Agenzia Stampa Aspapress

Autorizzazione Tribunale di Forlì 6/91 del 8 marzo 1991 - Anno XXXII - Registro Nazionale della Stampa 02659 - Registro Operatori Comunicazioni n. 1187 - Direttore Editoriale e responsabile Enzo Fasoli - Casella postale 19152 - 00173 Roma Cinecittà est - Responsabile dati: Carlo Carbone - Capo redattore Cristiano Rocchi. Associazione Periodici Associati: Presidente Enzo Fasoli - Responsabile settore: Angelo Misseri - Redazione: Vincenzo Giannone, Daniela Zappavigna.

Cerca nel blog

Pagine

6 settembre 2014

Sagra Musicale Umbra: concerti Montefalco e Perugia - domenica 7 settembre 2014

69ª SAGRA MUSICALE UMBRA
6 – 14 settembre 2014
Libertà


Contro la tirannide e l’oppressione:
il secondo giorno della Sagra Musicale Umbra esprime l’anelito alla libertà dei popoli con un concerto al Museo di San Francesco di Montefalco
in cui protagonista è il Coro del Maggio Musicale Fiorentino.
In programma i Canti di prigionia di Dallapiccola e il Requiem di Pizzetti, oltre che due assolute rarità: La mort d’un tyran  di Darius Milhaud
e La morte di Maria Antonietta, regina di Francia di Jan Ladislav Dussek.

In serata a Perugia il secondo appuntamento della Sagra:
al Tempio di Sant'Angelo la celebre e molto amata Misa Criolla di Ramirez.


Contro tutti i tiranni, contro l’intolleranza e un anelito universale alla libertà: sono questi i valori morali e spirituali che sostengono il programma del concerto della Sagra Musicale Umbra che si svolge domenica 7 settembre alle 18 al Museo di San Francesco di Montefalco. «La libertà porta sempre con sé l'immagine antitetica dell'oppressione e della tirannide – spiega Alberto Batisti, Direttore artistico della Sagra – e per questo abbiamo chiesto al Coro del Maggio Musicale Fiorentino di pensare a un concerto che esprimesse il valore della Libertà, tema al quale il festival quest’anno è dedicato».
Affiancano il Coro del Maggio, l’Ensemble Strumentale dell’Orchestra da Camera di Perugia e il Tetraktis Ensemble diretti da Lorenzo Fratini, assieme a Marco Scolastra e Filippo Farinelli al pianoforte.
Il concerto si apre con un trittico immortale, I Canti di prigionia di Luigi Dallapiccola. «Stavo lavorando alla mia prima opera Volo di notte quando presero a circolare strane voci che il Fascismo potesse dare il via, dopo l’esempio hitleriano, ad una campagna antisemita […] Avrei voluto protestare, ma insieme sentivo che ogni mio gesto sarebbe stato vano. Solo attraverso la musica avrei potuto esprimere la mia indignazione […] Proprio in quei giorni avevo terminato la lettura della ‘Maria Stuarda’ di Stefan Zweig in cui avevo scoperto una breve preghiera scritta dalla regina negli ultimi anni di carcere. Tuttavia un solo brano mi sembrava troppo poco per esprimere completamente la mia protesta. Dovevo cercare altri testi, di altri prigionieri famosi, uomini che avevano lottato e creduto». Sono le parole scritte da Luigi Dallapiccola negli anni del dopoguerra per ricordare la nascita impulsiva dei tre Canti di prigionia nell’autunno del 1938 (in seguito alla promulgazione delle obbrobriose leggi razziali), quando il musicista aveva trentaquattro anni ed era sposato da pochi mesi con l’ebrea Laura Coen Luzzatto. I Canti, portati a termine nel 1941, si aprono con la Preghiera di Maria Stuarda, integrata con due pagine su testi di altri due «eretici» sul punto di morte: Invocazione di Boezio, che si presenta come una sorta di Scherzo, dedicata a Severino Boezio, il filosofo romano giustiziato dal re ostrogoto Teodorico intorno al 525, e il Congedo di Girolamo Savonarola, la pagina più drammatica e intensa, ma anche quella più ricca di sfumature, in cui il protagonista è Girolamo Savonarola, il focoso predicatore domenicano condannato all’impiccagione e al rogo nella Piazza della Signoria fiorentina nel 1498.
Ildebrando Pizzetti non era influenzato da considerazioni politico-morali quando completò la Messa di Requiem nel 1923 - il secondo dei brani in programma - anno in cui lasciò la direzione del Conservatorio di Firenze per assumere quella del Conservatorio di Milano. La pagina è frutto di quello studio minuzioso del canto gregoriano e delle musiche corali italiane del Quattro/Cinquecento compiuto in gioventù al Conservatorio di Parma sotto la guida di Giovanni Tebaldini ed è dedicata alla memoria della prima moglie, Maria Stradivari (membro di una famiglia discendente dal celebre liutaio), morta di tifo nel 1920.  E’ con queste parole che lo stesso compositore parmense descrive il suo stato d’animo nel comporre il Requiem: «Non so se non essendovi stato sollecitato avrei mai scritto una Messa da requiem. Certo è che quando la scrissi ero in uno stato d’animo che mi rendeva più che mai sensibile alla solenne tremenda grandezza del suo testo. Più volte mi sono trovato a domandarmi il perché del mio ritornare, di tanto in tanto, alla composizione di musica corale su testi religiosi. Anelito al poter credere in una realtà ultraterrena che la mia mente non riesce a concepire? O forse non è mai stato altro che un voler cercare compagnia, in una espressione corale, a un sentimento di rassegnazione? Rassegnazione a non poter comprendere né il perché di questa vita né il mistero che seguirà… Cantare in coro parole alte e solenni: non solo per sentirsene consolato, ma anche, se possibile, per dare un poco di consolazione ad altri».
La mort d’un tyran è un pezzo violento e sconvolgente di Darius Milhaud - che la Sagra propone a quarant'anni dalla scomparsa del grande musicista provenzale - scritto per coro, strumenti e percussioni, che prende come testo un estratto dalle Historiæ Augustæ (400ca A.D.), in cui si narrano le vicende degli imperatori della tarda epoca romana, e se l’attendibilità di tutti i dettagli raccontati è messa in questione dagli studiosi, non vi sono dubbi sugli atti crudeli e infami commessi dal megalomane Commodo. Da notare che Milhaud in questo lavoro, scritto nel 1932, inventa un linguaggio originalissimo, un vocabolario «percussivo» che investe anche il coro, chiamato a declamare il testo senza un’intonazione definita.
Il concerto si chiude con la rarissima esecuzione de La morte di Maria Antonietta, regina di Francia per pianoforte solo ed eseguita da Marco Scolastra, del compositore boemo Jan Ladislav Dussek (1760-1812), di quattro anni più giovane di Mozart, uno dei primi virtuosi del pianoforte a livello europeo. Dopo aver toccato molti paesi del Continente, nel corso dei primi anni passati a Parigi (1786-89) diventò uno dei musicisti preferiti di Maria Antonietta, abile suonatrice di arpa. Fuggito dalla capitale francese poco dopo la Presa della Bastiglia, è evidente che Dussek rimase molto scosso dall’esecuzione di Maria Antonietta nell’ottobre 1793, se a Londra scrisse di getto questa pagina in memoria della povera «autrichienne», così disprezzata dai sanculotti.
Il secondo giorno della Sagra si chiude domenica sera a Perugia al Tempio di Sant'Angelo alle ore 21 con l'esecuzione della celebre e sempre molto amata Misa Criolla di Ramirez diretta da Fabio Ciofini alla guida del Coro Canticum Novum e con Anna Aurigi soprano solista.

