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7 novembre 2017

Lapo Elkann: "Oggi sono pronto per avere una moglie e dei figli. Il mio sogno? Un'Italia wow"

LAPO ELKANN IN COPERTINA SU ROLLING STONE
“IL MIO SOGNO? UN’ITALIA WOW.
OGGI SONO PRONTO PER AVERE UNA MOGLIE E DEI FIGLI”
 
Ascesa, cadute e rinascita di una popstar del made in Italy

“Sono a un bivio, ci sono un sacco di cose che avrei voluto fare e non ho ancora fatto, ma sono comunque contento di aver aspettato fino ad ora, perché le avrei fatte male. Soprattutto per quello che riguarda il lato emotivo della mia vita, ci sono cose per cui adesso mi sento pronto: avere una relazione stabile con una donna, fare dei figli”. È un Lapo Elkann rinnovato quello che si rivela a Rolling Stone, fotografato da Giovanni Gastel per la cover story, in edicola da oggi, 7 novembre. A 40 anni ha cambiato amici e colleghi e ora riparte da sé, scomparendo anche dai social: non una presa di posizione ideologica, ma un esercizio zen per non perdere energie dietro a qualche hater e concentrarsi sul lavoro. Hai qualche altro progetto da realizzare? Voglio concentrarmi sulle cose che sento veramente, non più su cose futili, e soprattutto circondarmi di persone di cui mi fido. In passato ho commesso molti errori da questo punto di vista, sia sul lavoro sia nel privato. Come si conserva la creatività invecchiando? Il vero talento oggi è quello di sapersi circondare di gente brava, che rafforzi quello che vuoi costruire. La creatività per funzionare, forse, ha anche bisogno di cadute e rinascite, up & down di vita e lavoro. È così? Avrei preferito che i down personali fossero meno ma visto che ci sono stati, quel che conta ora è trarre un vantaggio da queste esperienze. Credo che gli up & down siano frequenti nelle persone che, come me, si considerano buone e molto emotive. Oggi sono consapevole di quello che mi può aiutare nello sviluppo delle mie idee.  Un rischio che ti sei preso è quello di suscitare reazioni anche molto offensive nei tuoi confronti, da parte di chi ti segue. Mi sono tolto da Instagram e da Facebook da un po’, perché non mi si addicevano più: non ho più voglia di mostrare chi sono, dove sono, come mi vesto, quanto viaggio. L’edonismo non è più parte della mia comunicazione: ho deciso di fare tre passi indietro con la mia persona, e dieci avanti con le mie aziende. Preferisco parlare di meno e fare di più. Ho imparato a dire molti no, soprattutto a chi cercava di disturbare la mia privacy, e da quando li dico lavoro molto meglio. Hai qualche modello di riferimento? Se penso a un progetto etico mi vengono in mente Bill e Melinda Gates, se parliamo di sviluppo aziendale penso a Richard Branson. E se pensi a un grande comunicatore? Papa Francesco, perché riesce a rendere semplici concetti complicati. La sua recente presa di responsabilità sulla pedofilia nella Chiesa mi ha molto colpito, era da tempo che aspettavo parole del genere. Cosa vorresti diventasse il tuo nuovo hub creativo di imminente apertura a Milano in una futuristica ex stazione di servizio? Vorrei mostrare un’Italia alla “Hollywood”, un’Italia che uno dica “wow”, non il solito luogo freddo e noioso. Vorrei offrire alla città un posto unico come questo, usando una delle mie qualità lavorative, che è quella di abbellire macchine. Da amante della velocità – a partire da quella delle macchine – credi che sia possibile andare avanti sempre col piede pigiato sull’acceleratore? No, diventa una malattia e un pericolo. Va trovato un equilibrio, ed è quello che oggi cerco più di tutto il resto.