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25 novembre 2025

FARE IMPRESA: CONVEGNO ALLA CAMERA SU ECONOMIA REALE, POLITICA E MONDO FINANZIARIO


FARE IMPRESA: CONVEGNO ALLA CAMERA SU ECONOMIA REALE, POLITICA E MONDO FINANZIARIO

di Valentina Spagnolo

 

La promozione di un confronto diretto tra imprese, decisori pubblici e settori finanza e welfare al centro dei lavori presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio

Si è tenuto nei giorni scorsi, presso la Sala della Regina della Camera dei deputati, l'evento 'Economia reale, politica e mondo finanziario', organizzato dall'onorevole Luciano Ciocchetti. Molto atteso e sostenuto da Sirip (Sindacato dei rappresentanti degli interessi parlamentari, ndr), l'appuntamento è risultato graditissimo per il settore imprenditoriale e non solo. Nel loro messaggio introduttivo e inaugurale, il presidente Fontana e l'onorevole Ciocchetti hanno espresso, innanzitutto, favore e pieno sostegno all'evento. In seguito, i lavori sono stati aperti dalle relazioni introduttive del presidente del Sirip, Achiille Ducoli, da Maurizio Leo, viceministro dell'Economia e Finanze e da monsignor Elio Lops, parroco del Quirinale e della Corte costituzionale. E' stata letta anche una lettera di saluto del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, il quale ha voluto sottolineare come "impresa, industria e settore finanziario, in un sistema complesso ed interconnesso, come quello attuale, sono elementi imprescindibilmente non isolati. Le piccole e medie imprese", ha scritto il presidente Fontana, "caratterizzano l'economia del Paese. Per questo, bisogna stimolare l'investimento e il dinamismo, stimolando anche la partecipazione all'investimento estero. La reazione auspicabile è per una nazione sempre più competitiva. E l'attività normativa, si deve muovere su queste prospettive".

Tutti i presenti in sala, hanno avuto modo di verificare la situazione reale nel dettaglio, rispetto ai fattori di crescita e di costruzione normativa in campo economico-finanziario e delle imprese. Per esempio, come aumentare il credito, quali sono le regole miglori per il bilanciamento della produttività, in un rapporto franco, ma leale, con il mondo del lavoro. Per un rilancio della nostra economia, questi sono tutti parametri fondamentali. E' stata, dunque, una mattinata intensa e ricca di spunti, in cui i maggiori rappresentanti delle istituzioni e quelli di rappresentanza delle categorie professionali coinvolte hanno voluto riflettere intorno a una serie di argomenti di altissima rilevanza. Si è fatto notare, nel concreto, l'impegno e l'operatività di Sirip in aperto dialogo con le aule parlamentari, in cui si è dato il via a nuovi emendamenti per una disciplina normativa sempre più efficiente e vicina alle esigenze dell'imprenditoria e del mercato nazionale.

Anche i termini: semplificazione, competitività e armonizzazione sono stati al centro del convegno, al fine di rappresentare il quadro economico attuale nel nostro Paese, cercando di far convergere le richieste della classe imprenditoriale con quella che è la domanda proveniente dai cittadini. Tutto ciò in connessione diretta con il governo, che vorrebbe accogliere questo interscambio tra domanda e offerta, consentendo l'apertura del mercato e degli operatori del settore anche verso l'estero, costruendo un sistemo normativo armonico, in linea con la Ue e gli altri Stati-membri, nel pieno rispetto dei principi fondamentali di ogni Costituzione interna. Molto interessante, in tale contesto, la testimonianza del parroco Elio Lobs dopo il suo coinvolgimento in un lodevole progetto, di cui ha delineato i contenuti e i concreti risultati: "Si parla di solidarietà, di un progetto che sta dando buoni frutti. Il dialogo è necessario per l'ecosostenibile e il sostenimento per i giovani privi di occupazione. Si tratta di un'utenza disagiata, di giovani che vivono per strada. Date fiducia a ragazzi che hanno già fallito, anche se è un rischio. La formazione richiede tempo e denaro, ma con il lavoro, molti ragazzi hanno ritrovato la propria dignità. E' un incoraggiamento di prospettiva, di inserimento per tanti ragazzi che hanno bisogno. E sono le iniziative di molte parrocchie, dove loro si sentono accolti".

