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20 marzo 2022

TELESCOPE | racconti da lontano #98

 

 

 

 

 

 

EDITORIALE

 

Un cumulo di valigie e bauli di legno, cuoio, tela, usati, di diversi colori e dimensioni, ma impilati in modo ordinato, a formare un muro quadrato alto quattro metri. Fabio Mauri diceva: "Se non esistesse il dolore, da tempo il linguaggio avrebbe cessato di esistere". E di dolore ci parla quel muro da lui costruito, Il Muro Occidentale o del Pianto (1993), opera che richiama i temi dell'esilio, dello sradicamento, delle migrazioni forzate, restituendone tutta la varietà e complessità.

Questo monumento alla memoria e al dolore delle vittime del potere e di quelle ideologie nemiche dei diritti e della dignità dell'uomo ci ricorda anche come sia necessario opporre resistenza, costruendo muri di ideali, di fede, di identità culturali che, come valigie, dobbiamo portare sempre con noi.

Il Muro "È una costruzione di provenienze dissimili che sta in piedi da sola – dice l'artista – senza altro sostegno che la propria evidente complessità. Il morbido, il duro, il cartone, il cuoio sono, in questo muro, pietre e persone, un unico collage autoportante."

L'arte politica di Mauri, capace di restituire verosimiglianza a una realtà che sembra incredibile, rivela ancora oggi l'ambiguità di concetti come autenticità, patria e origine, e che il lavoro dell'arte è quello di costruire una sensibilità comune per le differenze. La costruzione di un nuovo Mondo passa anche da qui.

 

In questa novantottesima edizione di TELESCOPE, la nostra newsletter settimanale dedicata ai progetti e alle istituzioni culturali di cui siamo portavoce, nella parte dedicata ai RACCONTI trovate un estratto dal testo inedito di Sergio Risaliti Direttore artistico del Museo Novecento di Firenze, dedicato al lavoro di Domenico Bianchi protagonista della mostra Mehr Licht alla Galleria Poggiali di Firenze; dal catalogo di prossima pubblicazione della mostra Hardscapes di Nina Canell alle OGR Torino, un estratto dal testo inedito di Samuele Piazza curatore della mostra insieme a Lorenzo Giusti Direttore della GAMeC di Bergamo; un racconto della giornalista Cristina Masturzo, firma di Artribune e docente della NABA, dedicato alla mostra INTERACTION NAPOLI 2022, a cura di Demetrio Paparoni, in corso alla Fondazione Made in Cloister di Napoli.

La parte dedicata ai VIDEO comprende un video teaser di Fantasies of the Sea di e con Agnes Questionmark (Agnes?), Episodio 2 del programma di eventi a cura di Soundwalk Collective pensato per lo spazio archeologico di FOROF a Roma; e una clip dedicata allo spettacolo di Alessandro Sciarroni Save The Last Dance For Me di prossima rappresentazione e Grenoble.

Tra gli EXTRA Vermicelli Persiani, la mostra di Mitra Divshali a cura di Laura Cherubini da Studio SALES di Norberto Ruggeri a Roma; COGLI L'ATTIMO, CARPE DIEM, SEIZE THE DAY la giornata di studi online del 23 marzo dedicata da AMACI alla performance; e il primo episodio di Radio GAMeC 30, il palinsesto speciale di Radio GAMeC dedicato alla storia dell'ultimo trentennio per celebrare i 30 anni della GAMeC: trenta conversazioni inedite, con altrettanti protagonisti dell'arte internazionale, condotte da Ilaria Gianni e Lorenzo Giusti.

 


RACCONTI

 

 

Hardscapes. Nina Canell alle OGR Torino di Samuele Piazza*

 

Le sculture di Nina Canell sono caratterizzate da un aspetto calmo e misurato. L'economia di mezzi utilizzati e l'apparente semplicità con cui si presentano al pubblico nascondono in realtà un'accurata precisione e uno studio meticoloso sui materiali e le loro interrelazioni, tra loro e con l'ambiente che le ospiterà, nate da un costante lavoro che l'artista definisce di co-evoluzione e continua scoperta dei materiali indagati.

