Preferite immergervi
nelle atmosfere rarefatte e nell’intensità dei blu di Ettore Spalletti o
tuffarvi nei colori, nella vitalità, nella fantasia, nell’eccentricità delle
opere di Gaetano Pesce, da vivere e toccare?
O scoprire quanto
siano creativi i giovani talenti italiani nel design (Design Destinations),
nell’arte (Premio MAXXI 2014, con le opere di Yuri Ancarani, Micol
Assaël, Linda Fregni Nagler e della vincitrice Marinella Senatore),
e nell’architettura (con l’installazione 81/2 dello studio romano orizzontale,
vincitore del progetto YAP MAXXI 2014: una gigantesca quinta teatrale
nella piazza del museo che ogni sera, per tutto luglio e settembre, ospita
appuntamenti live di musica, teatro, poesia, cinema, architettura)?
Oppure lasciarvi
coinvolgere dall’installazione interattiva e immersiva di Studio Azzurro, Geografie
Italiane, che racconta con suoni, immagini, monitor e touch screen
gli ultimi 50 anni di architettura in Italia?
Sono solo alcune
delle tante proposte che il MAXXI Museo nazionale della arti del XXI secolo,
piattaforma aperta a ogni linguaggio del nostro tempo, propone per l’estate
2014 ai suoi visitatori.
E se la stagione
estiva si presenta “calda” con ben 10 mostre in corso, quella autunnale sarà
addirittura “bollente”.
A partire dal
progetto Aliens Cave (30 settembre. 12 ottobre 2014) organizzato del
Dipartimento educazione del museo e dedicato a tre illustratori (Lorenzo
Terranera, Fabio Magnasciutti e Alessandro Ferraro): laboratori didattici ed
esposizione al Corner D, o The Immigrant Songs (1 – 19 ottobre 2014),
breve ed intensa mostra che attraverso i video di Angelica Mesiti
e Malik Nejmi racconta storie di emigrazione e prepara il pubblico a
Open Museum Open City (24 ottobre–30 novembre 2014), il progetto
rivoluzionario curato da Hou Hanru che svuoterà il museo dalle opere per
riempirlo di “sculture sonore” e trasformarlo in una sorta di foro aperto alla
città con talk, musica, proiezioni, concerti, narrazioni, incontri, performance
di molti artisti italiani e internazionali.
Camminare negli spazi
fluidi del MAXXI sarà come fare una passeggiata nella cassa armonica di un
grande strumento musicale. Più di 40 gli artisti coinvolti in questo progetto
complesso, tra cui Justin Bennet, Cevdet Erek, Lara Favaretto, Francesco
Fonassi, Bill Fontana, Jean Baptiste Ganne, Ryoji Ikeda, Haroon Mirza, Philippe
Rahm che hanno realizzato installazioni site specific con il suono fluido
dell’acqua che scorre sotto Roma, la scomposizione di una partitura musicale in
singole note, i rumori della città e il ritmo della rivoluzione, un romanzo in
codice Morse e molto altro ancora.
Dalle sculture sonore
al glamour e al fascino di una stagione straordinaria per la creatività
italiana, raccontata da un altro progetto di punta del museo: la mostra Bellissima.
L’Italia dell’alta moda 1945 – 1968, a cura di Maria Luisa Frisa, Anna
Mattirolo e Stefano Tonchi (2 dicembre 2014 – 3 maggio 2015). Le Sorelle
Fontana e Balestra, Capucci e Gattinoni, Valentino, Gigliola Curiel e Mila
Schön, e ancora la Roma del Giubileo del 1950 e delle Olimpiadi del 1960, del
cinema e dei divi hollywoodiani, di via Veneto e della Dolce Vita, ma anche Torino,
Milano, Firenze, Venezia, Napoli. La moda dunque entra al museo – attraverso
abiti originali, gioielli, filmati e immagini d’epoca - e dialoga con l’arte
contemporanea e con la coreografia di manichini realizzata da Vanessa
Beecroft, a partire dalle suggestioni delle fotografie di Pasquale De
Antonis.
La
stagione autunnale si caratterizza anche con una finestra sull’ Oriente.
A
partire da United History. Iran 1960 – 2014 a cura di Catherine
David, Odile Burluraux, Morad Montazami, Narmine Sadeg e Vali Mahlouji (11
dicembre 2014 – 29 marzo 2015): più di 20 artisti e 200 opere, che raccontano
il Paese attraverso la sua arte dal 1960 ad oggi, passando per la Rivoluzione
del 1979 e la guerra tra Iran e Iraq degli anni Ottanta.
Poi
la personale dedicata a Huang Yong Ping. Bȃton–Serpent,
a
cura di Hou Hanru (19 dicembre 2014 – aprile 2015). L’artista di origine
cinese, famoso per le sue colossali installazioni, sorprenderà i
visitatori – accolti in Galleria 3 da un gigantesco e ondeggiante serpente in
alluminio - con una serie di opere monumentali. I lavori in mostra incarnano il
crocevia tra Occidente e Oriente, con temi quali la religione e le arti
divinatorie, la riflessione sulla tradizione e l’identità culturale. Il titolo
stesso scelto dall’artista richiama un passo dell’Esodo nella Bibbia (“Aronne
gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un
serpente”).
Dal
NMCA, il Museo nazionale di arte contemporanea di Seul arriva il progetto
dedicato alla video arte in Korea, The Future is Now! (19 dicembre 2014
– 15 marzo 2015): 80 opere e 40 artisti, a partire da Nam June Paik la
cui frase “People talk about the future being tomorrow, but the future is
now!” dà il titolo alla mostra. Esposti i lavori dei pionieri della video
arte, la “video generation” degli anni Novanta, fino alla generazione di
artisti più giovani che operano nella società iperconnessa della rivoluzione
digitale.
Last but not least,
le architetture di guerra al centro di Architecture in Uniform, a
cura di Jean Louis Cohen (19 dicembre 2014 – 3 maggio 2015), che racconta
attraverso filmati, documenti originali, riviste storiche, fotografie d’epoca,
maquette, la storia di alcuni tra i più interessanti progetti nel periodo della
Seconda Guerra Mondiale.. In mostra quindi le città in guerra, i progetti
autarchici, il ruolo dell’ industria, le fortificazioni, il camouflage, fino
all’ immediato dopoguerra con i memoriali e il riuso delle tecnologie militari.