Il presidente di Sirip, Achille Ducoli, ha invece voluto sottolineare gli elementi attuali che creano una profonda distanza dal passato in ambito finanziario, cercando di aprire un dialogo su tutti gli elementi portati in campo nell'incontro, vertenti al miglioramento del sistema normativo chiamato a sorreggere l'economia attuale e, soprattutto, gli imprenditori. "Un tema che deve essere accompagnato dal sistema finanziario. Oggi, non siamo nel dopoguerra o a venti anni fa. Le imprese non fanno gli stessi prodotti e le imprese combattono tutti i giorni. E' necessario semplificare per le aziende", ha sottolineato Ducoli, "e l'aiuto aggiuntivo deve provenire dai gruppi finanziari. E' necessario stare al fianco degli imprenditori e alla politica per poter coniugare tale apporto. Speriamo che il governo possa ascoltarci. E che i gruppi finanziari", ha concluso, "possano portare un sostegno reale alle imprese".
Dalla Commissione agricoltura si è voluto, in seguito, coniare la sinergia di economia reale, filiere e territorio. La riflessione ha posto in evidenza una domanda ben precisa: la finanza cosa può fare per il fondo produttivo? "Innanzitutto, attraverso il criterio Esg (Environmental, Social e Governance)", ha detto Cristina Almici, deputata della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, "il nuovo metodo che si unisce all'erogazione del credito, all'impatto sociale, ambientale e alla solidità organizzativa. Si tratta di criteri nuovi, che devono raggiungere anche l'economia reale", ha aggiunto la parlamentare di Fratelli d'Italia, "che stimolano a investire nel campo umano, ricalibrando i poteri sulle realtà produttive, sulla manifattura e sull'agroalimentare, le quali hanno bisogno di supporti, e di condivisione degli obiettivi. Servono regole semplici e stabili, una giustizia civile più rapida, che induca a scommettere su capitale umano e innovazione. La formula 'Work in enter balance' riassume in sé", ha spiegato ancora la Almici, "un impegno a trattenere le risorse umane e ad evitare il ricambio continuo. Quotidianamente, occorre lavorare con la politica e stabilire cornici stabili, per regole che possano dare fiducia per una maggiore capacità produttiva".
In tema di 'personal branding', preziosa è risultata la testimonianza del presidente di Mico, Davide Caiazzo, realtà professionale che ha ottenuto una grandissima popolarità e successo grazie a Linkedin. Proprio riportando il valore aggiunto dall'uso di tale piattaforma per la propria realtà professionale e imprenditoriale, Caiazzo ha invitato tutti i presenti e gli operatori di settore a non sottovalutare il potere di tale mezzo e di utilizzarlo, invece, nel modo giusto, come un potente strumento. "Oggi, ancora in pochi ne traggono utilità, poiché sussiste il problema su come usare la piattaforma", ha dichiarato il manager. L'invito e il consiglio pratico è stato quello di utilizzare Linkedin attraverso un contatto diretto, anche nei forum delle ditte interessate dalla propria attività, cercando, quindi, di creare "una dinamica interattiva e interdisciplinare all'interno della piattaforma. Sicuramente, i risultati di un uso orientato e corretto di questa piattaforma professionale, può creare l'apertura verso un bacino di utenza superiore e una più ampia possibilità di far conoscere e crescere la propria azienda".
L'augurio mostrato dalla partecipazione e dalle riflessioni di tutti i partecipanti ha lasciato nei presenti un significato orientato alla massima costruttività per il sostegno all'imprenditoria. Nella trasparenza e nel miglior indirizzo degli organi di controllo e delle istituzioni. Si prepara, dunque, un sistema normativo in prosecuzione ai lavori di riforma avviati negli ultimi anni, per un globale avanzamento del sistema economico. Gli imprenditori devono potersi rispecchiare in un modello in cui non sempre trovano sostegno e risposte alle dirette richieste di natura pratico-operativa, dove il piano della crescita e dell'efficienza incontra alcuni limiti di ordine fiscale, oppure burocratici, lungo il percorso di scambio. E' dunque essenziale tracciare un'apertura per la valorizzazione dei prodotti, puntando sulla qualità, sulle risorse da destinare a un'elevazione del manufatto e sulla partecipazione sempre più attiva, coinvolta e organizzata della manodopera. Non tralasciando, dunque, alcun dettaglio che possa ostacolare un 'sistema-Paese' che può e deve tornare a essere ben organizzato e coordinato, per rappresentare al meglio anche la nostra identità nazionale.

