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27 ottobre 2023

Teatro del Popolo di Castelfiorentino: "Lo sapevamo anche noi" per la regia e la direzione artistica di Teresa Delogu

 

LO SAPEVAMO ANCHE NOI

Regia di Teresa Delogu

 Si è svolto al Teatro del Popolo di Castelfiorentino la commedia teatrale Lo sapevamo anche noi per la regia e la direzione artistica di Teresa Delogu.










 Lo spettacolo ha visto in scena ben 23 anime di ogni età e genere sull’ottocentesco e prezioso palco il più antico della Valdelsa e tra i più importanti della Toscana: sono gli allievi e allieve del corso di teatro promosso dallo stesso Teatro del Popolo a cura di Giallo Mare Minimal Teatro.

 Alessandra Campatelli, Alfredo Agili, Aurora Puggelli, Bianca Frangioni, Cinzia Campisano, Claudio Tinelli, Emiliano Terzuoli, Franca Gaggelli, Francesca Conforti, Giulia Conforti, Giulietta Brogi, Lapo Biagini, Lavinia Meo, Margherita Cacciapuoti, Martina Ciampolini, Martina Fabozzi, Orazio Aiello, Patrizia Salerno, Pippo Meo, Rita Biocca, Sibilla Campaioli, Susanna Tamburini, Virginia Tumminia

Gli allievi e allieve, guidati dalla sapiente mano della regista e formatrice teatrale M. Teresa Delogu, si son confrontati immergendosi con vera passione foga nella vicenda lunga, complessa, articolata, dell'emigrazione italiana.

 



LO SAPEVAMO ANCHE NOI …il colore dell’offesa e un abitare magro e magro che non diventa casa.  Lo sapevamo anche noi questo guardare muto e sapevamo la pazienza di chi non si può fermare e la santa carità del santo regalare..” a Noi pubblico Si apre e si chiuderà il sipario sulle note di Gianmaria Testa, note poetiche che suonano e ci cantano mentre nella trasparenza del pannello antistante il palco si dipanano le immagini di repertorio storico/documentale, sapientemente ricercate, che accompagnano le scene ed i performers in un susseguirsi di coreografie dai molteplici colori, musiche e copione a tratti anche ironico nelle pieghe interpretative degli attori, dal/la più giovane al/la più grande, i quali non ci privano degli aspetti di sdrammatizzazione legate agli accenti dialettali delle regioni che rappresentano il campione umano e la sua storia ultrasecolare che attraversò oceani e mari in cerca di fortuna. Sono i nostri avi, nonni e bisnonni, i racconti che forse anche noi abbiamo ascoltato al caldo di un focolare, probabilmente meno amaro e crudele dei nostri progenitori che da qualche parte in Europa e nelle Americhe ancora oggi ci imparenta più o meno ignari che ne siamo

Un fenomeno che ha avuto differenti fasi, ma che non è cessato mai lungo il corso della storia della nostra giovane nazione: dalla grande ondata di partenti subito dopo l'Unità d'Italia, all' odierno emigrare degli "Expat" odierni, giovani spesso qualificati e istruiti, ma che ugualmente trovano patria - in condizioni diverse- come i loro avi di fine ‘800. Un filo narrativo, che tocca i temi mai mutati del partire: la necessità economica, il razzismo subito, i nomignoli affibbiati. "Bel Paese, brutta gente", questo dicevano degli Italiani- nomèa che ci ha accompagnato a lungo. Siamo stati trafficanti di esseri umani, abbiamo fatto naufragio, non potevamo iscrivere i figli alle scuole dei bianchi. Lo sapevamo, appunto, cosa c'era dentro quella enorme massa - calcolata in circa 30 milioni di persone - che ha lasciato il Paese in poco più di 150 anni. Riflettere sulla nostra emigrazione, ora che il tema migranti è sotto la lente quotidiana, può essere uno spunto per inquadrare in un'ottica più consapevole un fenomeno complesso e che non si presta a facili e superficiali soluzioni.

