Gianluca Magni, nato a
Pisa si è formato a Milano, ci siamo conosciuti in occasione per un possibile
film in preparazione, e come avviene vuoi per deformazione professionale e vuoi
per simpatia che nasce in queste occasioni ho voluto fare due chiacchere ed è
nato un piacevole confronto. l' attesa è stata lunga ma alla fine ci siamo riusciti. L'occasione mi ha a conoscere un uomo a
tutto tondo che oltre alla recitazione si impegna su alcuni fronti del settore
cinematografico e teatrale. Si esprime nel viscerale amore per l'arte e il
cinema. E così scopri la professionalità che fa di questo mestiere una delle rare e poche qualità non solo artistiche. Andiamo a sccopriamo prima delle mie domande la sua scheda e i il film che
annuncia anche in uscita un lavoro con Giancarlo Giannini.
Si è formato presso la
scuola del Piccolo Teatro di Milano, ha partecipato a numerose opere televisive
e cinematografiche non rinunciando al ruolo di regista in alcuni cortometraggi.
Si vede frequentemente impegnato anche come Doppiatore e presentatore
Presentatore di serate ed eventi.
Presentatore di serate ed eventi.
La sua formazione
attoriale inizia a Milano dalla Scuola del grande Maestro per passare e approdare al cinema con Dante Marracini regista di "Crack
connection" con Cabila Kashogi e John Bradley, infine per completare con
Susan Stransberg - Actor's Studio di New York. Recita anche in inglese, lingua
planetaria ma non dimentica i dialetti della nostra terra più vicini alla
toscano, emiliano, romanesco, e milanese.
Ecco il lungo elenco dei
film che lo vede presente in vari ruoli
2016 - "Prigioniero
della mia Libertà" - Rosario Errico, nel ruolo di un poliziotto
2015 - "Come
Lolita" - Jaime Garcia Ruiz, nel ruolo del padre di Lolita
< 2013 - "Storia Di Un Inganno" - M. Di
Stefano, A. Ingrà, nel ruolo di CESARE, UN INVESTIGATORE
PRIVATO nel ruolo del POLIZIOTTO
IN BORGHESE
Gianluca
Magni di dove sei e dove vivi?
Innanzitutto, salve a tutti. Sono nato a Pisa e vivo tra Roma e la
Toscana.
Nel
panorama artistico sei poliedrico tra essere sceneggiatore, attore, regista e
forse ne dimentico alcune professioni.
Diciamo che amo il mio lavoro e che per me è una fede, prima che
una professione. A tal proposito, mi piace conoscere il mio settore a fondo,
per questo, oltre che a fare l'attore, ho imparato a scrivere sceneggiature.
Attualmente, ne ho scritte due. La prima si intitola "LA FORZA DI
CAMBIARE", una sceneggiatura che parla di problemi molto attuali
come i giovani che si avvicinano al mondo dello spaccio per vivere, grazie a
situazioni famigliari disagiate, inoltre, quasto film, è anche un messaggio di
speranza per tutti, come dice il titolo, perché grazie all'amore e alla fede,
il protagonista, un cattivo all'ennesima potenza, cambierà vita e aiuterà chi,
come lui in gioventù, ha avuto problemi famigliari.
La seconda sceneggiatura si intitola "SANGUE IN CHAT".
Questo è un film attualissimo che parla di un serial kileer che adesca le sue
vittime all'interno delle chat e di un investigatore privato, con il quale il
serial killer instaura una sorta di duello personale e entusiasmante. SANGUE IN
CHAT, può diventare asnche un film educatiuvo per i giovani, con tanto di
proiezioni per le scuole con annesso dibattito con i sociologi che dopo
spiegano il giusto modo di usare lke chat e i pericoli annessi e connessi.
Ho scritto, diretto ed interpretato due cortometraggi dal titolo
"VITA DA ESCORT" e "OLTRE L'ORIZZONTE, che sono visibili su You
Tube. Con questi cortometraggi, ho preso un premio speciale in qualità di
regista e di sceneggiatore, per il linguaggio nuovo e molto incisivo e diretto.
Per ultimo, presento serate di vario genere. Concorsi di bellezza,
sfilate di moda, work shop.
Ho preso, nel 2014, il premio HAWARD in qualità di attore. Una
grande soddisfazione.
Quando
ti è nata la voglia di essere attore, la tua formazione e le tue aspettative
iniziali?
