La Siaaic,
insieme ad associazioni ambientaliste, ha diffuso un decalogo sulle specie
della flora cittadina che è opportuno piantare per proteggere la salute della
popolazione
La Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC),
guidata dal Prof. Giorgio Walter
Canonica, ha istituito una task force,
il cui responsabile è il Prof. Vincenzo
Patella, sui cambiamenti climatici e ambientali. Il risultato è un decalogo,
uno strumento indispensabile per fissare
quali sono i consigli più importanti per ridurre la presenza nell’aria dei
pollini.
IL CONGRESSO HIGHLIGHTS - Se ne parla durante la seconda
giornata del congresso Highlights, a
Genova, nell'appuntamento annuale patrocinato dall’Italian Network in Allergy, Immunology & Asthma, dalla Società
Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), dalla Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER), dall’Ordine dei medici di
Genova e dall’Università degli Studi di Genova.
Chairmen di Highlights in Allergy
and Respiratory Diseases, è il
Prof. Giorgio Walter
Canonica, Allergy
& Respiratory Diseases, DIMI, Genoa University, IRCCS-A.O.U.-San
Martino-IST, coadiuvato da Fulvio Braido e Giovanni Passalacqua.
Circa 500 gli specialisti presenti, tra cui molti
provenienti dall'estero, dagli Usa per un confronto serrato di esperienze e
ricerche. I temi vertono
sulle più recenti innovazioni
in tema di terapia e diagnosi delle malattie respiratorie. Verrà dato spazio alle nuove strategie terapeutiche, ai farmaci di recente introduzione e agli sviluppi futuri della gestione di asma, rinite,
BPCO e altre malattie immunoallergiche. Particolare riguardo è stato posto ai nuovi broncodilatatori e steroidi e agli aspetti di comunicazione medico paziente. Previste inoltre anche sezioni
interattive e di dibattito tra i relatori.
L'APPELLO DEGLI SPECIALISTI AI COMUNI PER AIUTARE
CITTADINI E AMBIENTE - Nell'ultimo anno, la Siaaic, insieme ad associazioni ambientaliste, ha diffuso
un decalogo sulla flora cittadina che è
opportuno piantare per proteggere la salute della popolazione. "La problematica va esaminata alla radice,
con delle logiche di responsabilità per quanto riguarda anche il riscaldamento
globale - ammonisce Canonica - Altrimenti
si rischia di andare incontro a una nuova decuplicazione di quanto già visto,
con grosso impatto per chi soffre di problematiche cardio-respiratorie, oltre a
tutta la salute dell'organismo, perché si aumentano gli agenti patogeni".
1) Preferire piante
entomofile, piante che affidano agli insetti
l’impollinazione e producono
minori quantità di polline e non
anemofile che affidano al vento la propagazione del polline (es. betulla,
cipresso e ulivo);
2. Mettere a dimora
alberi ed arbusti che fioriscono in estate o inverno e non in primavera per
avere un impatto minore (es. gelsomino
nudiflorum, camelia, erica, liburno, etc.);
3. Effettuare la
potatura delle siepi prima della fioritura e prima della emissione del polline;
4. Falciare i prati
prima della fioritura e della emissione del polline ;
5. Seguire il
calendario pollinico per praticare gli sfalci delle graminacee che sono
altamente allergeniche;
6. Diserbare le aree
endemiche per l’ambrosia (area padana);
7. Predisporre la
falciatura e gestione del verde nelle ore notturne e nelle giornate poco
ventilate;
8. Bonificare i
luoghi di aggregazione da specie arboree, arbustive e prative
allergizzanti;
9. Bonificare i
luoghi pubblici da piante responsabili
di dermatiti allergiche (asteracee tipo margherite e crisantemi, piante
urticacee tipo ortica e parietaria, piante euforbiacee tipo stelle di natale)
10. Consultare la
mappe delle aree climatiche per il
monitoraggio delle concentrazioni dei pollini
prima di predisporre eventi pubblici
I CONSIGLI - A creare maggiori problematiche sono piante come l’olivo o la betulla, che hanno dei pollini cosiddetti anemofili,
che vengono diffusi nell’aria attraverso il vento e raggiungono facilmente le
mucose respiratorie. L’utilizzo invece di piante “entomofile”, che per
l’impollinazione utilizzano gli insetti, riduce questa sensibilizzazione di
circa dieci volte. Le piante ad
impollinazione entomofila presentano invece fiori vistosi e profumati, al fine
di attirare gli insetti. Esse producano minori quantità di polline, che viene
trasportato da un insetto vettore. “Abbiamo
elaborato questo Decalogo, in cui vengono fissati i punti principali da
implementare da parte delle amministrazioni comunali nel momento in cui
progettano le aree di verde pubblico - spiega ancora il professor Patella -
Per le persone più sensibili i vantaggi
saranno immediati grazie alla riduzione di piante allergizzanti nei parchi
pubblici; a trarne un sicuro beneficio saranno poi le generazioni future,
poiché si ridurrà la sensibilizzazione a queste piante particolarmente
allergizzanti”.
LE PIANTE PIU' PERICOLOSE E
QUELLE CONSIGLIATE - Tra le più pericolose, quelle
appartenenti alla famiglia delle Graminaceae: mazzolina, bambagiona, logliarello, gramigna, codolina,
mais, avena, erba canina e grano. Molto allergiche anche ontano, betulla, platano,
lanciola, farinaccio selvatico, amaranto, erba-kali, barbabietola, atriplce,
mercorella. Fortemente allergenico il polline dell'erba vetriola, ortica, acero,
ambrosia. Nel gruppo delle piante allergeniche, a metà strada tra quelle
altamente e quelle scarsamente pericolose, troviamo invece il carpino, nocciolo,
carpino nero, cipresso, ginepro, tasso, tuia. Si consigliano, invece, piante
poco allergeniche come faggio, castagno, leccio e rovere, ma anche frassino, ligustro
e lillà, cedro, abete e pino. Scarsamente allergenico anche il polline del pioppo,
salice, romice comune, zigolo, lisca, mirto, eucalipto, olmo.
IL PERICOLO IN CITTA' - La città può preservare molte insidie per gli allergici.
Oltre alle piante allergizzanti, infatti, vi sono altri rischi legati alla
scelta di solventi nelle vernici che vengono normalmente utilizzate per
tinteggiare le facciate dei nostri edifici.