Nelle sculture di Nina Canell questa precisione millimetrica si unisce spesso ad una impossibilità di controllare gli effetti del caso e della contingenza sull'opera, aprendosi a una coproduzione con le componenti non umane del lavoro, a cui viene riconosciuta una propria agency. L'elemento razionale alla base delle creazioni dell'artista si apre in questo modo all'incontro con cambiamenti imprevisti, a una dimensione temporale che non viene ripudiata ma accolta come fondamentale nell'evoluzione del lavoro; accogliendo ogni sviluppo inedito come possibilità per re-sintonizzarsi con i materiali usati.

In questo senso il lavoro di Nina Canell si inserisce in un filone di esperienze che da inizio Novecento hanno reinventato la scultura, andando contro l'ideale immutabilità che caratterizza la disciplina sin dalla sua nascita, col suo intento di celebrare e conservare memorie stabili. In questo rapporto con la storia della disciplina, le opere dell'artista si caratterizzano per la loro rinuncia alla retorica e alla monumentalità della scultura tradizionale, con il suo legame a determinate forme di potere. Le sculture di Canell, al contrario, vanno a problematizzare la componente estrattivista che caratterizza uno dei lasciti problematici della scultura tradizionale con il suo rapporto con il mondo minerale.

La mostra di Nina Canell per OGR è caratterizzata da un grande intervento scultoreo e un'installazione video, uniti in unico paesaggio.

Muscle Memory si presenta come un nuovo pavimento che si sovrappone e si sostituisce al pavimento in cemento delle ex officine. Interamente composto di conchiglie provenienti dai fondali del Mare del Nord, il lavoro può essere calpestato dai visitatori ed è sottoposto a un costante divenire in cui le sollecitazioni fisiche portano a una trasformazione del materiale: con il passare del tempo e il moltiplicarsi dei passaggi sulle conchiglie, lo sgretolarsi dei gusci porterà alla trasformazione dei molluschi in sabbia.

 

*estratto dal testo nel catalogo di prossima pubblicazione di Hardscapes, la mostra di Nina Canell in corso da OGR fino al 27 marzo 2022

 

 

Crediti: Nina Canell – HARDSCAPES, 2022. Installation view of the exhibition at OGR Torino. Photo Andrea Rossetti per Ogr Torino. Courtesy Ogr Torino


 

 

I quadri di Domenico Bianchi, di Sergio Risaliti*

 