Praticamente sono nato un artista. Sin da piccolino, guardavo la
TV e poi imitavo, con un mio amico, i film western, che adoravo e mi
piacciono tutt'oggi. Ho fatto l'auditore un anno al Pèiccolo Tetaro a
Milano e poi ho fatto uno stage all'Acxtors studio di New Jork, una grande
espeienza, nella quale ho imparato ad interpretare la parte e non a recitare,
cioè a rendere vero e credibile all'occhio dello spettatore il personaggio che
ho interpretato e che interpreterò. Io mi definisco un sognatore incallito e
maledetto, acciecato dall'entusiasmo. Per questo, ho sempre avuto e avrò sempre
grandi aspettative in tutto quello che ho fatto e che farò. Io dico sempre:
punta al massimo, tanto, a scendere, sei sempre in tempo. Ma se punti allo
stretto necessario, arrivi sempre ultimo.
Quanti e
quali le fatiche per crescere in questo ambiente dello spettacolo?
Io dico sempre che niente avviene per caso. Per questo, i grandi
obiettivi, quali diventare un artista di successo,necessitano di tanto
spirito di sacrificio, di tanto entusiasmo, di avere la grinta e l'entusiasmo
per non abbattersi mai, necessitano di avere l'umiltà per aggiornarsi sempre e
di non sentirsi mai arrivat.
I tuoi
primi provini e l'emozione del primo palcoscenico?
Guarda, a dir la verità, a me un provino provoca
sempre l'emozione come fosse la prima volta. L'emozione del mio primo film dal
titolo "LUCREZIA BORGIA", nel quale interpretatvo il ruolo del
"Messo Papale", colui che portava le missive del Papa Borgia a cavallo,
è e rimarrà indelebile, nel senso che la mia prima scena è stata una galoppata
a cavallo al fianco di altri attori e io non ero mai montato su un
cavallo...motore, azione. E li mi si è annevbbiata la vista dalla paura di non
farcela per alcuni attimi. Poi, ho riaperto gli occhi, e tutto è filato liscio.
Ti
senti più attore di teatro o di cinema?
Personalmente, mi sento più interprete da cinema, perché posso sfruttare al meglio la mia naturalezza e spontaneità, doti essenziali per fare cinema. Anche se ritengo il teatro una grande formazione per un attore.
Come
vedi oggi il futuro dello spettacolo?
In Italia, bisognerebbe che il governo aiutasse veramente lo
spettacolo, copiando alla lettera la legge TAX CREDIT come c'è in America, che
favorisce la defiscalizzazione di qualsiasi azienda che investe in attività
relegate allo spettacolo. Poi, credo che il cinema debba tornare a fare i film
di genere, come si facevano negli anni 70 in Italia con i grandi registi del
calibro di Sergio Leone, Corbucci, Damiano Damiani, Dario Argento e altri
importanti. Questo per favorire il nostro cinema nella distribuzione
internazionale e non solo italiana, come avviene con film che riguardano solo
storie locali del nostro paese. Inoltre ci vorrebbe un vero sindacato per gli
artisti che ha vero potere come in Ameriva e in Francia. Questo per la tutele
effettiva di noi artisti.
Ci
parli un po’ delle tue esperienze: mi parli di tuoi film o fiction a cui tieni
di più? ( fai una serie di elenco come vuoi)
Le fiction alle quali ho partecipato sono la 3 serie de "IL
BELLO DELLE DONNE", per canale 5 e "INCANTESIMO 6&, per la Rai.
Le fiction sono una grande palestra per un asttore, perché spesso capita che
mezz'ora prima dell'inizio riprese, vengono cambiate le battute che l'attore
aveva studiato. E, in quel lasso di tempo cosi piccolo, l'attore deve imparare
a memoria le battute nuove o quanto meno saper dare un senso logico, grazie
all'improvvisazione, a quello che deve dire. Le fiction, specialmente in
Italia, sono anche un grande ritorno d'immagine per un attore, in quanto escono
in prima serata sulle TV e gli spettatori le possono guardare gratuitamente.
Il cinema è più complesso, nel senso che bisogna azzeccare un
argomento di fortissimo richiamo, in modo di riuscire a portare lo spettatore
ad uscire di casa e a pagare il biglietto. E gli attori protagonisti, devono
avere un immagine di forte impatto commerciale, perché essendo messi sui
cartelloni e nei trailer, devono gioco forza richiamare pubblico.
