Un viaggio tra classici, Noir e anni 50'
La programmazione di
marzo del Cinema Trevi-Cineteca Nazionale a Roma si conclude martedì 31 con
Cineteca Classic: Louis Malle. Vi offriamo anche un’anticipazione sulle
prossime rassegne del mese di aprile:
Martedi 31 marzo
Cineteca Classic: Louis Malle
Secondo appuntamento dedicato a uno dei cineasti francesi più antiborghesi nella storia del cinema d’Oltralpe. «Grande borghese nemico della borghesia, in venti film narrativi e otto documentari importanti, da Les amants (1958) a Il danno
(1992), con calma eleganza Malle ha violato i tabù inviolabili: l’alta condizione sociale e la mistica della maternità sconfitte dalla passione carnale improvvisa, l’incesto tra madre e figlio raccontato come un gioco occasionale e lieve, la naturalezza d’una prostituta dodicenne in un bordello americano, la scelta fascista durante l’occupazione in Francia da parte d’un contadino diciassettenne descritta come un percorso comprensibile, le pulsioni rivoluzionarie borghesi del Sessantotto irrise, l’Edipo capovolto. Nato nel Nord della Francia, terzo dei sette figli d’una famiglia di ricchi industriali d’origine alsaziana, educato in un collegio di Gesuiti e nel collegio dei Carmelitani vicino a Fontainebleau evocato in Arrivederci ragazzi,
obbligato nell’adolescenza a vivere isolato e protetto a causa d’una
insufficienza cardiaca (Soffio al cuore), Malle è precoce: “Ho letto
Gide a tredici anni”. A diciassette anni si iscrive all’Idhec, la scuola
parigina di cinema (il suo film-diploma di cinque minuti mostra, come La mia
cena con André, due persone in attesa di qualcuno che non arriva) e
comincia presto a lavorare come assistente di Jacques Cousteau per Il mondo
del silenzio. A venticinque anni dirige il suo primo film, Ascensore per
il patibolo: è già sposato con Anne-Marie Deschodt, da cui divorzia per poi
risposarla e infine separarsene; nel 1980 ha sposato Candice Bergen. […] “Non
so cosa sia il cinema politico. Credo che i film d’autentica importanza
politica non siano quelli militanti, il cui unico scopo è confermare una posizione
già acquisita, una retorica già esistente, ma quelli che scuotono, che turbano,
che obbligano alla riflessione”, afferma Louis Malle. Il regista lo diceva nel
1976. Diceva anche: “Io non credo alla democrazia, non ci ho mai creduto. è una
parola che corrisponde a una realtà in cui la classe dominante può permettersi
il lusso di dare l’impressione che sia il popolo a governare. Ma non è il
popolo che governa, si sa benissimo...”» (Tornabuoni).
ore 17.00 Cognome e
nome: Lacombe Lucien di
Louis Malle (1974, 137’)
«Nel 1944 Lucien Lacombe
(Blaise), un contadino francese di diciassette anni, viene rifiutato dalla
Resistenza e si unisce alla Gestapo: innamoratosi di una ragazza ebrea, France
(Clément), ucciderà un ufficiale tedesco e fuggirà con lei verso i Pirenei […].
Un film che indaga il confine fra il traditore e l’eroe, che suscitò molte
polemiche per l’ambiguità della sua tesi (l’impegno politico non è sempre
motivato da coerenti scelte ideologiche, a volte può essere dettato dal caso).
Pensato (con Patrick Modiano) e girato in un periodo di grandi tensioni emotive
[…], il film offre un’immagine non riconciliata e programmaticamente
“sgradevole” di quegli anni, quando povertà e voglia di riconoscimento sociale
giustificarono scelte di campo in contrasto con le scelte di classe»
(Mereghetti).
