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24 agosto 2019

UNA LUCE NEL MURO DELL'OSCURITA'" PRODOTTO DALLA PM MANAGEMENT PER MAI DIMENTICARE L'AMORE VERSO GLI ANZIANI, I NONNI DI TUTTI. MAGLIE IL PALCOSCENICO DELLE RIPRESE



La cittadina leccese, Maglie, diventa palcoscenico delle riprese del cortometraggio "Una luce nel muro dell'oscurità",  scritto da Francesca Currieri, prodotto dalla PM Management Group Production/Film Production di Piero Melissano in collaborazione con Jack Gallo.
(Di Francesca Currieri)

Dal cinque al nove agosto ultimo scorso, la cittadina di Maglie, in provincia di Lecce, è diventata palcoscenico del cortometraggio "Una Luce nel muro dell'oscurità", scritto dalla giornalista siciliana, Francesca Currieri, prodotto dalla PM Management Group Production/Film Production SRls, con la collaborazione di Jack Gallo e con la regia di Tony Paganelli. Il piano di lavorazione del film è stato presentato, dalla stessa Currieri, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi presso la stanza del sindaco di Maglie. La conferenza  ha visto la partecipazione, del rappresentante istituzionale del comune di Maglie, del Presidente e del direttore della struttura Linneo e Angelina Varese e di tutta la squadra artistica, ivi compresi, il produttore e il regista.
Attraverso i personaggi, il corto analizza i modi e le ragioni dell'abbandono, della solitudine e dei maltrattamenti, per pensare e sognare con gli occhi dell'altro, sapendo ascoltare e guardare nel labirinto dell'anima dell'anziano e coglierne la risorsa e la ricchezza. Spesso un mondo che prima appariva familiare, improvvisamente diventa incerto, insicuro, minaccioso. La terra sotto i piedi sparisce, tutto intorno è vuoto e buio. Il buio fa paura. Ed è proprio in quel momento che, il protagonista della storia, come un albero inaridito, cerca una fonte d'acqua fresca, in grado di placare la sua sete.  L'attore Corrado Solari, nel ruolo dell'anziano, è riuscito,  ad offrire nel set, emozioni autentiche e stati emotivi  intensi.
Oltre al protagonista, la storia ruota intorno a personaggi secondari, figure indispensabili per lo sviluppo della narrazione. Il viaggio della sceneggiatrice si spinge verso le politiche sociali per anziani, le tipologie di servizi e gli spazi di vita, considerate nell'immaginario collettivo, "buone pratiche" per vivere appieno l'anzianità. Lo sguardo è rivolto a chi lavora in servizi dedicati agli anziani e, soprattutto, a chi intende scoprire questa età della vita, creare e vivere relazioni solidali nei molteplici contesti, in ambito professionale e privato.
Questa la motivazione per la quale, il set, oltre alla città di Maglie, ha avuto come cornice la struttura per anziani, Linneo e Angelina Varese - ubicata nella stessa città, una struttura all'avanguardia, sotto l'aspetto tecnico, sanitario e umano.
Aprirsi alla  vecchiaia, porsi in posizione d'ascolto, saper cogliere le storie che riaffiorano dal passato,  ricostruire, filmare e riportare, un ciclo della vita, spesso difficile da accettare e da gestire, è un dovere morale da percorrere. La vecchiaia è un patrimonio di inestimabile valore, un testamento che deve essere tramandato alle nuove generazioni. "Una luce nel muro dell'oscurità" è l'occasione per raccontare frammenti di una storia individuale, con l'obiettivo di lanciare un messaggio collettivo che va verso il rispetto, la solidarietà e l'amore.
Il mondo degli anziani invoca l'impegno di tutti. Il messaggio è rivolto alle famiglie, agli  operatori e ai volontari della varie comunità.
«Vivere il set all'interno della struttura per anziani, è stata una esperienza esaltante ed unica (dichiara l'ispettore di produzione, Marina Brugnano). Cogliere, attraverso l'interpretazione degli attori, l'elemento fondante, diretto al miglioramento della qualità dei servizi,  tenendo in considerazione i bisogni degli ospiti, assume un valore etico importante.  Spero che il centro per anziani, possa diventare un modello anche per le tante strutture dislocate nel nostro territorio».
«L'abuso nei confronti delle persone anziane, è estremamente diffuso, anche se spesso resta sottotraccia e non viene denunciato (dichiara il produttore Piero Melissano). Ignorare gli anziani, non prestando loro ascolto, è un comportamento da condannare, in tutte le sue forme e sfumature. Occorre attivare percorsi volti alla prevenzione e ciò al fine di sviluppare un'aspettativa di vita migliore. Abbattere le barriere mentali e sociali nei confronti degli anziani, è un dovere di tutti. Questa è la ragione per la quale ho sposato la storia di Francesca Currieri, che ringrazio per averla raccontata.  Ringrazio chi ha collaborato, a vario titolo alla realizzazione del cortometraggio: l'ispettore di produzione Marina Brugnano; il regista Tony Paganelli e l'aiuto regista Rocco Bonelli; il collaboratore e attore Jack Gallo; gli attori, Gianluca Magni, Alessandro Febo, Roberto Siepi, Daniela Vantaggiato, Rosaria Maniscalco, Diego Cammilleri, Daniele Lo Savio. Ringrazio ancora, Fabrizio La Monica per le riprese e il montaggio; Emiliano Peluso, fotografo e tecnico specialista drone; Adalgisa Ranucci, per la consulenza cinematografica; Claudia Assessati, Ilaria Leo, Rachele Anne Sawali, Vincenza Farina, per il make up. Per concludere, porgo un particolare ringraziamento all'attore Corrado Solari, per la sua autentica interpretazione».
«La storia cammina sulla traccia dei valori universali, come il rispetto e la solidarietà (dichiara la sceneggiatrice Francesca Currieri). Nella realtà sociale, scaturiscono interrogativi pressanti sulla cause e sulle possibili soluzioni, per pervenire ad un rinnovamento culturale, mirato a rimuovere la veemenza, la solitudine e l'abbandono degli anziani, dando loro il giusto spazio nella società. Rita-Levi Montalcini, a proposito della terza età scriveva: "Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente". La  riflessione di  Rita-Levi Montalcini (continua la Currieri), rappresenta il fil rouge della storia. Spero che questo cortometraggio possa cancellare il buio e aprire uno squarcio di luce e di speranza. Affido la narrazione alla mente e al cuore di chi sa ascoltare ed è capace di spingere  lo sguardo  oltre il muro dell'oscurità. Le sfumature delle parole,  dipinte con i pennelli della solidarietà, darà  certamente colore, ad un mondo in bianco e nero. Auspico che nel buio dell'esistenza e nel deserto dell'indifferenza, può, anche a piccoli tratti, intravedersi la luce» (conclude la Currieri).