Dal 14 al 17 febbraio al Teatro India
in scena Il giardino dei ciliegi, originale rilettura del celebre dramma di Anton Čhecov a firma della giovane compagnia Kepler-452,
per la regia di Nicola Borghesi. Lo spettacolo è la storia di un incontro, quello fra Annalisa e Giuliano Bianchi, moderni Ljuba e Gaev.
Una emozionante indagine su dove oggi si sia posata la dialettica tra illuminismo e magia, tra legge e natura, e su dove ci troviamo noi.
IL GIARDINO DEI CILIEGI
Trent'anni di felicità in comodato d'uso
ideazione e drammaturgia Kepler-452 ((Nicola Borghesi, Paola Aiello, Enrico Baraldi)
regia Nicola Borghesi
con Annalisa e Giuliano Bianchi, Paola Aiello, Nicola Borghesi, Lodovico Guenzi
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Dal 14 al 17 febbraio al Teatro India in scena IL GIARDINO DEI CILIEGI di Anton Čhecov nella ardita riscrittura a firma della giovane compagnia Kepler-452. Il regista Nicola Borghesi racconta la storia di Annalisa e Giuliano Bianchi, moderni e trasfigurati Ljuba e Gaev, sul palco assieme a Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodovico Guenzi. Il giardino dei ciliegi - Trent'anni di felicità in comodato d'uso nasce dall'incontro dei componenti Kepler-452 (Nicola Borghesi, Paola Aiello ed Enrico Baraldi) con due personaggi "immaginari" realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi. Nel dramma Anton Čhecov immaginava che in un anno non definito di fine Ottocento il giardino dei ciliegi di Ljuba e Gaev, proprietari terrieri nella Russia prerivoluzionaria, andasse all'asta per debiti insieme alla loro casa. Il centro della pièce era la scomparsa di un luogo magico, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita. Nicola, Paola ed Enrico hanno cominciato così, come sono soliti fare, a sbirciare nelle pieghe della loro città, Bologna, alla ricerca del loro Giardino dei ciliegi. «Tra i moltissimi incontri che abbiamo fatto nel corso della nostra indagine – racconta la compagnia − ce ne è stato uno che ha cambiato definitivamente il corso delle prove e, inaspettatamente, delle nostre vite: quello con Giuliano e Annalisa Bianchi, che per trent'anni hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d'uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna. Giuliano e Annalisa Bianchi per trent'anni si sono occupati di due attività principali: il controllo della popolazione dei piccioni e l'accoglienza di animali esotici o pericolosi. Si attiva così un ménage strano, marginale, meraviglioso: convivono in casa Bianchi babbuini, carcerati ex 41-bis in borsa lavoro, una famiglia rom ospite, boa constrictor. Trent'anni, come ci dicono Giuliano e Annalisa, di pura felicità». Finché nel 2015 si avvicina il momento dell'apertura, proprio di fronte al loro giardino dei ciliegi, di un grande parco a tema agroalimentare. In coincidenza con l'avvicinarsi dell'apertura del parco i Bianchi ricevono un avviso di sfratto. La magia di questo contemporaneo Giardino dei ciliegi - gli animali, le relazioni, gli affetti - cessa improvvisamente di esistere in una mattinata di settembre. Una storia così lontana nel tempo e nello spazio da quella di Gaev e Ljuba eppure così simile nella sua essenza. Nicola, Paola ed Enrico hanno trascorso molto tempo con i Bianchi, cercando di capire che cosa fosse successo e quale sia la loro posizione rispetto alla vicenda che li ha travolti. Dopo un lungo corteggiamento sono riusciti a convincerli ad andare in scena, a vestire i panni di Ljuba e Gaev e a raccontare, insieme agli attori, la storia dello sgombero e del loro incontro. Il giardino dei ciliegi. Trent'anni di felicità in comodato d'uso vuole essere un'indagine su dove oggi si sia posata la dialettica tra illuminismo e magia, tra legge e natura, e su dove ci troviamo noi. O forse, più semplicemente, è la storia di un incontro.
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