Kermesse attesissima per i giovani allievi della Scuola che
quest’anno ha celebrato 30 anni di attività. L’edizione 2014 di AltaRoma AltaModa,
accoglie nuovamente nel suo grembo la creatività di stilisti in erba che, sulla
scorta della filosofia della scuola di moda, con sedi a Firenze e Roma, hanno
creato una collezione sensibile ai temi dell’etica e del riciclo. Materiali di
riuso da cui hanno ottenuto risultati preziosi, inusuali e sorprendenti.
Gli abiti, circa 70, sono stati
interamente realizzati dagli studenti del II e III anno in perfetta coerenza e
sinergia con il concetto del “saper fare” tipico del made in Italy.
Atmosfere vintage con il denim upcycled
per outfit moderni, e materiali poveri come la juta mescolata allo shantung
impreziositi da stramatura, pietre dure e ironici effetti a spruzzo. Arte e
moda si uniscono grazie ai gabardine tecnici combinati con strutture
futuristiche, che endono omaggio al genio di Paco Rabanne. Ed ecco l’ alluminio recuperato da scarti della lavorazione industriale oppure
abbinato al design liberty di Alphonse Mucha, che diventa tridimensionale con i
ricami in pet riciclata. I capolavori di Gustav Klimt sono abiti realizzati a
crochet: come materia prima utilizzano i fili ricavati dai sacchetti per la
raccolta differenziata con un effetto davvero interessante.
Carta nastro in sisal che sembra tulle,
boule in polistirolo e cd frantumati che diventano abiti di neve e cristalli
per una neo regina dei ghiacci che ci trasporta in un mondo incantato e
romantico.
E ancora, ispirazioni primordiali nei lavori a intrecci di nastri di tessuto
ricavati dai ritagli di tessuti, che girano intorno al corpo in un caldo
abbraccio o come la nascita del genere umano attraverso la figura di Eva e del
serpente, le cui spire fatte di scaglie in carta e sughero dipinte a mano, avvolgono
il corpo.
La collezione continua con echi tribali e sapori
etnici. Arrivano dai tessuti organici trattati (come la foglia di banana) e
dipinti con tinture naturali e artigianali dal sapore fusion delle culture orientali, e dalle lane recuperate e
riutilizzate per creare lavorazioni hand
made in stile Navajo che ricordano i tappeti antichi per un moderno dandy.
E ancora scarti di
pelle riciclata lavorati con la tecnica del patchwork a sovrapposizione, per
creare sensuali e sartoriali giochi di contrasto tra look maschile e femminile
di una perfetta Female Alpha.
Quella degli studenti è stata una ricerca importante in direzione delle nuove tecnologie: neoprene, nastrature termoadesive che si sostituiscono alle impunture, applicazioni in 3D print e digital tailoring. Vernici fluo UV reactive che creano effetti inaspettati e suggestivi e che ricordano il “Ghiaccio bollente” o materiche tinture che si screpolano su tessuti spalmati e creano effetti di rottura come quadri antichi dipinti con tecniche digitali.