La Piadina
Romagnola ambasciatrice della Romagna
in quattro Capitali
d’Europa
Il Consorzio di
Promozione festeggia con un carnet di iniziative l’IGP
La Piadina Romagnola IGP rappresenta
il 22% di quella prodotta pari a 11.300 tonnellate per un fatturato di 27
milioni di euro
Possono quattro
semplici ingredienti (farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva),
impastati a dovere, passare alla storia al punto da rappresentare un territorio
e le sue tradizioni? La risposta è sì. La Piadina Romagnola non ha
bisogno di particolari presentazioni, da decenni è il prodotto simbolo della
Romagna. D’altronde cosa aggiungere di questo “cibo di strada” che ha saputo
unire ‘culturalmente’ due estremi come Giovanni Pascoli e Samuele Bersani.
In realtà un’aggiunta importante
c’è: dal 4 novembre scorso la Piadina Romagnola ha ottenuto la certificazione
IGP (Indicazione Geografica Protetta) dalla Commissione Europea.
Ci sono voluti oltre 10 anni di
battaglie e la capacità della Romagna di fare sistema e mettere da parte
campanilismi, per raggiungere l’ambito traguardo. Il risultato è di tutto
rispetto a tutela del territorio: d’ora in poi Piadina Romagnola/Piada
Romagnola, anche nella variante alla Riminese, sarà solo quella prodotta e
confezionata esclusivamente nel suo luogo di origine, la Romagna, nel rispetto
del Disciplinare. Nessun altro potrà farlo.
E proprio per celebrare questo
importante riconoscimento il Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola ha
messo in campo una serie di iniziative per fare della Piadina
l’ambasciatrice della Romagna nel mondo.
Il carnet delle iniziative
è ampio. Già sono in campo nel 2015 quattro educational sulla Piadina Romagnola
con dimostrazioni che toccheranno quattro capitali europee: Berlino,
Parigi, Londra, Madrid. E ancora, il Consorzio prenderà parte a due importanti
appuntamenti di settore a Parigi (Sial e Parizza), così come sarà presente a Expo
2015 insieme alla Regione Emilia Romagna con una serie di iniziative
(degustazioni, laboratori, workshop con la stampa estera, incontri e tanto
altro).
Prima ancora, il 28 dicembre, ai
Magazzini del Sale a Cervia grande festa con l’anteprima Piadina Romagnola
IGP nell’ambito della tappa invernale di Tramonto DiVino per il fine
settimana di Capodanno sulla Riviera. Agli antichi Magazzini del Sale la
piadina sarà protagonista insieme alle migliori etichette del cibo e del vino
della nostra regione, con uno spazio dedicato a dimostrazioni, laboratori, show
cooking.
Nel mese di febbraio invece
appuntamento con Beer attraction a Rimini Fiera insieme ai consorzi
Mortadella Bologna IGP e Salumi Piacentini DOP, nell’area street food.
“Sono solo alcune delle
iniziative che ci vedranno in Italia e nel mondo a presentare e promuovere la
Piadina Romagnola – afferma il Presidente del Consorzio Elio Simoni – La
certificazione IGP ci ha dato una marcia in più in tutti i sensi: prima, quando
andavamo all’estero, a garanzia del prodotto ci chiedevano questa
certificazione, e il non averla ci rendeva ‘deboli’ sui mercati; oggi si aprono
tante nuove porte perché al binomio Piadina-Romagna possiamo aggiungere una
qualità certificata a livello europeo”.
I numeri della piadina.
Le ragioni del successo della
Piadina Romagnola, sono da imputarsi alla varietà delle proposte e alla
semplicità di realizzazione, veloce, pronta e adatta in qualunque momento della
giornata. Un ‘cibo’ alla romagnola che è diventato anche un business. I numeri
lo testimoniano.
La produzione di Piadina
nel suo insieme (Romagnola e non) nel 2013 è arrivata alla cifra di 61.000
tonnellate (51.000 ton. da aziende artigiane; 10.000 ton da chioschi,
gastronomia, ristoranti), di cui il 75% è prodotto in Romagna. Il fatturato
alla produzione, sempre riferito al 2013, è di 125 milioni di euro:
105 milioni da aziende artigiane, 20 milioni da chioschi, ristoranti,
gastronomie.