 

 

17 novembre 2025

PRIMA ROMANA Regia Roberto Latini dal 21 al 30 novembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17, Debutto venerdì 21 novembre h 21

Silvia Battaglio – ISMENE in Antigone. Foto: Manuela Giusto


Ilaria Drago – EMONE in Antigone. Foto: Manuela Giusto


Manuela Kustermann – LA NUTRICE. Foto: Manuela Giusto

Francesca Mazza – CREONTE Antigone. Foto: Manuela Giusto


Roberto Latini - Antigone. Foto: Manuela Giusto


dal 21 al 30 novembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

Debutto venerdì 21 novembre h 21

ANTIGONE

di Jean Anouilh

traduzione Andrea Rodighiero

 

personaggi e interpreti

Silvia Battaglio – ISMENE e IL MESSAGGERO

Ilaria Drago – EMONE e GUARDIE

Manuela Kustermann – LA NUTRICE e CORO

Roberto Latini - ANTIGONE

Francesca Mazza – CREONTE

 

scene Gregorio Zurla
costumi Gianluca Sbicca
musica e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
in collaborazione con Bàste Sartoria

regia Roberto Latini

durata 1 e 40’

 

produzione La Fabbrica dell'Attore teatro Vascello - Teatro di Roma teatro Nazionale

PRIMA NAZIONALE Anfiteatro Ostia Antica 18-19 luglio 2025

Foto Manuela Giusto

Presentazione Antigone di Roberto Latini https://youtu.be/5cNfn8NHYAw

 

Antigone è nel destino del Teatro di ogni tempo.

È uno dei modelli archetipici che ci accompagnano a prescindere dalla nostra storia, cultura, religione, visione.

È filosofia scesa intorno a noi, che ci cammina accanto, che ci chiede, che ci ascolta. 

È una delle prove del nostro essere umani, una di quelle poche che abbiamo scelto di portarci attraverso i secoli, per affermarci e riconoscerci.

Per consolarci, promettendo a noi stessi di averne cura.

L’abbiamo evocata, immaginata, misurata al nostro poco. L’abbiamo trattenuta, pregata, liberata nel cuore.

L’abbiamo raccontata, ogni volta che abbiamo potuto.

L’abbiamo riscritta con le parole nuove che abbiamo imparato vivendo, morendo nel quotidiano fallire, sapendo che ogni variazione è già Teatro.

Come quando lo spettacolo incontra un altro palcoscenico oltre quello del debutto,

la misura, l’accordo, la messa in voce di suoni e corpi, si conclamano dallo spazio successivo a quello della prima.

Le parole sono in movimento, avanti e indietro e intorno al punto di percezione di quando siamo spettatori.

Come quando lo spettacolo incontra un’altra platea oltre quella del debutto. 

Il dono che portiamo è una promessa e quella di Anouilh è un’Antigone che ci parla da così vicino che quasi quasi potremmo abbracciarla.

La sentiamo dire di noi in tutte le lingue, e capiamo tutto, ogni sfumatura, silenzio, respiro.

Di Antigone, Anouilh, non ha riscritto le parole, ha scritto la voce.

Antigone o della disputa della ragione, delle ragioni. 

Di quelle trasversali, dimesse dall’identità individuale a favore di un corpo-coro che le comprenda tutte.

Oltre l’appartenenza, l’anagrafica, il genere, sono parole che vengono da noi stessi: le ascoltiamo nella nostra stessa voce: siamo Antigone e Creonte insieme, o lo siamo già stati più volte, di più in certe fasi della vita e meno in altre e viceversa o in alternanza.

