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11 aprile 2016

Francesco Martelli, l'odontoiatra 2.0 e la rivoluzione hi-tech



"Una splendida avventura, che ha avuto dall’inizio un unico obiettivo: restituire la bellezza ai sorrisi''. Sintetizza così trent’anni di impegno professionale, l’odontoiatra Francesco Saverio Martelli, fondatore dell'Istituto di Ricerca e Formazione "Microdentistry" di Firenze e della rete di cliniche odontoiatriche "Excellence Dental Network". ''Da un'attenta indagine - spiega il dottor Martelli - risulta che il 37% degli italiani sono poco attenti alla salute di denti e gengive, e che il 27%  si preoccupa solo quando i problemi diventano seri. Quelli che curano l'igiene e la salute dei loro denti sono solo il 16%".Un vero demiurgo nel suo campo, il dott. Martelli, è d’origine calabrese ma fiorentino d’adozione: ''La mia grande più grande soddisfazione? Vedere arrivare colleghi e studenti da tutt'Europa a ricevere formazione. Il protocollo che adottiamo e che sta facendo scuola - dice Martelli - ha come elemento imprescindibile l'utilizzo del microscopio operatorio, che garantisce un approccio micro-invasivo ed una maggior qualità delle terapie. Non tutti sanno che la parodontite colpisce in occidente il 30% dei soggetti di età compresa tra i 25 e i 29 anni, ed il 40% dei soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni. E' un’infezione batterica che riguarda i tessuti di supporto del dente: osso, legamento parodontale, cemento radicolare e gengiva. Se non viene trattata, causa una progressiva distruzione del collegamento tra la radice dei denti e l'osso alveolare, causandone il riassorbimento. Questo processo infiammatorio porta, nelle fasi più avanzate, alla perdita dei denti. Ma ci sono anche altri rischi: non dimentichiamo, infatti, che la bocca è una porta di accesso alla circolazione sanguigna. Numerosi studi hanno riportato la chiara correlazione tra parodontite e diverse malattie, come l'aterosclerosi, il diabete, l'osteoporosi e anche problemi di fertilità sia maschile che femminile''. Il dottor Francesco Martelli è l’ideatore di un protocollo di cura che prevede l’uso combinato di test bio-molecolari, microscopio operatorio e laser ad alta potenza, che grazie ai suoi risultati tangibili sta sfatando la convinzione che dalla parodontite non si possa guarire del tutto, e che la sua cura sia comunque lunga, dolorosa e costosa.

Ci descrive, brevemente, le linee guida di questo protocollo ?
"Il test microbiologico serve ad individuare il tipo e la percentuale dei batteri patogeni in rapporto ai batteri totali presenti in bocca, quindi il gruppo di appartenenza degli stessi. Il test di rischio parodontale invece a calcolare la predisposizione personale a contrarre la malattia parodontale: in base alla percentuale di rischio, viene poi identificata la terapia adeguata.  Entra poi in azione il laser, che riesce a detergere i tessuti in profondità ed eliminare i batteri anche nelle zone meno accessibili delle tasche parodontali, senza dover tagliare le gengive. L'eliminazione dell'infezione, è contestuale alla bio-stimolazione delle cellule promotrici per il rinnovamento dei tessuti, che consentono una parziale rigenerazione dei tessuti parodontali, con un minor costo biologico ed economico. Quasi il 40% degli italiani crede che la parodontite sia una malattia non curabile.  Per questa ragione abbiamo stilato un decalogo di azioni e di comportamenti da mettere in pratica, a partire dai più piccoli, per prevenire e riconoscere ai primi sintomi le patologie di denti e bocca. In questo vademecum, per esempio, consigliamo di ridurre le sigarette a non più di 3 o 4 al giorno, e abolire sigari e pipe, far effettuare ai bambini l’igiene professionale almeno ogni 4-6 mesi, effettuare tempestivamente le sigillature di denti con solchi profondi e recettivi per la carie. Inoltre, è importante rivolgersi ad uno specialista stomatologo in caso di lesioni della mucosa orale gengivale: il carcinoma orale rappresenta infatti l’1% dei tumori maligni.''

Quali sono i vantaggi del laser?
"Come coadiuvante del trattamento della malattia parodontale, ha dimostrato largamente la sua efficacia grazie ad alcune sue caratteristiche ed al modo in cui il raggio interagisce con i tessuti coinvolti. Fra i principali vantaggi,l'effetto battericida, la rimozione dell’epitelio infetto e del tessuto di granulazione, nonché gli effetti antiflogistico, antiedemigeno e biostimolante".

E quelli del test genetico?
"Serve a calcolare la predisposizione personale a contrarre la malattia parodontale. Si esegue strofinando una spugnetta nelle guance, nelle lingua e nella saliva al fine di raccogliere le cellule esfoliate presenti normalmente nel cavo orale. In base al rischio, che quindi può essere basso, intermedio, alto o molto alto, viene programmata una terapia utile a restituire un equilibrio fra patogeni, saprofiti e sistema immunitario dell’ospite, che è compatibile con la salute orale".