Notevole e toccante la scena delle Balie: ‘le più fortunate a cui andava meglio’ - “andavamo a fare le balie, le serve dei ricchi borghesi americani; a le altre non restava che il bordello.. Non c’era mercato che noi italiani non rifornissimo. Nei porti di Genova, Napoli, Trieste, Messina, Brindisi partivano navi cariche di donne destinate ai bordelli del mondo”.

Ed infine ancora un momento suggestivo: ci regala la memoria dedicata ai nostri compatrioti Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti condannati a morte nonostante le prove che li scagionavano, uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario del Massachussetts, simbolo sacrificale per antonomasia del pregiudizio raziale verso gli immigrati, nonché italiani, di quel versante storico, la cui assoluzione deve attendere 50 anni esatti ad esserne riabilitata e rivendicata inconfutabilmente.

Il pubblico numeroso ha potuto fruire gratuitamente di questa magnifica pièce grazie alla Fondazione Teatro del Popolo, Fondazione Toscana Spettacolo, Comune di Castelfiorentino & Partners.


D. Zappavigna
26 Ottobre 2023

21 novembre 2021

VINCENZO SALEMME A TEATRO, PARTE DA ORVIETO (SOLD OUT). POI TOUR IN TUTTA ITALIA!

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VINCENZO SALEMME

 

Torna a teatro e porta in scena il suo pamphlet

 

"NAPOLETANO? E FAMME 'NA PIZZA"


"È una confessione sincera ed esilarante sui cliché della napoletanità.
Siamo tutti prigionieri di uno stereotipo. Mi sembra anche il modo migliore
per riassaporare l'atmosfera delle sale teatrali e per tornare a ridere ed emozionarsi
tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro"


"Napoletano? E famme 'na pizza" è il titolo del nuovo spettacolo teatrale di Vincenzo Salemme - prodotto da Valeria Esposito per Chi è di scena! s.r.l. e che debutterà 'sold out' il 20 novembre dal Teatro Mancinelli di Orvieto, per girare poi tutta Italia - tratto dal libro più recente (pubblicato a marzo 2020 per Baldini + Castoldi) dell'attore, commediografo, sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico e scrittore, appunto.

 

Il teatro e il cinema sono la seconda pelle di Salemme. Oltre 28 spettacoli e 45 film (di cui 12 in qualità di regista e sceneggiatore) in quarantacinque anni di carriera. Nell'estate dello scorso anno, l'anteprima del tour di «Napoletano? E famme 'na pizza» (in formazione ridotta per ovvie ragioni) era stata per l'artista un primo passo per dare una risposta sul palco alla grave crisi determinata dall'emergenza COVID-19. Una testimonianza concreta "a favore" dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo.

 

Ora il ritorno sul palcoscenico con la produzione al gran completo in una lunga tournée che andrà avanti fino alla primavera 2022. Dopo il 'debutto' a novembre a Orvieto (20 e 21, Teatro Mancinelli), queste le città in cartellone: S. Arpino, CE (23-25, Teatro Lendi); Caserta (26-28, Teatro Comunale); Pagani, SA (30 e 1 dicembre, Auditorium Sant'Alfonso Maria de' Liguori); Salerno (2-5, Teatro Verdi); Santa Maria Capua Vetere, CE (7 e 8 dicembre, Teatro Garibaldi); Avellino (9-12, Teatro Partenio); Avezzano, AQ (15 e 16, Teatro Dei Marsi).  

Da gennaio 2022 sarà la volta di Milano (dal 4 al 16, Teatro Manzoni); Genova (20-22, Teatro Politeama). A febbraio toccherà Torino (3-6 Teatro Alfieri); Ferrara (9 e 10, Teatro Nuovo); Bologna (11-13, Teatro delle Celebrazioni); Cosenza (18-20, Teatro Rende). E poi Napoli (dal 23 febbraio al 20 marzo, Teatro Diana). A marzo, Bari (25-27, Teatro Team); Roma (dal 29 marzo al 25 aprile, Teatro Olimpico).