Le leggi devono regolare il vivere o la vita dovrebbe regolare le leggi che regolano la vita? Uno di fronte all’altro, a farsi carico di una ragione giusta, di una giustizia, o di un’altra giustizia, incontriamo noi di fronte a noi, a scegliere le domande da infilare nelle tasche del tempo, dell’età, della speranza; ad aspettare le risposte che il tempo, guardandoci, sceglierà di farci dire.

Penso a questo testo come a un soliloquio a più voci. Una confessione intima e segreta, nella verità vera, scomoda, incapace, parziale, che ci dice che la nostalgia del vivere è precedente a tutti noi, perché sappiamo da sempre che quel corpo insepolto siamo noi mentre siamo ancora vivi.

Anche per questo, ho distribuito i ruoli in due modalità diverse e complementari. 

Alcuni personaggi corrispondono a se stessi, altri al proprio riflesso.

Antigone e Creonte, come di fronte a uno specchio: chi è Antigone è il riflesso di Creonte e chi è Creonte è il riflesso di Antigone.


A Teatro parliamo sempre di questo:
Essere uomini o essere umani

Roberto Latini

 

Info e prenotazioni esclusivamente tramite abbonamenti Zefiro , Eolo e CARD LIBERA E CARD LOVE, info promozioneteatrovascello@gmail.com  - promozione@teatrovascello.it
Biglietti: Intero 25 euro - Ridotto over 65: 20 euro - Ridotto addetti ai lavori del settore e Cral/Enti convenzionati: 18 euro - Ridotto studenti, studenti universitari, docenti e operatori esclusivamente delle scuole di teatro, cinema e danza 16 euro e gruppi di almeno 10 persone 16 euro a persona È possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente 065881021 con carta di credito e bancomat abilitati,
acquista direttamente alla biglietteria



A FIERACAVALLI ITALIA E MAROCCO, 200 ANNI DI AMICIZIA IN SELLA: FIRMATO ACCORDO STRATEGICO TRA VERONAFIERE E SALON DU CHEVAL D'EL JADIDA






 


La 127ª Fieracavalli è in corso a Veronafiere fino a domenica 9 novembre

FIERACAVALLI: ITALIA E MAROCCO, 200 ANNI DI AMICIZIA IN SELLA

FIRMATO ACCORDO STRATEGICO TRA VERONAFIERE E SALON DU CHEVAL D’EL JADIDA

Verona, 7 novembre 2025 – Veronafiere e l’Association du Salon du Cheval d’El Jadida firmano un protocollo d’intesa che pone il cavallo al centro di un nuovo ponte culturale ed economico tra Italia e Marocco, nel 200° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. L’accordo, sottoscritto oggi a Verona nella seconda giornata della 127ª Fieracavalli in programma fino al 9 novembre, apre una stagione di nuova cooperazione tra le sponde del Mediterraneo, confermando il ruolo di leadership della manifestazione di Veronafiere quale hub internazionale per il mondo equestre.

La partnership tra i due organizzatori fieristici prevede la promozione congiunta di rassegne ed eventi, programmi di formazione per allevatori, addestratori e veterinari, e azioni per sostenere lo sviluppo del commercio equino e delle filiere collegate, dall’alimentazione alle tecnologie, dai servizi veterinari alla logistica. Sul piano dello scambio culturale, la tradizione equestre marocchina trova spazio a Verona, mentre quella italiana viene rappresentata al Salon du Cheval d’El Jadida.

Quest’anno, inoltre, Fieracavalli è arricchita da un significato particolare: proprio il Marocco è Paese ospite dell’edizione 2025, un riconoscimento che celebra la ricchezza della sua lunga storia equestre e che si inserisce idealmente nel bicentenario del trattato di amicizia e commercio del 1825, tra il Regno di Sardegna e il Sultano Moulay Abd al-Rahman ibn Hisham.

