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19 febbraio 2016

Il Soave all’Institute of Masters of wine - ed è febbre da vulcano

Successo per il Soave al Volcanic Wines seminar & Tasting di Londra: piace ai Masters l’approccio didascalico del Consorzio che ha fatto del Vulcano una chiave di comunicazione trasversale
 
La “trasversalità” del “fattore vulcano”, la profonda analisi geologica effettuata, la salinità come elemento ricorrente. Ecco in sintesi i temi che hanno catturato l’attenzione degli oltre 80 masters of wine intervenuti al seminario Volcanic Wines, organizzato dall’Institute of Master of Wine di Londra lo scorso 11 febbraio.
Su temi quali l’interazione tra vitigno e suolo, il microclima, la disponibilità idrica e poi su aspetti legati a freschezza, acidità, sapidità e un importante potenziale di longevità si sono alternati in qualità di relatori Giovanni Ponchia, tecnico del Consorzio del Soave, assieme a Charles Frankel, geologo e autore di Vins de Feu e Bernard Schoffit di Domaine Schoffit in Alsazia.

Il seminario di Londra è stata l’occasione per illustrare e presentare ufficialmente il volume “Volcanic Wines” edito dal Consorzio del Soave, una vera e propria “summa”di agile consultazione sugli otto anni di ricerca e di lavoro che il Consorzio ha condotto sul tema del vulcano in collaborazione con studiosi ed esperti di settore.
La pubblicazione ha svolto la funzione di fil rouge durante lo stesso seminario guidando gli uditori in un percorso virtuale che li ha condotto sempre più “dentro” il Vulcano.

In 14 capitoli, in italiano e in inglese si affrontano gli aspetti legati allo stretto rapporto tra territorio e vitigno, per proseguire con un excursus storico dedicato al “mito” del Vulcano; si parla poi di suolo e naturalmente di vino, ma anche di comunicazione, di identità del Soave e di valori appartenenti alla doc; ampio lo spazio dedicato all’origine geologica del Soave, all’analisi delle colline di origine vulcanica e di quelle di origine calcarea; si prosegue con un approfondimento dedicato alla pianura sia essa di origine vulcanica o calcarea per concludere con un’analisi comparata tra le denominazioni di origine vulcanica in Italia e nel resto del mondo.
Con un approccio schematico e quasi didascalico, questo “sussidiario illustrato” accompagna per mano il lettore che, attraverso foto e, mappe e disegni, si addentra nella materia in maniera approfondita quasi senza accorgersene.
Questa importante sintesi pone le basi delle numerose attività promozionali che il Consorzio ha in programma per il 2016. Volcanic Wines sarà infatti presentato al prossimo Prowein, in programma a Dusseldorf dal13 al 15 marzo (padiglione 15 C41), a Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile e all’Anteprima del Soave in calendario il 19 e 20 maggio a Monteforte d’Alpone.

Forte l’interesse dimostrato dai masters of wine nel corso del seminario nel confronti del Soave. Un risultato lusinghiero se si considera il livello professionale richiesto per superare l’esame e diventare Master of Wine. Attualmente nel mondo sono 314 i master of wine e negli ultimi dieci anni solo 78 aspiranti hanno ottenuto il titolo. Tra questi non c’è ancora nessun italiano.

Il percorso di formazione, in media 5 anni, prevede seminari e masterclass da seguire in giro per il mondo, degustazioni alla cieca, tesine da scrivere in inglese, viaggi  tra Londra, Napa o Sidney, senza contare i libri e  le bottiglie da acquistare. Piuttosto costosa anche la retta da pagare annualmente all’istituto. Il titolo che si ottiene, superato questo impegnativo percorso di studi, pur non essendo riconosciuto a livello universitario, è molto prestigioso sul mercato internazionale e gode di particolare considerazione nel mondo del trade, delle aste vinicole e nel marketing.