Dopo
l’ordine del giorno approvato a fine luglio dal Consiglio comunale di Verona,
che delega un coordinamento a raccogliere segnalazioni di genitori e insegnanti
sui progetti di educazione all’affettività e alla sessualità che risultino in
contrasto con i loro principi morali e religiosi - il riferimento è palesemente
all’omoaffettività -, ci pensa Damiano Zecchinato, Sindaco leghista del Comune
di Vigonovo, in provincia di Venezia, a far nuovamente discutere sulla
questione.
Il
primo cittadino del piccolo comune veneto promette infatti dalle colonne dei
quotidiani locali che vigilerà sui programmi ministeriali di educazione
all’affettività e alla sessualità, ribadendo con forza - e invitando i parroci
a una mobilitazione in tal senso - la necessaria salvaguardia e predominanza,
anche nel mondo della scuola, dei principi della religione cattolica riguardo
al concetto di famiglia, al fine di contrastare qualsivoglia sensibilizzazione
su coppie e famiglie lesbiche e gay e dunque prevenire “una deriva, un insegnamento
licenzioso che potrebbe traviare la formazione di persone con personalità
ancora fragile come i mi nori”.
“Sentire
ancora parlare un ufficiale di governo, relativamente alle tematiche LGBT, di
minori traviati, di anormalità e di minaccia alla famiglia tradizionale, deve
far amaramente riflettere su quanta strada ancora l’Italia debba fare prima di
mettersi al passo coi tempi e in linea con l’Europa dei diritti”. E’ il
commento dell’on. Alessandro Zan, deputato veneto di Libertà e Diritti ed esponente
della comunità gay. “Quelle di Zecchinato sono posizioni omofobe e
integraliste, che antepongono l’odio e la discriminazione alla necessità sempre
più impellente di un’educazione al rispetto che parta dai banchi di scuola,
diretta a eliminare ogni forma di bullismo, omofobia e transfobia tra i nostri
ragazzi. E’ inaccettabile che soggetti del calibro del Sindaco di Vigonovo
governino i nostri paesi e le nostre città, istigando alla discriminazione,
pretendendo di ingerire addirittura nei programmi ministeriali e chiudendo in
un cassetto i principi di laicità ed eguaglianza, per lasciar posto a un
integralismo medievale che può solo che ingabbiare il mondo della scuola
nell’ignoranza e nella repressione delle diversità. Proprio per evitare ciò”
conclude il parlamentare di LED, “interpellerò il ministro Giannini,
assicurandomi che non vi siano margini di trattativa con amministratori
intolleranti come Zecchinato e Tosi, e che anzi si proceda, sulle linee
stabilite dal Consiglio d’Europa, con la strategia nazionale per la prevenzione
e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere, senza fare compromessi con chi vuole affossarne la
valenza culturale ed educativa”.