Il futuro dell’ attore per i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mestiere.
Ai giovani che vogliono intraprendere la carriera dello
spettacolo, consiglio vivamente di fare un percorso di formazione, studiando.
Inoltre, consiglio di far si che l'apparire sia supportato dall'essere
professionalmente e umanamente, perché, altrimenti, è molto probaile rimanere
delle semplici meteore. Io dico sempre una battuta: attenzione a non fare la
fine di un gatto su un aurelia...
Si corre veloce tecnologicamente anche con il web e con nuovi
strumenti secondo te è un bene o un male?
La tecnologia mi sembra che stia rovinando la qualità culturale.
Vedo troppi giovani che si credono già maestri dopo nemmeno il primo ciak
Vivono di stereotipi ed escludono dalla loro formazione lo
spettacolo dal vivo, lo spettacolo con il contatto con il pubblico.
Beh,
io ho cominciato con la pellicola. I ciak, all'epoca, costavano molto cari,
quindi, se non eri preparato, difficilmente potevi essere chiamato a lavorare.
Oggi, con l'avvento del digitale, dei nuovi telefoni che fanno i video, dei
social, ognuno di noi ha la possibilità di fare un video, un cortometraggio o
un film e di pubblicarlo sui social, in modo di avere un riscontro di
visibilità.. E' anche vero che oggi, grazie ai social, si possono pubblicizzare
gratuitamente prodotti belli e professionali, come si possono pubblicizzare
prodotti scadenti. I social hanno anche creato l'illusione ad ognuno di noi di
poter diventare famoso. Insomma, sono un bel dilemma. Alla fine, se hai
talento, i social hanno il potere di ingigantire velocemente e gratuitamente la
tua immagine. Viceversa, possono distruggerti.
Credo
che lo spettacolo dal vivo, che io calco quando presento serate, sia
determinante nella formazione di un artista, perché gli permette di vincere la
vergogna di essere criticato, con conseguente aumento dell'autostima, dote
essenziale per fare l'artista.
Ogni
artista deve per forza di cose essere se stesso e attirare l'attenzione con il
suo modo di fare, perché la fotocopia di qualcuno famoso non interessa a
nessuno, in quanto c'è già il personaggio famoso in questione.
Il
futuro dell’ attore per i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mestiere.
Ai giovani che vogliono intraprendere la carriera dello
spettacolo, consiglio vivamente di fare un percorso di formazione, studiando.
Inoltre, consiglio di far si che l'apparire sia supportato dall'essere
professionalmente e umanamente, perché, altrimenti, è molto probaile rimanere
delle semplici meteore. Io dico sempre una battuta: attenzione a non fare la
fine di un gatto sull' Aurelia...
GIANLUCA, ATTUALMENTE COSA BOLLE IN PENTOLA?
Direi del buon brodo. Ad aprile, uscirà al cinema il film "PRIGIONIERO DELLA MIA LIBERTA", un
gran bel film drammatico, pieno di ritmo e suspance, diretto magistralmente dal
regista Rosario Errico. Film nel quale interpreto il ruolo del poliziotto a
fianco dell'ispettore Giancarlo Giannini.
Ma il film vede altri interpreti di spessore come Jordi Molla, Marco Leonardi,
Martina Stella. Inoltre girerò, a Marzo, un cortometraggio dal titolo
"GIOVANI ITALIANI", scritto e diretto da Alessandro Panza, nel quale
interpreterò il ruolo di un "PRESIDE DI UNA SCUOLA". Un
cortometraggio sul sociale che parla dei problemi del bullismo. Poi, con il
regista e produttore Rosario Errico, sto collaborando alla realizzazione di un
grande film internazionale che sarà girato in lingua inglese, con cast tecnico e
artistico internazionale. La sceneggiatura è stata scritta in collaborazione
con un premio Oscar americano e ha ottenuto dal Mibac il contributo per lo
sviluppo, con la motivazione di progetto di grande interesse artistico e
culturale.
Quando
ti alzi al mattino e guardi alla finestra cosa vedi?
Io,
essendo un sognatore, un romantico e un positivo per eccellenza, vedo la
speranza mentre guardo il cielo e ringrazio il mio angelo custode che mi ha
donato l'arte dentro di me. Ringrazio il cielo perché mi ha permesso di fare un
lavoro che amo, mentre penso a tante persone che, per vivere, sono costrette a
fare un lavoro che non gli piace.