 

Una carriera, quella di Vincenzo Salemme, costellata da grandi successi che gli sono valsi l'assegnazione del Premio alla Carriera (al BCT – Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento). L'arte, il garbo e l'ironia sono gli elementi distintivi della sua arte: dagli esordi come attore con un'intensissima vita teatrale partita nel '78 con il Maestro Eduardo De Filippo fino ad arrivare ai nostri giorni, campione di incasso a teatro (l'ultima commedia "Con tutto il cuore", interrotta a causa del Covid 19 è stata vista da 150mila spettatori con un incasso di 5milioni di euro) e al cinema (dal debutto con Nanni Moretti nel 1981 ai suoi film più recenti). In televisione ha portato le sue commedie in diretta tv su Rai2 come fossero uno show televisivo. Oltre a "Napoletano? E famme 'na pizza", dal dono della scrittura, è nato anche il libro dal titolo 'La bomba di Maradona' (Baldini + Castoldi, nel 2018).

 

 

"NAPOLETANO? E FAMME 'NA PIZZA"

LO SPETTACOLO

 

 

IL RACCONTO DI VINCENZO SALEMME

 

"Napoletano? E famme 'na pizza" è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, "e fuori nevica", nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza.

E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà... e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente.

 

Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: "Vedi Napoli e poi muori!", io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l'accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo.

 

"Napoletano? 'E famme 'na pizza", oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l'atmosfera delle sale teatrali perché all'interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.

12 novembre 2021

UN ROMANO A ROMA al Teatro Anfitrione - Roma

 





Il Teatro Anfitrione

presenta

UN ROMANO A ROMA

Ideato, diretto ed interpretato da Pietro Romano

Talento poliedrico quello di Pietro Romano, artista dallo spessore d’altri tempi, che ancora sa incantare il Pubblico spaziando dalla prosa alla commedia musicale, scrivendo, dirigendo ed interpretando le sue opere, trasponendo, talvolta, anche i classici, in dialetto romanesco, con l’obiettivo della conservazione della più antica delle tradizioni. L’one man show “Un Romano a Roma” presenta proprio il panorama artistico attraverso il quale il protagonista, esprime la propria vis comica attingendo ai più grandi maestri del teatro italiano, persino della rivista e dell’avanspettacolo: tra gli omaggi doverosi quanto irrinunciabili, particolare rilievo hanno quello a Gigi Proietti e Raffaella Carrà. Romano pare quasi far da spalla alla sua Roma che, molto spesso, ricambiando il favore, gli concede di invertire i ruoli...

Con la partecipazione di 

Roberto Colavalle

Luci e fonica - Fabio Massimo Forzato

Disegno luci - Pietro Romano

Scene e Costumi - Ernesto Guglielmi

Costumi realizzati da Carola Briotti e Laura Di Paolo

Web Manager - Alessandra Pontecorvo

Ufficio Stampa - Federica Rinaudo

Gestione Database - Simone Nuccetelli

Aiuto Regia e organizzazione - Loredana Corrao

Regia di Pietro Romano



In scena al Teatro Anfitrione dal 16 al 21 novembre 2021 (tutte le sere alle ore 21, la domenica alle 18)
Info e prenotazioni: 3478045164 (anche whatsapp) - 0687192338




22 luglio 2020

pièce in streaming "Todo lo que està a mi lado" con Eleonora Giovanardi

Todo lo que està a mi lado: il debutto italiano in streaming della pièce

di Fernando Rubio

Con Eleonora Giovanardi

Il 25 e il 26 luglio alle ore 19

 

 

"Todo lo Que està a mi lado" (tutto quello che c'è al mio fianco) debutterà in streaming in Italia il prossimo 25 e 26 luglio alle ore 19 (link per l'acquisto dei biglietti: https://www.eventbrite.co.uk/e/biglietti-todo-lo-que-esta-a-mi-lado-italia--111727235168).