Il Salon du Cheval d’El Jadida, giunto alla sua 16ª edizione, è oggi il principale evento in Marocco dedicato al cavallo e uno dei più importanti del continente africano. Riunisce allevatori, cavalieri, artisti e istituzioni attorno a competizioni sportive, spettacoli e momenti culturali che raccontano la profonda relazione del popolo marocchino con il cavallo arabo-berbero, simbolo fierezza e di identità nazionale.

Anche a Fieracavalli 2025 il cavallo arabo è protagonista. Nel padiglione 3 – Arabian Horse & GIA, 145 esemplari di purosangue arabo rappresentano in fiera a Verona per quattro giornate l’eleganza e la storia di una delle razze più antiche. Un palcoscenico che unisce sport e show con la finale del Tour Mondiale Emirates Arabian Horse Global Cup, l’Al Shira’aa Futurity Championship, il B International Show (ECAHO) e


Alla firma in fiera presenti anche Armando Di Ruzza, responsabile Area B2C di Veronafiere, Abdelilah Nejjari, console generale del Regno del Marocco a Verona, Nada Aboulaasri, event manager del Salon Du Cheval, e Mouna Mohattane, responsabile di comunicazione e protocollo del Salon Du Cheval.

Veronafiere Spa

Da 127 anni la Fiera di Verona trasforma eventi in esperienze, relazioni in opportunità e visioni in business. Cuore dell’economia e acceleratore di innovazione, Veronafiere è una “event factory” che sviluppa e organizza direttamente manifestazioni che parlano al mondo. Vinitaly, Marmomac, Fieragricola, Fieracavalli, Samoter, Progetto Fuoco e altri appuntamenti danno voce a filiere d’eccellenza del Made in Italy: vino, agricoltura, pietra naturale, macchine per costruzioni e riscaldamento a biomasse. Grazie a società operative in Cina, Brasile e Stati Uniti e rassegne in cinque Paesi, Veronafiere sostiene le imprese nella loro strategia di internazionalizzazione, con l’obiettivo di creare valore sostenibile nel tempo. Così da una città ricca di storia e crocevia di scambi commerciali, Veronafiere è pronta ad affrontare le sfide di scenari in continua evoluzione. Perché ogni fiera è molto più di un evento: è un ponte verso il futuro.

Fieracavalli

Dal 1898 Fieracavalli è il salone di riferimento per il panorama equestre internazionale, vetrina commerciale d’eccellenza con 700 aziende espositrici provenienti da 25 Paesi e 35 associazioni allevatoriali. Qui la passione per il cavallo incontra business, sport, spettacolo, attenzione all’ambiente e al sociale. Una sintesi perfetta, in grado di valorizzare tutti gli aspetti del comparto e di coinvolgere aziende, operatori e atleti di caratura mondiale, fino agli amanti del turismo “slow” e alle famiglie. Ogni anno, si possono ammirare 2.200 esemplari di 60 razze e scegliere tra un palinsesto di 200 appuntamenti tra gare, discipline Western, arte equestre, competizioni di morfologia, convegni e dimostrazioni di terapie assistite con il cavallo. In fiera è presente il gotha del salto ostacoli internazionale, grazie all’unica tappa italiana della Longines FEI Jumping World CupTM. La forza di Fieracavalli risiede nella capacità di innovarsi grazie ad un’anima internazionale, mantenendo al contempo una connessione profonda con la storia e il territorio, a cui si legano iniziative di inclusione e sostenibilità.

Salon du Cheval d’El Jadida

Fondato nel 2008 sotto l’Alto Patronato di Sua Maestà il Re Mohammed VI, il Salon du Cheval d’El Jadida, presieduto da Charif Moulay Abdallah Alaoui, è oggi uno degli appuntamenti più importanti del mondo equestre.Organizzato ogni anno nel Parco delle Esposizioni Mohammed VI di El Jadida, l’evento riunisce migliaia di visitatori, espositori e appassionati intorno a una stessa passione: il cavallo. Vetrina del patrimonio equestre marocchino, il Salone valorizza le diverse espressioni della cultura del cavallo – sportive, artistiche, culturali ed economiche – attraverso: la Coppa dei Campioni dei Cavalli Berberi, la Coppa dei Campioni dei Cavalli Arabo-Berberi, la Coppa Marocchina degli Allevatori di Purosangue Arabo e il prestigioso Gran Premio di Sua Maestà il Re Mohammed VI di Salto Ostacoli.

