Agenzia Stampa Aspapress

Autorizzazione Tribunale di Forlì 6/91 del 8 marzo 1991 - Anno XXXII - Registro Nazionale della Stampa 02659 - Registro Operatori Comunicazioni n. 1187 - Direttore Editoriale e responsabile Enzo Fasoli - Casella postale 19152 - 00173 Roma Cinecittà est - Responsabile dati: Carlo Carbone - Capo redattore Cristiano Rocchi. Associazione Periodici Associati: Presidente Enzo Fasoli - Responsabile settore: Angelo Misseri - Redazione: Vincenzo Giannone, Daniela Zappavigna.

Cerca nel blog

Pagine

9 novembre 2017

In pensione a 67 anni, Fipe: "Doverosa l'esenzione anche per i pubblici esercizi"



“Il lavoro di chi fatica tutto il giorno nei bar e ristoranti italiani merita pienamente di essere considerato nelle categorie delle mansioni usuranti, per questo dovrebbe essere esentato dall'innalzamento dell'età pensionabile, senza se e senza ma. Troviamo peraltro curioso che tra i lavori usuranti non ve ne sia neppure uno del mondo dei servizi di mercato". Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi con il Vice Presidente vicario Aldo Mario Cursano, commenta duramente le ultime novità relative alla proposta del Governo di esentare quindici categorie di lavoratori dall'innalzamento automatico dell'età pensionabile a 67 anni. "Il lavoro nei pubblici esercizi comporta una serie di attività e mansioni che richiedono sforzi fisici e usura, dallo stare in piedi al bancone del bar a preparare caffè tutto il giorno, in cucina o in sala, al trasportare carichi - prosegue Cursano -. Un impegno che si protrae spesso dalla prima mattina alla tarda sera, senza considerare i sabati, le domeniche, il Natale e le varie festività. Per garantire quella qualità e attenzione al modello di offerta e servizio fondamentali in un lavoro come il nostro, l'esenzione dall'innalzamento dell'età pensionabile dovrebbe essere doveroso, proprio come avviene per insegnanti, personale infermieristico, conduttori di convogli ferroviari, personale marittimo e tutte le altre categorie contemplate dall'esenzione, sia le undici già previste dall'Ape sociale che le quattro appena incluse. Il fatto che il Governo non abbia preso in considerazione il nostro settore ci porta a pensare che evidentemente la cultura del lavoro è ancora quella del secolo scorso nonostante i cambiamenti intervenuti nel sistema economico-produttivo”.