MODIFICHE CODICE DELLA STRADA: LUCI E OMBRE
Come associazioni che rappresentano decine di migliaia di cittadini e cittadine che utilizzano la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, per il tempo libero e il cicloturismo e da anni si battono per città più vivibili, sane e sicure per tutti gli utenti della strada, esprimiamo i nostri pareri sul testo di Riforma del Codice della Strada, da poco approvato dalla Commissione Trasporti della Camera.
Condividiamo la bocciatura della proposta che voleva aumentare il limite di velocità in autostrada a 150 km/h: mai come in questi giorni assistiamo ad una vera emergenza di insicurezza sulle strade, figlia spesso di alta velocità e di un utilizzo dell’auto in condizioni inadeguate da molti punti di vista.
Siamo molto favorevoli ai provvedimenti delle "case avanzate" ai semafori per i ciclisti, al doppio senso ciclabile e all'obbligo di rispettare un metro e mezzo dal ciclista in fase di sorpasso: sono misure che danno maggiore sicurezza al cittadino in bicicletta e agevolano la mobilità attiva.
Salutiamo con soddisfazione l'introduzione nel Codice della Strada delle "strade scolastiche" ma riteniamo che si debba dare ai Comuni degli strumenti più cogenti: occorre vincolare i Comuni ad una gerarchia di azioni, con la priorità assoluta alla pedonalizzazione; se ciò non fosse possibile, l’istituzione della ZTL, e da ultimo, nell’impossibilità di chiudere al traffico automobilistico, la creazione di zone 30, attraverso interventi e dispositivi atti a rallentare effettivamente il traffico (gimkane, dossi, restringimenti carreggiata...). Ricordiamo la campagna "stradescolastiche.it", alla quale aderiscono anche associazioni di pediatri, che sostengono fortemente la creazione di aree di rispetto reali davanti alle scuole.
Siamo però contrari alla norma che prevede il casco obbligatorio in bicicletta per i bambini fino ai 12 anni: sull’obbligo ci siamo già espressi con svariati comunicati come singole associazioni, forti di una lunga e articolata documentazione scientifica che dimostra da un lato che il casco da bici è utile in pratica solo per cadute accidentali a bassa velocità, mentre è pressoché inefficace per gli scontri con veicoli a motore, che sono quelli che provocano morti e feriti gravi, e, dall’altro lato, che l’obbligo dell’uso del casco disincentiva l’utilizzo della bicicletta e, riducendo il numero di ciclisti in strada, alla fine ha come effetto-paradosso un calo del livello di sicurezza per chi si muove in bici: l’esatto opposto dell’obiettivo che chi sostiene questa misura afferma di voler raggiungere! Siamo ovviamente d’accordo sul consigliarne sempre l’uso per i più piccoli.
E a tale proposito, chiediamo al legislatore: quale è l’obiettivo che vorrebbe raggiungere con questo provvedimento?
Se l’obiettivo è dare sicurezza sulle strade ai cittadini, di qualunque età, occorre intervenire sulle cause vere che sono, su tutte, la velocità dell’automobile, la guida distratta dall’uso degli smartphone e il consumo di alcol/sostanze stupefacenti da parte dell’autista, anche per gli incidenti che riguardano bambini e giovani - come dicono da tempo i dati Istat e ci ricordano purtroppo anche le drammatiche notizie di cronaca di questi giorni.
Se ciò che sta davvero a cuore è salvare vite umane, la priorità, allora, è prendere provvedimenti per diminuire il numero di auto e rallentarne la velocità, ad esempio attraverso l’Intelligent Speed Adaption (ISA), un rilevatore di velocità che impedisce alle auto di superare il limite, o l’abbassamento del limite a 30 km/h in tutta la città (invece dei 50 km/h). Misure e norme che non abbiamo ritrovato nel testo adottato in Commissione e che ci auguriamo possano essere introdotte nel passaggio nell’Aula della Camera dei Deputati, per aumentare la sicurezza e la condivisione dello spazio stradale da parte di tutti gli utenti.