Nelle opere di Bianchi l'immagine è costituita da un segno che è quasi sempre circolare, e funziona il più delle volte come soggetto unico o come immagine principale del quadro. SI tratta di un nucleo centrale, generatore di una forma ideale, che rimanda a infinite ipotesi di vita e di spazio, di tempo e di direzione. Alla linea si aggiungono e oppongono griglie ed elementi geometrici, quadrati o ovuli, che possono dar vita a diverse composizioni e paesaggi astratti, aumentando di numero, qualità, i livelli di profondità ed espansione. Oltre al disegno si generano in questo modo forme complesse, piani luminosi, strutturalmente diversi. Si tratta di forme disegnate e costruite, ad esempio scavando il legno, colando la cera, scolpendo finemente a bassorilievo il marmo. Forme che alludono a simbologie e archetipi formali e che fondamentalmente restano sempre fedeli a un modello fondativo, da cui nascono infinite forme e bellissime. A partire da un'iconicità impermutabile, la forma del quadro muta costantemente, e l'immagine che si distende in un moto centripeto o centrifugo va dall'interno del nucleo verso l'esterno, imbattendosi in strutture geometriche che occupano lo spazio rimanente. Lo spazio è fluido e chiuso allo stesso tempo, aperto e squadrato, delimitato e senza inizio o fine. Il disegno assume un carattere vagamente simbolico, si manifesta come cifra di una geometria organica, oppure come puro elemento decorativo, infine fantasia cosmologica dallo svolgimento curvilineo. Più precisamente, il disegno di Bianchi è indicizzazione di una forza, di un'azione procreatrice che nasce e si propaga nella cera, nel legno, sulla carta o nel marmo. La cera, in particolare, è luogo di gestazione, di trasmutazione, di solidificazione e di risonanza; una dimensione luminosa e spaziale fatta di fisicità compatta e di irradiazione immanente. Materia spiritualizzata e sensuosa da cui nasce il quadro, sia come struttura sia come immagine. Linguaggio e forma, un tutto organico che genera e veicola emozioni e informazioni sempre in termini analogici e simbolici, mai figurativi o narrativi. Nel quadro riconosciamo geometrie e forme, densità e trasparenze che collegano, per quanto è possibile in pittura, il microcosmo col macrocosmo, il finito con l'infinito, la terra con l'universo, l'unità individuale con la matrice archetipica. L'immagine fatta opera è diafana come l'ambra e dorata come il miele, tutta pervasa e attraversata di energia: una solida profondità in espansione la cui immensità è trattenuta al centro con disegni concentrici, o contenuta nei limiti fluidi o inquadrati di uno spazio in espansione costruito con griglie, lastre, piani regolari sovrapposti a piani curvi, a campi fluidi. La luce è incarnata nella materia e al tempo stesso funziona da alimentatore e amplificatore dell'immagine generata attraverso il vitale auto-generarsi e propagarsi della linea, che misura e dirige il tempo e lo spazio. Il quadro per Bianchi è quindi cosmo nascente sempre in espansione.

 

*estratto dal testo nel catalogo di prossima pubblicazione di Mehr Licht di Domenico Bianchi in corso alla Galleria Poggiali di Firenze dal 19 marzo 2022

 

 

Crediti: Mehr Licht. Domenico Bianchi, 2022. Installation view at Galleria Poggiali, Firenze. Courtesy Galleria Poggiali


 

 

Interaction Napoli 2022, di Cristina Masturzo

 

Racconta Matilde Serao nelle sue Leggende Napoletane che le fontane sono alimentate da lacrime d'amore. E nel rione di Porta Capuana, che si distende oltre la stazione ferroviaria verso il ventre di Napoli, l'acqua è tornata a scorrere dalla Fontana del Formiello, con un restauro reso possibile nel 2015 dall'impegno di Ilaria Iodice e dalla sua associazione culturale Le Due Sirene. La fontana, che a lei, scomparsa giovanissima, resta dedicata, guarda a pochi passi la Porta Capuana e le torri della fortificazione aragonese, il Castel Capuano e, di fronte, l'edicola di San Gennaro sul sagrato della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, con il suo chiostro rinascimentale inglobato nell'ex Lanificio Sava.

Emergenze monumentali accanto, e addosso, ai luoghi di una storia di tradizioni artigianali, e intorno la memoria di Napoli tutta, e il suo rovello di strade, che vanno a confluire in Piazza Enrico De Nicola, in cui sorge, per l'arte e la cultura, Made in Cloister. E dove oggi, con Interaction Napoli 2022, si prova a immaginare la possibilità o la necessità di ricostruire, nelle traiettorie delle arti visive, quel dialogo accogliente e aperto che è da sempre parte della storia della città.

La mostra curata da Demetrio Paparoni vuole, infatti, essere il punto di avvio di una rassegna che, a cadenza biennale, andrà a riconquistare gli spazi del chiostro cinquecentesco della Chiesa di Santa Caterina, restaurati e restituiti all'arte e al rilancio di contemporanee tradizioni artigianali dalla Fondazione Made in Cloister, nata nel 2012 su iniziativa di Rosalba Impronta e Davide de Blasio.

