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8 gennaio 2018

INTERVISTA ESCLUSIVA - Sassoli de Bianchi: il progetto di Renzi per la Rai è demenziale




Primaonline.it, - Intervista di Alessandra Ravetta.
Matteo Renzi tira dritto con il suo progetto di abolire il canone della Rai trasformandolo in finanziamento pubblicito in attesa dei risultati della totale liberalizzazione la raccolta pubblicitaria. La notizia che ieri poteva sembra un ballon d’essai oggi ha assunto ufficialità e va presa sul serio e lo si capisce dall’immediate reazioni e polemiche scatenatesi all’interno del mondo politico e anche dello stesso governo con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, polemico contro e scatenato su Twitter.

 Ma cosa ne pensa il mondo dell’industria, di chi fa degli investimenti pubblicitari leve fondamentali per lo sviluppo del proprio business del progetto di togliere il canone e di fare sostanzialmente della Rai una televisione commerciale? Lo abbiamo chiesto a Lorenzo Sassoli de Bianchi presidente dell’Upa, l’associazione che raggruppa i grandi utenti pubblicitari, oltre che imprenditore come fondatore e presidente della Valsoia. Sassoli un manager solitamente molto calmo e diplomatico, da sempre grande sostenitore del servizio pubblico, non si trattiene nell’esprimere il proprio stupore e sconcerto di fronte alla proposta di Renzi che definisce senza mezzi termini “demenziale, confusa, contraddittoria, demagogica, elettoralistica”. E spiega:” Sono stupefatto dell’accanimento che Renzi ha mostrato e continua a mostrare nei confronti della Rai come se fosse roba sua da utilizzare per i suoi interessi politici. Invece non è cosi. La Rai è dei cittadini italiani che pagano il canone e caso mai degli investitori pubblicitari che portano nelle sue casse settecento milioni di euro all’anno”.
Prima – Perché presidente è così severo rispetto ai comportamenti di Renzi sulla Rai?
Lorenzo Sassoli de Bianchi – La decisione di abolire “la brutta tassa sulla tv”, come Renzi chiama il canone, è solo l’ultima delle scelte disastrose che, prima da leader del governo e poi da dietro le quinte come capo del Pd, Renzi ha messo in atto nei confronti del servizio pubblico. Dichiaro subito di credere al valore del servizio pubblico tanto più in un mondo mediatico e della comunicazione sempre più confuso e difficile da interpretare. Un servizio pubblico che va molto valorizzato e migliorato. E sono convinto che i cittadini non siano cosi contrari a pagare per concederselo”.

Prima – Idee molto controcorrente. Da dove trae queste convinzioni.
L. Sassoli - “Dalle numerose ricerche che in Upa realizziamo per capire i sentiment dei consumatori e dei cittadini rispetto ai media e a tutto ciò che sta intorno ai consumi e alla comunicazione. Spendere soldi in comunicazione è una cosa seria e noi cerchiamo di sapere il più possibile di cosa pensano i nostri clienti. E le assicuro che sul tema canone Rai c’è sempre stato un atteggiamento ambivalente e contraddittorio: gli italiani tengono molto al Servizio pubblico anche se non hanno mai amato pagare il canone. Come peraltro succede con qualsiasi altra tassa. Il passaggio del canone in bolletta, come ha visto, non ha fatto scoppiare rivoluzioni nè moti di popolo. Era stata un’ottima idea del governo Renzi su cui poi per atteggiamenti demagogici si è incominciato a picconare decidendo improvvisamente, in vista del referendum del novembre del 2016, di ridurre di dieci euro la cifra da pagare. Uno sconticino per conquistare il favore degli elettori? Come si è visto nelle occasioni elettorali che sono seguite a Renzi non è servito a niente e in compenso ha messo in difficoltà la Rai che si è trovata con budget già chiusi a rivedere tutte le sue previsioni di investimenti e spese con effetti visibili sui palinsesti. ..SEGUE SU PRIMAONLINE.IT
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