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26 febbraio 2016

1 paziente su 5 con diagnosi di intestino irritabile è in realtà sensibile al glutine.

Gonfiore addominale, stanchezza generalizzata, mal di testa sono solo alcuni dei sintomi comuni a celiachia ed intestino irritabile, ma secondo gli esperti la diagnosi vera per un paziente su cinque, può essere sensibilità al glutine non celiaca. In questo caso la dieta senza glutine è la terapia in grado di risolvere il problema.
  
Lo ha dimostrato il “Glutox” uno studio tutto italiano, promosso dalla associazione italiana gastroenterologi ospedalieri (AIGO), appena pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients. Un lavoro coordinato dal Centro per la Prevenzione e Diagnosi della Malattia Celiaca della Fondazione IRCCS Ca' Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che ha coinvolto 15 centri di gastroenterologia ospedalieri in tutta Italia ed esaminato 140 pazienti di età compresa tra i 18 ed i 75 anni per un periodo di circa 6 mesi. Risultato: se si interrompe l’assunzione di glutine tre pazienti su cinque, non soffrono più dei sintomi e dei disturbi sinora attribuiti alla sindrome dell’intestino irritabile o ad altre alterazioni del funzionamento dell’apparato digerente. Inoltre, 1 su cinque risponde sintomatologicamente alla reintroduzione “nascosta” del glutine.

“Lo studio Glutox, grazie all’osservatorio qualificato delle gastroenterologie ospedaliere, è partito dall’ambizione di dare una dimensione epidemiologica alla sensibilità al glutine non celiachia (SGNC) – spiega il Dottor Luca Elli, coordinatore dello studio “Glutox” e membro del Dr. Schär Institute ma è andato oltre perché ha dimostrato chiaramente che 1 paziente su 5 con sintomi gastrointestinali funzionali, ossia non spiegati da una patologia organica, potrebbe avere una sensibilità al glutine non celiaca.”

Lo studio Glutox. In assenza di biomarker specifici, la diagnosi di sensibilità al glutine non celiaca avviene per esclusione: i pazienti che, pur presentando sintomi simili a quelli della celiachia e indotti dal glutine, non risultino, dopo esami ematici e biopsie endoscopiche, né celiaci né allergici al grano sono classificati come affetti da “sensibilità al glutine”. Sono quindi i sintomi, che essendo comuni ad altre patologie, quali per esempio la sindrome del colon irritabile, hanno evidenziato come ci fosse lo spazio per un supplemento di indagine. Per verificare, quindi, che i sintomi dichiarati dai pazienti siano effettivamente causati dal glutine ed escludere altre cause, gli esperti hanno disegnato un percorso di tre settimane a dieta priva di glutine e hanno verificato l’andamento dei sintomi. Dopo questo periodo, per essere certi della diagnosi è stato integrato come modello di verifica lo studio in “doppio cieco” dove né i medici né i pazienti sono a conoscenza di cosa assumono. I pazienti sono stati divisi in due gruppi, uno ha assunto glutine e l’altro un placebo per marcare in modo scientifico la differenza tra sintomi reali ed effetto psicosomatico.

“Il successo dello studio– conclude Elli – è stato quello di aver identificato in modo chiaro un sottoinsieme di pazienti con diagnosi certa di SGNC tra quelli reattivi al glutine. Questo approccio rappresenta un punto di partenza per lo sviluppo di un protocollo diagnostico per la SGNC ed in assoluto è il primo lavoro ad aver integrato i criteri di Salerno. Infine c’è un riscontro molto pratico: per un numero rilevante di pazienti si apre la prospettiva di una terapia dietetica di facile introduzione, come l’alimentazione senza glutine, quale soluzione al proprio stato di malessere, con il conseguente abbandono di terapie farmacologiche inadatte e spesso gravate da importanti effetti collaterali.”

La SGNC. La Sensibilità al Glutine Non Celiaca è una sindrome, distinta dalla celiachia, caratterizzata da sintomi multi-sistemici intestinali ed extra-intestinali, collegati alla reazione del nostro organismo ai cibi contenenti glutine. Secondo gli esperti un adulto su 10 potrebbe essere sensibile al glutine. Oggi la diagnosi della sensibilità al glutine avviene per esclusione: i pazienti che, pur presentando sintomi simili a quelli della celiachia e indotti dal glutine, non risultino, dopo esami ematici e biopsie endoscopiche, nè celiaci nè allergici al grano sono classificati come affetti da sensibilità al glutine non celiaca. In generale, l’insorgenza dei sintomi appare dopo poche ore o giorni rispetto all’assunzione di glutine. Per quanto riguarda la terapia, la risposta degli esperti è che questa sia rappresentata da una dieta senza glutine, esattamente come nel caso della celiachia. Quello su cui attualmente non ci sono ancora certezze precise sono, invece, le modalità con cui la dieta dovrebbe essere seguita dai pazienti. Uno degli elementi che è apparso chiaro fin da subito, infatti, è che la SGNC può presentarsi in molti casi come una sindrome transitoria, che non rende necessario un regime di dieta senza glutine, particolarmente rigido e sicuramente non a vita, come è invece necessario per la celiachia.

Dati IBS: La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disturbo comune che può colpire oltre il 15 per cento della popolazione generale, si manifesta con dolori addominali, stipsi o diarrea, meteorismo e gonfiore. Riguarda, in particolare, le donne con un’età media compresa fra i 20 ed i 30 anni ma, non di rado, riguarda anche altre fasce d’età. La sindrome dell’intestino irritabile, nei momenti di maggior severità può compromettere le normali abitudini di vita.