Migliorano le terapie, ma è allarme sifilide.
Un migrante con HIV su 5 si ammala in Italia
Almeno
il 20% della diffusione del virus dell’HIV tra i migranti riguarda il contagio
che avviene dopo l’arrivo in Italia
LA
QUESTIONE "HIV" OGGI - Grazie alla ricerca degli
specialisti, negli ultimi anni le terapie che tengono a bada l'HIV sono
migliorate, con una soppressione virale costante ed efficace. Tuttavia
la ricerca di base non è più attiva come negli anni precedenti, probabilmente
per dedicare attenzione ad altre tematiche, soprattutto per le terapie per la
cura dell’epatite C. C'è ancora il grande problema della prevenzione: si
parla sempre meno sia di HIV che di tutte le altre infezioni sessualmente
trasmissibili. Bisogna promuovere l’informazione e esortare all’uso del
preservativo come strumento più efficace di prevenzione, onde evitare un
costante aumento di infezioni, già attestato tra i 3500 e i 4000 casi l’anno.
"E' opportuno evocare -
aggiunge Tullio Prestileo, Dirigente Medico UOC di Malattie Infettive
Ospedale Civico-Benfratelli, Palermo - l'argomento della Prep, la
terapia post-esposizione, aspetto necessario da sviluppare, sebbene non
rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale, che limita già l’accesso ai
farmaci ai pazienti affetti da epatite C. Il tema è quanto più urgente se si
pensa che nei nostri ambulatori, le infezioni da sifilide stanno crescendo
in maniera preoccupante: sarebbe dunque molto utile se almeno a titolo
personale fosse possibile l’acquisto della terapia della Prep, diffondendo e
offrendo parallelamente l’uso del preservativo a scopo preventivo".
FLUSSI
MIGRATORI E HIV - L'enorme incremento dei flussi migratori
degli ultimi mesi ha determinato un aumento della richiesta in campo
assistenziale da parte di alcune persone che presentavano problematiche di tipo
infettivologico. E' andato crescendo il numero dei casi di tubercolosi, che ha
determinato a sua volta un forte aumento delle richieste di ricovero. Possiamo
affermare con certezza che non ci sono assolutamente rischi per la salute degli
italiani derivanti dai fenomeni migratori. Si pensi che almeno il 20% della
diffusione del virus dell’HIV tra i migranti riguarda il contagio che avviene
dopo l’arrivo in Italia: questo è il risultato di uno studio presentato
pochi giorni fa a Barcellona al Congresso europeo sull’AIDS.
SIFILIDE
E HIV - "Esistono - spiega il Prof. Francesco
Castelli, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali della
Università di Brescia -
evidenze di una sinergia negativa tra infezione sifilitica ed infezione da HIV,
con un impatto peggiorativo della sifilide sulla infezione da HIV ed una
maggiore suscettibilità dei pazienti HIV-positivi alle forme più gravi e
neurologiche della sifilide (neurosifilide). Appare dunque essenziale una
diagnosi precoce della infezione sifilitica nei pazienti HIV+ per poter
instaurare un trattamento immediata con benefici clinici individuali, ma anche
limitando il periodo di infezione e dunque anche la contagiosità del paziente
con benefici di salute pubblica. Per fare ciò è essenziale la consapevolezza
della classe medica al fine di porre in essere gli adeguati screening periodici
nei pazienti affetti da infezione da HIV o comunque che riferiscano
comportamenti sessuali a rischio".
SIFILIDE
-
La
sifilide, nota in Europa dalla fine del XV secolo quando fu introdotta dai
marinai di Cristoforo Colombo di ritorno dalla scoperta delle Americhe, sta
vivendo una fase di recrudescenza in tutto il mondo occidentale
soprattutto nell’ambito delle comunità omosessuali ed in particolare
associazione con la infezione da HIV. La incidenza di nuovi casi di infezione
sifilitica nei soggetti di genere maschile che hanno sesso con uomini ed
affetti da infezione da HIV è infatti segnalata in forte aumento da numerosi
studi mondiali, europei ed anche italiani. Ciò è dovuto verosimilmente ad
una diminuita consapevolezza nei giovani adulti del rischio di contrarre
infezioni per via sessuale (omosessuale ma anche eterosessuale) laddove si
adottino comportamenti promiscui con partner multipli, richiedendo un forte
messaggio preventivo da parte delle società scientifiche e delle autorità di
sanità pubblica.
SIFILIDE:
COME AVVIENE IL CONTAGIO - Oltre che per via sessuale (da non
sottovalutare la via sessuale orale), la infezione sifilitica può essere
trasmessa anche per via verticale dalla madre infetta al feto, dando luogo alla
possibilità della sifilide congenita con le sue drammatiche conseguenze.
Purtroppo si assiste in questi anni ad un ritorno della sifilide in gravidanza
sia nei Paesi a basso reddito che nel mondo occidentale, richiedendo con
urgenza una attenzione della classe medica per poter identificare e trattare
precocemente le gravide infette, unica possibilità concreta ed efficace per
prevenire la sifilide congenita.