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18 marzo 2018

MUSIA Roma, proroga della mostra al 30 settembre 2018




La mostra
Dal Simbolismo all'Astrazione.
Il primo Novecento a Roma nella collezione Jacorossi

a cura di Enrico Crispolti
prorogata sino al 30 settembre 2018
MUSIA lo spazio per l'arte contemporanea ideato da Ovidio Jacorossi
Via dei Chiavari 7
Roma
 

La mostra Dal Simbolismo all'Astrazione. Il primo Novecento a Roma nella Collezione Jacorossi, che ha inaugurato MUSIA, lo spazio per l'arte contemporanea ideato dal collezionista e imprenditore Ovidio Jacorossi, è stata prorogata sino a domenica 30 settembre 2018.

Allestita nella Galleria 7, l'esposizione, curata da Enrico Crispolti in collaborazione con Giulia Tulino, presenta circa cinquanta opere della Collezione Jacorossi articolate entro il quadro di una rigorosa ricostruzione storica delle vicende delle arti plastiche a Roma nella prima metà del Novecento per suggerire la libertà di una "deriva storico-critica" - d'eco "situazionista" - attraverso opere diversamente significative, di autori noti - da De Carolis, Balla, Martini, a Cagli, Leoncillo, Colla, Afro - o piuttosto inattesi - fra Bargellini, Edita Broglio, Di Cocco, i Ferrazzi, Janni - da sviluppare entro quanto offre la consistenza, originalmente asistematica, di una delle più note e dinamiche collezioni romane d'arte contemporanea. A questa prima esposizione seguiranno nell'autunno del 2018, sempre a cura di Enrico Crispolti, una seconda antologica dedicata a opere significative della collezione relative alla seconda metà del Novecento ed nella primavera 2019 una terza focalizzata sulle opere di grande formato lungo i decenni centrali del Novecento.

Prosegue l'attività di MUSIA, circa 1.000 metri quadrati con vocazione polifunzionale - dalle arti visive al laboratorio culturale sino all'enogastronomia - ristrutturati su progetto dell'architetto Carlo Iacoponi e sviluppati attraverso la stratificazione di elementi architettonici di epoche diverse, dall'età romana al Rinascimento, nel centro storico della Capitale.
Concepito come uno spazio di quartiere nel centro storico romano, ma con uno sguardo rivolto all'Europa, Musia avvierà iniziative che mettano in relazione l'arte contemporanea con discipline affini come la fotografi,a la moda, l'architettura.
Lo spazio è composto dall'insieme articolato di vari ambienti – disposti su tre livelli e dotati di due ingressi su Via dei Chiavari (al civico 7 e al 9) – che comprendono: la Galleria 7, dedicata all'esposizione di opere della collezione Jacorossi, con affaccio sul Cortile cinquecentesco attribuito a Baldassarre Peruzzi; la Cucina (coffee &food); la terrazza interna; il Wine bar; le Sale Pompeo; la Galleria 9 dedicata invece alla vendita di opere d'arte, fotografia, oggetti di design.


Nel suggestivo spazio delle Sale Pompeo, situato sui resti dell'omonimo Teatro romano prosegue la grande video installazione di Studio Azzurro dal titolo Il Teatro di Pompeo: un dramma (durata 18 minuti) per 4 stanze e 8 schermi, che crea un ambiente video concepito appositamente per MUSIA. Nelle sale in mattone a vista, cariche di storia e di un'atmosfera che rievoca immediatamente l'antica romanità, si sviluppa il dramma dell'assassinio di Cesare.
Per approfondire I temi legati all'installazione e cioè interattività, suono, media landscape giovedì 22 marzo alle ore 17 si svolgerà il seminario "Studio Azzurro. L'esperienza delle immagini", acura di Valentina Valentini, introdotto da Dario Cecchi, con interventi di Roberto Calabretto, Derrick de Kerkhove, Pietro Montani, Caterina Tomeo e Studio Azzurro.

La Galleria con ingresso da via dei Chiavari 9 propone l'esposizione e la vendita di opere d'arte, fotografia e grafica, oggetti di design ed arti applicate. Un'attenzione particolare è riservata ai gioielli d'artista, creazioni originali a tiratura limitata, che inaugura con le sculture indossabili di Paola Gandolfi, i gioielli in ceramica di Rita Miranda insieme alle creazioni della designer Alessandra Calvani.

