sono ormai già un centinaio le città della Polonia che dal 2019 si sono dichiarate "zone libere da LGBT". Oggi, un terzo del mio paese dice ai suoi cittadini LGBT+ che per loro non c'è posto.
Volendo sentirmi di nuovo una cittadina a pieno titolo, ho fatto squadra con altri tre attivisti per creare l'Atlante dell'odio, una mappa interattiva che individua e monitora le "zone libere da LGBT".
Abbiamo attirato l'attenzione internazionale su questo attacco alla comunità LGBT+ polacca, e da tutto il mondo ci hanno aiutato a rispondere.
Ma adesso i nostri nemici omofobi ci hanno preso di mira.
Diversi comuni hanno deciso di farci causa, esigendo pubbliche scuse e risarcimenti che ci manderebbero in rovina distruggendo anni di lavoro.
Contro questo tentativo d'imbavagliarci combatteremo in tribunale, ma non potremo farlo senza il tuo sostegno.
L'Atlante dell'odio è gestito da volontari. Lo facciamo perché crediamo che mappare e denunciare l'odio anti-LGBT+ in Polonia possa portare a un futuro migliore per la nostra comunità LGBT+.
Quando nel 2019 il Parlamento europeo ha condannato le cosiddette "zone libere da LGBT", per un attimo abbiamo sperato. Lo stesso quando All Out ha consegnato più di 330.000 firme alla Commissione europea chiedendone l'intervento.
Ma poi sono arrivate le azioni legali. Finora sono sei le amministrazioni locali che ci hanno fatto causa, tutte sostenute da Ordo Iuris, un gruppo di avvocati cattolici fondamentalisti.
Se il tribunale ci giudicherà colpevoli, risarcimenti e spese legali potrebbero raggiungere i 50.000 dollari: più di tutti i nostri stipendi annuali messi insieme.
I nostri nemici vogliono silenziarci una volta per tutte. Ma con il tuo aiuto arriveremo preparati a questo scontro legale, dimostrando a questa gente che sta combattendo una battaglia sbagliata. Dimostreremo che – con il sostegno di tante persone al nostro fianco – l'amore può sconfiggere l'odio.