Qual è l’utilità del microscopio?
"Consente all’odontoiatra, che normalmente lavora in ambienti piccoli e poco luminosi, di vedere dettagli che sfuggono alla semplice vista a occhio nudo...".

Quali sono i vantaggi della terapia micro-foto-dinamica rispetto alla chirurgia tradizionale?
"Sono tanti e consistenti: Non sempre necessita di anestesia ed elimina immediatamente il sanguinamento delle gengive e l’alitosi, e i disagi dovuti all’intervento chirurgico. Poi riduce o esclude la mobilità dei denti, chiude le tasche parodontali, rigenera parzialmente i tessuti parodontali, osso e legamento. E, ancora, mantiene in funzione molti più elementi e consente una facile risoluzione delle recidive (ricadute), riducendo radicalmente i costi biologici ed economici".

E’ vero che la parodontite si può trasmettere attraverso il bacio?
"Un nostro studio dimostra che lo scambio di effusioni comporta anche uno scambio di batteri patogeni. Che un bacio appassionato potesse favorire la trasmissione di batteri tra i partner, era prevedibile, ma che potesse favorire la trasmissione della parodontite forse no... Questo studio lo certifica con una ricerca effettuata su coppie stabili sposate da almeno 10 anni, che ha messo in evidenza come le analisi microbiologiche di marito e moglie risultino praticamente sovrapponibili, sia nella composizione microbica che nelle proporzioni reciproche dei vari patogeni. In sostanza, le analisi microbiologiche dei coniugi, dopo vari anni di vita insieme, possono diventare pressoché identiche".

Un bacio al giorno, dunque “non leva il medico di torno”?
"La ricerca dimostra che i partner si scambiano i batteri a vicenda. Le analisi microbiologiche dopo le effusioni, come detto, sono pressoché identiche, dunque la malattia parodontale può essere trasmessa, suggerendo l’importanza di una diagnosi precoce per chiarire la fonte di infezione, al fine di valutare protocolli di prevenzione anche fra i familiari conviventi”.

Esiste anche un forte collegamento tra ortopedia e odontoiatria...
"Ci si dimentica spesso che il mascellare non è staccato dallo scheletro e che sono molti i punti in comune degli odontoiatri con ortopedici, reumatologi ed endocrinologi. In particolare, esiste un’importante correlazione tra l’osteoporosi e la malattia paro-dontale, due patologie estremamente diffuse e difficili da combattere. L’anello di congiunzione tra queste due malattie, è la vitamina D, che gioca un ruolo fondamentale proprio nello sviluppo e nel mantenimento del tessuto osseo, oltre che per le funzioni del sistema immunitario e dell’apparato cardiovascolare. La sua carenza costituisce infatti un fattore di rischio per lo sviluppo dell’osteoporosi, con importanti ripercussioni anche sulle ossa mascellari che, demineralizzandosi, favoriscono appunto l’insorgenza e la progressione della parodontite".

Sta studiando anche le potenzialità dei denti decidui da latte dei bimbi e di quelli del giudizio per estrarre le cellule staminali, da denti che quindi possono essere trattati e conservati nelle cosiddette biobanche per un futuro utilizzo in vari tipi di trattamenti medici.
"Lo studio potrà avere ricadute enormi in odontoiatria, per valutare l’effetto di fattori bioattivi che possono facilitare la differenziazione ossea a beneficio di un gran numero di pazienti. Queste cellule, potrebbero in futuro prossimo avere un ruolo determinante nella riparazione di articolazioni, muscoli, ossa, nervi. Occorre, però, oltre alla chiara e documentata sperimentazione in atto, una legislazione più avanzata, soprattutto in Italia, in tema di biobanche, per la conservazione delle cellule staminali mesenchimali. Nel nostro Paese, siamo ancora molto indietro, con conseguenze negative anche sulla ricerca di base, che viene in qualche modo frenata".

Quando è cominciata la sua avventura di dentista e di ricercatore?
"Negli anni '90, quando ho iniziato lentamente un percorso di aggiornamento professionale autonomo. La scelta di proseguire un iter post-laurea non standardizzato si è focalizzata rapidamente sulla microscopia operatoria e sulle applicazioni cliniche dei laser di alta potenza. Le due tecnologie, entrambe all’epoca sconosciute nel nostro settore, mi hanno precocemente messo in contatto con aziende produttrici per le qual 'ricerca e sviluppo facevano veramente la differenza in termini di competitività. In questo contesto ho imparato l’uso clinico del microscopio, sviluppandone le molteplici applicazioni terapeutiche e coltivando una vecchia passione che mi portavo dietro dai tempi del liceo: quella per la fisica delle onde elettromagnetiche applicata alla tecnologia Laser. Nel 2000, questo interesse è sfociato nella pubblicazione del libro sul Laser, e nel 2001 nella fondazione dell’Istituto di Ricerca “Microdentistry”. Nel 2006, inoltre, mi sono prodigato per la costituzione di un laboratorio di biologia molecolare".