Protagonista della versione italiana l'attrice Eleonora Giovanardi che il pubblico ricorda come protagonista di Quo Vado?, il film da record di Checco Zalone.  

Todo lo que está a mi lado è una performance site-specific creata 8 anni fa che ad oggi conta 30 differenti cast in tutto il mondo (circa 300 attrici hanno eseguito questo lavoro in più di 10 lingue). È un progetto che ha ricevuto sei premi al prestigioso Festival di Londra LIFT e al Festival TAC di Valladolid. In Italia, la performance è stata presentata nel Finestate Festival, Short Theatre di Roma, nel Festival Internazionale della Creazione Contemporánea di Terni, nel Contemporánea Festival di Prato, nel Festival d'Autunno di Cagliari, nel Festival Castel dei Mondi di Andria e alla Triennale di Milano.

Gli spettatori connessi via streaming il 25 e il 26 luglio entreranno nell'intimità della camera da letto dell'attrice e attraverso le parole del regista verranno condotti in una riflessione profonda sui limiti dell'esperienza e delle sue possibilità – estetiche, concettuali, urbane – che si percepiscono in quel momento indimenticabile che è l'incontro tra sconosciuti. Un incontro che avviene in un luogo immaginario, ma al contempo reale.

Stabilire legami inconsueti e profondi tra attori e spettatori è la cifra caratteristica del lavoro di Fernando Rubio, drammaturgo, attore e artista visivo argentino. Nei suoi progetti crea spazi e storie che ci spingono a guardarci con occhi diversi, prendendo elementi e oggetti quotidiani e trasportandoli in un contesto nuovo, diverso da quello reale.

Questo lavoro è nato dopo un sogno, che ha riportato alla memoria una storia perduta d'infanzia. Una storia che era rimasta sospesa da qualche parte nella mente e nell'anima del regista per 25 anni e che ora riaffiora.

 

 

2 ottobre 2019

Milo Rau porta in scena un'Assemblea Politica con LA RIVOLTA DELLA DIGNITÀ - RESURREZIONE _10 ottobre Teatro Argentina

Teatro Argentina
10 ottobre 2019

Evento di punta in apertura di Stagione del Teatro di Roma
è l'arrivo di uno fra i più acclamati innovatori del teatro d'avanguardia internazionale, Milo Rau,
che da Matera Capitale della Cultura approda nella Capitale romana il 10 ottobre all'Argentina
con La rivolta della dignità - Resurrezione, un'Assemblea Politica per interrogarsi sul valore contemporaneo dei messaggi di fede, di carità e di speranza. Penultima tappa del suo Nuovo Vangelo, ampio progetto al confine fra realtà, teatro e cinema con un cast di rifugiati e
contadini disoccupati a narrare la "passione" di un'intera civiltà.

La rivolta della dignità – Resurrezione
Assemblea Politica
storia e regia Milo Rau
drammaturgia e ricerca Eva-Maria Bertschy
interpreti Yussif Bamba, Vito Castoro, Marie Antoniette Eyango, Papa Latyr Faye, Samuel Jacobs, KadirAlhaji Nasir,
Mbaye Ndiaye, Anthony Nwachukwu, Jeremiah Akhere Ogbeide,Yvan Sagnet, Mohammed Souleiman, Ali Soumaila
riprese Thomas Eirich-Schneider- suono Marco Teufen - montaggio Katja Dringenberg
produttori Arne Birkenstock, Olivier Zobrist, Sebastian Lemke
riprese Thomas Eirich-Schneider - suono Marco Teufen - scene e costumi Anton Lukas
luci Dennis Diels - production management Elisa Calosi - aiuto regia Giacomo Bisordi
assistente alla drammaturgia e ricerca Tomas Gonzales
collaboratori di produzione Mascha Euchner-Martinez, Riccardo Raschi, Laryssa Stone
collaborazione tecnica Jens Baudisch - pr e comunicazione Giuseppe Melillo, Yven Augustin