Programma di aprile
1 aprile Lo schermo oscuro. Cinema noir e dintorni
2 aprile
Lorenza Mazzetti, l’equilibrista sul filo della Storia
3 aprile
Cineteca Classic: Gangster Movies
3-11-12-18-19-26 aprile Capolavori restaurati
4 aprile
Cineteca Classic: Louis Malle
7-16 aprile
Kiss Kiss… Bang Bang. Il cinema di Duccio Tessari
16 aprile:
(In)visibile italiano: Elda Tattoli
17 aprile
Il cielo e la luna. Massimo Fagioli e il cinema
18-19 aprile
Tre pezzi unici. Il cinema di Mario Brenta
19 aprile
Fatti e strafatti
21-22 aprile
Fratelli nel cinema: Manetti e Mazzieri
23-24 aprile Raffaele La Capria, identikit di uno scrittore prestato al cinema
23 aprile
Anteprima de Le sedie di Dio
24 aprile
Psicoanalisi e arte teatrale
25-26 aprile
Resistenza e liberazione, i film di Jean-Marie Straub
28-30 aprile
Sergio D’Offizi, la luce nei miei film
29
aprile ART/TREVI - Ai confini dell’immagine: Rä Di Martino
Mercoledì 1 aprile
Lo schermo oscuro. Cinema noir e dintorni
«Il Noir non è
solamente un “genere” cinematografico, è anche e soprattutto uno stile, una
dimensione psicologica, un modo di sentire la vita (oltre che il cinema): è il
trionfo del chiaroscuro, dell’ambiguità, la percezione di un destino tanto
crudele quanto ineluttabile. Silvio Raffo, cultore del giallo e del
fantastico-visionario, prima di tutto come romanziere, propone in questo
singolare libro una cronistoria “affettiva” ed estetica dell’universo noir,
senza perdere mai di vista i riferimenti letterari e di costume, nella
convinzione squisitamente “antimoderna” che un certo gusto e una certa Bellezza
abbiano davvero e definitivamente lasciato l’Olimpo» (dalla quarta di copertina
del libro di Silvio Raffo, Lo schermo oscuro. Cinema noir e dintorni,
Bietti, 2014).
Si è deciso
pertanto di far riemergere tre chicche cinetecarie dei nostri anni Cinquanta,
dove i chiaroscuri del noir si mescolano con quelli – ben più mediterranei! –
del mélo.
ore 17.00 Vortice di Raffaello Matarazzo (1953, 86’)
«Alla base del decoroso feuilleton mélo-noir del Douglas Sirk italiano c’è un matrimonio combinato: la bella Elena (Silvana Pampini) è costretta a sposare Luigi (Gianni Santuccio), direttore della banca in cui lavora il padre, che si rivelerà un marito insopportabile. Elena sarà accusata del suo omicidio, ma l’aiuterà a scovare la vera colpevole […] il dolcissimo amico medico (Massimo Girotti) una vecchia fiamma, che tornerà ovviamente ad ardere. Il film ha, come sempre le opere di Matarazzo, un certo impegno sociale: qui si denunzia l’ingiusta inferiorità della donna rispetto all’uomo carnefice» (Raffo).
ore 18.30 incontro con Silvana Pampanini e Silvio Raffo
nel corso dell’incontro sarà presentato il libro di Silvio Raffo Lo schermo oscuro. Cinema noir e dintorni
a seguire Canzone appassionata di Giorgio C. Simonelli (1953, 97’)
«Mélo-noir di squisita ingenuità confezionato su misura per Nilla Pizzi, improbabile quanto simpatica interprete di se stessa nelle vesti di una donna che, forzatamente unita in matrimonio a un uomo noiosissimo e cacciata dal focolare per un’immorale relazione con un poco di buono, deve rinunciare all’amore della figlia ma in compenso diventa una famosa star nel mondo della canzone. Quando scopre che l’amante (suo manager) ha irretito anche la fanciulla e vuole portarsela via, in una scena memorabile gli scarica addosso un discreto numero di proiettili da un grazioso revolver da pochette. Echi (non si sa quanto consapevoli) da drammoni americani stile Il romanzo di Mildred fanno di questo film di Simonelli, ignorato da guide e cinephile, un piccolo irrinunciabile gioiello del kitsch made in Italy anni 50» (Raffo).
Per gentile concessione di Ripley’s Film - Proiezione a ingresso gratuito
ore 21.30 La paura di Roberto Rossellini (1954, 82’)
«Perla misconosciuta di suggestioni vagamente noir, tratta dal racconto Angst del grande Stefan Zweig (Sovvertimento dei sensi, Bruciante segreto), che narra in toni raffinati e algidi dell’incauto tradimento coniugale di Irene Slotz (felicemente sposata a un irreprensibile chimico) ricattata da un’ambigua sconosciuta che si presenta come la partner del suo amante. Ma, come spesso accade, una verità imprevedibile si nasconde dietro le apparenze. Il travaglio della protagonista è reso egregiamente da una Ingrid Bergman nel pieno della sua maturità artistica e le atmosfere nordiche, fascinosamente neorealistiche, potenziano la suspense della trama. Rossellini non è certo un regista qualunque, e anche questo suo prodotto “minore” conferma il suo genio» (Raffo).
Cinema Trevi – vicolo del puttarello 25 - Roma - ingresso 4 euro, rid. 3 euro