Sono 28 le artiste e gli artisti – Laurie Anderson, Ljubodrag Andric, John Armleder, Paolo Bini, Maurizio Cattelan, Frederik De Wilde, Sergio Fermariello, Giovanni Frangi, Georg Oskar Giannakoudakis, Peter Halley, Gottfried Helnwein, Paolo Iacchetti, Ruprecht von Kaufmann, Liu Jianhu, Iva Lulashi, Jason Martin, Rafael Megall, Marco Neri, Mimmo Paladino, Nicola Samorì, Vibeke Slyngstad, Natee Utarit, Joana Vasconcelos, Ronald Ventura, Nicola Verlato, Serena Vestrucci, Wang Guangyi – invitati da tutto il mondo a Interaction Napoli 2022 per realizzare opere che nella maggior parte dei casi sono state pensate per la capacità di interagire tra loro e di porsi, insieme, in dialogo con l'architettura e la storia secolare del chiostro.

In occasione della grande mostra personale alla Fondazione Beyeler del 2021, Olafur Eliasson sottolineava come al centro di quell'intervento fosse entrata la consapevolezza di quanto "siamo fondamentalmente interconnessi, siamo attaccati, attraverso una moltitudine di relazioni, ad altri esseri, cose, istituzioni, all'ecosistema". Un sistema complesso, interrelato, da decifrare e dipanare, in una sfida contemporanea – dell'arte e degli uomini e delle donne – tesa a riconoscere la trama del reale, nella quale ogni elemento singolo è collegato all'altro. E le installazioni site specific, così come le tele, le sculture e gli interventi temporanei in cui Interaction Napoli 2022 sostanzia il proprio corpo, e che hanno trovato accoglienza nelle volte rinascimentali e negli spazi protetti del chiostro, non rinunciano per questo alle proprie peculiarità, quanto piuttosto negoziano un'identità morbida, che non perde nulla di sé, ma si arricchisce della presenza delle altre vicine e diventa parte di un racconto unico, da costruire insieme.

 

 

Crediti: Interaction Napoli 2022. Installation view. Photo: Francesco Squeglia per Made in Cloister. Courtesy Made in Cloister


VIDEO

 

Prove di resistenza

 

Il 24 e il 25 marzo alla Maison de la Culture de Grenoble MC2, Alessandro Sciarroni presenta per la prima volta due sue opere: Save The Last Dance For Me dedicata a una danza popolare ormai quasi scomparsa – la Polka Chinata – eseguita in origine da soli uomini, in cui i danzatori abbracciati girano vorticosamente piegandosi sulle ginocchia, e Untitled che porta in scena l'arte circense della giocoleria esplorata come linguaggio in cui pratica, regola, disciplina, impegno, concentrazione, costringono gli interpreti a stare nel tempo presente. Due spettacoli che esplorano tradizioni culturali da nuovi punti di vista e spingono all'estremo la resistenza fisica degli interpreti.

 

GUARDA

 

Crediti: Save the last dance for me © Claudia Borgia, Chiara Bruschini


 

Agnes Questionmark e il mare

 

È Fantasies of the Sea di e con Agnes Questionmark (Agnes?) il titolo dell'Episodio 2 di FOROF, parte del programma di eventi LOVOTIC-X a cura di Soundwalk Collective, pensati per attivare lo spazio archeologico romano di FOROF e la mostra LOVOTIC che resterà allestita fino al 15 luglio 2022. Fantasies of the Sea è una performance immersiva dedicata all'origine dell'esistenza umana sulla Terra, alla sua relazione con il mare, e che si interroga sulla fluidità del genere umano. Sabato 26 marzo 2022, dalle 19 alle 21, l'artista si immerge in un acquario verticale assumendo la forma di un essere fluido come quell'acqua che ha conservato il sito archeologico fino ai nostri giorni. La performance si concluderà con un percorso enogastronomico curato da Roscioli.

