Dal 21 al 24 febbraio al Teatro India
in scena Sempre Domenica di Controcanto Collettivo, ideato e diretto da Clara Sancricca.
Un lavoro sul lavoro: sul tempo, l’energia e i sogni che il lavoro quotidianamente mangia, consuma, sottrae.
Sul palco sei attori su sei sedie, che tessono insieme una trama di storie, che aprono squarci di esistenze incrociate.
Un coro di anime, una sinfonia di destini, ma, soprattutto, un canto d’amore per gli esseri umani.
SEMPRE DOMENICA
drammaturgia Controcanto Collettivo
ideazione e regia Clara Sancricca
con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Giorgio Stefanori
Produzione Controcanto Collettivo
in coproduzione con Progetto Goldstein
drammaturgia Controcanto Collettivo
ideazione e regia Clara Sancricca
con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Giorgio Stefanori
Produzione Controcanto Collettivo
in coproduzione con Progetto Goldstein
Spettacolo vincitore InBox 2017
Spettacolo vincitore di Dominio Pubblico edizione 2018
Dal 21 al 24 febbraio al Teatro India in scena SEMPRE DOMENICA di Controcanto Collettivo, ideato e diretto da Clara Sancricca, già vincitore del Premio Miglior Spettacolo della rassegna “Dominio Pubblico - La città agli under 25”, che va ad impreziosire il cartellone della stagione in corso del Teatro di Roma, consolidando e sostenendo la fucina di nuove creatività della scena romana. Fianco a fianco sul palcoscenico Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Giorgio Stefanori, per uno spettacolo in equilibrio fra leggerezza e profondità, dal sapore dolce-amaro. SEMPRE DOMENICA è un lavoro sul lavoro. È uno spettacolo sul tempo, l’energia e i sogni che il lavoro quotidianamente mangia, consuma, sottrae. Sul palco sei attori su sei sedie, che tessono insieme una trama di storie, che aprono squarci di esistenze incrociate. Sono vite affaccendate nei quotidiani affanni, vite che si arrovellano e intanto si consumano, che a tratti si ribellano eppure poi si arrendono, perché in questo carosello di moti e fallimenti è il lavoro a suonare la melodia più forte, quella dell’ineluttabile, dell’inevitabile, del così è sempre stato e del sempre così sarà. Sempre domenica è un coro di anime, una sinfonia di destini. Ma è – soprattutto – un canto d’amore per gli esseri umani, per il nostro starcene qui frementi eppure inchiodati, nell’immobilità di una condizione che una tenace ideologia ci fa credere da secoli non tanto la migliore, quanto l’unica – davvero? – possibile. «La genesi dello spettacolo muove dalla questione del lavoro come cardine su cui poggiano le basi del nostro stare insieme – commenta la regista Clara Sancricca. Non è pensabile mettere in discussione il lavoro e quando lo si fa sembra una blasfemia rispetto ad un dato ritenuto biologicamente connaturato all’essere umano. La possibilità di sognare viene relegata alle ore in cui te lo puoi permettere. Non è solo un sognare ma la possibilità di chiedersi cosa si vuole fare della vita, la direzione che si vuole prendere. Il lavoro spesso mangia non solo le ore della giornata, ma anche le nostre migliori energie. […] Gli attori sono seduti sulle sedie per tutto lo spettacolo, ciò che si muove sono i loro affanni. Le vicende sono tutte incastrate con un montaggio molto serrato. Questa cosa mi divertiva. Mi piaceva l’idea di vite che si possono mischiare. Parole che si mischiano e riconducono a mondi diversi. […] Il richiamo è quello della metropolitana: tornando a casa vedevo le persone sedute così, in file di sei, parlare di lavoro, di lavori completamente diversi, ma sempre di lavoro. Il respiro dello spettacolo è nazionale, sì, ma è anche molto debitore della romanità. La capacità di sdrammatizzare con il cinismo ed il sarcasmo, che non è mai totalmente dissacrante, una volgarità che può essere anche tenera, sfumata, dove nulla è netto in una direzione, è qualcosa, secondo me, di tipicamente romano».
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