L’A.S.I. analizza la proposta
del Governo Renzi in
tema di esenzione fiscale dei
veicoli di interesse
storico.
Secondo
il Presidente dell’associazione, la legge di Stabilità 2015 non favorisce
il governo e danneggia sia l’economia nazionale che i singoli cittadini.
Torino, 31/10/14 !
Il provvedimento legislativo contenuto
nella Legge di
Stabilità 2015 all’art. 44,
c.28 e art. 30, c.17, abroga i
commi 2 e 3 dell’art. 63 Legge 342/2000,
che esentavano dal pagamento del bollo automobilistico le auto
con meno di 30 anni considerate di “particolare
interesse storico e collezionistico”. L’A.S.I. - Automotoclub
storico italiano - che attualmente vanta oltre 220.000 soci in tutta Italia e oggi, grazie
anche ai 300
Club,
rappresenta istituzionalmente
il motorismo storico italiano presso tutti gli organismi nazionali ed
internazionali, illustra, in
una nota ufficiale, i punti chiave del decreto, sottolineandone i pro e i
contro: !
pagamento della tassa di proprietà o obbligato al pagamento ridotto, nei 13
anni dall’entrata in
vigore del provvedimento di esonero è costituito (al 31 dicembre 2013), da
501.000 veicoli e
non già da altre entità apparse o comunicate erroneamente su mezzi di
comunicazione
disinformati.
2. Di questi, un 15% è stato demolito, poiché non meritevole di
conservazione, ed un altro 10%
esentato poiché nel frattempo ha raggiunto i 30 anni e come tale meritevole
del beneficio
anche se non storico.
3. Ne consegue che i veicoli esentati, in seguito a provvedimento ASI, al
31 dicembre 2013, risultano essere circa 375.000 (501.000-25% = 375.000).
4. L’importo corrispondente alle tasse non percepite dall’erario, per tale
esenzione o riduzione, è pari a circa € 56.250.000 (375.000x150,00). Il tributo medio non percepito
è stato ritenuto equo calcolarlo in 150,00 € annui poiché la potenza media dei veicoli esentati
non supera i 70 CV. Ma se tale provvedimento abrogativo dovesse divenire definitivo, l’erario
non percepirebbe tale somma, poiché pochi dei 375.000 veicoli beneficianti di tale
esenzione-riduzione, resterebbe in vita o in circolazione in Italia, con conseguente forte riduzione del
gettito fiscale previsto. Possiamo, con serenità, sostenere che neanche 50.000 veicoli di interesse
storico collezionistico pagherebbero le tasse ordinarie cui sarebbero tenuti per il
provvedimento abrogativo.
E ciò determinerebbe un’entrata presumibile per lo Stato di circa €
7.500.000 50.000x150,00).
A questo punto verrebbe da dire : “Tanto rumore per nulla”.
A.S.I. - Villa Rey – Strada Val San
Martino Superiore 27 // 10131 - TORINO // T. 011.8399537 - F. 011.8198098 // info@asifed.it
Senonchè bisogna prendere ora in considerazione i risvolti che tale
provvedimento
determinerebbe sul piano economico generale per il settore legato ai
veicoli storici. E cioè :
1A) In particolare la perdita di circa 300/325.000 veicoli d’interesse
storico-collezionistico
significherebbe un mancato esborso per le spese di manutenzione di detti
veicoli, che, (applicando coefficienti utilizzati dallo Stato in materia fiscale), darebbe un
risultato di € 4.875.000.000 (325.000 veicoli per un costo annuale di manutenzione medio unitario di €
15.000 come previsto allo Stato). Se invece vogliamo essere più realisti, valutiamo il costo di
manutenzione annuale medio in € 2.000, arrivando così ad un importo complessivo da mancata
attività economica pari a € 650.000.000.
Tale perdita colpirebbe piccoli riparatori, carrozzieri, distributori di
benzina, ricambisti, settori già particolarmente colpiti per la diminuzione di lavoro.
2A) A questa perdita si aggiungerebbe quella turistica pari a circa €
12.500.000 annui che nasce a una media di 2.500 raduni per un costo unitario medio di € 5.000.
3A) E’ chiaro che a queste perdite si aggiungono quelle della perdita di
posti di lavoro nella
segreteria ASI e nei Club federati che sono 270.
4A) Nel settore dei veicoli storici sono applicate tariffe assicurative
agevolate, stante il
Kilometraggio ridotto e il ridotto rischio, legato all’uso attento del
veicolo. L’applicazione delle tariffe piene ai veicoli ultraventennali, determinerebbe l’antieconomicità di tali
contratti e pertanto anche la demolizione dei veicoli stessi oppure l’incremento del numero dei
veicoli non assicurati.
5A) In molti altri casi il nostro Governo ha assunto decisioni populistiche
contro auto sportive, di lusso, di grande cilindrata o altri beni, quali barche o aeromobili, con il
solo risultato di ridurre l’attività economica del privato, senza incrementare le entrate per l’erario.
Sembra ancora una volta che gli errori del passato, in Italia, non
insegnino nulla per il presente o Per il futuro.
Mai come oggi, quotidianamente, sentiamo parlare di calo dell’economia,
dell’occupazione e della necessità di introdurre provvedimenti per ovviare a tali negatività, in
concreto poi i provvedimenti adottati vanno contro corrente e determinano ulteriori danni.
6A) Nel 2013/2014 l’ ASI aveva finanziato un corso di restauro con un
esborso di € 100.000,
consentendo una specializzazione per giovani desiderosi di intraprendere
tale attività. La stessa iniziativa è stata deliberata per il 2014-2015. Purtroppo se la normativa
abrogativa sarà approvata l’iniziativa non avrà più ragione di essere e sarà abbandonata.
7A) Negli anni passati ASI aveva versato contributi all’Università dell’Aquila
ed al comune di
Crevacuore rispettivamente di € 208.000 e 150.000 per contribuire alla loro
ricostruzione, così
come aveva stipulato una convenzione della durata di 5 anni e un esborso di
€ 150.000 con il
Politecnico di Torino. Anche queste iniziative non si potranno rispettare.
8A) Lo Stato perderà inoltre le entrate derivanti dalle revisioni biennali
di circa 300.000 veicoli, pari € 9.000.000 (18.000.000 : 2 anni) annui.
Non si può infine dimenticare che il veicolo storico è stato beneficiato
dal Legislatore perché il
pregio culturale superava la perdita per l’erario e tale particolare,
giusta, considerazione, ha
favorito la sua crescita numerica e la sua crescita patrimoniale che ora di
punto in bianco viene
annullata senza contropartita. Con un’ulteriore perdita non facilmente
valutabile, di oltre 1,5 miliardi di Euro dovuta alla svalutazione degli stessi, alla loro rottamazione o/e
alla loro svendita all’estero.
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Avevamo una Federazione apprezzata nel mondo e all’improvviso,
sostanzialmente, viene
azzerata per pochi ipotetici milioni di euro, contro una perdita
miliardaria. Concludendo, si riassumono le conseguenze economiche dei provvedimenti
annotati: !
!!!!