Come ogni anno la Fondazione offre un servizio di navetta gratuito per raggiungere i luoghi dei concerti fuori Perugia. La partenza per Montefalco è fissata alle ore 16.45 da Piazza Italia, con sosta in Via Palermo alle 16.55 e il ritorno a Perugia avviene dieci minuti dopo il termine del concerto. E’ obbligatoria la prenotazione, che può essere fatta presso il punto informativo di Corso Vannucci o telefonando al numero 338-8668820.






PROGRAMMA di DOMENICA 7 SETTEMBRE

Montefalco, Museo di San Francesco – ore 18
Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Ensemble Strumentale dell’Orchestra da Camera di Perugia
Tetraktis Ensemble
Marco Scolastra, pianoforte
Filippo Farinelli,  pianoforte
Lorenzo Fratini, direttore

Luigi Dallapiccola
«Canti di prigionia» (1938-41) per coro misto, due pianoforti, due arpe e percussioni
Preghiera di Maria Stuarda
Invocazione di Boezio
Congedo di Girolamo Savonarola
Ildebrando Pizzetti
Messa di requiem (1922-23) per coro misto a cappella
Darius Milhaud
«La mort d’un tyran» (1932) per coro misto, ottavino, clarinetto, tuba e percussioni
Jan Ladislav Dussek
«La morte di Maria Antonietta, regina di Francia», per pianoforte solo
Marco Scolastra, pianoforte


Perugia, Tempio di Sant’Angelo- ore 21
Coro Canticum Novum
Paolo Macedonio, voce charango chitarra
Vincenzo Ritoliposi, contrabbasso
Anna Aurigi, soprano
Fabio Ceccarelli, quena flauto percussioni
Daniele Scaletti pianoforte
Gruppo BAMP percussioni
Fabio Ciofini, direttore

Ramirez
Misa Criolla
da Navida Nuestra: le Peregricion, Los Reyes Magos; La Ultima Palabra,
Da Mujeres Argentinas: Alfonsina y el mar; Juana Azurduy
Canciones: La Tristecita, Volvere siempre a San Juan, Antiguo dueno de las flechas


Info e biglietti:

Fondazione Perugia Musica Classica Onlus, Piazza del Circo 6  – 06121  Perugia

Tel. 075-5722271;  e-mail: info@perugiamusicaclassica.com