Luogo di intrattenimento e accoglienza, MUSIA offre al pubblico una speciale esperienza enogastronomica concepita come una naturale contaminazione della creatività dell'arte contemporanea anche attraverso performances. La Cucina - guidata dallo chef Ben Hirst - offre una ristorazione originale ambientata in uno spazio suggestivo con una grande attenzione alle materie prime e alle eccellenze del territorio laziale e del centro Italia. L'identità della Carta dei Vini, realizzata in collaborazione con Winedo, segue la stessa filosofia della Cucina: dalla terra alla tavola riscoprendo i piccoli produttori, maestri nella loro arte, che amano le uve, rispettano la propria terra e che sono capaci di trasmettere arte e passione nel vini.
 

Gino Severini, L'Homme de l'avenir 1935
Tempera su carta intelata 52 x 52

Collezione Jacorossi, Roma
 
L'opera site-specific
Il suggestivo spazio delle Sale di Pompeo, situato sui resti dell'omonimo Teatro romano e ideato per ospitare opere site-specific, presenta la nuova grande video installazione di Studio Azzurro dal titolo IL TEATRO DI POMPEO: un dramma (durata 18 minuti) per 4 stanze e 9 schermi, che crea un ambiente video concepito appositamente per MUSIA. Nelle sale in mattone a vista, cariche di storia e di un'atmosfera che rievoca immediatamente l'antica romanità, si sviluppa il dramma dell'assassinio di Cesare. Nulla lascia presagire l'evento epocale, il visitatore scende alcuni gradini accolto da un affresco animato, a tema mitologico. Proseguendo incontra un'ambientazione che coinvolge un grande tavolo e tutte le pareti delle sale in cui si sviluppa la narrazione. Le grandi finestre-video suggeriscono ambienti esterni, intravisti attraverso una tenda che cela e rivela le silhouette dei personaggi. Il punto di vista del visitatore che esplora le stanze è privilegiato, egli può aggirarsi nella sale e scegliere il proprio punto di visione sino a trovarsi al centro del dramma con un mutamento di tensione scenica: il corpo di Cesare, ormai inerme, cade sotto gli implacabili colpi di pugnale. Un mondo finisce e si dissolve nelle fiamme di un tempo esausto. Persino le statue – testimoni immobili e inerti delle glorie umane – sono travolte dalle fiamme. Solo la lira continua a raccontare la Storia, senza fine, travalicando ogni epoca.

Studio Azzurro, Il Teatro di Pompeo, 2017
MUSIA
Nasce in via dei Chiavari, luogo-simbolo della famiglia Jacorossi: è qui infatti che il nonno Agostino iniziò nel 1922 l'avventura imprenditoriale con un piccolo negozio di carbone. Concepita come uno spazio di quartiere nel centro storico romano, ma con uno sguardo rivolto all'Europa, Musia avvierà iniziative che mettano in relazione l'arte contemporanea con discipline affini come la moda, la musica e l'architettura.        
Lo spazio è composto dall'insieme articolato di vari ambienti – disposti su tre livelli e dotati di due ingressi su Via dei Chiavari (al civico 7 e al 9) – che comprendono: la Galleria 7, dedicata all'esposizione di opere della collezione Jacorossi, con affaccio sul Cortile cinquecentesco attribuito a Baldassarre Peruzzi; la Cucina (coffee &food); la terrazza interna; il Wine bar; le Sale di Pompeo; la Galleria 9 dedicata invece alla vendita di opere d'arte, fotografia e oggetti di design.     
Luogo di intrattenimento e accoglienza, Musia offrirà al pubblico un programma annuale di eventi, laboratori, conferenze, presentazioni oltre ad una speciale esperienza enogastronomica concepita come una naturale contaminazione della creatività dell'arte contemporanea anche attraverso performances. Emblematica, in tal senso, la presenza dello chef Ben Hirst, laureato in storia dell'arte alla Manchester University.       
Il progetto Musia nasce dall'esperienza pluridecennale di una realtà imprenditoriale – il gruppo Jacorossi – e, in particolare, dalla determinazione che da sempre anima Ovidio Jacorossi; l'obiettivo è promuovere l'arte contemporanea, strumento di creatività per la persona e l'impresa, nell'intento di renderla accessibile al maggior numero possibile di fruitori.    
Raccontare l'esperienza Jacorossi, in un percorso parallelo tra arte e impresa fondato sulla centralità dell'uomo nel processo economico, contribuirà infine a porre maggiore attenzione al problema della continuità generazionale nelle imprese di famiglia.
Giulio Bargellini, Oranti  1912
Olio su tela, 89 X 59
Collezione Jacorossi, Roma
Arturo Martini, Lo zio 1924
Terracotta patinata, 34,5 x 20,5
Collezione Jacorossi, Roma
FB @MusiaRoma
IG @musia_roma
TW @musia_roma
#cantieremusia

Ufficio stampa
Alessandra Santerini alessandrasanterini@gmail.com +39 335 6853 767
Giordana Zagami giordanazagami@gmail.com +39 338 5854237





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