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19 novembre 2014

Salute dell'Africa, salute del Mondo: Amref e OMS per una conferenza su Sanità









SALUTE DELL’AFRICA, SALUTE DEL MONDO
“Dall’evidenza all’azione: cambiamenti sostenibili per la salute in Africa”
Conferenza Internazionale - Amref e Organizzazione Mondiale della Sanità
Kenya 24-26 novembre


L'epidemia di ebola, che si è abbattuta su alcuni Paesi dell'Africa, è un triste richiamo alla fragilità e all'arretratezza dei sistemi sanitari del continente. Da quasi 60 anni Amref è impegnata su questo fronte ed oggi, proprio per parlare di “Cambiamenti sostenibili per la salute in Africa”, la principale organizzazione sanitaria africana organizza in Kenya, nel cuore dell'Africa, una importante conferenza internazionale in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L'evento si svolgerà dal 24 al 26 novembre e sarà l'occasione per riunire i principali attori del settore sanitario, per condividere risultati utili, per fornire soluzioni alle sfide della salute dell'Africa. La conferenza farà il punto sul raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, iniziativa progettata per accelerare la riduzione della povertà e migliorare le condizioni sociali nelle regioni in via di sviluppo entro il 2015. Amref è convinta che gli africani possano guidare l'Agenda sanitaria del continente post 2015.

Dal 2000, anno in cui le Nazioni Unite hanno lanciato gli Obiettivi del Millennio, c'è stato un miglioramento apprezzabile nella riduzione della mortalità materna e infantile, nell'accesso alle cure, e nella riduzione della trasmissione della malaria e dell' Hiv/Aids. Ad oggi, poco più della metà della popolazione dell'Africa sub-sahariana ha accesso all'acqua potabile e solo 4 persone su 10 hanno accesso a servizi igienici adeguati. Intanto i sistemi sanitari rimangono sottofinanziati (la spesa pro capite è molto al di sotto della raccomandazione dell'OMS di un minimo di 40 dollari l'anno), e solo 6 Paesi hanno raggiunto l'obiettivo del 15% del bilancio nazionale stanziato per la sanità. Sistemi sanitari fatiscenti, mal forniti e a corto di personale. In media in Africa c'è 1 medico per più di 30mila abitanti, mentre nei Paesi occidentali la media è di 1 a 450.

Milioni di africani continuano a soffrire e morire per malattie infettive che risultano relativamente semplici da prevenire e/o trattare. Ogni anno, nel mondo, muoiono per malaria 627mila persone, principalmente bambini che non arrivano a 5 anni. Di essi il 90% in Africa sub-sahariana. Si aggiungano alla malaria, malattie che diventano letali lì dove mancano acqua ed igiene, come diarrea, colera, tifo. Oltre alle sfide sanitarie "consolidate" si è aggiunta negli ultimi mesi anche l'epidemia di ebola.  Accostando i dati di altre malattie – nel mese di agosto 2014 - notiamo che morivano per ebola 4 persone al giorno, mentre per diarrea 404, per malaria 552 e Hiv/Aids 685.

Se lo scoppio di un'epidemia è inevitabile, la sua trasformazione in pandemia, no. Non è un caso che i tre Paesi maggiormente colpiti - Liberia, Guinea, Sierra Leone - siano tra quelli che in Africa hanno investito meno sulla salute e sul rafforzamento dei sistemi sanitari. Se confrontiamo i numeri (2012) sui sistemi sanitari di alcuni Paesi in cui si sono avute morti per Ebola, nell'attuale epidemia, riscontriamo che in Spagna i dottori erano 370 per ogni 100mila abitanti, in Usa 245, in Sierra Leone poco più di 2, in Liberia più di uno e in Guinea 1.

Attraverso la conferenza internazionale Amref vuole: condividere le ricerche innovative sui sistemi sanitari e di salute in Africa; identificare e discutere gli approcci prioritari per affrontare le sfide sanitarie dell'Africa nell'Agenda post-2015; riunire ricercatori policy maker, professionisti, avvocati e organizzazioni della società civile. Interverranno anche Tim Evans - Direttore Salute, Nutrizione e Popolazione, presso la Banca Mondiale – Julitta Onabanjo, Direttore Generale dell’UNFPA (Eastern and Southern Africa); Mustapha Kaloko, Commissario agli Affari Sociali presso l’Unione Africana. La conferenza sarà l’occasione per chiamare all’azione il settore privato al fine di aiutare i Governi nel fornire cure sanitarie di qualità.