Il Salone ospita inoltre il concorso internazionale di morfologia e andature dei cavalli Purosangue Arabi “Title Show”, un riconoscimento internazionale che consacra l’eccellenza e la notorietà di questa competizione. Le migliori squadre di cavalieri del Regno si sfidano durante il Gran Premio di Sua Maestà il Re Mohammed VI di Tbourida, nell’ambito di un’eccezionale competizione interregionale. La sezione culturale e scientifica è arricchita da un programma di conferenze rivolte sia ai professionisti che agli appassionati, oltre che da animazioni dedicate al pubblico giovane, al quale il Salone riserva un’attenzione particolare.


9 novembre 2025

MODA: SOTTO IL VESTITO L’ANIMA

 


Miriam Tirinzoni (prima a destra) con alcune
modelle della sfilata

MODA: SOTTO IL VESTITO L’ANIMA
di Valentina Spagnolo

Miriam Tirinzoni presenta la sua capsule collection all’evento Eleganza divina’: perché non esiste vera bellezza senza virtù interiore

La studiosa d’arte Sonia Barini e la stilista Miriam Tirinzoni hanno organizzato, nei giorni scorsi, presso il Grand Hotel di Menaggio, in provincia di Como, un doppio evento per veicolare la bellezza dell'anima e delle icone sacre contenute nel volume ‘La fede nell’arte in bassa Valtellina’, curato da Sonia Barini ed edito da Marcello Pinizzotto Editore. L’evento, dal titolo ‘Eleganza divina’, è stato sostenuto da numerosi imprenditori della Valtellina e dell'Alto lago di Como. Il messaggio che la Barini e la Tirinzoni hanno voluto veicolare, presentando una sua ‘capsule collection di abiti, era l’intreccio tra fede e bellezza dell'anima. Un connubio dal quale emergono bellezza esteriore, arte e creatività. L’idea sembrava quasi un ossimoro, in linea di principio. Ma proprio in queste sfide emerge la grande professionalità della Tirinzoni, che è riuscita a dimostrare come moda e religiosità siano compatibili, ponendo la prima al servizio dell'arte: quella delle preziose e bellissime chiese dell’alta Lombardia. Il ricavato dell'evento è stato destinato al restauro della Madonna di Valpozzo, a Piantedo (So).

Quel che colpisce della stilista valtellinese è il coraggio delle sue idee: non tutti avrebbero saputo coniugare, con garbo e signorilità, moda, arte e spiritualità. E invece, Miriam Tirinzoni ha saputo illuminare, ancora una volta, l’evento Eleganza divina come una cornice esclusiva, accompagnando la presentazione del libro con una capsule’, studiata appositamente, dal titolo Eleganza nell’anima’. Questa è una ‘brava’, signori: la Tirinzoni è un’artigiana di rara sensibilità e intelligenza. La stilista ha guidato il pubblico in un viaggio unico, in cui l’abito è diventato un ‘specchio interiore’ e l’eleganza si è trasformata in linguaggio dell’anima. Con le sue creazioni, Miriam ha reso tangibile la delicatezza di un concetto profondo: la vera bellezza nasce dall’armonia interiore e si riflette all’esterno attraverso una grazia naturale.

La serata, insomma, ha celebrato il dialogo tra fede e arte, attraverso un connubio che ha permesso di mescolare tessuti, forme e colori con la forza evocativa delle arti visive, creando un’esperienza che ha saputo superare i confini della moda tradizionale. Splendide idee e ottimo gusto: questa è la miscela di Miriam Tirinzoni. Una professionista che sta diventando nota in tutta Italia per questa sua consapevolezza nel ripudiare un’idea stereotipata o idealtipica della moda, spesso associata alla mera futilità, alla vuota forma ingannevole, alla pura immagine esteriore.

