Da
sabato 5 a domenica 13 dicembre al Castello Estense di
Ferrara sarà presentato al pubblico – in
anteprima assoluta – il dipinto inedito Caino e Abele,
recentemente attribuito secondo studi condotti da storici
dell’arte, tra cui Andrea Emiliani e Claudio Strinati, al periodo giovanile di
Giovan Francesco Barbieri, detto Il Guercino.
La
presentazione sarà accompagnata da una pubblicazione
monografica sull’opera Caino e Abele
che ripercorre e contestualizza la giovinezza del Guercino per
giungere a un’analisi approfondita del dipinto in oggetto,
attraverso una serie di riflessioni sulle influenze artistiche
determinanti nei primi anni di attività del pittore e di
parallelismi con opere d’arte documentate da lui realizzate nello
stesso periodo. I testi in catalogo sono di Andrea Emiliani, Claudio
Strinati, Gianni Venturi, Stefano Zanasi, Gloria De Liberali,
Nicoletta Gandolfi e Micaela Lipparini.
Giovan
Francesco Barbieri, detto Il Guercino, nasce
nel 1591 a Cento, da una famiglia modesta ma in un territorio
posto al centro del triangolo fertile compreso tra Ferrara, Modena
e Bologna. Proprio la frequentazione del capoluogo emiliano e la
visione dei capolavori dei maestri bolognesi segna profondamente
la sua giovinezza, contribuendo alla sua geniale capacità di
rielaborazione pittorica e di fertile invenzione artistica, rintracciabili
anche nel dipinto
Caino e Abele, che raffigura l’uccisione del
secondogenito di Adamo ed Eva per mano del suo stesso fratello.
La forza
drammatica del corpo seminudo di Abele, riverso diagonalmente a
terra, presentato in primo piano attraverso un’ardita soluzione
prospettica e con un punto di vista molto ribassato, contrasta
con la figura di Caino, che si dà alla fuga nell’oscurità del
fondale. L’opera, risalente al secondo decennio del 1600, mostra
evidenti caratteri stilistici della giovinezza del Guercino, con
influenze riconducibili ai grandi veneti - Giorgione, Tiziano,
Tintoretto - ma anche alla svolta naturalistica avviata dai
Carracci - Ludovico in primis - fin dagli anni Ottanta del secolo
precedente. In particolare è facile osservare la celebre
“macchia” guercinesca - che spezza le forme per studiarne gli
effetti di luce in rapporto con i mutamenti atmosferici, e
l’inconfondibile maniera di rendere l’anatomia degli arti
superiori ed inferiori sovradimensionati e rigonfi, le cui masse muscolari
risultano scolpite da netti contrasti luministici che accentuano
l’effetto drammatico della scena.
La
straordinaria qualità di Caino e Abele, confermata dalle
radiografie recentemente eseguite in occasione della sua
riscoperta, fu apprezzata anche fuori dai confini italiani,
quando l’opera entrò a far parte, nel corso dell’Ottocento, della
collezione di Sir Thomas William Holburne e successivamente
dell’Holburne Museum di Bath. Curiosamente all’epoca l’opera fu
erroneamente attribuita al caposcuola bolognese Guido Reni,
probabilmente proprio per gli evidenti caratteri emiliani, oltre
naturalmente che per le grandi qualità pittoriche di questo
capolavoro.
La
mostra è promossa da Zanasi
Foundation con il patrocinio del Comune di Ferrara,
a cui si deve la concessione dello spazio espositivo, della Direzione Regionale per
i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna,
con la collaborazione dell’Associazione
degli Amici dei Musei e dei Monumenti
Ferraresi e dell’Associazione Dama Vivente Castelvetro.
Caino e
Abele. Un’opera inedita
Castello
Estense di Ferrara
Lunedì -
domenica: 9.30-17.30
Biglietto
comprensivo del percorso museale
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