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6 dicembre 2022

FONDAZIONE ANTONIO DALLE NOGARE | Fondazione Live: Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA... a poetic… action, reading, performance | 9.12.22 at 8 PM



FONDAZIONE LIVE







Nel contesto della mostra

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978–2022


Fondazione Antonio Dalle Nogare

presenta

 

Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA...
a poetic... action, reading, performance

 

a cura di Cristiana Perrella Andrea Viliani 

 

9.12.2022

Performance ore 20.00

Visita guidata e gratuita della mostra ore 19.00

Entrata libera & light dinner

 

Fondazione Antonio Dalle Nogare
Rafensteiner Weg 19, Bolzano, Italia


IT Nel contesto della mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022, la Fondazione Antonio Dalle Nogare presenta il 9 dicembre alle ore 20.00, Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA... un'azione, lettura, performance... poetica, introdotta dai curatori della mostra Cristiana Perrella e Andrea Viliani. Alle ore 19.00 ci sarà una visita guidata con i curatori.

 

Proponendosi come la prima delle attivazioni della mostra previste nel programma pubblico Fondazione Live, che saranno proposte a cadenza periodica, l'evento contribuisce ad attivare la mostra attraverso la condivisione pubblica di un linguaggio non solo scritto e raffigurato ma anche agito attraverso il gesto, il corpo e il pensiero. Attivandosi quindi periodicamente, la mostra stessa si riconfigura come un'analisi dal vivo e in tempo reale del confine in continua ridefinizione fra parola e immagine, opera e documento, mostra e azione, autore e fruitore.

 

Tomaso Binga è l'alter ego, illusivamente ma volutamente maschile, di Bianca Menna (Salerno, 1931), espressione di un'artista che mette in questione il sistema dell'arte e i meccanismi di produzione e condivisione della conoscenza a partire dal grado zero della comunicazione e dell'espressione identitaria: la parola e il linguaggio. La pratica dell'arte come scrittura, che caratterizza il percorso artistico-esistenziale di Binga, trova nell'uso di parola, gesto e corpo un esito organico e radicale, intimo e al contempo condiviso.

 

Dalle prime performance affidate al gesto (Vista Zero, 1972) e alla scrittura (Nomenclatura Ordine Alfabetico 1973- 1974), Binga passa nel 1977, con Poesia Muta, Ti scrivo solo di domenica Io Sono una Carta, a performance poetiche affidate esclusivamente alla sonorità della parola stessa, di chiara matrice femminista, configurandosi come una denuncia della condizione della donna costretta ai margini di una società patriarcale e maschilista. Binga riscopre i valori ritmici e timbrici della parola per conferire densità e personalità proprie al verso poetico, in cui il significato e il significante s'intrecciano in un continuum di allusioni, prevaricazioni e sconfinamenti reciproci, in grado di reinventare, incorporandolo, il linguaggio stesso.

Ironia dissacrante, utilizzo del nonsense e ribaltamento del luogo comune, sovrapposizione fra poesia scritta, poesia visiva (composta da parola e immagine) e poesia recitata sono gli elementi destabilizzanti delle sue poesie performative, in cui l'energia gestuale e la dinamica corporea ricercano e stabiliscono un tramite diretto tra il testo e il suo fruitore, chiamato a reagire attivamente all'inedita prossimità con la provocazione, tanto linguistica quanto

intellettuale, del poetare di Binga. "Il mio corpo è anche il corpo della parola", dichiara del resto l'artista. Binga, come ha sottolineato Stefania Zuliani, è infatti un "poeta totale che sfugge con inflessibile allegria agli obblighi del genere e vuole sopra ogni cosa appartenere al mondo, costruisce il suo flessibile alfabeto fatto di segni e gesti sonori, di accenti e invenzioni irriverenti, lavorando appunto sul corpo, sul suo stesso corpo di donna che, fuori dalle convenzioni, da ogni connotazione sociale, diviene inequivocabilmente lettera e simbolo".

 

 

Con il gentile sostegno della Provincia autonoma di Bolzano e Gasperotti Safety & Comfort Doors.



 



As part of the exhibition

Re-Materialization of Language 1978-2022


Fondazione Antonio Dalle Nogare

presents

 

Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA...
a poetic... action, reading, performance

 

curated Cristiana Perrella and Andrea Viliani 

 

9.12.2022

Performance at 8 PM

Free guided tour of the exhibition at 7 PM

Free entry & light dinner

 

Fondazione Antonio Dalle Nogare
Rafensteiner Weg 19, Bolzano, Italia


EN As part of the exhibition Re-Materialization of Language. 1978-2022 on 9 December 2022 at 8 PM, the Antonio Dalle Nogare Foundation presents Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA... a poetic… action, reading, performance, introduced by curators Cristiana Perrella and Andrea Viliani. A guided tour of the exhibition by the curators will take place at 7 PM.

 

Being the first of the activations of the exhibition planned for the Fondazione Live public program, which will take place periodically, the event, contributes to activate the show through the public sharing of a language that is not only written and depicted, but also acted out through gesture, body and thought. Thus, by activating itself periodically, the exhibition is reconfigured as a live and real- time analysis of the constantly redefining boundary between word and image, artwork and document, exhibition and action, author and visitor.

 

Deceitfully yet deliberately male, Tomaso Binga is the alter ego of Bianca Menna (Salerno, 1931). Through this caveat, the artist questions the art system as well as the means through which knowledge is produced and shared, starting from the basics of communication and the expression of the self: the word and language. Pivoted around writing as an artistic practice, Binga's artistic and existential trajectory finds in the word, the gesture and the body an organic and radical outlet, which is at once intimate and shared.


After the early performances centred around gestures (Vista Zero, 1972) and writing (Nomenclatura e Ordine Alfabetico 1973- 1974), Binga transitioned to Poesia Muta, Ti scrivo solo di Domenica and Io Sono una Carta in 1977. The latter two were poetic performances devoted to the specific sound of words with a distinctive feminist voice, denouncing the condition of women marginalised by patriarchal and chauvinist male society. Binga recovers the rhythmic and timbral characteristics of the word to thicken the density and character of the poetic verse so as to let signified and signifier intertwine in a continuum of intimations, overlappings and mutual contaminations that reinvent and reassess language as a whole.

The destabilising elements of Binga's performative poetry include: desecrating irony, the use of nonsense, the overturning of the common place, the overlap of written and visual poetry (that is composed of both word and image) and performed poetry. The energy of gestures and the dynamism of the body establish a direct connection between the text and its reader; the latter being called to actively respond to the unusual irony of the provocation that Binga throws out in the open, both linguistically and intellectually. "My body is also the body of the word", declares the artist, after all. As Stefania Zuliani underlined, Binga's is "total poetry that escapes obligations linked to genre with unreliquishing joy and has as its only desire that of belonging to the world. To this end, it builds its own flexible alphabet made of signs and sound gestures, of accents and irreverent inventions. And it does so by leveraging on the body, on the very female body that unequivocally turns, beyond conventions and all social obligation, into a letter and a symbol."

 

 

With the support of Autonomous Province South Tyrol and Gasperotti Safety & Comfort Doors.


 

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