Il Nuovo Vangelo è un progetto multidisciplinare prodotto da Consorzio Teatri Uniti di Basilicata –
IIPM - International Institute of Political Murder, Fondazione Matera Basilicata 2019, Teatro di Roma e
NTGent, Fruitmarket Arts & Media GmbH e Langfilm / Bernard Lang AG, inserito nel più ampio progetto
"Topoi, teatro e Nuovi miti" di Matera Capitale Europea della Cultura 2019



Il gigante del teatro contemporaneo, Milo Rau, lancia una sfida ai princìpi millenari di fede e carità nella città papale portando in scena il 10 ottobre (ore 21) sul palcoscenico dell'Argentina un'Assemblea Politica, La rivolta della dignità – Resurrezione. Penultima tappa del suo Nuovo Vangelo, un progetto multidisciplinare fra realtà, teatro e cinema, con un cast di rifugiati, richiedenti asilo, contadini disoccupati a narrare la "passione" di un'intera civiltà per restituire la figura del Cristo come simbolo di sofferenza degli emarginati.

Scenario di partenza dell'operazione la città dei grandi film su Gesù, da Pasolini a Gibson, Matera, e che il regista sceglie per avviare questo lavoro ambientato nella "periferia meridionale d'Europa e centro del Mediterraneo", dove profughi africani impegnati nella raccolta agricola e piccoli contadini resi disoccupati lottano per sopravvivere. Da Matera Capitale della Cultura (da cui partono le prime tre tappe performative e riprese live per il film – ingresso a Gerusalemme il 28 settembre; condanna e passione il 5 ottobre; crocifissione il 6 ottobre), Milo Rau approda nella Capitale romana con la Resurrezione concepita come un'Assemblea Politica, in cui verrà annunciato il Manifesto della Dignità in presenza della Chiesa ufficiale e di attivisti provenienti da tutta Italia, e che darà inizio a una campagna mondiale per il diritto alla cittadinanza globale. «A Roma Gesù risorge in un evento pubblico in un teatro nazionale – commenta Milo Rau – dove risorgere significa affermare la dignità di essere umano contro lo sfruttamento del lavoro, l'immigrazione e il capitalismo sregolato».

Il regista svizzero interpreta così il messaggio cristiano in chiave politica, trovando un Gesù contemporaneo in Yvan Sagnet, migrante e attivista per la lotta al caporalato e alla schiavitù degli immigrati nella raccolta agricola in Puglia e Basilicata. Sulla base di queste riflessioni, Milo Rau documenta e mette in scena il racconto biblico proprio attraverso la figura di Sagnet, un tempo lui stesso bracciante e promotore del primo sciopero dei braccianti stranieri in Puglia nel 2011 e nel 2017 insignito onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fondatore del progetto NO CAP nelle campagne pugliesi per tutelare il lavoro dei migranti nella stagione della raccolta agricola, Sagnet ha "trovato" gli apostoli: braccianti stagionali immigrati incontrati nei campi profughi, nelle piantagioni di pomodori del Sud d'Italia, nei ghetti di Borgo Mezzanone, Metaponto, Rignano, dove vivono in condizioni inumane e spesso sono costretti alla clandestinità. Lì nasce La Rivolta della Dignità che, da Matera-Gerusalemme a Roma-Capitale del cristianesimo, giunge sul palcoscenico dell'Argentina per proclamare il messaggio di solidarietà internazionale, incontrare le élite politiche e religiose d'Italia, e mettere a confronto il 'vecchio' e il 'nuovo' messaggio di salvezza. Un Nuovo Vangelo, altrettanto politico, teatrale e cinematografico, per «un manifesto di solidarietà con i più poveri»: rifugiati, richiedenti asilo, migranti, disoccupati, protagonisti di una umanità dolente e ai margini della società.

