante esposizioni realizzate ha mostrato le sue opere di artista in
varie città degli USA, a Parigi, Mosca, Bonn, Londra e Seul.

La mostra si avvale di un catalogo edito da Futura Grafica 70 con testi di
Maria Grazia Massafra, Antonio Pernici, Tiziana Gazzini.

EVENTI
In occasione della mostra, i visitatori potranno partecipare alle seguenti
iniziative:
Sabato 16 giugno ore 11.30
Intervista con l'artista a cura di Maria Grazia Massafra.
Domenica 1° luglio ore 16.30
Musica con Luca Bellanova. Organizzazione dell'Associazione Culturale
Arte2o.
Domenica 2 settembre ore 11.30
"Passeggiata nel bosco" Visita guidata con l'artista e Tiziana Gazzini.
Venerdì 7 settembre ore 17.00
"Forme interiori" Incontro con la psicanalista Amalia Giuffrida.
Domenica 30 settembre ore 16.30
Concerto per il "finissage" della band folk: "I lontano da qui".
Organizzazione dell'Associazione Culturale Arte2o.

Le iniziative sono gratuite. È necessario essere in possesso del biglietto
del museo da acquistare presso il Casino Nobile

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