E’ stato appena pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana
il documento “”Linee orientative per la gestione dei beni negli Istituti
di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica”.
Annunciato in anteprima lo scorso sabato 2 agosto dal
cardinale prefetto della Congregazione degli Istituti di vita consacrata e le
Società di vita apostolica, Joâo Braz de Aviz, il documento vuole essere
un’indicazione per la gestione dei beni nelle comunità religiose il cui
criterio fondamentale deve essere, come si evince appunto dall’intervista su
L’Osservatore Romano e dal documento stesso, il Vangelo, in un mondo dominato
da capitalismo e principi consumistici devianti.
La situazione giuridica degli enti ecclesiastici è molto
cambiata rispetto al passato, le relazioni con gli Stati sono diventate più
difficili e gli “addetti ai lavori” dovranno obbligatoriamente prevedere una
formazione più ampia e aggiornata con la nuova situazione.
A conclusione del Simposio celebrato nel mese di marzo
2014, avente come tema appunto la gestione dei beni ecclesiastici e che ha
riscosso un grande successo di partecipazione da parte dei religiosi, si
offrono suggerimenti utili alla riorganizzazione degli enti ecclesiastici,
indicando ai Responsabili ai vari livelli gli elementi fondamentali di gestione
delle opere. L’argomento è di scottante attualità e prevede una presa di
coscienza dei cambiamenti che il mondo dei religiosi deve attuare anche in
vista degli insegnamenti di papa Francesco a riguardo, della sua richiesta di
apertura di vita da parte dei religiosi e religiose, di una attualizzazione dei
loro carismi.
In vista dell’anno della vita consacrata questo documento
risulta di vitale importanza per la testimonianza profetica dei consacrati che
dovranno tenere conto della “dimensione evangelica dell’economia secondo i
principi di gratuità, fraternità e giustizia, ponendo le basi di un’economia
evangelica di condivisione e di comunione”. Queste linee orientative possono
essere di aiuto ai religiosi per rispondere, con rinnovata audacia e profezia,
alle sfide del nostro tempo e per continuare a svolgere la propria missione nel
mondo.
Il cardinale Prefetto ricorda al termine del documento le
parole illuminanti di papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “La missione
al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso
togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. E’
qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io
sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo.
Bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di
illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare”. Ed è
questo l’augurio che anche il Prefetto rivolge a tutti i lettori.