«Che cosa predicherebbe Gesù nel XXI secolo? Chi sarebbero i suoi discepoli? Chi sono gli esuli, gli emarginati, gli offesi dell'ordine mondiale contemporaneo? Che cosa resta del messaggio di salvezza di Gesù in questi tempi di sfruttamento globale? Un Nuovo Vangelo emerge: un'insurrezione cinematografica per un mondo più giusto e umano». Questo l'atto di provocazione di Milo Rau, regista dal teatro visionario da sempre impegnato a rappresentare l'attualità più scomoda, e che questa volta porta dentro e fuori il teatro una rivolta scenica per un mondo più equo e umano, rievocando gli atti e la morte del più influente fondatore religioso della storia.

Il Nuovo Vangelo è una produzione interdisciplinare composta da una performance e un film, a cui si lega anche la campagna politica, La Rivolta della Dignità. Il progetto è prodotto da Consorzio Teatri Uniti di Basilicata - IIPM - International Institute of Political Murder, Fondazione Matera Basilicata 2019, Teatro di Roma e NTGent, Fruitmarket Arts & Media GmbH e Langfilm / Bernard Lang AG, inserito nel progetto "Topoi, teatro e Nuovi miti" di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.





Il Nuovo Vangelo di Mila Rau, parte del progetto di Matera 2019 "Tòpoi. Teatro e nuovi miti", è una produzione interdisciplinare composta da una performance e un film. A Il Nuovo Vangelo si lega anche una campagnaLa rivolta della dignità.

La campagna è organizzata da IIPM- lnternational lnstitute of Politica! Murder con Associazione No Cap - Contro ogni forma di caporalato, CASA Sankara Associazione Ghetto Out, SPIN TIME LABS Lab Roma, Osservatorio Migranti Basilicata, Agricola Leggera, Campo Libero, Altragricoltura - Confederazione per la Sovranità Alimentare, Uila Territoriale di Taranto - Unione Italiana lavoratori agro alimentari con la partecipazione di European Alternatives, ECCHR - European Center far Constitutional and Human Rights, medico international, FUTURZWEI - Stiftung Zukunftsfahigkeit. 

La performance è una co-produzione di 11PM - lnternational lnstitute of Politica! Murder con Fondazione Matera Basilicata 2019, Teatro di Roma e NTGent in collaborazione con Teatri Uniti di Basilicata, FRUITMARKET e Langfilm. con la partecipazione di Prolocoginosa Unpli, Modeklasse Universitiit fur Angewandte Kunst Wien. 

Il progetto cinematografico è una produzione di FRUITMARKET e Langfilm in co-produzione con SRF SSR, ZDF in collaborazione con Arte, 11PM - lnternational lnstitute of Politica! Murder, Fondazione Matera Basilicata 2019, Consorzio Teatri Uniti di Basilicata e Teatro di Roma. Con il supporto di Kulturstiftung des Bundes, European Cultura! Foundation, Film - und Medienstiftung NRW, Office of Culture (FOC), Ziircher Filmstiftung, DFF - Deutsches Filminstitut & Filmmuseum - Deutscher Filmforderfonds, Kanton St.Gallen Kulturforderung / Swisslos, BKM - Die Beauftragte der Bundesregierung fiir Kultur und Medien, Volkart Stiftung, GEA- Waldviertler, Lausanne Stadt und Kanton Waadt, Fondo Etico di BCC Basilicata. 


segue PROGRAMMA LA RIVOLTA DELLA Dignità (campagna) E IL NUOVO VANGELO (performance e film)