Il prodotto confezionato viene
venduto per il 76% nella grande distribuzione (Gdo), per il restante 24% nel
canale Horeca.
Guardando alle aree di
vendita, la Piada si afferma come prodotto nazionale, con il 32% nel
Nord-Est, il 31% nel Nord-Ovest, il 18% al Centro, il 19% al Sud, mentre il 10
% circa è destinato al mercato estero.
Con il riconoscimento IGP in via
transitoria solo su scala nazionale, dal settembre scorso alcune aziende
artigiane hanno iniziato a produrre piadina Romagnola certificata. Le
pioniere lo scorso anno sono state 13 aziende, salite ad oggi a 23.
Interessanti i numeri di produzione della Piadina Romagnola certificata IGP che
hanno toccato quota 11.300 tonnellate, per un fatturato, alla produzione,
di 27 milioni di euro. In sostanza il 22% della Piadina prodotta, ad
oggi, è certificata IGP come Piadina Romagnola.
Il Consorzio di Promozione
della Piadina Romagnola.
Nato alla fine del 2011 dalla
fusione delle precedenti associazioni promotrici del riconoscimento come IGP, è
sostenuto da un gruppo di produttori artigiani in rappresentanza di tutta la
zona di lavorazione consentita dal Disciplinare, da Rimini a parte della
Provincia di Bologna (9 comuni sul tracciato del fiume Sillaro), passando per
Forlì-Cesena e Ravenna.
Il Consorzio sin dalla sua
nascita ha avuto l’obiettivo di promuovere una serie di iniziative tese alla
valorizzazione della Piadina Romagnola, a partire dal riconoscimento IGP,
percorso sostenuto in tutte le sue fasi insieme al Ministro delle Politiche
Agricole, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna e le
associazioni di categoria (Confartigianato e CNA della Romagna).
Dalle prime 15 aziende che hanno
dato vita al Consorzio, oggi il numero è salito a 21, destinato a salire con
l’adesione di altre aziende artigiane e di numerosi chioschi del territorio
romagnolo.
Queste le aziende associate,
in ordine alfabetico: Acquamarina (Rimini); A.D.P. (Riccione); Alimenta
Produzioni (Riccione); Alla Casalinga (Forlì); Artigianpiada (Coriano); B.A.C.
(Cesenatico); Come Una Volta (Forlì); Compagnia Della Piada (San Giovanni in
Marignano – Rimini); Deco Industrie (Forlì); Faenza Piada (Faenza); Fresco
Piada (Riccione); Gastone (Ravenna); Gitoma (Bagnacavallo); Global Food (Misano
Adriatico – Rimini); Graziano Piadina Romagnola (Massa Lombarda); La Teggia
(Cesenatico); Mondopizza (Talamello); Piada D’oro (Saludecio); Piadina Le Vele
(Bellaria Igea-Marina); Riviera Piada (Rimini); Umberto Negroni (Castel Guelfo
- Bologna).
Gli ingredienti.
Quattro gli
ingredienti base della Piadina: Farina di grano tenero; Acqua (quanto basta per
ottenere un impasto omogeneo); Sale (pari o inferiore a 25 grammi); Grassi
(strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi).
Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti
lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o
frumento, fino a 20 grammi), con il divieto assoluto di aggiungere conservanti,
aromi e/o altri additivi.
Dopo l’impasto e la porzionatura
in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello
manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura
che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare
dell’IGP la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione
stabilite.
Il Disciplinare presenta la Piadina
Romagnola al consumo in due tipologie: Piadina Romagnola IGP con un
diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e Piadina Romagnola IGP
alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3
mm).
Nel caso di adozione di un
processo produttivo che comprenda la realizzazione manuale di almeno tre fasi
fra quelle di preparazione dell’impasto, porzionatura, laminatura e cottura, e
in assenza di confezionamento chiuso, potrà essere utilizzata la dicitura “lavorazione
manuale tradizionale”.