Con ‘Eleganza nell’anima’, la stilista valtellinese ha ribadito la sua visione più autentica e raffinata: “L’eleganza”, ha commentato a margine della sfilata, “non è solo un fatto estetico, ma un atto di verità interiore: una luce che ognuno porta dentro di sé e che può diventare ispirazione universale. E questa luce”, ha concluso la Tirinzoni, “si riflette in tutte le nostre azioni, in quanto noi siamo quello che facciamo“.


Accade anche questo di Daniela Zappavigna

 


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Articolo di Daniela Zappavigna

Roma, zona Portuense. Siamo in una tratta della vasta capitale in cui si è svolto ciò che ora veniamo a narrare, così come trasmessaci dal suo protagonista. Egli è membro di un’associazione da lui voluta e costituita, oltre che un impiegato della Pubblica amministrazione e coordinatore di una sede di rilevanza nel cuore di Roma, a disposizione della cittadinanza nel coadiuvare servizi di pertinenza. 

Insomma, un cittadino ricco di interessi privati, ma socialmente utili. Questa persona si trova spesso a percorrere un tratto di strada, da casa alle destinazioni varie, sempre nelle vicinanze. Ed è sua 'routine' altrettanto consueta quella di chiedere una mano a un passante o a un conoscente, nei punti “brevi ma critici” da oltrepassare, data la presenza di una barriera architettonica diversamente motoria, avvezzo a vedersela come ostacolo da almeno una “doppia ventina d'anni”. 

In una delle serate scorse, si è apprestato a chiedere un ‘gentil accompagno’, rientrando da un proprio incontro in attinenza con il suo impegno sociale, dal quale, come sempre, esce soddisfatto e fertile di idee da mettere a fuoco per creare iniziative o campagne di sensibilizzazione. L’andata era avvenuta dal proprio luogo di lavoro col suo ‘Taxi di diritto’, che gli passa il Comune per la sua diversa abilità. “Ma nessun problema”, pensava, “come al solito, in quei dieci passi della strettoia critica, troverò un accompagnatore”. I primi tre quarti di strada “me li ero già portati avanti da solo”, riferisce il protagonista della vicenda. Ma ecco apparire una coppia, probabili moglie e marito, che messi di fronte all’insolita richiesta di aiuto sono rimasti molto perplessi, sin da subito. 

Non riuscivano a identificare il ruolo richiesto loro, evidentemente già molto preoccupati, se non atterriti. Comunque, data l’insistenza del disabile, che li tranquillizzava parlando loro di una "routine abitudinaria", essi si sono prodigati, per così dire, accontentandolo, ma solo un poco, limitandosi a sorreggere il ‘due ruote’ ai lati. La compagna della coppia, alla fine, cede: si ferma e, non sentendosela più di proseguire, chiama seduta stante un’ambulanza. 

Questa si precipita, pensando a un’emergenza di soccorso, ma al suo arrivo, il personale sanitario che vi era a bordo, non riscontrando ferite o gravità fisiche di competenza, ha spiegato alla coppia di signori che non avrebbero potuto esaudire la loro richiesta di accompagnamento del disabile fino a casa, utilizzando il mezzo preposto (meno di 100 metri...), soprattutto per “esigenze di protocollo”. 

A questo punto, fermiamoci un attimo e fotografiamo la scena: due signori (senz’altro responsabili) in panico, (perché, diciamoci la verità: ci sono tratti della Portuense che non sono proprio adatti a una sedia a rotelle per persone con disabilità, ndr) e un’ambulanza ferma per questioni di prassi. 

Epilogo: il personale dell’ambulanza, non potendo accompagnare il nostro amico per quei suoi ultimi 50/100 metri con il mezzo adibito al soccorso emergenziale, si sono visti costretti a chiamare i Carabinieri. Anche la signora li ha chiamati, insistentemente. Ma, com'era prevedibile, questi non sono mai arrivati. Finché, dopo due ore, non vedendo altra soluzione e non potendo abbandonare la persona in strada, il personale operativo dell’ambulanza ha preso la saggia decisione di accompagnare il disabile fin sotto casa. A piedi... Ci voleva tanto, per farsi venire questo colpo di genio?