28 SETTEMBRE 2019, 15:00, PORTA PISTOLA, MATERA
INGRESSO A GERUSALEMME – PERFORMANCE PUBBLICA E LIVE SHOOTING
Come primo apice della "Rivolta della Dignità" – che è cominciato a fine agosto nei campi profughi – Gesù, i suoi discepoli e tutti i seguaci fanno ingresso nella Capitale Europea della Cultura. Questa scena fa riferimento all'"ingresso a Gerusalemme", riattualizzando il primo confronto tra il movimento di Gesù e il potere spirituale e temporale. In Piazza del Duomo Gesù e i seguaci lanciano il guanto di sfida al governo italiano e alle multinazionali agroalimentari colluse con la mafia. Dignità e giustizia per tutti!

5 OTTOBRE 2019, 10:00, PIAZZA SAN PIETRO CAVEOSO, MATERA
CONDANNA E PASSIONE DI CRISTO – PERFORMANCE PUBBLICA E FILM SHOOTING
La seconda grande scena di massa segue, come altre scene del "Nuovo Vangelo", il testo biblico: Gesù viene condannato dai sacerdoti e consegnato alle autorità. Egli, che si rifiuta di rinnegare i propri ideali, viene quindi torturato e costretto a portare la croce attraverso la città. Anche qui politica e film storico si mescolano: diritto vigente e grido per la dignità si incontrano nello spettacolo della Passione.

6 OTTOBRE 2019, 15:00, PARCO DELLA MURGIA, MATERA
CROCIFISSIONE DI CRISTO – PERFORMANCE PUBBLICA E FILM SHOOTING
Nel classico sito delle crocifissioni del "Vangelo" di Pasolini e della "Passione" di Mel Gibson ha luogo anche la crocifissione del primo Gesù nero nella storia del cinema: in senso figurato, Yvan Sagnet viene messo in croce dalla politica e dai governatori, così come altri due ribelli al suo fianco. L'atto della crocifissione è quindi un atto di solidarietà.

10 OTTOBRE 2019, 20:00, TEATRO ARGENTINA, ROMA
RESURREZIONEASSEMBLEA POLITICA
A Roma, centro dell'impero romano al tempo di Gesù e oggi capitale sia del cristianesimo moderno che di uno dei governi europei più ostili agli stranieri e alle minoranze, ha luogo il la "Resurrezione". Gesù risorge così in un evento pubblico in un teatro nazionale. Il "Manifesto della Dignità" viene annunciato in presenza della Chiesa ufficiale e di attivisti provenienti da tutta Italia e dà inizio ad una campagna mondiale per il diritto alla cittadinanza globale.

10 NOVEMBRE 2019, 15:00, SANTA MARIA DELLO SPASIMO, TRANSEUROPA FESTIVAL, PALERMO
PRIMA MISSIONECONGRESSO
A Palermo inizia simbolicamente la "missione": con riferimento alla nota prima missione dell'apostolo Paolo, il messaggio di Gesù viene universalizzato e rivolto non solo ai "giudei" (ovvero italiani ed europei), ma anche ai cittadini di ogni altro paese e cultura. Attivisti dall'America latina, dall'Africa e da diverse regioni europee si incontrano per formulare una politica della dignità globale, proclamata al porto di Palermo nell'ambito del Transeuropa Festival.

TEATRO DI ROMA _ Teatro Argentina_ Largo di Torre Argentina, Roma
Biglietteria: 06.684.000.311/314 www.teatrodiroma.net _ Biglietti: 10 euro posto unico _ 5 euro per i membri delle associazioni che hanno partecipato al progetto di Matera 2019 "Tòpoi. Teatro e nuovi miti"
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IL MEDESIMO ARTICOLO è PUBBLICATO SU www.aspapress.it – (1991) CRONACHEDEL2000.IT (1991)*– ROMAGNASERA.IT (1982)*- ENZOFASOLI.COM-(1975)* LE MUSEINSCENA-IT (2002)* – TEATRO DELLEMOZIONI.IT (2004)*- DIRETTORE: ENZO FASOLI (1970)*
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24 marzo 2019

