VESCOVO DI SAN CRISTÓBAL (VENEZUELA): «IN QUESTA QUARESIMA PREGHIAMO DIO AFFINCHÉ LE AUTORITÀ RISPETTINO LE PERSONE E APRANO LE FRONTIERE»
«Non siamo oggetti, ma esseri umani. Le autorità devono rispettare le persone e aprire la frontiera». È accorato l'appello che il vescovo di San Cristóbal, monsignor Mario Moronta, ha espresso celebrando la messa del Mercoledì delle Ceneri nella parrocchia San Antonio, vicino al confine venezuelano con la Colombia. La diocesi ha inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il video dell'omelia, nella quale il presule chiede più volte alle autorità del Venezuela di riaprire la frontiera. «Questa demarcazione non è una semplice linea ma rappresenta la cultura di fraternità che ci unisce ai nostri fratelli colombiani», ha affermato denunciando come il governo ignori «il contrabbando di carburante e perfino quello di esseri umani», concentrandosi invece «sulla gente perbene» impedendole di varcare il confine per motivi di lavoro o umanitari. «Le autorità che si definiscono protettrici dello Stato di Tachira, come possono ignorare i tantissimi bambini che hanno bisogno di andare a Cúcuta per curarsi? Mentre criticano l'esistenza di un impero che costruisce barriere, a pochi metri da qui abbiamo visto come si alzano muri per impedire il passaggio in Colombia».
Monsignor Moronta ha apertamente denunciato l'impossibilità per gran parte degli aiuti umanitari di giungere nel Paese sudamericano. «È immorale quanto si sta facendo in tutto il Venezuela, ma soprattutto lungo i confini. In questa Quaresima preghiamo Dio affinché tocchi il cuore e converta quanti commettono violenze e operi il miracolo di far capire alle autorità che non possiedono la frontiera e non possono chiuderla».
Il presule ribadisce tuttavia come, nonostante le chiusure imposte ai confini, i venezuelani non abbiano mai smesso di essere «uomini di carità e di speranza sempre pronti ad accogliere i nostri fratelli. Il mondo intero deve capire che la fraternità tra Venezuela, Colombia e Brasile non termina qui».
A nome dei suoi confratelli vescovi e di tutti i sacerdoti del Paese, monsignor Moronta ha voluto ribadire la «nostra vicinanza al popolo venezuelano e il nostro sentito grazie a tutti quei ministri di Dio che effettuano il loro apostolato nelle zone di frontiera e che a dispetto delle gravi difficoltà e la persecuzione si mantengono saldi nella fede e vicini al popolo».
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