Acquista il biglietto su www.forof.it

 

GUARDA

 

Crediti immagine: Ph. Leo Adef

Crediti video: Agnes Questionmark (Agnes?), Estratto di Fantasies of the Sea, 2020, single channel video, 8.13min, Courtesy dell'artista


EXTRA

 

Parole che diventano segni

 

Con il termine "vermicelli" i figli di Hassan Chahid-Nourai definivano le parole delle lettere tra il padre e il grande scrittore iraniano Sadegh Hedayat, 82 lettere che rimasero nascoste per un lungo periodo nella soffitta di Parigi dove Chahid-Nourai viveva e dove Hedayat trascorse gli ultimi anni in auto-esilio, prima di togliersi la vita. Dal 22 marzo presso Studio SALES di Norberto Ruggeri a Roma, il progetto espositivo Vermicelli Persiani di Mitra Divshali, a cura di Laura Cherubini, rende omaggio alla vicenda esistenziale e letteraria di uno dei più letti e discussi scrittori iraniani del Ventesimo Secolo. L'installazione di Divshali è composta da una serie di quadri in tecnica mista, un lavoro in neon e alluminio e da Interferences, video inedito di Mitra Divshali prodotto da Beatrice Bulgari, fondatrice e Presidente della Fondazione In Between Art Film.

 

 

Crediti: Mitra Divshali . Lettres Persanes, 2021. Tecnica mista (collage carta/crayon/acrilico su tela). Dimensione 50x50 cm. © Mitra Divshali 2021


 

Cogli l'attimo!...Online

 

Mercoledì 23 marzo dalle ore 10.00 AMACI presenta COGLI L'ATTIMO, CARPE DIEM, SEIZE THE DAY, una giornata di studi online dedicata alla performance e alla sua presenza nelle collezioni e negli archivi museali italiani, a cura di Marcella Beccaria, Vicepresidente AMACI e Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. Un evento per riflettere su come definire, documentare, collezionare, conservare, valorizzare, insegnare e trasmettere questa forma d'arte. La giornata, promossa da AMACI con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, presenta un programma organizzato in diverse sessioni in cui direttrici e direttori, curatrici e curatori dei musei della rete AMACI discutono insieme ad artiste/artisti, curatrici/curatori, studiose/studiosi e professioniste/professionisti, con particolare riferimento al contesto italiano.

 

Partecipazione gratuita fino esaurimento posti previa iscrizione a questo link

 


 

"Cari ascoltatori, benvenuti su Radio GAMeC 30!"

 

Inizia così il primo dei 30 appuntamenti speciali di Radio GAMeC dedicati alla storia dell'ultimo trentennio. Trenta conversazioni inedite, con altrettanti protagonisti dell'arte internazionale, condotte da Ilaria Gianni e Lorenzo Giusti.

Il viaggio di Radio GAMeC inizia nel 1991, un anno segnato da importanti eventi geopolitici come la Guerra del Golfo, le rivoluzioni in Somalia, Eritrea ed Etiopia, lo scioglimento dell'URSS e la nascite di nuove Repubbliche, tra cui l'Ucraina.

Ma il 1991 non è stato soltanto un periodo di guerre e rivoluzioni, è stato anche l'anno in cui è stato creato il primo web browser: un'invenzione che ha cambiato radicalmente il nostro modo di comunicare, scambiare informazioni, prendere decisioni, intendere la comunità e concepire noi stessi.

Da quasi trent'anni, il lavoro dell'artista russa Olia Lialina è incentrato sul Web e sulle sue implicazioni. Pioniera della net-art, artista e critica di cinema e new media, Olia Lialina è nota per i suoi lavori sperimentali realizzati a partire dalla seconda metà degli anni Novanta. Fondatrice di una delle prime web gallery, Art Teleportacia, docente alla Merz Akademie di Stoccarda e modella GIF, è l'ospite della prima puntata di Radio GAMeC 30.

 

Ascolta l'episodio su Spotify


 

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