MEMORIE DEL TEATRO VALLE: ELEONORA DUSE _ con Alvia Reale e Simone Francia _ 25 marzo Foyer del Valle



Quattro incontri dedicati alle storie delle grandi attrici che hanno recitato e abitato il Valle
Gli anni perduti del Teatro Valle
Terzo appuntamento lunedì 25 marzo (ore 20) nel Foyer del Teatro Valle
Memorie del Teatro Valle: Eleonora Duse
con Alvia Reale e Simone Francia
testi a cura di Emanuela Pistilliingresso libero

Prosegue il ciclo di quattro incontri Gli anni perduti del Teatro Valle, dedicati alle storie delle grandi attrici che hanno recitato e abitato la storica sala. Terzo appuntamento lunedì 25 marzo (ore 20) nel foyer del teatro con Eleonora Duse raccontata attraverso le voci di Alvia Reale e Simone Francia che daranno vita ai testi a cura di Emanuela Pistilli. La storia di Eleonora Duse, nata in una famiglia di commedianti il 3 ottobre 1858 e destinata fin dalla culla al mestiere dell’attrice, ricalca quella delle eroine tragiche dei romanzi ottocenteschi, dalla sua ascesa fino alla sua morte in un albergo a Pittsburgh il 21 aprile 1924. Cresciuta al seguito della compagnia teatrale dei genitori, Eleonora Duse conosce fin da giovane il dolore della perdita e dell’abbandono, dalla precoce morte della madre a quella del primo figlio, nato da una relazione clandestina. Questa attrice dall’aspetto minuto e dall’aria esaltata, quantomeno singolare se non brutta secondo i canoni estetici dell’epoca, seppe imporre un nuovo modo di recitare. Come ebbe a scrivere Hermann Hesse “la sua recitazione, anche quella della mani, era favolosamente fine e trascinante; la sua voce era capace di ogni sfumatura, riuscendo ad essere commoventemente infantile o a far gelare il sangue nelle vene”. Eleonora Duse seppe dare una impronta naturale e plastica alla sua recitazione, rifiutando ogni forma di mascheramento che potesse in alcun modo alterare la sua presenza. Convinta della necessità per l’attore di annullarsi nell’opera del poeta, di essere un mezzo anonimo sacrificato all’arte, Eleonora Duse si impose come la più grande attrice italiana di fine secolo. Tornata a recitare all’età di sessantacinque anni, Eleonora Duse ne La donna del mare di Ibsen, rappresentata a Torino nel 1921, inaugurò una nuova fase della sua arte, definita dai critici spirituale e religiosa. La sua storia turbolenta con Gabriele D’Annunzio, diversamente dalla lunga relazione segreta con Arrigo Boito, divenne di dominio pubblico, destando pettegolezzi e scandalo. Nonostante i numerosi tradimenti amorosi e artistici di D’Annunzio, la Duse decise in modo irremovibile di unire per anni la sua vita artistica a quella del Poeta, imponendo in Italia e all’estero le opere di D’Annunzio. Nel 1923, nonostante il parere negativo dei medici, la Duse decise di partire per una tournée in America, consapevole che era nata e sarebbe morta, come ogni attore di rango, sulle sue adorate tavole di legno.

Il ciclo di incontri si inserisce nel programma di attività Interludio Valle curato dal Teatro di Roma e promossa all’Amministrazione Capitolina che animerà gli spazi del Valle. Si tratta di un “palinsesto” di attività, diversificate per linguaggi e discipline, che non prevede lo svolgimento di spettacoli teatrali, ma naviga attraverso differenti espressioni artistiche ed esperienze innovative dedicate alla storia della sala settecentesca – da installazioni a visite speciali, da mostre a creazioni site-specific – che consentiranno di svolgere attività nel rispetto dei limiti imposti dalle attuali condizioni e caratteristiche storiche dello stabile.

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